Riverdale, 29 June.
Elisabeth ormai non aveva più la cognizione del tempo e
dello spazio. Da quanto tempo si trovava in quella cappella? Da quanti
giorni era prigiorniera di quella signora in rosso?
Lo sguardo della ragazza vagò per le lunghe corde che le
legavano saldamente i polsi ed i piedi nudi e sbuffò
sonoramente. La donna non le aveva detto nulla di particolare, aveva
mugugnato qualche frase sensa senso, e quando la ragazza
iniziò a fare domande, quelle poche volte che riceveva la
sua visita, lei si era limitata ad un "ogni cosa a suo tempo, Bet" .
Si guardò nuovamente intorno, possibile che quella cappella
era una parte della Loggia che non avesse mai visto? Possibile che gli
avessero teso una trappola proprio i suoi fratelli, i suoi compagni?
Mentre i pensieri più oscuri si fecero largo in lei,
sentì rumori di passi e si ridestò, cercando di
mettere a fuoco la figura che stava varcando la soglia di quella che la
ragazza, ormai, riteneva una prigione.
La donna in rosso fece la sua entrata nella cappella con in mano dei
panni di un colore acceso "Elisabeth, come ti senti?"
mormorò richiudendo il pesante cancello nero dietro di lei.
"Starei meglio se qualcuno mi spiegasse cosa succede... di grazia"
sputò l'ultima parola con odio e rammarico. La signora
ghignò "Degno atteggiamento di una Cooper, ma qui dentro non
ti sarà di nessun aiuto. "- si piegò piano verso
la ragazza fermandogli il viso con una mano incastondando gli occhi nei
suoi - "adesso ti spiego tutto, il momento è giunto."
"Sai Bet, conosco bene il posto da cui provieni, La Loggia. Sono stata
io a portarti qui, ad evocarti,
poichè necessito dei tuoi servizi. Quello dove ti trovi
adesso non ha niente a che fare con il mondo che ricordi, ti trovi in
una dimensione parallela. Nella mia dimensione con esattezza..." La
donna iniziò piano a tagliare le corde che legavano la
ragazza ma il suo sguardo non si spostò mai da quello
interrogativo di lei.
"La Loggia ed io, fondatrice di essa, molti anni fa, stringemmo un
patto di sangue indissolubile. Io procuro loro fondi e protezione in
questo mondo e nel vostro; e loro mi procurano degli assassini. I
migliori." Betty era completamente libera e si toccò piano i
polsi dove il segno delle corde era rosso intenso. Varie domande si
fecero strada nella sua mente.
Chi era questa donna? Di quale patto parlava? Ma sopratutto, in che
cavolo di situazione e dimensione era finita?
"Non ti seguo, io non sono più ad Este?" lo sguardo di Betty
vagò per la cappella come se la vedesse per la prima volta.
"No mia cara, sei a Riverdale, la mia città." La signora in
rosso si aprì in un sorriso furbo, quasi un ghigno "Ed io,
sono Penelope Blossom. Tu
mi appartieni".
*
Jughead aprì una porta della Riverdale High Scool con forza
entrandovi di scatto. La richiuse alle sue spalle, lanciando la sua
fidata borsa sulla cattedra spostando lo sguardo ai ragazzi davanti a
lui. Erano una ventina, tutti alti robusti, sguardo fiero e stessa
giacca. La giacca di pelle nera con lo stemma di un serpente che si
espandeva per tutta la schiena.
"Buongiorno Capo, giornata storta?!" Sweet Pea sogghignò,
scrocchiandosi le nocche delle mani. Jugh non sorrise affatto,
portandosi davanti a loro a braccia incrociate, con sguardo serio.
"Abbiamo un problema" proferì.
"Abbiamo sempre
qualche problema!" gridò un ragazzo all' ultima fila.
Jughead si tolse il cappello, suo fidato amico in ogni battaglia ed un
ciuffo di capelli corvini gli ricadde sul viso stanco. "Sta succedendo
qualcosa... A Riverdale. Ieri l' IOracolo era davvero molto agitato.
Per di più, sono tre notti di seguito che cercano di entrate
nell' abitazione dei Lodge. Dieci uomini sono rimasti uccisi e Veronica
sta per arrivare, richiedendo i nostri servizi, per offrirgli
protezione."
"Io non offro protezione a quel mafioso di Hiram Lodge" Sweet Pea si
era alzato di scatto, sbattendo fortemente un pugno sul banco. "Sai che
me ne importa, lo ammazzino pure!"
Jughead lo fulminò "Non stiamo offrendo protezione ad Hiram,
Serpents.
Ma solo a sua figlia, quindi siediti e fai il bravo..." - si
appoggiò alla cattedra osservando Sweet Pea accomodarsi con
fare contrariato. Fece scivolare lo sguardo su ogni membro della sua
banda, soffermandosi per alcuni secondi su ognuno di essi. "Stanotte,
quando attaccheranno i Lodge, noi saremo li. Stanotte staneremo i
colpevoli e brinderemo sulle loro teste!" sogghignò il
corvino, convinto. Sentì i suoi ragazzi acclamarlo sbattendo
i pugni sul banco con fare aggressivo. Jughead avrebbe smascherato i
criminali e riportato la pace a Riverdale.
"Hey Jug, allora?" Veronica Lodge si accomodò alla panca di
legno, di fronte al ragazzo col cappello. Di fianco a lei c' era
Archie, compagno di mille avventure e non solo. Veronica si
scostò una ciocca di capelli corvini dal volto truccato e la
pelle olivastra incanalò i raggi del sole nei suoi occhi
scuri che incatenò a quelli cerulei del ragazzo di fronte a
lei.
"Tranquilla Ronnie, tutto sistemato. Questa sera i South Side Serpents
faranno la guardia alla tua reggia, come dei bravi cagnolini
ammaestrati" Jugh sorrise porgendo ad Archie, suo migliore amico da
quando ne avesse memoria, il pacco di patatine che stava
mangiucchiando, fiero. Il rosso di tutta risposta ne addentò
una sporgendosi verso la propria ragazza, Veronica, carezzandole
dolcemente una parte scoperta del viso. "Tranquilla Ronnie, con Jug e i
Serpents non hai niente da temere... E neanche tuo padre".
Veronica lo guardò dolcemente, coprendo la mano del ragazzo
con la sua, poco fredda. "Lo spero Archie... Chi sta
commettendo queste atrocità deve esssere fermato. Ha ucciso
dieci delle mie migliori guardie, "- si voltò verso Jughead
che la guardava stoico - "sta attento Jug, devono essere in molti"
sussurrò. Il capo dei Serpents fece spallucce.
"Anche noi".
*
Riverdale, Thistlehouse
Betty addentò con forza un pezzo di pane, guardando la
tavola imbandita davanti a lei. Il lungo tavolo era apparecchiato a
dovere con pietanze e bevande di ogni tipo su esso. Era ormai qualche
giorno che Penelope la lasciava libera per la casa da quando lei
svolgeva dei lavoretti notturni per ricambiare il favore. Piano piano
la situazione sembrava esserle più chiara; la donna in rosso
l' aveva evocata e trascinata in questa strana cittadina per qualche
oscuro scopo e lei non avrebbe fatto troppe domande visto che una delle
ultime frasi della sua carceriera riecheggiava ancora nella sua testa.
"Tu fai quello che ti dico io e ti darò indizi su come
trovare tua madre".
La bionda era scattata a quelle parole ed aveva creato non poco
trambusto ma non era servito a nulla, se non a ritrovarsi stesa a terra
e legata nuovamente da quattro uomini che lei avrebbe definito enormi.
Quindi tanto valeva non fare domande e stare al gioco. In quei giorni
aveva conosciuto anche la figlia di Penelope, Cheryl, a cui era stata
presentata come una lontana cugina appena rimasta orfana di madre che
avrebbe passato un pò di tempo con loro. Cheryl era una
ragazza alquanto strana, molto lamentosa, con lunghi capelli ramati
curati e vaporosi, sempre acconciata a festa, ma non invadeva lo spazio
della bionda. Betty aveva capito che anche la figlia di Penelope
nascondeva qualcosa e che di certo, la storia dell' amata cugina, non
se l' era bevuta neanche un pò.
Finì di mangiare in silenzio per poi recarsi piano nelle sua
camera da letto. Era grande, troppo grande. Aveva un enorme letto a
baldacchino con delle tendine rosse ai lati di esso, mobili antichi ed
un grande specchio con ornamenti dorati. La parte che alla bionda
piaceva di più sicuramente era il suo balconcino privato
dove di mattina si soffermava ad osservare da lontano quella strana
cittadina completamente nuova per lei.
Sospirò e si avvicinò alla grande scrivania,
guardando la sua immagine riflessa. I lunghi capelli biondi ricadevano
sulle spalle, i grandi occhi verdi scrutavano la propria figura. Il suo
corpo esile, coperto di cicatrici, lo abbracciò a se. Il suo
sguardò si soffermò su una piccola tutina di
pelle nera, sintetica, posata sulla sedia.
Ghignò, afferrandola. "Si
va in scena!"
"Quella notte due mondi
si sarebbero incontrati, mescolando senza via d' uscita due vite
destinate."
Angolo autrice:
Eccoci qui come promesso il secondo capitolo per catturare di
più la vostra attenzione. Portate pazienza ogni tassello
andrà al suo posto.
Mi auguro tanto che vi sia piacuta e vorrei tanto sapere cosa ne
pensate, il terzo capitolo è già in produzione!
Baci!
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