Everything for love

di MauraLCohen
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Il terremoto aveva devastato la loro casa e da allora la famiglia Cohen si era trasferita da July Cooper, nell’abitazione del dottor Roberts. Kirsten aveva sperato fino all’ultimo che il perito le dicesse che i danni non fossero così gravi e che in breve tempo si sarebbero potuti sistemare; ma non fu così. La ristrutturazione costava più del valore dell’immobile, quindi si sarebbe dovuta cercare un’altra casa, perché la sua era persa per sempre. Sandy sapeva quanto questo la facesse star male, glielo vedeva dipinto negli occhi ogni volta in cui visitando l‘ennesima villa mozzafiato, questa lasciava la moglie completamente impassibile. Ormai erano mesi che vedevano più il loro agente immobiliare che i figli, e Kirsten era stanca di non trovare quello che stava cercando; a Newport tutte le case erano uguali, ma nessuna era come la sua. Nessuna conservava i ricordi dell’infanzia di Seth, le cene in famiglia, l’arrivo di Ryan. Quelle case erano tutte vuote, e prima si sarebbe rassegnata all’idea che volente o nolente avrebbe dovuto comprarne una, prima quella tortura sarebbe finita. Così quella mattina, davanti all’ennesima casa-perfetta – secondo l’opinione dell’agente – Kirsten decise di firmare il contratto d’acquisto, lasciando alquanto incredulo il marito. 
« Sei sicura? » le chiese Sandy, prendendola da parte. Lei lo guardò scoraggiata e scosse il capo « No » ammise « Ma il parto è vicino e io sono stanca di girare per le zone residenziali tutti i giorni. »
« Troveremo quella giusta » la rassicurò Sandy cingendole le spalle « Non rinunciamo. »
« Sandy, ti rendi conto che le ha costruite la società di mio padre queste case? Sono tutte così. Tutte belle, per carità, ma - » Kirsten si zittì per un attimo, guardandosi intorno. « Ma, cosa? » insistette Sandy. 
« Ma sono tutte asettiche, fredde. Voglio rimettere i vestiti nel mio armadio e far nascere mia figlia con un tetto sulla testa, prendiamo questa e via. Ci abitueremo col tempo. » Sandy era conscio del fatto che alla fine sua moglie si sarebbe pentita di quella scelta, lei non era una che si abituava alle cose, e avrebbe finito con l’odiare quella casa, così si oppose all’acquisto. Ora doveva fare i conti con una Kirsten furiosa e in preda agli ormoni, ma era comunque meglio di doverla poi vedere per il resto della loro vita infelice in una casa che non sentiva sua.
In quel momento entrambi ignoravano il fatto che il destino, abituato a giocare strane partite, aveva assunto i panni dei loro due figli diretti a Berkeley per riacquistare la casa in cui era nato Seth. 
Solo quando ultimarono il trasloco, diverse settimane dopo, Kirsten realizzò che Sandy aveva ragione quando le aveva detto che non valeva la pena rinunciare a trovare la loro casa. « Non stai scegliendo un paio di scarpe, qui parliamo di dover far crescere nostra figlia, del luogo in cui conserverà tutti i suoi ricordi. Non è sbagliato pretendere di sentirsi a casa, Kirsten, e devi avere pazienza se vuoi che la ricerca ci porti a qualcosa di buono. Non possiamo comprare il primo ammasso di mattoni come se fosse una cosa da niente, solo perché così sarebbe più rapido… Casa nostra è importante, non gettiamo la spugna fingendo che non sia così. » Ora Kirsten si guardava intorno e respirava aria di casa, rivedeva quegli angoli in cui si nascondeva Seth per non andare dal dottore, le pareti che avrebbe voluto ritinteggiare per seguire qualche strana tendenza degli anni ‘80… Si guardava intorno e si sentiva bene, protetta. Lasciò perdere gli scatoloni e andò a cercare Sandy, trovandolo al piano di sopra, con in braccio Sophie Rose; la stava cullando dolcemente, cercando di farla addormentare, ma la piccola non sembrava avere alcuna intenzione di dormire. Kirsten rimase a guardarli senza dire niente. Sandy guardava Sophi proprio come vent’anni prima guardava Seth, con lo stesso amore e lo stesso entusiasmo. La bimba era ancora troppo piccola per capirlo, ma era davvero una figlia fortunata ad avere un padre come lui. Così come lo era stata Kirsten, nel sposarlo. Dopo tutti quegli anni, il loro matrimonio era ancora pieno d’amore, vivo, e rendeva la lavora di entrambi più semplice e completa. Era il super-potere di Sandy riuscire sempre a fare la cosa migliore per la loro famiglia, anche quando Kirsten non sembrava capirlo. Era successo con Ryan, con la ricerca della casa… Succedeva sempre. Aveva sposato un uomo capace di renderla sinceramente felice. E lì, ancora ferma sull’uscio della porta, ad osservare suo marito, Kirsten aveva la certezza di aver trovato davvero il suo Sandy Cohen1.



1: si riferisce all’episodio della quarta stagione in cui Summer chiede consiglio a Kirsten per capire se Seth è davvero l’amore della propria vita. Quando Kirsten le racconta la storia che aveva vissuto con Jimmy e poi com’era iniziata quella con Sandy, Summer usa i nomi dei due uomini per indicare: col primo un amore che sembra quello vero, ma che in realtà non lo è; con il secondo, l’unico grande amore della vita. In un dialogo dello stesso episodio, infatti, Seth chiede a Kirsten “Mamma, perché Summer si chiede se io sia il suo Jimmy Cooper o il suo Sandy Cohen?”. 


 




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