In
quelle tue labbra morbide
*
* *
Leon
cercò di riprendere fiato, ancora con l'affanno post- match,
continuando a tenere lo sguardo basso sul Rhydon privo di sensi di
fronte a lui. Al centro dello stadio, non aveva ancora mosso un
muscolo da quando aveva esclamato con veemenza la mossa che aveva
messo fine alla lotta.
Il
suo sguardo si spostò quando un rumore di passi, a gran
velocità,
attirò la sua attenzione per vedere Bea inginocchiarsi
accanto al
suo fedele pokémon.
Leon
sentì una morsa fastidiosa all'altezza dello stomaco ma
durò solo
pochi secondi, sentendo il pubblico esultare ed urlare il nome del
Campione mentre Charizard gli toccò un braccio con il muso,
accortosi che qualcosa non andava.
Leon
sorrise, alzando un pugno al cielo in segno di vittoria provocando un
rumoroso tifo da parte del pubblico per poi girarsi ad accarezzare
Charizard tranquillizzandolo.
Per
un attimo, solo per un secondo, l'idea di tendere una mano a Bea per
aiutarla ad alzarsi e congratularsi con lei gli sfiorò la
mente ma
quando tornò a guardarla si accorse che teneva la testa
bassa, non
volendo incrociare lo sguardo di nessuno.
Leon
si morse il labbro inferiore rendendosi conto che era meglio
lasciarla con i suoi pensieri, non volendo peggiorare le cose, e
salutando il pubblico si diresse verso lo spogliatoio.
Quando
lo raggiunse, non riuscì a fare a meno di tirare un sospiro
di
sollievo. Per quanto amasse essere il Campione, a volte, avere tutti
quei occhi puntati addosso era stressante. Amava le battaglie,
l'adrenalina della competizione e la soddisfazione della vittoria,
ispirare i più giovani, meno la responsabilità
che aveva come
Campione.
Leon
si tolse il cappello e lo osservò con attenzione mentre con
un dito
tracciava le linee dorate che si univano formando una corona, quella
stessa corona che adesso gli sembrava pesare troppo sulla sua testa.
Si passò una mano tra i capelli, ora di fronte
all'armadietto per
poi appoggiare la fronte su di esso, stanco.
Chiuse
gli occhi nel tentativo di distrarsi il più possibile,
riprendendo
fiato, e di togliersi dalla mente l'immagine di Bea quasi in lacrime
quando un rumore di passi che si avvicinavano, riecheggiando in
quella stanza vuota, attirò la sua attenzione.
Riaprì
gli occhi, raddrizzandosi mentre si girava verso colui che era
entrato, sorpreso nel vedere Raihan con lo sguardo fisso su di lui.
Lo osservava serio, come se cercasse di capire cosa stesse passando
per la testa di Leon con le mani nelle tasche della larga felpa,
fermatosi ancora vicino all'ingresso.
Leon
era certo di averlo visto negli spalti dello stadio, un modo per
studiare il suo rivale o almeno questo era ciò a cui aveva
pensato
Leon, ma non si sarebbe mai aspettato che lo seguisse nello
spogliatoio dopo il match.
Leon
si irrigidì, non riuscendo a capire quali fossero le
intenzioni di
Raihan. Cercò di sorridergli come meglio poté per
sembrare allegro
e positivo come suo solito non volendo che proprio lui lo vedesse in
quello stato, ma tutto ciò che ne uscì fu un
sorriso chiaramente
forzato ottenendo da parte di Raihan una smorfia infastidita mentre
iniziava ad avvicinarsi.
Leon
strinse la presa sul cappello d'istinto, ancora tra le sue mani,
quando Raihan si fermò a pochi centimetri da lui.
Raihan
continuava ad osservarlo in silenzio, incatenando lo sguardo di Leon
al proprio, ma non appena Leon cercò di aprir bocca per
chiedere
cosa stesse facendo, Raihan lo ammutolì chinandosi a
posargli le
labbra sulle sue in un casto bacio.
Leon
spalancò gli occhi, sentendo improvvisamente il proprio
cuore
battergli all'impazzata in petto, incapace di muoversi e reagire
nonostante Raihan avesse ancora le mani in tasca sfiorandolo appena
solo con le labbra. Il bacio durò solo pochi secondi, ma
bastò a
togliergli il fiato.
Quando
Raihan si distaccò, Leon non riuscì a proferir
parola guardando
l'altro accennare un sorriso.
“Sei
stato bravo, là fuori.” Si congratulò
con lui, Raihan, per poi
girarsi e uscire in silenzio così come era arrivato.
Leon
aveva allungato d'istinto una mano verso Raihan nel tentativo di
afferrargli il braccio, lasciandola a mezz'aria quando restò
di
nuovo solo. Si portò la mano sulle labbra, incredulo
sentendo ancora
il calore dell'altro su di esse.
Leon
tenne la testa bassa con lo sguardo fisso sulle proprie scarpe dopo
l'ennesima intervista post- match.
Aveva
sempre bisogno di un minuto con se stesso prima di uscire dallo
spogliatoio ultimamente, cercando di creare nella sua testa delle
risposte già pronte alle domande assurde che sapeva che gli
avrebbero posto, consapevole di non conoscere abbastanza i suoi
avversari per rispondere a tali domande.
L'avversario
che aveva battuto, quel giorno, era solo un ragazzino forse della
stessa età di suo fratello. Aveva rivisto un po' di se
stesso nel
suo sguardo, facendolo tornare un po' bambino.
Aveva
ricordato come si era sentito quando a soli dieci anni aveva battuto
il Campione, guadagnandosi quel titolo. Ricordò anche come
alcuni
insinuarono che si era trattato solo di pura fortuna, la fortuna di
un ragazzino, e come questo lo aveva solo spronato a dare il meglio
di sé negli anni successivi dimostrando di avere davvero del
talento.
I
giornalisti sapevano essere davvero crudeli con le parole quando
volevano, ancora adesso non si risparmiavano nei suoi confronti. Una
piccola minoranza, ma pur sempre presente. Leon non se ne preoccupava
più di tanto, non aveva più molto tempo libero
per leggere ogni
articolo su di lui, ma qualche volta si era fermato a leggere quelli
sui suoi avversari chiedendosi quali domande pungenti avevano
riservato per loro.
Spesso
si era chiesto cosa sarebbe successo se non avesse vinto, come si
sarebbe sentito o cosa avrebbe fatto dopo. Ed era in quei momenti che
ripensava, con un sorriso spontaneo sulle labbra, a Raihan e alla sua
determinazione. Non aveva importanza quante volte vinceva contro di
lui, sapeva che Raihan non si sarebbe tirato mai indietro da una
sfida. Ogni anno si dimostrava degno di essere il solo rivale del
Campione. Leon lo ammirava per questo.
Leon
sentì le proprie guance scaldarsi al pensiero di Raihan,
rendendosi
conto che il loro ultimo incontro era stato proprio in quello
spogliatoio con le sue labbra sulle proprie. Non ne avevano
più
parlato da allora. A Leon non era dispiaciuto quel bacio, anzi gli
era piaciuto e parecchio ed era proprio quello a metterlo in
difficoltà.
Un
paio di scarpe, grandi e familiari, entrando nel suo campo visivo lo
riportarono alla realtà ma ancor prima che potesse alzare la
testa,
sentì una leggera pressione sulla tempia.
Leon
arrossì quando si rese conto che Raihan gli stesse baciando
la
fronte.
Quel
giorno Raihan non disse nulla prima di andarsene, lasciando Leon
ancora una volta confuso mentre scivolava sul pavimento, con la
schiena appoggiata all'armadietto, sentendo improvvisamente le gambe
molli.
La
terza volta che accadde, Leon lo aveva aspettato per tutto il giorno
tanto che temeva che ciò potesse deconcentrarlo durante la
lotta.
Ciononostante Leon vinse ancora una volta, tenendo in salvo il suo
titolo di Campione mai battuto.
Dopo
il match Leon aveva salutato il pubblico, come al solito, incrociando
lo sguardo di Raihan. La gola di Leon era diventata improvvisamente
secca mentre aveva sentito un'irrefrenabile desiderio di correre
verso lo spogliatoio bruciare in lui, certo che avrebbe trovato
Raihan lì già ad aspettarlo.
Una
volta raggiunto Leon non si era mosso, ancora col fiatone, tenendo lo
sguardo fisso su Raihan mentre si avvicinava.
Quando
le labbra di Raihan si posarono sulla sua guancia, Leon chiuse gli
occhi assaporando quel momento nel tentativo di memorizzarlo il
più
possibile come se una parte di lui sapesse che quella sarebbe stata
l'ultima volta avendo la sensazione che questo durò
più degli
altri. Quando li riaprì mise una mano sul petto di Raihan
trovando
la forza di allontanarsi questa volta.
Raihan
lo guardò, un po' dispiaciuto per l'improvviso distacco ma
non
sorpreso.
“Perché
lo stai facendo?”
Raihan
si mise le mani in tasca, serio. “Non mi piace vederti in
quel
modo.”
Leon
corrucciò la fronte, confuso dalla sua risposta. Non era
quello che
si aspettava.
“Non
è colpa tua se hai del talento.”
Continuò Raihan, guardando
l'espressione dell'altro mutare insieme alle sue emozioni lasciando
che l'indignazione prendesse posto della confusione.
“Lo
so benissimo questo!” Rispose secco Leon, incrociando le
braccia al
petto. “Non che io abbia intenzione di perdere
comunque.”
“Oh,
lo so.” Affermò Raihan sorridendo mentre si
appoggiava con la
schiena sull'armadietto lì accanto. “Ti piace
troppo e in più non
sopporteresti di vedere il tuo Charizard ferito. È il tuo
migliore
amico, dopotutto.”
Leon
si ammutolì, sorpreso nel sentire quanto Raihan lo
conoscesse
realmente. Aveva capito tutto questo semplicemente osservandolo, Leon
si chiese se non c'era qualcos'altro che gli stesse sfuggendo.
“Non
preoccuparti per loro, col tempo capiranno e miglioreranno anche
grazie a te.”
Leon
distolse lo sguardo. Non voleva parlare di loro, dei suoi avversari,
non lo faceva quasi mai e non perché si sentisse superiore
come
molti volevano dipingerlo nei loro articoli, ma perché era
l'unico
argomento che lo disarmava. Forse questa era l'unica debolezza del
Campione, questa e il ragazzo che aveva di fronte in quel momento non
riuscendo ancora a capire perché stesse cercando di farlo
sentire
meglio.
“Se
lo dici tu.” Disse in un sussurro.
“Fidati,
inizieranno anche a stimarti... Come faccio io.”
Leon
sbuffò. “Tu mi stimi?”
“Certo,
sono il tuo rivale o no?” Disse Raihan iniziando ad
allontanarsi
dall'armadietto, continuando a guardarlo come se stesse aspettando
una risposta.
Leon
aprì la bocca ma nessun suono uscì da essa mentre
teneva lo sguardo
fisso sulla schiena dell'altro che aveva ormai raggiunto l'uscio
dello spogliatoio.
“Non
è comunque una giustificazione.” Urlò
Leon per farsi sentire.
Raihan
si girò a guardarlo con ancora il sorriso sulle labbra.
“Hai
ragione. Mi dispiace se le mie attenzioni ti hanno messo a disaggio,
non ricapiterà.” Promise prima di sparire lungo il
corridoio
mentre Leon si mordeva il labbro, frustrato ed incapace di ribattere.
Il
giorno dopo, Raihan non c'era ad accoglierlo nello spogliatoio.
Leon
sentì un nodo stretto in gola, un boccone amaro da mandar
giù ma
dopo ciò che si erano detti il giorno prima, non si
aspettava di
vederlo. Eppure una parte di sé lo aveva sperato.
Non
voleva che finisse, non voleva che Raihan smettesse di aspettarlo, di
toccarlo, di baciarlo ma non era solo quello. La presenza di Raihan
gli piaceva, riusciva persino a calmarlo.
Sebbene
fossero rivali, Raihan, c'era sempre stato per lui. Lo aveva capito
meglio di chiunque altro nonostante la maschera che spesso Leon era
obbligato ad indossare, lo aveva fatto sentire anche amato in un modo
del tutto nuovo. Non era l'amore del pubblico né un'amore
fraterno,
non l'amore per la vittoria o per la competizione. Era qualcosa di
molto più forte della quale Leon non ne aveva avuto il
minimo
controllo.
Leon
sentì i propri piedi muoversi da soli, allungando il passo
sempre di
più fino a correre fuori dallo spogliatoio e percorrere a
gran
velocità il corridoio alla ricerca di Raihan.
Lo
trovò fuori, all'aperto, ancora vicino all'ingresso dello
stadio.
“Raihan!”
Lo chiamò a gran voce, allegro senza fermare la sua corsa.
Raihan
si girò sorpreso, riconoscendo la voce, per poi ritrovarsi
ad
indietreggiare con Leon tra le sue braccia intento a baciarlo
incurante di chi li stesse guardando.
“Hai
visto il match.” Disse Leon una volta distaccatosi, rimanendo
comunque a pochi centimetri dalle labbra dell'altro. Non era una
domanda, ne conosceva già la risposta.
“Come
sempre.” Rispose Raihan sorridendogli.
“Come
sempre.” Ripeté in un sussurro Leon, imitando il
sorriso a
trentadue denti dell'altro.
NdA:
Eccomi
qui con un'altra Raileon!
In
realtà con questa breve storia sto procrastinando, dato che
mi
aspetta un'altra storia lunga ma mi piaceva l'idea e quindi l'ho
scritta di getto.
Grazie
per averla letta ed essere giunti fin qui, spero vi sia piaciuta.
Fatemi
sapere cosa ne pensate, alla prossima!
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