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di Ram92
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Novecentosessantanove.

Il bollettino dei morti, dei malati, dei guariti. I numeri aggiornati sul totale e sulle ultime ventiquattro ore.

Novecentosessantanove.

E fuori c’è il sole. Il cielo è terso, gli alberi in fiore.

Novecentosessantanove.

Nessun funerale.

I mezzi militari che sfilano nelle strade di Bergamo, una fila infinita e silenziosa.

Stasera nessuno che suona.

Novecentosessantanove nuovi morti in un giorno.

Novecentosessantanove nuove famiglie in lutto.

E io non ne conosco neanche uno.

Novecentosessantanove è soltanto un numero.

Un numero che non capisco.

Un numero che non riesco nemmeno a vedere.

Novecentosessantanove.

Per loro soltanto il silenzio.

Muoiono soli, se ne vanno senza un saluto. In primavera.

La vita intorno deve trovare la forza di andare avanti.

Si canta anche per provare a sé stessi di riuscire a respirare.

Si corre alla finestra per dimostrare a tutti che ci siamo ancora.

Che non siamo soli. Che siamo vivi. Che ce la faremo.

Che le foreste ricrescono anche dopo l’incendio.

Ma per un attimo, per un secondo, mi fermo a pensare.

Novecentosessantanove.




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