Le
stelle illuminano il cielo nero e si riflettono nel mare, accarezzato
da un lieve velo.
Sorrido.
E’ uno spettacolo magnifico.
Dove
sono? Qual è il nome di questo mare?
Sorrido,
malinconico. Che cosa importa?
Presto,
la mia vita sarà finita.
Il
veleno della spada del Moroldo corrode il mio corpo.
Quando
si muore, non conta il luogo di approdo della propria bara.
Ma
non importa.
I
miei occhi si chiuderanno su questo magnifico paesaggio.
Un
singhiozzo trapassa il mio petto. Non posso ingannarmi.
Non
sono completamente felice di questa solitudine.
Eppure,
ho scelto io di morire da solo, per non condannare i miei cari ad una
crudele e dolorosa agonia.
Nonostante
questo, il rimpianto stringe la mia anima. In questi anni, ho
ritrovato re Marco, mio zio.
Ho
liberato il regno di mio padre dal crudele duca Morgan e ho vendicato
la morte dei miei genitori.
Sono
riuscito a liberare la mia terra dal giogo di un tributo crudele.
Eppure,
non ho potuto godere di queste mie imprese.
Sospiro.
Non serve a nulla perdersi in simili pensieri.
Non
mi ridaranno la salute perduta.
Sento
la morte presso di me e il suo respiro debilitante mi sfiora.
Il
triste lamento di un uccello in lontananza rompe il silenzio e si
mescola allo sciabordio delle onde.
Sei
un messaggero della morte?
Chiudo
gli occhi e mi lascio sfiorare dal tocco leggero delle onde.
Che
meraviglia…
La
carezza del mare riesce a donare al mio corpo straziato un filo di
forza.
E’
una situazione transitoria, ne sono ben consapevole, ma non importa.
Queste
poche energie mi basteranno.
Guardo
la mia arpa e, di nuovo, gli occhi mi si inumidiscono.
Ricordi
felici inondano la mia mente.
Li
allontano. Se mi lascio invadere da queste memorie, non riuscirò
a suonare.
La
malinconia mi impedirà di concentrarmi sulla melodia.
Carezzo
le corde dell’arpa e…
E
lentamente mi lascio trasportare dal flusso delle note.
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