Titolo: La
prelibatezza più buona del mondo
Autore:
Liberty89
Genere:
Fluff, Introspettivo
Rating:
Verde
Personaggi:
Quan, Vivi
Avvertimenti:
Flash-fic, Missing Moment
Note dell’autore:
Buon giorno e buona Pasqua a tutti! Torno in questa categoria per una
challenge che ho reinventato su facebook, la #SixFanfiction,
convertendo quella sulle fanart per i disegnatori: ho chiesto di
assegnarmi sei personaggi/ship su cui avrei scritto una breve
fanfiction. In questo caso, mi era stata chiesta una fic sul piccolo
Vivi durante il periodo che ha vissuto con Quan. Spero che vi
piaccia! Buona lettura!
Disclaimer: i personaggi di questa
fic non mi appartengono e la fic non è stata scritta a scopo
di lucro.
La prelibatezza più
buona del mondo
Erano anni che non faceva ritorno a una delle paludi dei Qu, ma Quan
era contento così. Come ogni membro della tribù
che si rispetti -e che rispetti il proprio palato e il proprio stomaco-
Quan era partito per viaggiare in lungo e in largo e mettere la lingua
su ogni pietanza esistente.
Erano passati anni, tantissimi anni, e Quan era invecchiato. Quanto
fosse vecchio, non avrebbe saputo dirlo nemmeno lui -alla fine aveva
perso il conto-, eppure era sicuro di non aver ancora assaggiato
proprio tutto. Sentiva che gli mancava ancora qualcosa, la prelibatezza
più buona di tutte le prelibatezze esistenti, quella che
oltre alle sue papille gustative, avrebbe sciolto anche il suo cuore
nella più totale felicità. E quando gli
capitò tra le mani quel cosino nero con il capello da
Merlino, era certo di averla trovata, doveva solo farlo ingrassare a
dovere.
Peccato che dopo due mesi il “cosino” non era
ingrassato per niente, e anzi si era ritrovato senza capire come o
perché a insegnargli tutto quello che sapeva, come se si
trattasse di un piccolo Qu. Il vecchio Quan guardò Vivi,
così aveva deciso di chiamarlo, seduto sulla riva del fiume
e sentì una sensazione sconosciuta fiorirgli al centro del
petto, poco sopra lo stomaco. Cosa poteva essere? Forse un pochino si
era affezionato a quel cosino nero? Chi poteva dirlo.
Quel giorno erano andati a pesca e il piccoletto sembrava volerci
mettere tutto l’impegno di cui era capace per riuscire
nell’impresa, Quan aveva deciso che non lo avrebbe aiutato
per nessuna ragione al mondo.
Vivi era concentrato, anche se a guardare il suo volto non si sarebbe
mai capita la differenza tra un’espressione e
l’altra, le mani strette sulla canna da pesca che Quan aveva
costruito per lui, piccola ma resistente. Voleva riuscire a prendere
almeno un pesce, voleva dimostrare al Qu che aveva capito quanto gli
aveva spiegato. Rimase calmo quando la canna prese ad agitarsi tra le
sue mani e mantenne il controllo mentre si alzava in piedi, muovendo le
braccia come gli era stato insegnato. Finché, dato il colpo
finale, non si ritrovò seduto a terra con un pesce grosso
quasi quanto lui che saltava sul terreno.
Sbatté gli occhi un paio di volte.
“N-nonno, ce-ce l’ho fatta!”
Per la prima volta da quando aveva preso con sé quel cosino
col cappello da Merlino, Quan riconobbe la gioia nei suoi occhi gialli.
Per la prima volta nella sua vita, sentì qualcosa
sciogliersi nel suo stomaco, anzi no, un poco più in alto.
Prese un ampio respiro e sorrise, gustandosi la sensazione della
prelibatezza più buona del mondo.
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