"Passa, Vid! No, non così- NO!"
In tre anni Vidinu era diventato quel che si dice un autentico campione. Non
che riuscisse a tirare, calciare, o trattenere la palla, ma sapeva prendere un
passaggio, ed era più di quanto un qualsiasi altro bambino di tre anni fosse mai
riuscito a fare, in materia di Blitzball. Neanche Beclem, quando veniva a trovarli,
trovava da ridire sul figlio di "Quello smidollato di Wakka".
Ma a differenza di Wakka, Tidus non perdeva un attimo a compiacersi per la precocità
di Vidinu, anzi lo spronava, seppur col sorriso sulle labbra, con fare quasi
marziale. Yuna aveva detto che stava iniziando a somigliare a suo padre, Jecht
della Città dei Sogni, di cui lei aveva visto solo il lato migliore.
Stranamente, la cosa non lo aveva offeso.
Un Tidus di quasi venti anni aveva ormai problemi più seri del conflitto
adolescenziale con il padre. E persino più seri di crescere Vidinu, che oltre ad
essere figlio di Lulu e Wakka era diventato anche, un pò, figlio di Tidus e Yuna.
Il suo problema più serio, quando guardava la spiaggia tropicale di Besaid, era
quanto quella pace sarebbe durata. Era certo che lo stesso pensiero affannava anche
Yuna.
Yuna....
Di Yuna, Tidus ne era convinto, non si sarebbe stancato mai. Quando l'aveva
conosciuta si era immediatamente innamorato della sua diversità. Lei era qualcosa
di mai visto per l'Asso degli Zanarkand Abes, un idolo dello sport che già a
quindici anni riceveva quotidianamente proposte sessuali... lei era proprio come
l'aveva descritta, cinque anni prima, l'uomo che gli aveva fatto da padre al posto
del suo: "E' semplice, seria e non chiede aiuto a nessuno."
Sì, Auron aveva ragione. Ecco come Yuna affrontava il fatto di essere grande
invocatrice, destinata ad una grande battaglia che aveva portato via la vita al
padre di lei e che avrebbe preso anche la sua: era semplice e seria, e non chiedeva
il suo aiuto a nessuno. Fiera, orgogliosa e responsabile, come nè lui nè nessuno
della sua famiglia era stato, ma anche femminile, indifesa, e... bella.
E poi... era cambiata. La felicità di non doversi sacrificare gli aveva fatto un
grande effetto, nei due anni in cui non si erano visti... era diventata scalmanata,
romantica e ribelle, come se volesse urlare al mondo che lei era soltanto se stessa,
non la Grande Invocatrice Yuna figlia di Braska. Qualcosa di sorprendente... poi,
quando si era stancata, era tornata quella di prima, e si era ritrasferita a
Besaid con lui come se nulla fosse accaduto. Era tornata silenziosa, e aggraziata
del tutto inaspettatamente, qualche volta capitava addirittura di rivederla in
kimono.
Essendo stata popstar per qualche mese, aveva aperto una piccola scuola di canto
per bambini e Tidus aveva assistito ad una ulteriore metamorfosi: con i
bambini era decisa, ferma e autorevole, una vera leader.
E poi, il suo lato più nascosto, quando facevano l'amore. Una passionalità ed una
sensualità tali che Tidus, se non fosse stato trattenuto dal solito, patetico
orgoglio maschile, l'avrebbe in più occasioni pregata di smettere, di farlo
respirare perchè non ce la faceva più, e poi di ricominciare perchè era troppo
bello... e cosa più incredibile, lei rideva. Rideva! Mentre lo facevano, le
ammiratrici che Tidus aveva nella Città dei Sogni avevano una faccia terribilmente
seria, come se quello fosse, e forse lo era, il momento più significativo che
potessero concepire. Yuna, invece, rideva. Rideva come se fare l'amore equivalesse
a prendersi tutto il piacere che in altri momenti si negava.
Da ragazzo irresponsabile, sregolato, privo di guida qual era stato Tidus, non
aveva mai creduto nei rapporti duraturi. Era convinto che si sarebbe annoiato. Ora
il solo pensiero gli sembrava delirante.
E infatti il suo pensiero più opprimente non era affatto che si sarebbe presto
annoiato, anzi; era che il tempo per godersi tutto questo stava rapidamente
finendo. Tutti lo avvertivano.
Le visite di Beclem erano sempre interrotte bruscamente da dispacci urgenti
della Lega della Gioventù. E quando c'era, non si soffermava più a sgridare tutti
con aria autocompiaciuta: era mesto, preoccupato.
Wakka stava spesso immobile a guardare il mare della piccola Besaid, e Tidus avrebbe
giurato che controllava se il mare fosse ancora altrettanto azzurro, se le palme
fossero ancora verdi e forti. O almeno, avrebbe dovuto farlo: tutti sapevano che,
presto o tardi, le piante di Besaid avrebbero iniziato ad appassire.
Lulu era la cosa più incredibile. Quando Tidus l'aveva conosciuta, praticava magia
nera: era una donna che non avrebbe temuto di scendere fino all'inferno per ciò in
cui credeva, e qugli sguardi così severi trasformavano il suo corpo formoso
da oggetto del desiderio a statua rigida e minacciosa, che ispirava riverenza. E
non si faceva certo problemi a sfruttare quell'apparenza: sempre pronta a piantare
gli occhi in faccia a tutti e a dire la cosa più spiacevole, con il tono più
marziale... adesso, invece, Tidus vedeva in lei solo una madre preoccupata per il
futuro di suo figlio, che addirittura aveva paura di esternare le sue
preoccupazioni.
E Yuna... se c'era una cosa che non andava nel loro rapporto, era che Tidus si
era sentito spesso sminuito da quello che era lei, anche se lei non ne aveva la
benchè minima coscienza. Ma adesso, Tidus non riusciva ad immaginare quanta
tristezza lei nascondesse. La sua terra stava per rovinarsi e lei non poteva
farci nulla. Era stata una Invocatrice, una donna di fede e quindi una salvatrice;
ma non era una politica, non lo era mai stata. E adesso non poteva fare nulla.
L'unico uomo che sembrava poter fare qualcosa era stato rinchiuso nel sotteraneo
più oscuro di Bevelle, la città rossa, città più grande del continente e sede
del Partito politico-religioso di NeoYevon. Tutti sapevano cosa significava
essere rinchiusi laggiù: non morire, ma peggio, sparire. Tutti ne erano certi,
non avrebbero mai più sentito parlare dell'ex Pretore Baralai.
La fine di Auron era stata dolorosa, e comunque aveva segnato la fine di
un'era: l'ultimo del grande trio. L'Invocatore Braska, l'Asso Jecht e il Samurai
Auron non erano più di questo mondo. Ma Tidus rifletteva solo adesso su cosa
significava essere totalmente privi di una guida, anche precaria come quella di
Auron. Anzi, proprio riguardo alla politica Auron ne aveva sempre masticata più di
tutti loro, e avrebbe certamente avuto qualcosa da dire se l'unico uomo che poteva
fermare la guerra fosse stato destituito e rinchiuso. Probabilmente avrebbe avuto
un piano per liberarlo, ardito e sottile al contempo come spesso era stato il
samurai leggendario.
Ma Auron era morto, Tidus e Yuna erano ormai una coppia stabile di due ragazzi di
venti anni che ne avevano passate tante, e che adesso si occupavano di un bambino,
anche se non il loro bambino, per metà della giornata. E la guerra si avvicinava.
Una pallonata dritta sulla sua faccia, priva di qualunque forza, interruppe i suoi
pensieri. Sorrise radiosamente a Vidinu.
"Bravo, Vid! Questo è il tuo primo passaggio!"
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