So take me, take me far
Meredith ricevette
la videochiamata da Valentina su WhatsApp e si affrettò a risponderle.
Le due ragazze si
sorrisero entusiaste attraverso la fotocamera e la cantante russa lanciò
un’occhiataccia all’amica.
«Non cominciare,
Val» borbottò Meredith.
«Stai ancora male?»
«Sì, ma non
importa.»
Valentina sospirò.
«La competizione è finita da due settimane. Hai più rivisto Brianna?»
Meredith scosse il
capo. «No, ma so che oggi gli L.A.P.D. suoneranno al Troubadour. Janet mi ha
mandato l’invito all’evento su facebook, ma non sono dell’umore.»
Valentina la fissò
scettica. «Dovresti andarci.»
«Non se ne parla.»
«Tu e Brianna
potreste chiarirvi.»
Meredith sbuffò e
alzò gli occhi al cielo. «Non c’è niente da chiarire, okay?»
«Avevate una
relazione!»
«Una relazione?
Abbiamo fatto sesso un paio di volte, stai esagerando. Senti, Val, non mi va di
parlarne.»
La russa chinò
appena il capo, poi le rivolse un piccolo sorriso. «Devo andare. Mi preparo e
mi trucco per stasera, dobbiamo suonare.»
«Siete a San
Pietroburgo?»
Valentina rise. «Ti
ho mandato l’evento, suoniamo in Italia.»
Meredith ricordò
vagamente la notifica ricevuta qualche giorno prima, ma l’aveva ignorata perché
in ogni caso non avrebbe potuto partecipare. «Aprite per qualcuno?»
«Stai scherzando? Ti
sei già dimenticata che siamo in tour con gli Infected Rain?» strillò indignata
Valentina, coprendosi il viso con le mani.
«Scusa, scusa, è che
ultimamente ho la testa altrove…»
«Me ne sono accorta!
Senti, amica mia, fai così: alzati da quel letto, mettiti in tiro e corri al
Troubadour a sentire quella band che spacca! Hai bisogno di divertirti, e poi
non sarai sola: ci sarà anche Janet.»
«Lei avrà occhi solo
per Michael e non baderà a me» borbottò l’americana.
«Non dire stronzate,
mi hai sempre parlato bene di quella ragazza!»
Meredith guardò
l’amica negli occhi attraverso la videocamera. «Ci penserò» concesse infine.
Valentina si aprì in
un enorme e radioso sorriso. «È già qualcosa! Beh, augurami buona fortuna!»
«Spaccate tutto,
ragazzi!» concluse Meredith.
Una volta chiusa la
videochiamata, sospirò per l’ennesima volta.
Non ce la posso
fare.
«Meredith!» esclamò
Janet, sciogliendosi in un dolce sorriso.
Alla fine aveva
seguito il consiglio di Valentina e si era decisa a uscire; voleva davvero
rivedere alcuni dei suoi compagni conosciuti durante il talent organizzato dai
System Of A Down, voleva davvero rivedere Brianna.
Aveva mentito
all’amica russa: per lei la cantante degli L.A.P.D. non era stata soltanto una
persona con cui aveva condiviso il letto e qualche momento bollente, no; per
lei Brianna era stata fin da subito qualcosa in più.
Per la prima volta
aveva trovato una ragazza tosta, una che aveva i suoi stessi interessi in
materia di sesso, una che non aveva avuto paura a sperimentare insieme a lei.
E adesso non sapeva
come comportarsi, perché di fronte a lei, all’ingresso del locale, c’era la
dolce e innocente Janet Stars, con i suoi capelli rossi e il suo viso delicato,
lei che non aveva mai sospettato di qualcosa, lei che si era sempre fatta gli
affari suoi.
Meredith non aveva
mai avuto molta confidenza con la rossa, erano appartenute a due team diversi,
eppure in quel momento Janet sembrava così felice di rivederla.
La abbracciò di
slancio e le lasciò due baci sulle guance, per poi scostarsi da lei e scrutarla
con i suoi occhi chiari e insolitamente indagatori. «Sembri stanca» commentò.
Meredith sbatté le
palpebre. «Cosa? Beh, un po’ lo sono, non mi sono ancora ripresa del tutto
dalla competizione…»
«È stato pazzesco
per tutti noi, lo so. Dai, entriamo, andiamo a salutare gli artisti della
serata!» esclamò la rossa, prendendola per un polso e trascinandola con sé
all’interno del locale.
Quando Meredith vi
entrò, notò che c’era ancora poca gente e sperò che il salone si riempisse, non
voleva che per i suoi ex avversari fosse un flop. Era la prima volta che
suonavano dal vivo dopo la fine di SOAD-Factor, era una sorta di battesimo del
fuoco per loro.
La mora sentì il
cuore accelerare i suoi battiti all’idea di rivedere Brianna; loro due non si
erano salutate con un addio melodrammatico o un fiume di lacrime, si erano
semplicemente sorrise, abbracciate e augurate buona fortuna per il futuro.
Non si erano fatte
delle promesse, erano state d’accordo sulla questione.
Eppure stavano per
rivedersi dopo due settimane e Meredith non poteva crederci.
Luci soffuse, musica
rock in sottofondo, chiacchiericcio tra i presenti. L’atmosfera era rilassata e
distesa all’interno del Troubadour.
Meredith si chiese
se la band avesse già fatto il soundcheck, se i suoi colleghi fossero tesi, se
si fossero preparati a dovere.
Puoi
chiederglielo, si disse, mentre Janet avanzava verso il retro del palco con
lei al seguito.
Le due si fermarono
a pochi metri da una porta socchiusa.
«Mike?» chiamò la
rossa, avvicinandosi cautamente a quello che doveva essere il camerino.
Poco dopo, un
ragazzo alto e magro, con addosso abiti larghi e un cappellino sulla testa si
affacciò alla porta e sorrise dolcemente in direzione della rossa. «Ehi,
piccola» salutò.
Janet lo raggiunse e
lo abbracciò, mormorandogli qualcosa all’orecchio mentre si sollevava sulle
punte dei piedi. Lui ricambiò e la baciò sulla fronte, per poi individuare
Meredith con gli occhi nocciola.
«Ciao Mike, come
va?»
«Meredith? Sei
proprio tu?»
«Già. Volevo
sentirvi suonare.»
Michael, chitarrista
degli L.A.P.D., scambiò un’occhiata con la sua ragazza, poi tornò a sorridere a
Meredith. «Abbiamo preso una bassista, sai?»
La mora si avvicinò
a loro e lanciò una breve occhiata oltre la soglia, notando Sarah, la
batterista, giocherellare con le sue bacchette. «Un’altra ragazza?»
«Ormai il potere
nella band è in mano alle donne!» scherzò Michael.
Meredith sorrise,
temporeggiando prima di porgli la domanda che da un po’ le vorticava in mente.
«E Brianna… come se la passa?» buttò fuori infine, distogliendo lo sguardo.
«Alla grande! Lei e
Misty hanno fatto subito amicizia» replicò il chitarrista, per poi trascinare
Janet all’interno del camerino. «Entrate, entrate!»
A Meredith si mozzò
il respiro e chinò il capo, rimanendo sulla soglia. Non si sentiva pronta a
scoprire quanto Brianna e la nuova bassista della sua band avessero fatto
amicizia.
Osservò Janet
salutare calorosamente Sarah, battere il cinque a Scott, il dj e secondo
tastierista, poi voltò le spalle al camerino e decise che era arrivato il
momento di prendere qualcosa di forte da bere e cercarsi un posticino in
disparte per godersi il concerto dei suoi ex rivali.
«Ma dov’eri finita?»
Meredith, seduta a
un tavolino in un angolo buio del locale, sollevò lo sguardo dal suo cellulare
e lo posò su Janet. Le sorrise appena e le fece cenno di sedersi sulla sedia
accanto alla sua.
«I ragazzi stanno
per cominciare. Ti stavano cercando, volevano salutarti» spiegò la rossa,
accomodandosi.
«Ah sì?»
Chissà se Brianna
ha chiesto di me.
«Ma certo! Ehi,
andiamo sotto il palco?»
«Meglio di no…»
borbottò la mora.
«Dai! Voglio stare
un po’ con te, ma voglio anche godermi le prodezze di Mike con la chitarra da
vicino!»
Meredith sorrise.
«Siete molto carini insieme» commentò.
«Grazie, anche se…»
Janet sospirò. «Quando sono uscita da SOAD-Factor ho dovuto affrontare
Alejandro, il mio ex. Era davvero furioso e ferito dal mio comportamento. L’ho
tradito in pubblico, non è riuscito a sopportare un’umiliazione del
genere.»
«È comprensibile, ma
tra te e Mike era destino» disse Meredith.
«Anche tra te e
Bri.»
Meredith strabuzzò
gli occhi e si ritrasse sulla sedia, assottigliando lo sguardo. «C-cosa?»
«Andiamo, non sono
stupida. Mi sono accorta di quanta tensione scorreva tra voi due nel loft. Poi
Mike mi ha confermato che c’è stato qualcosa, anche se Bri non ne ha parlato
apertamente.»
«Per fortuna… ma,
Janet, non è come dici tu. Tra me e lei non c’è stato niente di serio» borbottò
la mora, sentendosi avvilita da quella consapevolezza.
Per lei Brianna era
stata importante, ma non era riuscita a farglielo capire fino in fondo; forse
era stato questo a farle separare con freddezza e senza grandi promesse per il
futuro. Meredith, tuttavia, sapeva che all’interno di un talent come quello,
quando si è costretti a convivere sempre con le stesse persone per un periodo
prolungato, le emozioni e i sentimenti potevano amplificarsi e confondersi.
Perciò non aveva badato
al proprio stato d’animo, per questo si era semplicemente concentrata
sull’aspetto fisico della loro relazione. Ed era certa che per Brianna fosse
stato lo stesso, in fondo non le aveva mai dimostrato il contrario.
«Senti, Meredith:
dovresti provare a chiarire con Bri.»
«Non c’è niente da
chiarire» replicò la mora, stringendosi nelle spalle.
Non è vero e lo
sai anche tu, si ritrovò a pensare.
Janet disse
qualcosa, ma alcuni potenti colpi di grancassa provenienti dal palco troncarono
la loro conversazione e impedirono a Meredith di udirla.
La rossa si limitò
ad alzarsi e afferrarla per un polso, trascinandola con sé verso il palco.
Le luci si fecero
ancora più soffuse e Meredith si accorse che il locale si era riempito: gli
L.A.P.D. avrebbero avuto il successo che meritavano.
Si lasciò prendere
dall’entusiasmo e seguì Janet senza più opporre resistenza, mentre Brianna
compariva dietro microfono e tastiere, salutando il pubblico con un grido
carico di energia.
Meredith si ritrovò a
osservarla incantata, come era sempre successo: robusta, fasciata in un paio di
jeans neri e in una t-shirt dello stesso colore; ai piedi portava degli anfibi
dal tacco grosso, mentre i capelli rasati sui lati erano sciolti sulle spalle
ampie.
Il viso era in
ombra, le luci illuminavano i musicisti da dietro e li rendevano delle sagome
per lo più scure e invisibili ai presenti.
La mora si ritrovò a
battere le mani e acclamare la band.
Posso godermi
questo momento, Valentina ha ragione.
«Stasera, visto che
siete carichi, vogliamo regalarvi una cover speciale. Chi di voi conosce gli
Infected Rain?»
Meredith gridò, lei
li conosceva eccome! Ricordò che la band di Valentina era in tour con loro, e
si sorprese nel notare che anche molti altri dei presenti parevano sapere chi
fossero.
«Vogliamo regalarvi Peculiar
Kind Of Sanity, siete pronti?» proseguì la cantante.
Solo in quel momento
Meredith notò che Brianna si voltava verso la nuova bassista e le rivolgeva un
cenno d’intesa.
La mora sotto il
palco si sentì punta sul vivo e mollò una gomitata a Janet. «Hai visto come si
guardano?» urlò al suo orecchio.
La rossa le lanciò
un sorrisetto malizioso. «Allora sei gelosa!»
Meredith voleva
ribattere, ma subito i musicisti cominciarono a suonare e ogni conversazione fu
interrotta.
Brianna prese il
microfono in mano e si spostò da dietro le tastiere, passeggiando sul palco e
accostandosi al bordo del palco; il suo corpo robusto emanava energia, la sua
voce era pura energia, ogni singola fibra della sua personalità era in grado di
infuocare il Troubadour.
Anger is a corrosive acid
Eating you from the inside
Sense of self importance is a narcotic
Addictive and destructive
So what to do and how to be?
«Wow» mormorò
Meredith, fermandosi a seguire con gli occhi ogni movimento di Brianna.
Si agitava, urlava
nel microfono, guardava il suo pubblico senza vergogna ed era come se chiedesse
a loro un consiglio.
Se la rabbia è un
acido corrosivo che ti mangia dall’interno, cosa è meglio fare?
E Meredith ripensò a
loro due, ai momenti trascorsi insieme nel loft, agli attimi in cui si era
chiesta se avrebbe funzionato.
È arrabbiata con
me?
Forse Brianna voleva
delle risposte, forse voleva soltanto parlarle e chiarire le cose con lei. E
lei non gliene aveva dato il tempo, fuggendo via prima che i loro occhi
potessero incontrarsi.
Body in a conflict with the mind
There are no rules, no one to lead
No signs of the finish line
Il corpo in
conflitto con la mente.
Quella frase colpì
Meredith nel profondo: ecco come si era sentita con Brianna. Il suo corpo aveva
sempre gridato di soddisfare il bisogno di quella ragazza, mentre la sua mente
le aveva impedito di legarsi davvero a lei.
Meredith chiuse gli
occhi e si immerse completamente nel ritornello.
So take me, take me far
Where the skies embrace a star
Where the land swallows the ocean
And the water is in constant motion
«Questo tizio ha
ragione» disse Brianna, affacciata alla finestra e con una sigaretta tra
l’indice e il medio della mano sinistra.
Meredith le si
affiancò, dopo essersi infilata frettolosamente la maglia del pigiama. La notte
era buia e tetra, le nuvole minacciavano di riversare su Los Angeles
un’infinità di pioggia.
«John Ruskin?»
Brianna annuì.
«Sì, lui. Prima Serj ha citato una sua frase. Diceva qualcosa a proposito della
fatica e del sacrificio…»
«Il miglior
riconoscimento per la fatica fatta non è ciò che se ne ricava, ma ciò che si
diventa grazie ad essa» citò Meredith a memoria, voltandosi per sorridere
all’altra.
«Io ho la memoria
del pesce rosso, non mi ricordo niente. Però, insomma…» Brianna aspirò una
lunga boccata dalla sigaretta e tossicchiò appena. «Ha ragione. Sembra che
parli di noi, noi tutti in questo talent. Forse vinceremo, forse no. Ma
l’importante è ciò che saremo dopo. Ciò che diventeremo dopo questa esperienza.
Perché ci cambierà, che lo vogliamo o no. Ci segnerà per sempre.»
Meredith la
ascoltò e annuì. Forse Brianna aveva ragione.
«E ci cambierà
anche quello che sta succedendo tra noi» si ritrovò a mormorare la mora,
perdendo lo sguardo fuori dalla finestra.
Brianna rise.
«Ah, beh, se intendi dire che fare sesso estremo con me cambierà la tua vita,
ti ringrazio. È un bel complimento.»
Meredith avrebbe
voluto dirle che non si trattava soltanto del sesso, ma preferì tacere. Non
voleva rovinare tutto con stupide paranoie o promesse che nessuna delle due
avrebbe potuto mantenere.
La notte era già
abbastanza cupa così.
Brianna si fermò a
bordo palco proprio di fronte a lei e Janet, e Meredith la fissò mentre si
chinava per cantare e molleggiare sulle ginocchia muscolose.
Aveva sempre trovato
il suo corpo possente e protettivo, un porto sicuro dove cercare rifugio e dove
soddisfare ogni tipo di fantasia sessuale.
Tuttavia Brianna non
era mai stato soltanto questo per lei. Le piaceva ascoltarla cantare, guardarla
muoversi sul palco e catturare il pubblico; adorava le sue battute, il suo modo
di fare da dura, ma anche la sua lotta contro le ingiustizie e la sua
sensibilità spesso celata dietro occhiate gelide e commenti sarcastici.
The unknown is terrifying
One thing you have to be afraid of is fear
itself
Washing away the guilt
One more thing you have to learn is loving
yourself
Is loving yourself
Devi imparare ad
amare te stessa.
Meredith ascoltò con
attenzione e fu colpita da quelle parole, le stesse che lei aveva detto tante
volte, mentre si guardava allo specchio e si chiedeva cosa Brianna potesse
trovare in quel suo corpo magro, esile, dalle forme acerbe e dal colorito tanto
pallido.
Poi vedeva i segni
che Brianna le aveva lasciato, ricordava i loro momenti insieme, le cose che la
ragazza le sussurrava durante l’intimità, e capiva.
Capiva che amare se
stessa era davvero la cosa più importante, perché solo così sarebbe riuscita a
lasciarsi davvero andare con qualcuno.
Era per questo che
tra lei e Brianna non aveva funzionato, forse le cose erano andate davvero
così.
The smiles and sparkles are only an illusion
Don't get fooled, open your eyes
Reality is a lie but, there is a solution
You'll need a crystal clear mind
Continuò a osservare
Brianna, mentre la sua voce potente e graffiante le entrava nell’anima.
Grazie
all’esperienza all’interno di SOAD-Factor, Meredith era davvero cambiata; aveva
tratto ogni aspetto positivo da quel talent, anche se poi era stata HellGal a
vincere. Lei era stata contenta, Helena se l’era meritato e a breve avrebbe
cominciato a registrare il suo primo disco con la supervisione dei membri dei
System.
Eppure lei era
arrivata terza e gli L.A.P.D. si erano classificati secondi, il pubblico li
aveva amati comunque.
Compresa lei, la
piccola e timida Meredith, colei che dietro i lineamenti dolci e l’aspetto
semplice, nascondeva mondi che raramente lasciava trapelare. Durante il
programma era riuscita a mostrare qualcosa di sé, la sensualità che Brianna
aveva scorto in lei e che l’aveva incitata a non tenere tutta per sé.
E adesso la
ascoltava cantare quel testo non suo, che però la raccontava perfettamente;
desiderò di poterla davvero stringere e portare lontano, dove i cieli
abbracciavano una stella, dove la terra inghiottiva l’oceano e l’acqua era
sempre in movimento.
So take me, take me far
Where the skies embrace a star
Where the land swallows the ocean
And the water is in constant motion
Meredith voleva
parlarle, voleva almeno salutarla e incrociare i suoi occhi scuri e penetranti.
Voleva provarci, perché sentiva che forse anche Brianna ne aveva bisogno.
Sicuramente tra
noi non funzionerà, ma voglio salutarla come si deve.
Si voltò a sorridere
a Janet e la rossa parve capire le sue intenzioni, perché annuì appena e tornò
a posare gli occhi chiari sul suo ragazzo.
We choose our path, we choose our lives
We choose what to see in front of our eyes
We choose our path, we choose our lives
We choose what to see in front of our eyes
La band concluse
l’esibizione con l’inedito che aveva presentato a SOAD-Factor, War Cry,
poi lasciò DJ Scott sul palco; il ragazzo cominciò a mandare una selezione di
classici del rock, mentre i suoi colleghi smontavano l’attrezzatura sul palco.
Janet prese Meredith
per mano e la trascinò nuovamente verso il retro del palco, dove avrebbero
atteso la band.
La prima a scendere
fu la bassista, Misty. Subito Janet la intercettò e le fece cenno di
avvicinarsi a loro.
Meredith non avrebbe
voluto conoscerla, ma non poteva più scappare. Così si morse il labbro
inferiore e lanciò una breve occhiata alla bassista.
Misty era alta,
bionda e bellissima. Sfoggiava un look total black ed era perfettamente
truccata, sembrava una diva della musica e Meredith si rese conto che non
poteva certo competere con una creatura del genere.
«Ciao, piacere, io
sono Misty. Mi sei piaciuta molto durante SOAD-Factor, sai?» esordì la bionda,
tendendo la mano a Meredith.
La mora si forzò a
sorridere e gliela strinse educatamente. «Ciao. Grazie, mi fa piacere» replicò
in tono piatto.
Proprio in quel
momento un tizio muscoloso e tatuato, con barba e capelli lunghi, le raggiunse
e strinse possessivo Misty al suo fianco. «Ehi, allora? Com’è andata la tua prima
esibizione?» le chiese.
Meredith dovette
trattenersi per non sospirare di sollievo.
Allora lei e
Brianna non hanno una relazione.
«Eric, alla fine sei
venuto!» Misty lo baciò in fretta sulle labbra, poi lo presentò alle altre due.
«Lui è Eric, il mio uomo. Eric, lei è Janet, sta con il mio chitarrista. E lei
è Meredith, ti ricordi di lei a SOAD-Factor? Ha fatto quella cover di Anouk che
ti era piaciuta tanto!»
Il ragazzo annuì e
bofonchiò qualcosa, per poi allontanarsi con la bassista verso il bancone del
bar.
Michael e Sarah
scesero dal palco chiacchierando e ridendo.
«Ha sbagliato il
testo, te lo giuro!» stava dicendo la batterista.
«La prenderemo in
giro per sempre!» replicò il chitarrista, per poi accostarsi a Janet e
lasciarle una carezza tra i capelli rossi e leggermente scompigliati.
«Sei stato
bravissimo» sussurrò lei. «Siete stati tutti bravissimi! L’ingresso di Misty è
stato un toccasana per la band» proseguì.
Sarah sorrise e si
avvicinò a Meredith, salutandola con un breve abbraccio. Mentre lo scioglieva,
le sussurrò: «Bri sta per arrivare, prima ti ha visto sotto il palco».
La mora si morse il
labbro inferiore e tentò di calmarsi, regolarizzando a fatica il respiro.
Il fatto che non
esca con Misty non significa che sia single o che voglia stare con me.
Le venne voglia di
scappare e stava per farlo, ci stava veramente pensando, quando Brianna corse
giù dal palco come una furia e le puntò addosso un dito con fare accusatore.
Meredith tremò da
capo a piedi quando gli occhi scuri della ragazza si posarono sui suoi.
«Da quando in qua
non si saluta? Aspettami, prendo le sigarette e mi accompagni a fumare» esordì,
per poi fiondarsi all’interno del camerino.
La mora scambiò
un’occhiata interrogativa con Janet, ma la rossa tentò di rassicurarla con un
piccolo sorriso; Michael le batté su una spalla e disse: «Tranquilla, non morde
mica».
Il fatto che mi
morda non mi spaventa, è ben altro a farmi sentire in ansia.
Meredith e Brianna
si appoggiarono alla balaustra dell’area fumatori, perdendo lo sguardo nella
notte cupa e nel cielo carico di nuvole scure.
A Meredith tornò in
mente quella notte in cui lei e Brianna erano state insieme por la prima volta,
e poi si erano ritrovate a guardare un cielo molto simile, mentre parlavano di
John Ruskin e del futuro incerto che le avrebbe attese al di fuori della
competizione.
«E così volevi
andartene senza salutarmi» esordì Brianna, accendendo la sua stecca di tabacco.
Meredith si strinse
nelle spalle, sentendo un brivido percorrerle il corpo.
Forse avrei
dovuto mettermi addosso qualcosa di più caldo, pensò.
«Quel vestito ti è
sempre stato da dio» proseguì la cantante degli L.A.P.D.
«Grazie» borbottò la
mora, abbassando lo sguardo sull’abito in velluto nero che le sfiorava appena
le ginocchia.
«Ehi» la richiamò Brianna.
Meredith sollevò
cautamente gli occhi sui suoi e si perse a contemplare quei tizzoni ardenti che
sapevano sempre farla fremere fin nel profondo, quei lineamenti marcati e
quelle labbra sottili dipinte di rosso.
Brianna portò la
mano destra sotto il mento della mora e la trasse un po’ più vicina a sé. «Hai
freddo?»
«Sì, un po’.»
Allora Brianna si
sfilò la pesante giacca in pelle e gliela porse, senza lasciare mai il suo
sguardo. «Mettila» le ordinò bruscamente.
Ora ti riconosco,
ora riconosco la ragazza che mi ha dominato quando mi sentivo persa e bisognosa
di un punto di riferimento.
Meredith sorrise
appena e ubbidì, sentendosi profondamente confortata da quel semplice gesto e
da quel tono così deciso e sicuro.
«Ci siamo dette che
non sapevamo come sarebbe andata, che la competizione ci avrebbe cambiato.
Abbiamo sacrificato il nostro rapporto per non lasciarci distrarre durante la
gara. Ma adesso, Meredith, è tutto finito.» Brianna prese una boccata di fumo e
si passò la mano destra tra i capelli leggermente umidi di sudore. «Ora siamo
libere di provarci, non credi?»
Meredith si ritrovò
ad annuire perché non stava aspettando altro che udire quelle parole. Si
accostò alla ragazza più bassa e robusta, guardandola intensamente negli occhi.
«Dimmi solo se lo
vuoi» sussurrò Brianna, sfiorandole piano la guancia con i polpastrelli.
Meredith ripensò
alla canzone degli Infected Rain e, senza smettere di guardarla, cominciò a
cantare piano, delicatamente.
So take me! Take me far
Where the skies embrace a star
So take me! Take me far
Where the skies embrace a star
Where the land swallows the ocean
And the water is inconstant motion
Era strano ascoltare
la sua voce su quella melodia, era strano sentirsi così bene sotto gli occhi
sempre più caldi e lucidi di Brianna.
«Meredith, ho sempre
pensato che avessi una voce stupenda, ma non sei adatta per questo genere.»
«Che cosa stai…?»
«Ma davvero verresti
via con me e mi seguiresti in un luogo come quello descritto da Lena nella
canzone?» proseguì Brianna, interrompendola.
Meredith annuì senza
pensarci, perché era proprio quello che voleva comunicarle.
«Sei sempre stata
imbranata con le parole, bambolina» rise Brianna, abbracciandola forte e
posandole un lieve bacio alla base del collo.
Meredith tremò e la
strinse al petto, riconoscendo quel suo profumo dolciastro che sapeva di
tabacco e pioggia. «La canzone dice anche un’altra cosa…» farfugliò.
Brianna la lasciò
andare e la tenne sott’occhio, le mani sulle sue spalle e la sigaretta ormai
spenta tra le dita della sinistra. «Ah sì?»
Meredith prese un
lungo respiro e riprese a canticchiare.
We choose our path, we choose our lives
We choose what to see in front of our eyes
«Oh, certo» disse
Brianna, annuendo.
«Volevo solo dirti
che… ho scelto di vedere te di fronte ai miei occhi. E no, non volevo davvero
scappare, Bri. Mi dispiace.»
La cantante degli
L.A.P.D. sorrise maliziosa e un luccichio eloquente attraversò i suoi occhi
scuri. «Allora ti punirò a dovere, dovrai farti perdonare.»
E Meredith soffocò
un grido di gioia, mentre Brianna le mordeva le labbra in un bacio vorace.
NOTE FINALI
Carissimi lettori,
eccomi qui con una storia che avevo in mente già da un po’, e che solo grazie
al contest di Frenz ha preso forma davvero nella mia mente; poi mi sono resa
conto che poteva adattarsi anche all’altro contest, ed eccola qui.
SPIEGAZIONI PER CHI
NON HA LETTO SOAD-FACTOR, CONTENGONO SPOILER SULLA STORIA PRINCIPALE, MA
LEGGETELE SE VOLETE AVERE LE IDEE UN PO’ PIÙ CHIARE – CHI L’HA LETTO PUÒ
SALTARLE
Devo assolutamente
spiegarvi alcune cose: tutti i personaggi apparsi in questa OS (tranne Misty e
il suo ragazzo e Valentina, l’amica russa di Meredith) sono stati creati per la
mia storia interattiva SOAD-Factor; questa storia è un sequel/spin off
del racconto principale, ma ho cercato di renderla leggibile a tutti perché in
fondo non c’era tanto bisogno di leggere la storia interattiva per capire
questa.
In poche parole, la
storia interattiva era una sorta di X-Factor organizzato però dai System Of A
Down (ecco perché si chiama SOAD-Factor) inventato da me per coinvolgere i miei
lettori in una sfida interattiva. I quattro membri dei System erano i quattro
giudici della competizione, e ognuno di loro era il “capitano” di una squadra.
Serj era a capo
degli Under Uomini (giovani ragazzi fino ai venticinque anni), Shavo degli Over
(ragazzi e ragazze dai venticinque anni in su), John delle Under Donne (giovani
ragazze fino ai venticinque anni) e Daron delle Band (gruppi musicali composti
da ragazzi e ragazze di tutte le età).
Gli L.A.P.D.,
formati appunto da Brianna alla voce e alle tastiere, Michael alla chitarra e
ai cori, Scott alla consolle e alle tastiere e Sarah alla batteria, facevano
parte della categoria Band; hanno gareggiato senza un bassista, ecco perché qui
ho specificato che hanno integrato solo da poco Misty in formazione.
Janet Stars invece
faceva parte della categoria Under Donne e, nel corso del talent, ha intrapreso
una relazione con Michael, chitarrista degli L.A.P.D., tradendo pubblicamente
il suo fidanzato che la aspettava a casa, Alejandro; invece Meredith, la nostra
protagonista, era negli Over e durante il live dedicato agli inediti portò un
pezzo scritto dalla sua amica Valentina, ringraziando lei e la sua band per
averlo arrangiato per lei.
Valentina Lavrinenko
è realmente la cantante del gruppo musicale russo Fallcie, e fin da quando
scrivevo la storia interattiva mi è piaciuta l’idea di far sì che lei e
Meredith fossero amiche; questo perché per gli inediti in quella puntata scelsi
di cercare delle canzoni di artisti e band praticamente sconosciute, decidendo che
per Meredith fosse adatta appunto War Cry dei Fallcie.
Inoltre, Meredith
fece capire, nel corso della trasmissione, che le piacevano le ragazze e che i
suoi gusti in fattore di sesso fossero piuttosto estremi ^^
Infine, ho nominato
HellGal – all’anagrafe Helena – che faceva parte della categoria Under Donne e
che, grazie alle votazioni dei miei lettori, ha vinto SOAD-Factor e ha avuto la
possibilità di registrare il suo primo disco con la supervisione, il supporto e
l’aiuto dei System!
Fortunata, eh? :P
ULTIMI SPROLOQUI PER
TUTTI
Le frasi al centro
fanno parte del testo di Peculiar Kind Of Sanity degli Infected Rain,
scelta tra quelle suggerite da Frenz nel suo contest; mentre la frase di John
Ruskin fa parte del pacchetto che ho scelto per il contest “Tarocchi Narranti”.
E niente, volevo
semplicemente scrivere di queste due ragazze, approfondire un po’ il loro
rapporto e renderle un po’ più reali, anche al di fuori della competizione.
Spero di esserci
riuscita e di avervi intrattenuto piacevolmente; inoltre volevo scrivere da
tempo una FemSlash e spero di poterne scrivere tante altre, perché ce ne sono
davvero poche su EFP in confronto alle Slash, ed è davvero un peccato secondo
me!
Voi che ne dite?
Questo è un
indiretto – neanche tanto XD – invito a scrivere più storie FemSlash, su,
datemi una mano ;)
Ringrazio chiunque
sia arrivato fin qui e chiunque deciderà di lasciarmi una recensione, ne sarei
veramente felice! *-*
Grazie anche ai giudici
dei contest per avermi ispirato e avermi permesso di approfondire questi
personaggi a me molto cari :3
Alla prossima ♥
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