Prompt
= Le
origini, se non sono la casa in cui tornare, sono il mostro da cui
fuggire
Personaggio
= Andromeda Tonks
*
Il silenzio
che aleggia nel salotto di Grimmauld Place ha il sapore di un addio
dolceamaro.
Andromeda
si abbandona contro lo schienale del divano e trattiene le lacrime
che le inumidiscono gli occhi; ha sempre detestato piangere e
mostrarsi vulnerabile davanti alle persone.
Sirius non
è da meno. Siede accanto a lei, chiuso nel suo silenzio, con
le
braccia incrociate sul petto, le labbra contratte in una smorfia e
gli occhi, apparentemente freddi e distanti, fissi sulle fiamme che
guizzano nel caminetto.
Andromeda
tende una mano e sfiora la guancia di Sirius, che finalmente sposta
lo sguardo su di lei e si lascia andare a un sospiro pregno di
tristezza.
-Sei sicura
di quello che stai per fare?
-Sì. Ma
sai che non sarei mai andata via senza salutarti.
Le labbra
di Sirius si aprono in un sorriso stanco.
-Lo so.
Dopotutto sono il tuo cugino preferito.
Andromeda
ridacchia e gli strizza l'occhio, poi si alza e cammina spedita verso
l'arazzo che ricopre la parete sul fondo della stanza. Estrae la
bacchetta dalla tasca del mantello e la punta contro il suo stesso
nome – Andromeda Black – ricamato
in sottili fili dorati.
-Incendio.
Una
sottile lingua di fuoco erompe dalla punta della bacchetta. Una
macchia nera si allarga sull'arazzo e Andromeda si sente investire da
una feroce soddisfazione mentre l'odore di bruciato le pizzica le
narici e sottili fili di fumo si levano nell'aria.
Andate
all'inferno. Voi e i vostri ideali di nobiltà e purezza.
-Ma
è grandioso!
Si
volta; Sirius è in piedi al centro del salotto, le mani
affondate
nelle tasche della camicia e gli occhi che brillano di entusiasmo e
ammirazione.
-Volevo
essere io a farlo.- dice Andromeda, accennando un sorriso sghembo.
Si
avvicina a Sirius e lo stringe in un abbraccio, trovandosi ancora una
volta a lottare contro le lacrime. Le mancherà terribilmente
quel
ragazzino dalla parlantina arrogante e dallo sguardo sfrontato in cui
non può fare a meno di rivedere se stessa.
Andromeda
e Sirius Black, due uccelli in gabbia a cui nessuno potrà
mai
tarpare davvero le ali; lei sta per volare via, per inseguire la
libertà, ed è sicura che ben presto lui
farà lo stesso.
-Ti
prometto che ci rivedremo.- gli mormora all'orecchio, prima di fare
un passo indietro e Smaterializzarsi.
Il
calore di casa Black scompare, sostituito dal vento che le sferza il
viso e agita le fronde degli alberi nel giardino di casa Tonks.
Ted,
che la aspetta seduto sui gradini della veranda, balza in piedi e le
va incontro, gli occhi che splendono di una felicità
febbrile.
Andromeda si poggia una mano sul ventre e sente quella stessa
felicità iniziare a bruciarle nelle vene; qualsiasi cosa le
riservi
il futuro, è sicura che gli occhi di Ted e la vita che
cresce dentro
di lei siano più puri e nobili delle radici malate che si
è appena
lasciata alle spalle.
*
Note
Non
sono abituata a scrivere flashfic, per cui ho voluto mettermi alla
prova partecipando al contest/challenge "Citazioni in cerca
d'autore". Non solo del tutto convinta del risultato, ma spero
di aver fatto un lavoro decente e di aver reso bene il prompt.
Mi
piaceva l'idea di esplorare (per quanto possibile nel giro di 500
parole) il rapporto tra Sirius e Andromeda; dai libri sappiamo solo
che Andromeda era la cugina preferita di Sirius, per cui ho voluto
immaginare che, nonostante la differenza d'età, tra loro vi
fosse
una certa complicità, un legame rinsaldato dall'odio che
entrambi
provavano verso gli ideali malati della loro famiglia. (Da qui
il titolo "radici malate")
Secondo la Harry Potter Wiki,
Tonks dovrebbe essere nata intorno al 1973. (Quando Sirius ha 13/14
anni) Ho quindi immaginato che proprio in questo periodo Andromeda
fosse rimasta incinta e avesse preso la decisione definitiva
di
abbandonare la sua famiglia per sposare Ted.
Ringrazio in anticipo
chiunque abbia letto la flash e chiunque voglia lasciare una
recensione :)
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