Fandom: The
Witcher.
Personaggi: Geralt,
Jaskier
Words: 499
Rating: verde
Contesto: prima
stagione
Disclaimer: i
personaggi non mi appartengono.
Note: Scritta
per il Drabble Event (03/04 - 05/04 2020)
del gruppo We are out for prompt con
il prompt: Geralt & Jaskier,
“Non permettere a nessuno di giudicarti, Geralt. Loro non ti
conoscono come ti conosco io.” + Casella #08 del bingo:
L'elefante nella stanza + trattenere il respiro; partecipa
anche all'event La corsa delle
Drabble&Flashfic [I Edizione] del
gruppo C'era una volta con un prompt...
All
the things they said
«Sei...
sospettosamente tranquillo, stasera»
Geralt
ha dibattuto a lungo con se stesso se prorompere o meno
quell'affermazione. Non gli sarebbe dispiaciuto riuscire per una
volta a farsi un bagno tranquillo, ma con Jaskier non è
esattamente
un concetto concepibile: dopotutto anche i suoi silenzi fanno rumore.
Jaskier
riempe la catinella d'acqua e si siede alle sue spalle, sul bordo
della vasca.
«Non
è niente» gli risponde, il tono di voce
così inespressivo che,
solo per un attimo, Geralt si chiede se con lui non ci sia invece un
estraneo.
Cerca
di voltarsi, tanto per essere sicuro. Jaskier lo ferma con una mano
sul collo. Una pressione leggera e il capo di Geralt si piega in
avanti, un gesto nato dall'abitudine. Jaskier capovolge la catinella
sui suoi capelli e il getto d'acqua lo inghiotte all'improvviso, come
il cascare imperioso di una cascata. Annaspa per un secondo,
sorpreso. Jaskier, di solito, è più gentile nei
suoi gesti.
«È
evidente che tu voglia dirmi qualcosa, Jaskier» sbotta
irritato. Lo
sente trattenere il respiro, ma l'elefante nella stanza è
ormai
diventato troppo pesante.
«Non
hai detto nulla!» esclama, più arrabbiato di
quanto Geralt si fosse
aspettato.
Il
Witcher si volta a guardarlo, palesemente confuso. Il volto di
Jaskier è costretto in una maschera di furore che a stento
riesce a
riconoscere.
«Di
cosa stai parlando?»
Jaskier
se ne sta zitto e lo fissa a lungo, prima di alzarsi con uno scatto,
fare il giro della vasca e pararsi di fronte a lui; gli punta un dito
contro e per un attimo incespica. Mai Geralt si sarebbe aspettato di
veder arrivare il giorno in cui Jaskier sarebbe rimasto a corto di
parole.
«Nella
taverna! Quelle persone!» Un respiro profondo, si lecca le
labbra,
le sue prossime parole sono quasi un sussurro. «Le cose che
ti hanno
detto Geralt...»
Ah,
è di questo che si tratta allora.
Geralt
non capisce, però, perché la cosa sembri
disturbarlo così tanto.
Alza
le spalle, cercando di mostrargli che a lui, invece, non interessa
affatto.
«La
gente giudica, Jaskier. Lo ha sempre fatto.»
Jaskier
lo fissa sbigottito, le labbra appena socchiuse. C'è dolore
nelle
sue iridi azzurre.
«Non
è giusto, Geralt.»
Jaskier
sospira, come se all'improvviso si ritrovasse il peso del mondo a
gravargli sulle spalle. Geralt se ne sta zitto, non sa cosa dire. Non
crede, comunque, che l'altro si aspetti davvero una risposta. Lo
segue con lo sguardo mentre afferra un panno asciutto per i capelli,
si inginocchia accanto a lui e glielo porge
Afferra
il panno, le dita si sfiorano. In quel momento Jaskier alza gli occhi
su di lui, lo sguardo fermo, serio, di chi ha qualcosa di importante
da dire.
«Non
permettere a nessuno di giudicarti, Geralt. Loro non ti conoscono
come ti conosco io.»
E
poi si alza per andargli a prendere un panno più grande,
lasciando
che quelle parole si insinuino piano dentro di lui, nella sua mente,
nel suo cuore, con la speranza che un giorno possa iniziare davvero a
crederci.
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