Trowa rilesse la mail
che gli era arrivato poco prima e fece una smorfia.
Lady Une lo aveva
avvertito di cosa era successo a Heero e Relena e delle poche
informazioni che avevano.
Ovviamente anche lui
aveva fatto rapporto sul suo incontro e adesso aspettava una risposta
dal suo capo.
Guardò la
stanza dove era stato ricoverato Kaji e attese che i medici uscissero,
sperando di poter avere l’autorizzazione per interrogarlo.
Dopo pochi secondi, la
porta si aprì e un medico con una infermiera uscirono.
-Agente Barton? - fece
il medico vedendolo
Trowa si
avvicinò a loro appena sentì il richiamo -Mi dica
dottore? –
-Il paziente
è sveglio ed è cosciente, direi che non ci siano
contro indicazioni per l’interrogatorio ma comunque ci vada
piano. –
Il giovane fece un cenno
di sì e poi ringrazio i due che si allontanarono.
A quel punto
entrò e vide Kaji disteso con lo schienale del letto
reclinato in avanti che stava osservando l’orizzonte oltre la
finestra.
-Signor Kaji- disse lui
per farsi notare-
-Salve- fece lui
accorgendosi della visita -Grazie per l’aiuto…
Scommetto che ora potrò avere delle delucidazioni ma prima
voglio sapere come sta Misato –
Trowa annui -La sua
amica è stata operata ed è in una situazione
critica ma, secondo i medici, si riprenderà.
Per quanto riguarda le
delucidazioni prima vorrei sapere cos’è questa
NERV? –
-Giusto- rispose Kaji
abbassando il capo -La Nerv era… è…
un’organizzazione che è stata creata per lottare
contro degli esseri chiamati angeli... Ma tu mi hai detto che non hai
mai sentito parlare della NERV e degli angeli, inoltre mi hai parlato
che siamo nel 199 AC, cioè after colony.
Non so cosa dirti di
più so solo che mi sono svegliato in quel bugigattolo, con
un forte mal di testa e, al mio fianco, ho trovato Misato ferita-
Trowa ascoltò
con attenzione le sue parole.
-Quindi non sai come sei
finito lì- chiese poi
L’altro scosse
la testa -Stavo cercando di scappare da dei tipi che volevano farmi la
pelle, poi all’improvviso ho perso i sensi, come se qualcuno
mi avesse colpito alla testa, ritrovandomi qui-
Il più
giovane dei due annui
-Cos’è
questo second impact? – continuo poi il castano
-Il second impact? Vuoi
la spiegazione ufficiale oppure quella vera? – Chiese Kaji.
-Visto che non conosco
né l’una né l’altra dimmele
entrambe-
Il più grande
fece un cenno e riprese a parlare -Giusto, la spiegazione ufficiale
è che un asteroide ha colpito la Terra, esattamente in
Antartide, sciogliendolo e provocando devastazioni indicibili.
La verità
è che stavano cercando di riportare alla luce uno di quegli
esseri, gli angeli –
Trowa chiuse gli occhi
poi ridacchiò -Peccato che l’Antartide non sia
sciolto… Un mio amico ha combattuto lì contro
quello che è diventato suo cognato. –
Kaji poggiò
la testa contro il cuscino sospirando -Sto iniziando a chiedermi se non
mi sono sognato tutto o stia sognando tutto. -
-Diciamo che posso quasi
crederti- rispose il circense
-Perché?
– Chiese Kaji
-Perché dei
miei amici hanno trovato due ragazzi svenuti su una spiaggia e uno dei
due ha parlato di angeli e di eva -
-Shinji e Asuka?
– Chiese lui raddrizzandosi di colpò
-Gli conosci?
– Replico
-Sì, Asuka
era sotto la mia tutela mentre Shinji sotto quella di Misato! Dove
sono? Stanno Bene? – grido lui cercando di alzarsi
-Calma! –
Ordinò perentorio Trowa -Rilassati amico a quanto ne so il
ragazzo, Shinji, sta bene mentre la ragazza ha subito
un’operazione per rimettergli in sesto un occhio e un braccio
per il resto sta bene. –
Kaji allora si rimise
disteso sospirando
-Puoi raccontarmi un
po’ di questo “mondo” -
Il giovane annui
-Sarà una lunga storia sai-
Asuka osservò
la sacca di soluzione fisiologica che gocciolava.
Si sentiva stanca ma
soprattutto si chiedeva cosa ci facesse lì.
Iniziava ad avere
piccoli flash, il viaggio alle terme dove era stato avvistato un
angelo, l’allenamento con Shinji per aumentare la loro
sincronizzazione, le battaglie, le litigate con Misato e Shinji, le
chiacchierate con Hikari e gli insulti ad Ayanami.
Poi sentì la
porta aprirsi e vide entrare due persone: una ragazza e un ragazzo poco
più grandi di lei.
-Salve, mi chiamo
Relena- fece la ragazza che sorrideva affabile -Posso sapere come ti
chiami? –
Asuka si mise dritta sul
letto -Asuka Soryu Langley- rispose lei
-Bene Asuka, vorremo
capire cosa ci facessi su quella spiaggia con indosso quella strana
tuta-
La rossa
lanciò uno strano sguardo a Relena, come se avesse appena
detto una cosa idiota ma non aveva la forza di gridare probabilmente
perché ancora intontita dalla sedazione e dagli
antidolorifici -Quella tuta rossa era una plag suite e serve per il
pilotaggio delle unità EVA-
Relena annuì
cercando di non farsi vedere preoccupata -Ok, cosa sono le
unità EVA? –
Asuka sospirò
pensando che la stesse prendendo in giro per il fatto che non sapesse
dell’esistenza degli EVA e di tutto il resto -Sono dei robot
progettati dall’organizzazione di cui facciamo parte io e
Shinji, la NERV, per la guerra a degli esseri chiamati angeli-
-Va bene- rispose la
più grande per poi lanciare uno sguardo a Heero che nel
frattempo aveva preso il cellulare.
Fece il gesto di
attendere ed uscì.
-Vedi- disse Relena nel
mentre si sedeva su una sedia vicino al letto -Mi è un
po’ difficile crederti-
-Perché?
– Chiese irritata Asuka
-La terra non ha mai
fatto guerre a degli esseri chiamati angeli, abbiamo avuto guerre,
anche devastanti, ma solo fra di noi ed utilizzando delle armi chiamate
Mobil Suite ma EVA no e non ha mai avuto organizzazioni con quel nome
–
Asuka stava per
replicare, o meglio gridare, ma poi decise di chiedere altro -Dove mi
trovo? –
-In un ospedale di
Napoli- rispose Relena -Dove pensavi di essere? –
-A Tokyo- rispose
l’altra attonita -Cosa ci faccio a migliaia di chilometri da
lì? –
-E quello che scopriremo
cara- rispose Relena sorridendogli dolcemente.
Proprio in quel momento
Heero rientrò guardandola seria -Ragazzina conosci un certo
Rioji Kaji e una certa Misato Katsuraghi? –
-Sì, ma il
signor Kaji mi hanno detto che era morto mentre la Misato stava
cercando di difenderci da…- Asuka si bloccò
perché i ricordi si fecero di nuovo confusi e strinse per la
rabbia il copriletto.
Heero allora si
avvicinò e gli mostrò le foto dei due
Asuka rimase bloccata
per lo stupore e la felicità -Sono vivi… Dove
sono? –
-Sono in un ospedale
vicino a Parigi- rispose semplicemente il ragazzo.
Poi si rivolse a Relena
-Direi che può bastare per oggi, andiamo signora Peacecraft-
Lei annuì per
poi rivolgere un augurio alla degente -Rimettiti- dettò
ciò uscirono
Asuka rimase interdetta
ma, a poco a poco, iniziò a formulare un’ipotesi
che aveva dell’incredibile.
Sorrise portandosi una
mano sull’occhio buono mormorando -Stupida allieva modello
non potevi farci rimanere sulla nostra Terra? -
Usciti Relena
lanciò uno sguardo strano ad Heero che capì.
-Trowa ha trovato due
persone che conoscono i due ragazzi che noi abbiamo trovato su quella
spiaggia- Spiegò
Relena sbattè
le palpebre -Come? Dove? -
-Vicino a Parigi era
lì con il circo durante una tournée ed ha
scoperto un uomo che rubava e così ha trovato anche la donna-
Sua moglie chiuse gli
occhi -Anche loro hanno parlato di EVA, Nerv ed angeli? –
Chiese lei
Il marito
annuì -Per ora c’è solo la parola
dell’uomo che ha confermato ciò che hanno detto i
due ragazzini mentre per la donna non si sa ancora nulla, è
ancora in coma farmacologico a causa della ferita-
Relena
sospirò -Va bene, dobbiamo scoprire di più su di
loro, come abbiano fatto ad arrivare qui e, soprattutto, se dicono la
verità-
Heero annuì e
poi abbracciò la moglie -Lena adesso però lascia
che ci pensiamo noi, sei il viceministro agli esteri e non
un’agente dei preventer, lascia che ci pensiamo noi ok? -
Lei annuì
godendosi il caldo abbraccio.
-Sai, mi sembra che la
ragazza dica la verità ma anche che sia un vero e proprio
peperino-
-Dici? - domando lui
-Già- rispose
lei -Mi sembrava quasi che volesse insultarmi quando le ho detto che
non sapevo dell’esistenza degli angeli, della Nerv e degli
EVA-.
Heero annui per poi
baciargli la fronte.
-Lo credo
anch’io-
-Andiamo a sentire
Shinji? – Propose poi il ragazzo -Ma stavolta le domande le
faccio io-
Relena ridacchio allo
sguardo furbo del marito -Ok, sei tu il preventer –
I due quindi si
diressero verso la stanza di Shinji ed all’esterno trovarono
un ragazzo che sorrideva malizioso, con una lunga treccia e vestito con
un paio di Jeans, una camicia bianca e una giacca di pelle nera.
-Ciao, sposini-
Heero lo
guardò male mentre Relena gli sorrise -Ciao Duo-
-Lady Une ti ha mandato
qua Duo? -
Il ragazzo
ridacchiò -Sì, sembra che ci siano un bel
po’ di gatte da pelare –
-Già- disse
con una smorfia l’altro -Trowa ci ha avvertito del suo
ritrovamento-
A quel punto la coppia
sposata sospirò
-Abbiamo appena parlato
con la ragazza- lo informo Relena -ed ha parlato di Robot chiamati Eva,
di una organizzazione di nome NERV e di angeli. –
-Che storia- fece il
ragazzo -comunque Une avrà sguinzagliato Wufei e Quatre per
cercare risposte-
-Senz’altro-
fece serio Heero
-Volete andare a sentire
anche il ragazzo? – chiese ancora l’ultimo arrivato.
-Credo che sia
indispensabile- affermò Relena -più cose sappiamo
meglio è-
-Una volta ristabiliti
cosa pensiamo di fare con quei ragazzi? – chiese preoccupato
Duo
La bionda chiuse gli
occhi con fare pensieroso -Penso che un posto, in una scuola di un
certo paese del Centro Europa potrebbe fare al caso nostro…
Che ne dici Heero? –
Il marito sorrise con
fare furbo -Penso che quella scuola sia un ottimo posto per tenerli
lontani da occhi indiscreti e ben protetti-
-Cara Lena-
ridacchiò Duo -la tua è un’ottima
idea… Mi stavo dimenticando Hilde mi ha chiesto di darvi
questo-
A quel punto il ragazzo
tirò fuori dalla giacca una busta e la consegno ai due.
-Finalmente avete deciso
la data? – Chiese entusiasta lei
-Sì alla fine
abbiamo trovato un punto d’incontro senza doverci avvalere
delle tue doti diplomatiche Lena-.
La ragazza
ridacchiò -Saremo lieti di partecipare vero Heero?
– Lui annuì serio
-Hey Lena,
un’ultima cosa… Aspettati una telefonata da Hilde-
La giovane annui
sorridente -D’accordo Duo-
-Adesso vado a farmi
dare una copia delle cartelle mediche per Lady Une- detto
ciò si allontanò salutando i due.
Heero bussò
alla porta della stanza di Shinji che diede il permesso di entrare.
I due videro che Shinji
era al piccolo tavolo della stanza che faceva colazione.
-Buongiorno- fece lui
timidamente -Cosa posso fare per voi? –
Heero prese si sedette
vicino a lui mentre Relena si mise al suo fianco.
-Puoi rispondere a paio
di domande? – Fece senza troppi fronzoli il più
grande dei due
-Sì- balbetto
Shinji messo in soggezione
-Tranquillo- sorrise
Relena -Non morde, sii sincero-
Shinji osservo i due
stranito poi annui -Ok-
-Ti ricordi qualcosa di
cosa è successo prima di svegliarti qua
all’ospedale? – fu la prima domanda che gli fu
posta.
Shinji prese un respiro
ed inizio a raccontare, dell’attacco delle forze di
autodifesa giapponesi al Central Dogma, di come Misato
l’aveva messo a bordo dell’EVA, di come Asuka
combatte come una leonessa contro gli EVA di serie, di come suo padre
causò il Third Impact, di come si risveglio con Asuka al suo
fianco e di come avesse provato a strozzarla.
Relena rimase schioccata
dal racconto di Shinji e anche Heero, nonostante la sua
impassibilità, era rimasto colpito.
-Va bene- fece il
castano -Ora mi racconti com’erano fatti gli EVA? –
-Non ne so molto-
rispose Shinji -So solo che avevano preso le cellule degli angeli e da
lì hanno creato gli EVA. Le persone che ne sapeva di
più erano la dottoressa Akagi, mio padre e il signor
Fuyustuki. -
-Va bene- fece serio
Heero lanciò uno sguardo a Relena, la vide ancora turbata
dal racconto di Shinji.
-Signora Peacecraft
forse è meglio che esca un momento a prendere aria e avverta
il preventer Maxwell di farle da scorta. –
Lei annuì ed
uscì
Il marito la vide uscire
per poi tornare a guardare Shinji
-Allora, mi racconti un
po’ come hai fatto a diventare pilota di questi EVA?
–
L’altro
abbasso lo sguardo nervoso -È a causa di mio
padre… Lui… Lui aveva bisogno di carne da
macello! - dicendo ciò alzò sguardo furente.
-Racconta? –
lo incalzò l’altro
A quel punto il
più giovane dei due iniziò il racconto delle sue
battaglie, di come avesse sfruttato lui, Asuka e Ayanami.
Di come avesse mutilato
Suzuwara tramite il dummy plug, lì Shinji dovette fermarsi e
spiegare che cosa fosse, di come fosse fuggito e poi di come fosse
tornato, di come poi non fosse riuscito a salvare Asuka e Rei, di chi
fosse in realtà Rei e di come fosse stato costretto ad
uccidere Kaworu.
Proprio parlando di
quest’ultimo Shinji divenne melanconico e abbasso lo sguardo.
Heero lo
guardò male perciò ma non potè non
sentirsi in qualche maniera legato a lui.
-Devi sapere- fece a
quel punto il preventer -Che qui ci sono state varie guerre e attentati-
Il moretto
annuì alzando leggermente lo sguardo -Io sono stato
responsabile di uno di questi attentati. -
Heero prese un respiro e
poi continuo
-Attentato che doveva
colpire solo un deposito di armi ma che ha provocato la morte di una
bambina che avevo appena conosciuto… Solo recentemente sono
riuscito a togliermi parzialmente questo peso ma non se ne
andrà mai-
-Dovrò
conviverci? – Chiese rammaricato Shinji
Heero annuì
triste -Sì, ora rilassati- detto ciò si
alzò -Posso darti una buona notizia però hanno
trovato delle persone che ti conoscono: Misato Katsuraghi e Rioji Kaji-
Il ragazzino era
incredulo -Non è possibile… Come stanno? Il
signor Kaji dovrebbe essere morto! –
-A quanto sembra
è vivo e vegeto- detto ciò gli mostro la foto
dell’uomo e a Shinji si inumidirono gli occhi per la
felicità
-E Misato? –
Chiese ancora
-È stata
operata ed attualmente è in una situazione critica ma i
medici dicono che si rimetterà… Riposati adesso,
vedremo di trovare una situazione tranquilla per te e la tua amica-
Detto ciò
uscì senza sentire la risposta di Shinji, Heero voleva solo
trovare Relena e abbracciarla.
Frattanto Duo aveva
accompagnato Relena all’esterno dell’ospedale, nel
giardino che circondava l’edificio con due cioccolate calde.
Il ragazzo
osservò l’amica che sembrava sconvolta
-Sai Lena-
iniziò lui -La guerra è un brutto affare e quel
ragazzo sembra ancora più… sensibile di Quatre. -
Relena annuì
e sorseggiò la sua bevanda -Quei due ragazzi hanno, se
dicono la verità, subito dei traumi indicibili-
-In qualche maniera sono
simili a noi piloti di Gundam- esalò l’altro
guardando il cielo.
-Voi…
Noi… Ci siamo messi tutto alle spalle in qualche
maniera… Loro devono ancora farlo. –
Duo annui sorridendo
-Con il giusto aiuto potranno farlo- poi guardò verso
l’ospedale e vide Heero che stava vendendo verso di loro.
-Principessa ti lascio-
fece lui -Il tuo principe sta arrivando- Detto ciò fece leva
sulle ginocchia e si allontanò portandosi con sotto braccia
una cartellina.
Dorothy Catalonia era
sempre stata una bella ragazza e, sicuramente, negli utlimi quattro
anni era ancora diventata ancora più bella.
Era cresciuta sia in
altezza che, un poco, nelle forme ma soprattutto era maturata.
I capelli biondi e
lunghi assieme ai suoi occhi blu potevano trarre in inganno
perché
rimanevano però dei tratti “sadici”,
come le sopracciglia molto pronunciate e biforcute, ereditati
probabilmente dalla famiglia del nonno perito durante
l’ultimo periodo di guerra, il Duca Dermail.
Per questa ed altre
ragioni non era propriamente ben vista da Rashid Kurama,
l’uomo a capo dei Magunak e guardia del corpo personale di
Quatre Rareba Winner.
Però sapeva
che la piccola donna era decisamente innamorata del suo
“signorino” ma comunque la teneva
d’occhio nel caso in cui tornasse alle sue vecchie
“abitudini”.
Cioè tramare
nell’ombra.
Quel giorno
però la vide arrivare a casa Winner con uno sguardo teso,
cosa strana pensò perché di solito la ragazza non
faceva trapelare certe sue emozioni nascondendole sotto una maschera
fatta di sorrisi accondiscendenti.
-Salve Rashid-
salutò lei
-Signorina Catalonia-
rispose l’uomo -Cosa la porta qui? -
La ragazza
guardò con serietà il suo interlocutore -Devo
parlare con Quatre e con lei-
Fece risoluta
Rashid la
guardò un attimo, era strano che volesse parlare anche con
lui.
-Vedo cosa posso fare,
il signorino e alle prese con una questione urgente riguardante i
preventer-
Lei annui poi
sembrò, per un attimo, tornare a sorridere un una maniera
maligna -Ho paura che questa cosa potrebbe, presto o tardi, riguardare
anche i preventer-
L’uomo
sospirò, alzò la cornetta e avvertì il
suo capo che la ragazza era lì.
Pochi secondi dopo un
grande massiccia porta in legno si aprì ed un ragazzo biondo
alto quanto la sua ospite uscì dalla stanza.
Il suo aspetto delicato
era ingannevole perché, come dice il proverbio, mai
giudicare un libro dalla copertina.
Quatre, infatti, era un
ragazzo molto intelligente e portato per la diplomazia e la tattica.
Appena vide la ragazza
sembrò sorpreso -Dorothy, perché non mi hai
chiamato invece di farmi questa improvvisata-
Esclamò lui
-Perché devo avvalermi di te e di Rashid, senza che ci siano
orecchie indiscrete all’ascolto- rispose lei sospirando.
Ciò porto i
due uomini a guardarsi in maniera interrogativa
-Ci dica signorina
Catalonia? – fece Rashid
-Mio padre…
Sembra che mio padre sia ancora in vita- rispose la lei
|