Figli di padri rinnegati

di Evali
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Prologo
 
- Padre nostro, sia santificato il tuo nome, sia fatta la tua volontà! Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal peccato!
Padre nostro, rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal peccato!
Liberaci dal peccato!
Liberaci dal peccato! – La voce chiara e tremante della ragazza fece vibrare le pareti della cattedrale.
I palmi delle mani uniti tra loro e alzati sopra la testa, le ginocchia puntate sulle mattonelle fredde, gli occhi neri sgranati e lucidi, il fiato corto.
Ripeté la preghiere per altre sette volte, fin quando un monaco non la raggiunse.
Il vecchio le poggiò le mani sulle spalle e si accovacciò accanto a lei, rivolgendole uno sguardo affranto e compassionevole. – Mia cara … hai fatto abbastanza.
- No, padre, posso pregare ancora, devo pregare ancora! – sussurrò con voce rotta.
- Basta così. Ti consumerai la voce e le ginocchia. Il nostro Signore ti ascolterà e valuterà se perdonare i tuoi peccati.
A ciò, la ragazza si voltò a guardarlo, folgorandolo con i suoi penetranti e grandi occhi di pece. – Credete che sia talmente imperdonabile ciò che ho fatto …?  Rimarrò una peccatrice per il resto della mia vita?
 Morirò come una peccatrice?
Il vecchio abbassò lo sguardo e prese un bel respiro. – Il palco è già stato preparato, figliola. Ti stanno venendo a prendere.
La ragazza sbiancò.
- Il rogo. Il rogo è per me …?
- Sì, cara. Solamente con la purificazione del fuoco la tua anima giungerà a Dio, redenta – le disse lasciandole un bacio sulla fronte. – Trova la tua pace, Bernadette Livian.
 
 
 
 
 




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