Naruto aveva passato gli ultimi due anni ad allenarsi ed era un posto strano quello in cui si trovava. La gente parlava strana e Jiraya era la sola persona con cui potesse comunicare. Ma in quel posto era praticamente un dio. Nessuno poteva saltare in alto quanto lui, nessuno poteva fare un Rasengan, nessuno riusciva a fare una kanken no jutsu.
Non era come il suo villaggio: era pieno di immondizia ai lati delle strade e per le strade giravano delle strane cose in cui le persone entravano.
Con Jiraya avevano deciso di tenere un basso profilo: avevano capito che anche lì c'era una specie di "guardia" che li avrebbero catturati nel caso fossero riusciti a prenderlo.
Ma non potevano: lì nessuno usava il chakra, nessuno sapeva camminare sull'acqua (a parte un certo Gesù a quanto pareva) o correre sulle pareti.
Ma lui si era stancato di stare lì. Voleva tornare da Sakura, doveva ripotare indietro Sasuke. Non poteva rimanere qui.
Ma doveva crederci. "Belive it" era sempre stato il suo motto.
Doveva continuare a non abbandonare la speranza. Doveva sperare che sarebbe tornato. Senza speranza non sarebbe potuto sopravvivere.
Sospirò e guardò il cielo era azzurro e le nuvole biache... non molto diverse dal suo mondo. Eppure non lo era. Il cielo che guardava la notte non era confortante quanto quello del suo mondo perchè, allora, quando lo guardava aveva la speranza che Sakura lo stesse guardando insieme a lui e quindi si sentiva meno solo...
Adesso invece anche guardando il cielo si sentiva così solo...
Sentì il rumore di quella che aveva capito erano i guardiani di quel posto, poi guardò il cartellone che aveva imparato a leggere: "Napoli" e urlò al suo amico che stava tentando di derubare un ricco signore:
"DATTEUAGLIO'!" |