il viandante
1. Il viandante
(note a fine capitolo)
- Adesso ti
insegno io a rubare piccolo bastardo!- urlò l'uomo afferrando i
capelli bruni del bambino davanti a lui e sollevandolo tra le urla di
approvazione dei suoi compagni mercanti. Il bambino, magrolino, mal
nutrito e indifeso davanti a quegli uomini troppo più grandi di
lui gemette, cercando di afferrare il polso dell'uomo e alzandosi sulle
punte per cercare di toccare terra e ricacciando indietro le lacrime di
dolore.
L'uomo lo
strattonò facendogli perdere l'equilibrio e barcollare,
provocandogli una fitta di dolore alla testa, gli avrebbe strappato i
capelli se avesse continuato Ryo ne era sicuro.
Quando un pugno
lo colpì in pieno viso le lacrime iniziarono a sfuggirgli dagli
occhi contro il suo volere, odiava piangere in situazioni come quella
mentre gli uomini ridevano nel vederlo lamentarsi mentre lo
picchiavano.
Arrivò
unaltro pugno, questa volta alla bocca dello stomaco che gli tolse
l'aria dai polmoni, tranciandogli il fiato. L'uomo lasciò i suoi
capelli buttandolo per terra e scrollandosi di mano qualche ciocca
oramai strappata dalla cute folta.
Ryo
cercò di atterrare sui palmi delle mani ma qualcuno lo prese a
calci da dietro la schiena provocando un contraccolpo che gli fece
cedere i gomiti deboli e sbattere il viso contro la terra dura e arida.
A quel calcio ne seguirono altri sempre più incalzanti e forti.
- Dovremmo scriverti "Ladro" sulla fronte con un coltello stupido ladruncolo!- ringhiò uno di loro colpendolo.
Ryo senza
alcuna possibilità di difendersi si rannicchiò su se
stesso come aveva imparato a fare, coprendo il collo con le mani e
riparando il viso stra le gambe, chiudendo gli occhi e pregando che si
stancassero prima di renderlo in fin di vita.
O forse
sperò che lo uccidessero con il loro colpi, aveva fame, era
stanco e solo. Forse si era fatto beccare apposta mentre sottraeva la
sacca dei soldi dal cavallo di quel mercante, forse sarebbe stato
meglio morire li piuttosto che dover affrontare un altro giorno
più ferito e malconcio di quello prima.
Glielo avevano ripetuto tante volte, al mondo non c'era spazio per orfani come lui.
Strinse
più forte gli occhi piangendo tra singhiozzi e gemiti di dolore,
rinuncunciando persino a chiedere pietà ma fu proprio in quel
momento che i colpi cessarono improvvisamente al risuonare di una voce
maschile.
- Cosa credete di fare a quel bambino?- domandò la voce.
Ryo rimase
immobile non osando nemmeno aprire gli occhi, limitandosi a riprendere
fiato riempiendo i polmoni con piccoli respiri a causa del dolore.
-E' un ladro, gli stiamo dando la lezione che merita.- rispose l'uomo che lo aveva afferrato per i capelli.
- Se vi ha derubato dovreste chiamare le guardie cittadine, non picchiarlo.- fu la risposta pronta dello sconosciuto.
Ryo potè
sentire gli uomini attorno a lui spostarsi di qualche passo, forse
verso l'intruso che stava osando opporsi a loro, dei mercanti
benestanti.
- E a te cosa
importa se lo picchiamo invece di farlo arrestare? Ladruncoli come
questo meritano solo di imparare la lezione da parte di veri uomini.-
il tono dei suoi aggressori si stava facendo più basso,
minaccioso e Ryo pregò la dea che lo sconosciuto non li facesse
arrabbiare più di quanto non lo fossero già.
Ad un tratto sentì il suono metallico di una spada che viene estratta - Volete scoprire quanto mi importa?-
-Bastardo...-
Il suono di altre quattro spade che vengono estratte.
Ryo tremò rannicchiandosi ancora di più e iniziando a ripetere un mantra con le labbra serrate.
Ci fu un attimo
di caos, urla, clangore di spade e versi di dolore ma fu solo un
istante prima di un pacifico silenzio interrotto solo dal suono di un
pianto e qualche gemito basso.
Poi una mano
decisa lo afferrò per un braccio obbligandolo ad alzarsi e
provocandogli un male atroce ai muscoli, Ryo provò a dimenarsi
per quanto potesse ma lo sconosciuto se lo caricò in spalla
senza preoccuparsi dei suoi deboli calci e pugni.
Quando
realizzò che si trattava dello sconosciuto si calmò
aprendo al meglio l'occhio sano e guardando i mercanti stesi a
terra, alcuni privi di sensi altri feriti ma non in pericolo se non per
uno che continuava a stringersi una mano monca delle dita.
Lo strano
viandante non lo lasciò scendere dalla sua spalla fino a che non
furono davanti alla casa di un medico dove lo abbandonò sul
uscio.
Ryo
guardò lo sconosciuto ancora confuso dal suo comportamento,
oramai aveva imparato che nessuno fa niente per nessuno al mondo se non
per un guadagno. Aspettava che l'estraneo rivelasse cosa volesse in
cambio del suo salvataggio e lo obbligasse a ripagarlo della
gentilezza.
Ma il giovane
spadaccino non gli disse niente, si limitò a frugare nella
propria veste e estrarre alcune monete che gli lanciò in grembo,
Ryo si affrettò ad afferrarle.
-Per il medico.- disse soltando il ragazzo più grande girandosi e andandosene di tutta fretta.
Ryo
provò a scattere cercando di fermarlo ma il suo corpo dolorante
glielo impedì -Fermati! Hey per favore fermati!- provò a
urlare ma il ragazzo non lo degnò nemmeno di un ultimo sguardo
continuando ad avanzare con il suo passo spedito.
Ryo
mandò giù un groppo alla gola e prendendo tutto il fiato
che riuscì a trovare urlò un ultimo "Grazie" a pieni
polmoni chiandosi sulle ginocchia e ricacciando subito indietro un
gemito di dolore, le monete strette al petto.
Due giorni dopo
il medico lo aveva lasciato andare dopo avergli bendato i tagli,
applicato una pomata per i lividi che gli gonfiavano l'occho destro e
tappezzavano il costato ed essersi assicurato che non ci fossero ferite
gravi "all'interno".
Così Ryo si era rimesso in piedi con ancora due monete bronzo in tasca e un braccio fasciato attorno al collo.
Per un po'
rubare sarebbe stato impossibile, i mercanti gli avevano torto il
braccio sinistro così tanto da rendergli impossibile muoverlo
per almeno una settimana, quindi si sarebbe dovuto inventare qualcosa
prima di finire i soldi del suo gentile sconosciuto.
Il medico
abitava appena fuori da una città piuttosto grande e popolata,
si trovavano in una regione interna del regno di Raijen lontani dai
campi di battaglia a sud-est e dagli orrori lasciati dalla guerra con
Zhan che si trovavano sugli altri confini. La cittadina era ben
popolata e viva, organizzata su una struttura circolare come la
maggiorparte delle città delle grandi pianure del centro.
Ryo raggiunse
la piazza centrale dove si teneva il mercato e si sedette ad un angolo,
sotto una statua di un guerriero armato con lascina e scudo; Bajo il
Dio della guerra e difensore dei confini. Posò la schiena contro
il pilastro della statua protettrice e prese dalla piccola sacchetta
che portava in grembo un bicchiere di latta che portava sempre
con sè mettendolo per terra davanti alle proprie gambe
incrociate e aspettando pazientemente che qualcuno avesse compassione
di un povero bambino ferito.
Note:
Avevo
pubblicato questa storia già un mesetto fa, poi ho deciso di
toglierla per revisionarla. Purtroppo non ho una beta, ho provato a
collaborare con una ragazza tempo fa ma non mi ci trovo.
Purtroppo sono anche dislessica,
quindi per quanto io mi sforzi di correggere ci sarà sempre
qualche errore che mi sfruggirà, vi chiedo scusa e vi invito a
segnarlarmeli correggerò volentieri!
In sostanza non cambia nulla dalla
prima pubblicazione, ho solo corretto tutto quello che c'era da
correggere (spero) per pubblicare di nuovo, ripartendo da capo.
Grazie alla quarantena ho avuto modo
di dedicarmi di più alla scrittura, quindi ho almeno 11 capitoli
già pronti, la speranza è di riuscire a tenere una
pubblicazione a cadenza settimanale ogni Domenica.
Vi invito a lasciare un commento e vi do appuntamento con il prossimo capitolo per settiman prossima!
Blyth
p.s. I capitoli non saranno sempre così corti, anzi... prendete
questi primi brevi capitoli come introduzione. Man mano che adremo
avanti prenderanno sostanza.
Blyth
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