Il gigante dal cuore gentile (sospesa)

di Patman17
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Non riuscii a dormire quella notte, avevo solo brutti pensieri su me stesso, volevo esser davvero amico di Haru.
Arrivò la mattina, ero distrutto, completamente distrutto. Le occhiaie che avevo mi rendevano ancor più inquietante, che cosa stava accadendo? Vorrei tanto saperlo.
Mi preparai per la scuola, avevo la camicia sfatta e dimenticai il Bentō a casa, che incosciente che ero. Haru arrivò poco dopo di me, mi salutò con un sorriso ma io rimasi impassibile, dal volto della ragazza sembra esserci rimasta molto male, odio il mio carattere.
La lezione iniziò e procedette anche bene, Haru era così concentrata sulla lezione che non notava nemmeno come io la stessi guardando a tratti, era davvero bella. Di colpo, il mio telefono iniziò a vibrare, di nascosto lo tirai fuori dalla tasca e... con sorpresa notai che dei strani simboli, che lingua era? Non avevo mai visto una lingua del genere... che fosse stato hackerato? Appena provai a sbloccare il telefono la stessa voce del giorno prima comparve. “Ti piace, vero?” domandò la voce, con tono più amichevole... era una mia sensazione o sembrava aver più confidenza? Mi inquietava davvero tutto ciò, ho davvero paura. Una volta che la voce sparì il mio telefono riprese a funzionare e la lezione finì, ora c'era educazione fisica.
Presi le mie cose e, traballante cercai di esser il meno appariscente possibile, già... che stupido energumeno che sono. Haru provò a rivolgermi la parola ma, appena dalla sua bocca uscì un suono simil ad una lettera io me ne andai nel mio posto segreto, non avevo voglia di fare lezione.
Nascosto provai a chiamare Kawa che, come la sera prima dava non raggiungibile, perché non mi rispondeva? Io avevo bisogno di lui.
“Tu hai me Ikari!” nuovamente quella voce comparve ma, questa volta, sentivo come una presenza nel mio ginocchio... come una testa appoggiata, ero impazzito davvero? “Forse sono solamente gli effetti del sonno”, pensai in un primo momento ma... quando mi accorsi dove mi trovavo fu troppo tardi, non era il mio posto segreto... ma bensì un bosco. Provai a chiamare qualcuno, niente silenzio totale. Provai a toccare gli alberi, erano composti da dati digitali.
La terra iniziò a tremare ed, un grosso dinosauro con un albero enorme sul suo dorso comparve, era al limite del vero... tutto ciò, era qualcosa che sei anni prima ragazzi come me toccarono con mano, io ero a Digiworld. Incredulo pensai che fosse solo immaginazione, volevo credere che fosse così ma io sapevo che era tutto reale.

“Chi sei tu?”.

Domandai all'enorme dinosauro senza ricevere alcuna risposta.
Riprovai nuovamente a chiamarlo, non voleva rispondere.
Insistevo ancora, ancora e ancora, niente.
Mi arrabbiai moltissimo, urlai forte ma ormai ero tornato nel mio mondo, lì davanti a me c'era Haru spaventata, erano finite le lezioni.
“Ikari dove eri... ho controllato da per tutto, ero preoccupata!” esclamò, il suo tono era palesemente infervorato, mi sarei dovuto scusare, vero? Allora perché non l'ho fatto? Sono rimasto in silenzio, come un bambino. “Non so cosa ti sia accaduto ma, non ti piace l'idea di esser mio amico?” domandò, ormai con trono spento, stava per piangere? No non doveva sporcarsi il volto a causa mia... ma posso fidarmi? Ho paura, tanta paura.

“Haru perdonami, non ho dormito... non mi sento nell'umore adatto...”.

Avrei voluto raccontarle della mia esperienza, non era il momento.
Raccolsi le mie cose, salutai la ragazza con un sorriso, che stonava con le occhiaie, e me ne andai subito a lavoro senza nemmeno cambiarmi, dovevo parlare con il capo assolutamente con urgenza.
La strada era lunga ma dovevo far in fretta. La voce di quello che ormai avevo compreso in parte si faceva sempre più frequente, mi voleva aiutare con Haru... mi stava simpatico, mi diceva delle belle parole, ne avevo bisogno. Arrivai dinanzi all'edificio dove lavoravo, andai nell'ufficio del signor Kawa ma... era completamente vuoto, ogni sua cosa, ogni suo arredo era sparito c'era solo una lettera con un pacco. Presi la lettera e iniziai a leggerla, era davvero confusa:
“Caro Ikari, per favore prenditi cura di lui... io non posso più, sei l'unico di cui io possa fidarmi.”, cosa voleva dire tutto ciò? Chi era lui? La voce? Perché mi sta perseguitando... perché Kawa è sparito.
Seppur confuso presi il pacco, non provai nemmeno ad aprirlo e tornai a casa, erano le 10 di sera.
Presi la strada lunga per tornare a casa lungo un canale, avevo bisogno di pensare un po' alla situazione, il suono dell'acqua mi rilassava parecchio e poi cancellava ogni alone inquietante di questa storia, davvero terapeutico.
Passarono trenta minuti, il rumore dell'acqua cessò, il tempo cessò di muoversi... me ne accorsi davvero in fretta, era impossibile non accorgersene.

Provai a cercare aiuto, inutilmente.
Provai a tornare a camminare facendo finta di niente ma, la strada sembrava non andare mai avanti.
Provai a prendere il telefono ma sbagliai tasca, presi il pacco di cui venne pervaso di luce color verde acceso, si aprì da solo ed uscì fuori uno strano arnese simile ad un orologio del medesimo colore della luce, davanti a me comparve un piccolo dinosauro che mi arrivava alle ginocchia, urlai molto forte.
“Ciao Ikari! Io sono Apatomon... Kawa mi ha chiesto di starti sempre vicino, sono io quella voce!”, era davvero un essere curioso... un dinosauro completamente bianco a strisce verdi e dalle fattezze assonnate, come aveva detto di chiamarsi? Apato...mon? Era un Digimon quindi? Kawa quindi è collegato ai Digimon? È tutto così dannatamente confuso.

“Apatomon... conoscevi Kawa?”.

Domandai, interdetto da tale avvenimento, volevo davvero sapere il loro collegamento e perché tra tutti proprio me.
“Mi aiutò ad integrarmi nel mondo reale, volevo avere degli amici e lui mi ha aiutato parecchio... credevo che saremmo potuti diventar amici ma, era qualcosa di impossibile... ma poi sei arrivato tu!”.
La storia di Apatomon si faceva interessante, Kawa per tutto questo tempo mi aveva preso sotto la sua ala per... regalarmi un amico? Quel vecchio... mi aveva fatto il regalo più bello del mondo, un vero amico con cui condividere le giornate... anche se ne ero ancora abbastanza terrorizzato, che strana l'amicizia.
Finimmo di conversare, il tempo riprese a scorrere e io ed Apatomon arrivammo 20 minuti dopo a casa; parlammo di manga e anime... condivisi con lui tutti i miei manga preferiti, c'era davvero un'enorme intesa.
La mia storia inizia proprio qui, in questo piccolo appartamento a Tokyo. Ancora non sapevo che la persona appena incontrata sarebbe diventata la più importante della mia vita; il mio migliore amico.





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