Naturali pensieri

di Marco Cantamessa
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NATURALI PENSIERI

Giornata sofferta.
La tempesta si avvicina sottovoce,
scandendo il tempo in punta di piedi
e la placida pianura si prepara pensosa,
aspettando che il cielo prenda coraggio,
marciando deciso verso il confronto.

Candidi arcieri fumosi,
scoccano dai loro archi leggiadri
perfette lacrime di pioggia,
che sfrecciano in un battito mancato del cuore,
per trovare nel fertile terreno una casa perduta.

Il sibilo oscuro del vento incerto
ulula tenebroso alla legge del caos
e sferza l'esistenza degli uomini deboli.
Anime spezzate come il glabro stelo di un fiore.

Lampi e fulmini dibattono discussioni inutili
di umane tragedie e cicatrici profonde.                                                                                                           
Il cuore pavido si smuove,
memore di un divino temporale e di un terrore passato.
Ma di queste tempeste fugaci,
non ci rimane che il tempo per guarire la mente.
 
D’un tratto la furia del cielo sia allevia,
complici quelle lacrime di pietà
che rimangono sullo stelo degli occhi dell’erba.
Spade di luce feriscono nuvole intossicate di rimpianti
ed i raggi bagnano di luce la terra.

Il respiro nuovo dell'aria
sferza l'anima che si riscopre gioconda.
La natura svela la sua segreta allegria, così.
Benedetta dal redivivo sole ancestrale
essa sorride al futuro.

Il chiacchiericcio della brezza leggera
avvolge il paesaggio venereo,
nel mentre la vita in cui si adagia la valle della psiche
racconta del suo eterno fascino e di storie lontane.



Questo era il mio tentativo di coinvogliare assieme il tema del concorso, ovvero uomo e natura. 
Grazie per l'attenzione, un saluto,
Marco Cantamessa

 




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