Vendetta o giustizia?

di ilovebooks3
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“Parliamone”
 


“Nessuno merita di morire”, dichiara solennemente Lisbon.
“A me non interessa la legge, mi interessa la giustizia, e secondo la giustizia merita di soffrire”, pontifica Jane, ancora più solennemente.
“Questa non è giustizia, è vendetta”.
“Qual è la differenza?”
Stanno parlando di un sospettato.
Oppure no?
Il consulente sta per uscire dall’ufficio dell’agente, ma poi ci ripensa e torna alla carica. È necessario spiegare qualcosa a Lisbon, una realtà immutabile che dovrebbe essere ormai scontata. E stavolta no, non si tratta di questo banale caso, ma di quella che è la sua unica missione. Pensava di essere già stato chiaro sulle sue intenzioni.
“Quando troverò John il Rosso lo aprirò  in due e lo guarderò agonizzare come lui fece con mia moglie e mia figlia. Se per te è un problema parliamone”.
Il consulente sa di non  essersi dipinto sul viso la solita ingannevole espressione sarcastica. La maschera si è sciolta, anche se sarà solo per una manciata di minuti. Cosa pensava Lisbon? Che gli sarebbe bastato risolvere due o tre casi con lei e la squadra per redimersi e non desiderare più la vendetta? Se è così, si sbaglia di grosso. Ciò che rimane della sua vita ha senso solo nella speranza di uccidere chi ha ucciso il suo futuro.
“Allora parliamone. Quando lo troveremo, lo arresteremo e poi subirà un normale processo”, afferma Lisbon, la paladina della legge che sa sempre quello che è giusto.
Jane non immaginava che fossero ancora a questi punti.
“Non se io sarò vivo”, puntualizza.
E spera di restarlo per il tempo necessario. Del dopo non gli importa.
“Se cercherai di fargli del male, cercherò di fermarti Jane, e  se cercherai di fargli del male dovrò arrestarti”, lo mette in guardia Lisbon, ma suona come una minaccia che non fa paura a nessuno. Di certo non a lui.
“Ho capito”. Probabilmente è lei a non aver capito nulla.
“Lo spero per te”, conclude la poliziotta con un tono forse più aspro di quello che vorrebbe.
“Abbiamo fatto bene, non pensavo tu fossi così borghese e convenzionale”, dichiara lui, sperando di ferirla e indossando di nuovo la solita maschera di ironia.
Mentre esce dall’ufficio, però, la rabbia di Patrick Jane si è già dissolta. Sa di non essere stato giusto con quella piccola donna che, nonostante tutto, lo protegge a scapito della sua carriera: Lisbon non è borghese e convenzionale, è semplicemente buona e onesta, e lui la stima per questo. La stimerà sempre. E non solo quello, forse.
Ma non lo fermerà.




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