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Digital Hero - Capitolo 01: Arrivo in un nuovo mondo
E finalmente eccomi qui con il progetto a cui ho iniziato a lavorare
quasi un anno fa!
Prima di iniziare la pubblicazione ho voluto assicurarmi di avere
abbastanza scritto, e al momento la storia è già scritta per oltre il 50%.
Beh, non c’è molto da dire… questa fanfiction sarà un crossover tra “My
Hero Academia” e “Digimon Adventure”.
Premetto che non ricopierò pari pari le parti di trama delle due serie
che non subiranno cambiamenti, quindi non sorprendetevi se tra un capitolo
e l’altro ci saranno diversi vuoti. Do per scontato che chi si avventura
in questa lettura conosca entrambe le serie.
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Capitolo 01
Arrivo in un nuovo mondo
Izuku Midoriya restò a fissare il vuoto, accorgendosi appena che il suo
eroe preferito aveva lasciato il tetto dove si trovavano, abbandonandolo
da solo ai suoi pensieri.
Sapeva che senza un Quirk aveva ben poche speranze di diventare un eroe…
ma si era convinto di potercela fare. Ci aveva davvero creduto. Questo
fino a pochi minuti prima, quando All Might aveva distrutto anche l’ultimo
barlume di speranza che gli restava.
“Sono davvero inutile, eh?” Mormorò, lasciando che delle silenziose
lacrime colassero lungo il viso.
Era troppo per un solo giorno: prima la distruzione del suo ultimo
quaderno di analisi da parte di Kacchan, il quale subito dopo lo incitò a
gettarsi giù dal un tetto sperando così di rinascere con un Quirk; poi il
mostro di fango e infine All Might che gli diceva chiaramente che non
sarebbe mai potuto diventare un eroe senza alcun potere.
Izuku a quel punto cacciò un urlo di rabbia e disperazione, che risuonò
nell’aria altrimenti silenziosa.
Non aveva idea di come sarebbe riuscito a tornare a casa in quello stato.
Sapeva che anche sua madre non credeva realmente nel suo sogno, e ora che
aveva la conferma…
Si avvicinò al bordo del tetto e guardò in basso mentre le parole di
Kacchan risuonarono nella sua mente, ma scosse la testa e fece un passo
indietro.
Non avrebbe distrutto anche lui il sogno di qualcun altro, nemmeno se era
quello del suo amico divenuto bullo. Se avesse seguito il suo
suggerimento, Kacchan non sarebbe mai diventato un eroe.
Un fiocco di neve si posò sul suo naso, facendolo rabbrividire
inconsciamente.
“Sarà meglio rientrare e fare finta di niente… non voglio restare fuori
durante una… nevicata?” Si chiese, alzando sorpreso lo sguardo. Come
poteva nevicare? Non era inverno e faceva decisamente troppo caldo.
“Che sia il Quirk di qualcuno?” Rifletté il ragazzo dai capelli verdi,
solo per ritrovarsi all’improvviso nel mezzo di una vera e propria
tempesta di neve.
Riuscendo ad affrontare il forte vento, aprì la porta che dava sulle
scale, riparandosi dietro di essa ma lasciandola appena socchiusa per
osservare quell’insolito fenomeno.
La sua convinzione che fosse opera di qualcuno trovò conferma quando la
nevicata s’interruppe quasi di colpo, lasciando che la temperatura
tornasse alla normalità.
Izuku aprì del tutto la porta, tornando sul tetto e prendendo una
manciata di neve tra le mani.
“È vera.” Mormorò, per poi alzare lo sguardo e spalancare gli occhi nel
vedere un’aurora boreale squarciare il cielo.
“Okay, chiunque sia il responsabile, se non è un eroe, temo proprio che
riceverà una bella multa.” Borbottò. “Un simile cambiamento non passerà di
certo inosservato e-”
Le sue riflessioni s’interruppero quando dal centro dell’aurora comparì
un punto luminoso, che divenne via via più grande.
Ci vollero diversi secondi prima che il ragazzo si rendesse conto che si
trattava di qualcosa che stava cadendo, e altrettanto tempo impiegò per
capire che era diretto proprio contro di lui.
“E-Ehi! Non ho avuto già abbastanza sfortuna per oggi?! Anche il
meteorite?!” Urlò, per poi cominciare a fare un passo verso le scale, solo
per vedere il suddetto meteorite accelerare di colpo e andarsi a
schiantare proprio ai suoi piedi, creando un piccolo cratere che
miracolosamente non superò il pavimento.
“S-Sono ancora vivo?!” Esclamò lui, osservando il fumo della caduta
dissiparsi.
Deglutendo, portò in avanti la testa: all’interno del cratere c’era una
sfera luminosa, che stava iniziando lentamente a sollevarsi. Una volta
all’altezza dei suoi occhi, la sfera si fermò ed iniziò a cambiare forma,
assumendo quella di un piccolo oggetto elettronico con un’antenna e uno
schermo a cristalli liquidi.
“Che cos’è? E come ha fatto a resistere ad un impatto simile? Si tratta
forse di un progetto top secret finito fuori controllo? Un’arma aliena? E
se lo dovessi prendere potrei venire accusato di qualcosa?”
Il borbottio di Izuku divenne sempre più basso mentre la sua velocità
aumentava di pari passo.
Si fermò non appena si rese conto che il misterioso oggetto era rimasto
immobile, quasi ad ascoltarlo.
“Beh… Qualunque cosa sia, non posso lasciarlo qui…” Fece, portando la
mano in avanti, esitando per un paio di secondi prima di afferrarlo.
Capì immediatamente di aver fatto la scelta sbagliata.
L’aurora boreale scomparve di colpo e il cielo si oscurò.
“O-Ora che succede?” Si chiese il ragazzo, per poi spalancare gli occhi
quando dal nulla apparve di fronte a lui un’onda gigantesca, che superava
di una decina di metri il tetto del palazzo sul quale si trovava.
“Stiamo scherzando?!” Riuscì appena a urlare prima di essere travolto e
trascinato via dall’acqua.
Tuttavia, mentre perdeva conoscenza, sentì la sua mano afferrare con più
forza l’oggetto, come se fosse la sua ancora di salvezza.
“…”
“… Ehi…”
“Si sta svegliando?”
“Con te che continui a urlargli nelle orecchie, credo si sveglierebbe
chiunque.”
“Allora ho fatto bene?”
“… Diciamo che per stavolta credo possa passare. Ma ti prego, evita di
farlo senza motivo, okay? Alla gente piace dormire.”
“Okay!”
Izuku aprì lentamente gli occhi, faticando a lasciarli aperti a causa
della luce del Sole, ma quando riuscì a mettere a fuoco l’ambiente
circostante, restò sorpreso: si trovava in una foresta, ma le piante che
lo circondavano erano sicuramente diverse da qualsiasi altra avesse mai
visto prima.
Si mise seduto, solo per sentire un piccolo urlo e qualcosa cadere giù
dalla sua pancia.
Abbassando lo sguardo vide una palla rosa rotolare via, fermandosi ai
piedi di un bambino dai capelli castani a punta, che lo osservava con
attenzione.
“Stai bene?” Chiese lui.
“S-Sì… credo di sì…” Rispose Izuku, alzandosi e guardandosi bene intorno.
“Dalla tua espressione, deduco che nemmeno tu sia del posto, vero?”
Domandò il bambino.
“Direi proprio di no. Non riconosco niente di qui, oltre al fatto che
prima di svenire mi trovavo sul tetto di un palazzo… Quell’onda dev’essere
stata davvero forte. Mi chiedo di chi fosse opera.”
“Anche tu sei stato trascinato qui da un’onda?” Chiese il bambino, mentre
prendeva tra le mani il ‘pallone’. “Però hai detto che non eri al campo
estivo.”
“Campo estivo? No, direi proprio di no, visto che stamane ero a scuola.
Hai idea di dove siamo?”
“Nel Mondo Digitale!” Rispose una voce acuta, che costrinse Izuku a
voltarsi di colpo senza tuttavia vedere nessuno.
“Chi ha parlato?!”
“Io!”
Il ragazzo dai capelli verdi continuò a guardarsi intorno senza ottenere
risultati.
“Ehm… temo che chi stai cercando sia qui.” Fece il bambino, alzando il
pallone. Solo che non era proprio un pallone, a meno che non avessero
deciso di aggiungerci due lunghe orecchie cadenti, due occhi rossi e una
bocca, in quel momento deformata in un sorriso.
“Ciao!” Disse la creatura.
“Ha parlato!” Urlò Izuku, saltando letteralmente per la sorpresa.
“Non dovevo?”
“Sta continuando a parlare!”
“Koromon non fa altro.” Ridacchiò il bambino. “Da quando mi sono
svegliato e l’ho trovato al mio fianco non è stato zitto un minuto.”
Midoriya a quelle parole si calmò leggermente. Dopotutto, non era di
certo la cosa più strana che aveva visto in vita sua.
“Oh… okay, allora è… normale?”
“Non saprei. Comunque, chi sei?”
“Oh, giusto… Izuku Midoriya, piacere di conoscerti.”
“Taichi Yagami.” Si presentò il bambino.
“Io invece sono Koromon!” Esclamò la creatura.
Izuku lo guardò attentamente. “Prima hai detto che siamo nel Mondo
Digitale, giusto?”
“Esatto!”
“E dove si trova esattamente?”
“Nel Mondo Digitale!”
Izuku cercò di non colpirsi la faccia con il palmo della mano. Quella
creatura, per quanto intelligente, sembrava essere un bambino.
Sospirando, portò una mano in tasca, tirò fuori il cellulare e compose il
numero della madre, non notando lo sguardo sorpreso di Taichi.
Con suo dispiacere, la chiamata s’interruppe subito a causa dell’assenza
di segnale.
“Fantastico… Non c’è linea.” Sospirò. “Immagino che dovremo aspettare che
chiamino qualche eroe per trovarci.”
“Eroe?” Ripeté Taichi.
“Già… Anche se prima dovranno dichiararci scomparsi. Davvero un ottimo
modo di finire questa pazza… giornata…” Disse, interrompendosi quando
guardò nuovamente il cielo. “Aspetta, non è il tramonto!”
“No, è mattina.” Rispose Koromon.
“Ma allora significa che sono passate ore!” Gridò Izuku. “Devo essere
rimasto svenuto per tutto questo tempo!”
“A dir la verità, era mattina quando quell’onda ha colpito me e miei
amici.” Disse Taichi.
Il ragazzo dai capelli verdi si portò una mano sotto il mento.
“Com’è possibile? Non ho mai sentito di un simile Quirk. La nevicata
improvvisa va bene, passi anche l’aurora. L’onda un po’ meno, considerando
il numero di danni che avrà provocato. E All Might ha detto che aveva già
raggiunto il suo limite di tempo…”
Il borbottio del ragazzo divenne sempre più intenso, facendo sì che
Taichi e Koromon indietreggiassero.
“Taichi… ho paura…” Mormorò la creatura.
“Tranquillo… è solo preso dai suoi pensieri. Ho sentito che può
capitare…”
“Taichi? Sei tu?” Chiese una voce, prima che un altro bambino sbucasse
fuori da dietro un albero.
Teneva in mano una creatura rosa diversa da Koromon e appariva come a un
budino con delle piccole braccia.
“Koushiro!” Lo chiamò lui, chiaramente sollevato nel vederlo, per poi
guardare la creatura. “Anche tu?”
“Così pare.”
“Io sono Motimon!” Rispose il diretto interessato.
Ciò ridestò Izuku, che si avvicinò ai due bambini.
“Un’altra creatura misteriosa… ovunque siamo finiti, questo posto
dev’esserne pieno.”
“E tu chi sei? Non mi sembra di averti visto con noi al campo estivo.”
“Infatti non ero lì. Sono Izuku Midoriya.”
“Koushiro Izumi. Ma come sei finito qui allora?”
Izuku sospirò. “Se Taichi non avesse già detto che vi è successa la
stessa cosa, credo che non mi crederesti se dicessi che un’onda anomala mi
ha investito mentre ero sul tetto di un palazzo, vero?”
“Effettivamente, fino a poco fa avrei detto che non era possibile.”
“Mentre voi parlate, io cerco di scoprire dove siamo.” Disse Taichi,
cominciando ad arrampicarsi su un albero e sedendosi su un ramo, per poi
tirare fuori un piccolo monocolo e cominciare a guardarsi intorno.
“In quanti eravate al campo estivo?” Chiese Izuku. “A quanto pare, siete
finiti tutti qui.”
“Vediamo… il gruppo dove eravamo io e Taichi era piuttosto piccolo, ma
questo perché ci eravamo allontanati dal gruppo principale. Se ho contato
bene, eravamo in sette. E tu?”
“Ero da solo. Anche se poco prima di quella nevicata ero in presenza di
Al- di un’altra persona.”
“Anche dov’eri te ha nevicato?”
“Sì, anche se ho pensato che fosse stato causato tutto da qualcuno e-”
“Ehi, sta arrivando qualcosa!” Urlò Taichi, attirando su di sé
l’attenzione, mentre un ronzio si faceva sempre più forte.
Poi, come dal nulla, un enorme scarabeo rosso apparve tra gli alberi,
tagliando con le sue chele tutto ciò che incontrava sulla propria strada.
Taichi riuscì a saltare giù giusto in tempo per evitare di essere
colpito.
“Che cos’è quella cosa?!” Gridò Izuku.
“È Kuwagamon!” Rispose Motimon, per poi saltare in alto contro il mostro,
che era tornato indietro deciso a colpirli.
Le due piccole creature rosa gli sputarono contro delle bolle di sapone
giganti, che centrarono il mostro. Questi perse di vista l’obiettivo e
volò sopra di loro.
“Presto, da questa parte!” Urlò Motimon, cominciando a correre, seguito
dagli altri quattro.
Guidò il gruppo attraverso la foresta, fino a fermarsi di fronte a un
albero più grande degli altri.
“Qui dentro!” Esclamò, prima di saltare attraverso la corteccia e
scomparire.
I tre umani si guardarono, per poi imitarlo.
Con loro sorpresa si ritrovarono all’interno dell’albero, il quale però
pareva essere più una colonna cava.
I cinque restarono in silenzio, finché i rumori provocati da Kuwagamon
non scomparvero.
“Via libera, potete uscire.” Disse una voce femminile.
Izuku tirò fuori la testa, ritrovandosi così a fissare una bambina
affiancata da quello che pareva un fiore con decine di piccole zampette, e
fornito anch’egli di occhi e bocca.
“Uh? E tu chi sei?” Domandò la bambina.
“Sora! Sei tu?” Chiese Taichi, per poi uscire dall’albero assieme agli
altri. “Meno male, stai bene.”
“Già. Abbiamo visto quel mostro e poi abbiamo sentito delle voci correre
da questa parte. Pyocomon ha detto che quell’albero era uno dei loro
rifugi.”
“Immagino che Pyocomon sia quella specie di fiore, vero?” Domandò Izuku,
ricevendo un assenso timido dalla creatura stessa.
Ma prima che potessero dire altro, un’altra creatura rosa pallido, questa
volta però a quattro zampe, sbucò fuori all’improvviso, fermandosi a
guardarli per qualche secondo per poi girarsi.
“Li ho trovati! Sono qui!” Gridò.
“Tokomon, ti ho detto di non correre così!” Replicò un bambino, più
piccolo degli altri, raggiungendo la creatura e prendendola in braccio.
Dietro di lui c’era un altro bambino, che doveva avere la stessa età di
Taichi, Sora e Koushiro, che teneva tra le braccia una creatura rotonda
con un corno.
“Lo stesso vale per te Takeru.” Disse lui, per poi guardare gli altri,
tirando un sospiro di sollievo. “Vedo che state bene. E anche voi avete
uno di questi.”
“Ce l’abbiamo tutti. Beh, tranne Izuku.” Rispose Taichi, facendo
sospirare il ragazzo dai capelli verdi.
“Perché la cosa non mi sorprende come dovrebbe?” Borbottò demoralizzato.
“Spazio! Fate spazio!” Urlò una voce, anticipando un altro ragazzo,
questa volta più grande degli altri ma comunque più piccolo di Izuku, che
correva disperato nella loro direzione. “Quella cosa mi sta inseguendo!”
“Non sono una cosa, Joe, sono Pukamon.” Rispose una creatura marroncina,
la quale era sospesa a mezz’aria e che si appoggiò a una spalla del
ragazzo, facendolo urlare nuovamente, solo per fermarsi quando vide che
anche gli altri suoi compagni erano tutti affiancati da una creatura
simile.
“Bene, pare proprio che io sia l’unico senza una piccola creatura al suo
fianco.” Ridacchiò Izuku.
“Noi abbiamo un nome.” Disse Motimon, mentre tutte e sei le creature si
riunirono una a fianco dell’altro. “Noi siamo Digimon, Mostri Digitali!”
Il gruppo di bambini osservò incredulo le creature, mentre Izuku
ricominciò il suo borbottio.
“Mostri Digitali… Digital Monsters… Digi Mon… Ma certo, è un gioco tra le
due parole, è geniale. Ma chi è stato a chiamarli così? E dove si sono
nascosti finora? Sembravano avere dei Quirk simili tra di loro, ma quel
Kuwagamon era molto diverso…”
I bambini osservarono il ragazzo continuare a parlare da solo.
“Ehm… scusa, ma tu chi sei?” Domandò Joe, riuscendo a interromperlo.
“Oh, sì, giusto… Mi sono presentato solo a Taichi e Koushiro.” Il ragazzo
dai capelli verdi fece un piccolo inchino. “Sono Izuku Midoriya. Piacere
di conoscervi.”
“Beh, direi che conviene ripresentarci tutti quanti. Io sono Taichi
Yagami.”
“Koushiro Izumi.”
“Sora Takenouchi.”
“Yamato Ishida.”
“Takeru Takaishi.”
“Joe Kido. E voi invece siete…?” Chiese il bambino più grande, guardando
le creature.
“Koromon!”
“Motimon!”
“Pyocomon!”
“Tsunomon.”
“Tokomon!”
“Pukamon!”
Izuku restò in silenzio a osservare le sei creature ora identificate.
Aveva passato nemmeno lui sapeva quante ore su internet a studiare ogni
tipo di Quirk possibile, e non aveva mai sentito parlare di loro. Certo,
non aveva la presunzione di credere di conoscere tutti i Quirk esistenti,
però era abbastanza sicuro che qualcosa del genere non sarebbe rimasto
inosservato. Oltre al fatto che, secondo Koromon, erano nel Mondo
Digitale. Che cosa intendeva?
Tuttavia i suoi pensieri s’interruppero quando un urlo femminile squarciò
l’aria, anticipando una ragazzina assieme a un altro Digimon, simile a una
pianta, che arrivarono di corsa.
“Mimi!” La chiamò Sora.
“Correte!” Gridò l’ultima arrivata, mentre alle sue spalle gli alberi
vennero tagliati in due dalle chele di Kuwagamon.
“Non di nuovo!” Esclamò Izuku, cominciando subito a correre,
assicurandosi tuttavia di restare dietro al gruppo di bambini e di
Digimon.
“Ma perché ce l’ha con noi?” Domandò Koushiro.
“Kuwagamon è un Digimon violento che attacca tutto ciò che non gli va a
genio!” Rispose Motimon, mentre il gruppo usciva finalmente dalla foresta,
solo per ritrovarsi su un promontorio, con sotto di esso un fiume
impetuoso.
“Oh no… siamo in trappola!” Esclamò Yamato, girandosi solo per vedere il
mostro bloccare loro la fuga, facendo battere minacciosamente le chele.
Izuku chiuse le mani a pugno. Se solo avesse avuto un Quirk come Kacchan,
avrebbe potuto difendere quei bambini… Era chiaro che erano troppo
spaventati per pensare di usare i loro Quirk per difendersi.
“Non voglio venire mangiata!” Urlò Mimi.
“L’unica via di fuga è questo fiume… ma siamo troppo in alto per
tuffarci.” Disse Joe, deglutendo.
Kuwagamon fece un passo in avanti, solo per vedere una raffica di bolle
volare contro di lui.
Prima che qualcuno potesse fermarli, i sette piccoli Digimon avevano
superato Izuku, cominciando ad attaccare il mostro più grande, il quale
stavolta tuttavia respinse l’attacco senza troppe cerimonie e con un solo
colpo di zampa respinse violentemente indietro i suoi avversari. Questi
ribalzarono a terra e finirono ai piedi dei bambini, che immediatamente li
soccorsero.
Izuku non sentì le loro parole di preoccupazione, ma deglutendo fece un
passo in avanti.
“B-Basta così!” Urlò a Kuwagamon. “Hai dimostrato il tuo punto! Sei più
forte di noi! Non vogliamo nulla da te, lasciaci in pace!”
Izuku si aspettò di venire colpito. Tuttavia quello che ricevete fu una
risata.
“Siete umani, no?” Fece una voce, chiaramente proveniente dal Digimon di
fronte a lui. “Tanto mi basta per farvi fuori. Non vi permetterò di
intralciarmi!”
Detto ciò, portò in avanti una delle sue zampe, pronto a colpire il
ragazzo dai capelli verdi, che tuttavia non si spostò di un passo.
Ma l’attacco del mostro s’interruppe quando il cielo si oscurò
all’improvviso ed una serie di rumori elettronici cominciarono a risuonare
nell’aria.
Izuku si voltò verso i bambini ed i Digimon e vide questi ultimi venire
colpiti uno a uno da un raggio di luce proveniente dal cielo.
“Koromon Shinka… Agumon!”
“Motimon Shinka… Tentomon!”
“Pyocomon Shinka… Piyomon!”
“Tsunomon Shinka… Gabumon!”
“Tokomon Shinka… Patamon!”
“Pukamon Shinka… Gomamon!”
“Tanemon Shinka… Palmon!”
Sotto lo sguardo incredulo di tutti, i sette Digimon s’illuminarono e
cambiarono drasticamente aspetto. In ordine ora c’erano un piccolo
dinosauro arancione, un insetto rosso vagamente simile a una coccinella,
un uccello rosa antropomorfo, una specie di cane su due zampe con un
corno, un porcellino d’india che si teneva in aria usando delle orecchie
simili ad ali di pipistrello, una sorta di foca bianca e infine una pianta
antropomorfa.
“C-Che cosa gli è successo?” Domandò Sora.
“Siamo evoluti!” Spiegò Tentomon, avvicinandosi a Koushiro.
Izuku restò in silenzio. Non aveva mai visto nulla del genere, e aveva
visto centinaia se non migliaia di Quirk all’opera. Tutti i Digimon
avevano drasticamente cambiato aspetto.
Agumon fece un passo in avanti, imitato presto da tutti gli altri
Digimon.
“Digimon… all’attacco!” Urlò, per poi saltare contro Kuwagamon.
Tutti loro gli lanciarono attacchi che erano ben diversi dalle bolle di
sapone di prima: Agumon lanciò una palla infuocata dalla bocca, Tentomon
creò un piccolo raggio d’elettricità, Piyomon una scia di fuoco verde
mentre Gabumon una blu, Patamon scagliò una piccola onda d’aria, Gomamon
fece apparire dal nulla centinaia di pesci e infine Palmon allungò le sue
braccia come se fossero delle liane.
Uno a uno gli attacchi colpirono Kuwagamon, che inizialmente resistette,
solo per poi cadere indietro, mentre il suo muso prendeva letteralmente
fuoco.
Non appena il Digimon scomparve nella foresta, il gruppo esultò.
“Siete stati fantastici!” Esclamò Taichi, abbracciando Agumon, per poi
venire imitato dagli altri.
Izuku guardò sorridendo la scena, senza però riuscire ad evitare di
sentirsi geloso. Era chiaro che quei Digimon avevano scelto quei bambini
come loro compagni. Ma lui, ancora una volta, era in disparte.
“Maledetti!” Urlò una voce, anticipando Kuwagamon, ancora avvolto dalle
fiamme, che emerse dalla foresta. “Non ve la farò passare liscia!”
Detto ciò, infilzò le chele a terra e creò una crepa che si allargò per
tutto il promontorio. La roccia su cui si trovavano Izuku ed i bambini si
distaccò e cominciò a scivolare verso il fiume.
Izuku cercò di restare in piedi, mentre osservava il mostro scivolare
anche lui a causa del terreno franoso, solo per poi scomparire in migliaia
di pixel, che si dissolsero nell’aria.
Il gruppo di umani e Digimon non poté fare altro che urlare, mentre
scivolavano verso il fiume.
~~~~~~~~~~~~~
Bakugo Katsuki, chiamato anche Kacchan da Izuku, sbuffò infastidito.
Era in classe, solo che ora al posto dell’insegnante c’era un poliziotto
con in mano una foto di Izuku, chiedendo ai ragazzi presenti se potevano
avere un’idea di dove fosse finito.
Bakugo era già a conoscenza della sua scomparsa: era sparito quel giorno
dove si era verificata quella misteriosa nevicata seguita dall’aurora,
eventi che avevano sorpreso tutti quanti ma che sembravano non aver avuto
alcuna conseguenza.
Tuttavia, quella sera Izuku non era tornato a casa, e da allora era
passata una settimana.
I primi due giorni non c’era stata preoccupazione da parte di nessuno se
non dalla madre di Izuku, ma poi per ogni giorno che passava, la
sensazione che potesse essere successo qualcosa al ragazzo dai capelli
verdi cominciò a diffondersi tra le sue conoscenze.
E ora le autorità avevano infine deciso di intervenire.
Katsuki non poté evitare di chiedersi se forse quel giorno era stato
troppo duro con il suo vecchio amico, per poi scuotere la testa.
No, conoscendolo era più probabile che avesse deciso di seguire qualche
eroe ed era rimasto in qualche modo coinvolto. E poi non era come se quel
giorno Bakugo fosse rimasto illeso. Era quasi stato ucciso da quel cattivo
fatto di fango ed era stato solo grazie all’intervento in extremis di All
Might se era ancora vivo.
E a proposito dell’eroe numero uno, sorprese non poco Katsuki il fatto
che ora si trovava di fronte a loro affianco al poliziotto, annunciando ai
presenti che anche lui avrebbe fatto del suo meglio per trovare Izuku.
“Stupido Deku. Attirare così l’attenzione di tutti su di lui… Quando
tornerà mi assicurerò che impari il suo posto.” Pensò Bakugo,
digrignando i denti.