Occhi negli occhi

di emmeniro
(/viewuser.php?uid=1141768)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Ti avvicini lentamente, sbalordita. Quel bianco così luminoso…
Dei passi alle tue spalle. La zia dice qualcosa. La voce della governante ti chiama: “La signorina conosce il signor Darcy?”
“Solo un po’…” Replichi flebilmente.
“…Un bell’uomo…?”
Come? Cosa ha detto? Non senti la domanda, ma non importa: quelle uniche parole volate nella tua mente incarnano i desideri degli altri sensi.
“Sì… Sì, direi di sì…” Sussurri più a te stessa che agli altri.
Silenzio. Altri passi, stavolta si allontanano. E continui a fissare quel volto che volevi dimenticare.
Senti gli occhi inumidirsi. Sciocca. Pensavi che andare a Pemberley non avrebbe avuto conseguenze? Non avresti dovuto assecondare gli zii. Non avresti dovuto varcare la soglia di questa…
Di questa splendida tenuta.
Non avresti dovuto ritrovarti a fissare occhi negli occhi quegli occhi che mai avresti pensato di rivedere e mai rivedrai, perché lui non è qui, — lui non è qui! — e ad accoglierti a Pemberley è rimasto soltanto un freddo gemello di marmo: il suo sorriso, ora tramutato in gelo, emana ancora calore…
Ed era davvero così caldo il suo sorriso? Come hai fatto a non accorgertene prima?
Se lui fosse qui… Pensi. Se lui fosse qui, io potrei confrontarli… Potrei essere certa di non aver sbagliato… Se lui…
Una scusa, è soltanto una scusa e tu lo sai. Ma è proprio questa stupida scusa a darti la forza di porre quella domanda che prima non avresti osato.
“Ed è in casa?”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3905572