Alta marea

di _Glaucopis_
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La leggenda narra di una fanciulla dagli occhi scuri e al contempo brillanti quanto il cielo notturno.

Ella amava cacciare, correre per le selve, sentirsi libera da qualsiasi autorità. Credeva però di non poter avere ciò. Non per l’eternità.
Questo finché il suo cammino non incrociò quello di una seconda giovane, una ragazza dal portamento regale e gli occhi freddi ma bellissimi.

La seconda era la Luna, la prima le acque terrestri da essa inevitabilmente attratte.

Fu in una notte di plenilunio che Zoe si inginocchiò ai piedi di Artemide, al centro di una radura.
Le Cacciatrici la osservavano, alcune allegre, altre sospettose, altre ancora incuriosite.

Fu quando alzò lo sguardo verso la dea, un secondo prima di aprire le labbra per cambiare la propria esistenza che la verità comparve chiaramente ai suoi occhi: l’aveva sempre considerata la sua signora, aveva sempre creduto che il suo fosse semplice timore reverenziale. Non era così.
Quello che provava era il sentimento a cui stava per rinunciare per il resto dei tempi.

Il mondo smise di respirare quella notte. Trattenne il fiato, in attesa della reazione della ragazza, il cui primo istinto fu quello di fuggire.

Invece, senza indugiare oltre, Zoe parlò: -Io, Zoe, mi impegno alla dea Artemide. Volto le spalle alla compagnia degli uomini, accetto l'eterna fanciullezza e mi unisco alla caccia-

La dea le sorrise.
-Benvenuta, sorella-





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