Fandom: Operazione
U.N.C.L.E.
Personaggi: Napoleon
Solo, Illya Kuryakin, Gaby Teller
Coppia: Napoleon/Illya/Gaby
Words: 1201
Rating: giallo
Contesto: College!AU
Disclaimer: i
personaggi non mi appartengono.
Note: Scritta
per il Drabble Event (27/03 - 29/03 2020)
del gruppo We are out for prompt con
il prompt : Napoleon/Illya/Gaby - Napoleon e
Illya sono compagni di stanza al college, e Gaby ha bisogno di un posto
dove passare la notte. BONUS: "Questi letti sono troppo piccoli. / "Sei
tu che sei troppo grosso."
Rimanderemo
a domani
tutti
i perché
«Non
ho bisogno di tuo aiuto, Cowboy.»
Napoleon
gli appiccica un altro cerotto sul naso.
«Certo
che no, Peril. Ora accuccia. Nei hai un altro sulla fronte.»
Illya
lo guarda storto, ma lascia che Napoleon gli scosti i capelli
–
ancora umidi per la doccia che ha dovuto ordinargli di prendere
– e
gli disinfetti il taglio che ne ha colorato di rosso la pelle. Ci
mette su un altro cerotto, accertandosi di ricoprirlo tutto. Poi fa
un passo indietro, incrocia le braccia al petto e inclina appena il
capo di lato, come a prendersi il tempo per ammirare un lavoro ben
fatto. Un sorrisetto divertito fa capolino sulle sue labbra.
«Devo
ammetterlo, Peril. Il look appestato ti dona.»
Illya
brontola qualcosa. Lo fa in russo, a voce troppo bassa, ma si fa
capire comunque e il ghigno di Napoleon si fa ancora più
pronunciato. Un Illya irritato è sempre adorabile.
Un
colpetto attira l'attenzione di entrambi verso la finestra. Illya ci
si precipita e sorride - un sorriso piccolo, caldo, come solo pochi
dei suoi sorrisi lo sono davvero - quando apre la finestra e Gaby ci
passa attraverso. La aiuta sollevandola per i fianchi, come se in
realtà non pesasse nulla, prima di posizionarla di nuovo con
i piedi
per terra.
Gaby
sbuffa una risata.
«Grazie,
Illya, ma sono perfettamente capace di scalare una finestra.»
Napoleon
vorrebbe alzare gli occhi al cielo: è imbarazzante come quei
due
riescano a flirtare così tanto con un solo sguardo.
Inizia
a mettere a posto il kit di primo soccorso.
«Gaby, cosa ti porta nella nostra dimora
a quest'ora della notte?»
Non
è poi così tardi, ma il campus ha regole severe
quando si tratta di
rispettare il coprifuoco. Non che a loro sia mai davvero importato.
Almeno non a lui. Illya ha sempre qualcosa da ridire quando riesce a
convincerlo che le regole, dopotutto, sono fatte per essere infrante.
«La
mia coinquilina ha compagnia, stasera. Ho bisogno di un posto dove
stare» gli risponde con un'alzata di spalle. Si avvicina
all'armadio, ci rovista dentro per un po' e ne tira fuori una t-shirt
smessa, una che – ovviamente – appartiene a
Kuryakin. Inizia a
sfilare i bottoni dalle asole della camicia e Illya, rosso in volto,
le dà immediatamente le spalle. Poi costringe Napoleon a
fare lo
stesso.
Guastafeste.
Quando
hanno finalmente il permesso di voltarsi, Gaby si è
già appropriata
di uno dei due letti.
Napoleon
adocchia l'altro pensieroso.
«Be',
Peril, direi che... »
Stava
per suggerirgli di condividere con Gaby – sa per certo che
gli
farebbe piacere – ma prima che possa farlo Illya si
è già seduto
sull'altro letto. Non lo guarda e le sue gote sembrano assumere una
nota di rosso ancora più accesa.
«Io
e Cowboy possiamo condividere.»
Napoleon
si acciglia: quella è una svolta di eventi che non aveva
previsto.
Non
sa esattamente cosa provi a riguardo. Il pensiero di condividere il
letto gli attorciglia lo stomaco, glielo appesantisce, con qualcosa
che non è dispiacere, né imbarazzo, ma un
groviglio di sensazioni
che ancora non è riuscito a capire e che per questo, da mesi
ormai,
Napoleon ha cercato di ignorare.
«Cowboy?»
Illya
esita nel chiamarlo. Sembra chiedersi se fosse sarebbe stato meglio
dormire sul pavimento, incolparsi per la proposta che ha lanciato e
Napoleon non può lasciarglielo fare, non quando è
abbastanza sicuro
che l'unico motivo per cui Illya abbia anche osato avanzare
quell'idea è perché è troppo
gentiluomo per approfittare della
situazione.
«Mi
sembra un'ottima idea, Peril.»
Si
schiarisce la voce, un po' roca, e inizia a disfarsi della cravatta,
poi della camicia. Prende anche lui una t-shirt dall'armadio e un
paio di pantaloni di tuta. Bianco su nero, semplice e mai fuori moda.
Illya
si è sdraiato sul lato del letto che affianca il muro. Preme
la
schiena contro la parete quasi a volerci sprofondare. Ha lo sguardo
fisso sulla schiena di Gaby, che invece sembra essersi già
appisolata senza alcuna preoccupazione al mondo.
Napoleon
sospira. La situazione inizia a sembrargli parecchio assurda. Forse,
con un buon uso della lingua, potrebbe riuscire a convincere Illya a
condividere il letto con Gaby, ma poi la ragazza si muove e la
t-shirt che indossa le si solleva appena su per le gambe nude e il
suo coinquilino sembra sul punto di avere un piccolo infarto.
Sospira
di nuovo. È solo una notte. Magari domani può
comprare un sacco a
pelo semmai decideranno di avere un altro pigiama party.
Si
siede sul letto e cerca di non pensare al russo alle sue spalle
quando si sdraia sulle coperte. Cerca di stargli il più
lontano
possibile, ma il letto è piccolo e ad ogni respiro la sua
schiena si
scontra contro il petto di Illya e Napoleon sente l'altro irrigidirsi
ad ogni tocco. È irritante, davvero. L'idea è
stata sua, dopotutto.
E quella situazione non è semplice nemmeno per lui, non
quando ad
ogni movimento del suo coinquilino sente le sue caviglie nude
sfiorare le proprie, i muscoli del petto di Illya solidi contro le
sue spalle, il respiro che gli surriscalda il collo ad ogni
esalazione dell'altro e il calore che gli si accoccola prima nello
stomaco e poi sempre più in basso, fin quando non inizia a
provare
l'irrefrenabile desiderio di spingersi all'indietro e premersi contro
di lui, al diavolo le conseguenze.
Con
chiunque altro, forse, ci avrebbe anche provato. Con Illya è
diverso, però. Con Illya, per qualche motivo, Napoleon non
è
disposto a rischiare.
«Questi
letti sono troppo piccoli.» mormora esasperato. Con la
situazione,
con se stesso.
«Sei
tu che sei troppo grosso.» gli risponde un Illya piccato.
Gaby
sbuffa infastidita dal suo letto. La guardano alzarsi, adocchiarli
con le sopracciglia inarcate, e poi sbuffare di nuovo.
«Alzatevi.
Tutti e due.»
Obbediscono,
anche se con qualche costernazione.
Gaby
gli fa segno di spostarsi e poi, veloce, pratica, spinge un letto
contro l'altro.
«Ora
dovremmo starci.»
Li
prende per mano e li trascina giù sulle coperte, finendo per
accoccolarsi in mezzo ad entrambi. Affonda poi il volto nel petto di
Illya e si porta la mano di Napoleon su un fianco.
«Gaby?»
la voce di Illya è il rombo timido di un tuono. È
strano, vederlo
esitare così tanto «Gaby, non devi farlo per
ringra...»
Gaby
lo silenzia con un dito sulle labbra.
«Non
lo faccio per quello, Illya.»
E
sembra intenderlo davvero. Il suo non è un grazie per averla
difesa,
prima, facendosi quasi spaccare il naso nel processo. Non va avanti,
però. Non spiega il perché lo faccia. Con Illya,
forse, Napoleon
potrebbe anche capirlo. Non comprende, però, cosa ci faccia
lui lì.
Si sente di troppo, ma la mano di Gaby si stringe attorno alla sua e
gli occhi di Illya catturano i suoi da sopra la spalla di lei.
Sembrano volergli dire qualcosa, qualcosa che nemmeno Illya riesce
davvero a capire, ma anche se il letto è ancora troppo
piccolo per
tre persone, in qualche modo loro tre sembrano starci alla
perfezione.
Napoleon
si addormenta con il profumo dei capelli di Gaby ad annebbiargli i
sogni e il calore delle dita di Illya a sfiorargli le proprie e per
quella notte è abbastanza. Domani, forse, potranno chiedersi
il
perché.
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