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Camelia
gialla
Naruto
smette di tossire, si passa una mano sulla bocca per asciugarsi il
mento dalla
saliva e guarda il mucchietto di petali di tulipano. Sono
così tanti… più del
solito.
Sorride
rassegnato e crolla a sedere sullo spiazzo, la mano ancora appoggiata
alla
lapide, a quel nome.
“Lo
so che
siete lì” mormora, la voce roca.
Non
sposta
gli occhi dai petali nemmeno quando Sakura e Sasuke si siedono ai suoi
lati,
tenendolo stretto. Sasuke si incastra lì dove della protesi,
quel piccolo posto
che è sempre stato suo, e Sakura appoggia la testa contro la
sua spalla.
“Sto
bene”
mormora per rassicurarli.
“Stai
morendo” lo contraddice Sasuke duro.
Sakura
raccoglie i petali con delicatezza, li tiene come se fossero
così delicati da
sgretolarsi tra le sue dita.
“Da
quando?” sussurra.
Sono
così
tanti. Quanto mancherà perché inizi a tossire
boccioli, fiori interi?
“Qualche
mese” dice con leggerezza. “Da quando
l’ho realizzato. Voi?”
“Due
settimane” ammette Sakura. “Ti ho visto tossire
petali nel cestino”.
“Oh…”
ride.
“Dovevo stare più attento”.
Sakura
stringe il pugno sui petali, li spiegazza e trema di rabbia. Non devi nasconderlo le resta incastrato
nella gola.
“Va
tutto
bene” ripete Naruto rassicurante.
“Supererò anche questa, vedrai”.
Restano
in
silenzio qualche secondo, lasciandosi cullare dalla dichiarazione
audace,
dall’ottimismo contagioso che è in grado di
trasmettere con poche parole e per
un momento sembrano dimenticarsi che non esiste cura.
Poi
Sasuke
fa la domanda che Sakura non ha il coraggio di porre:
“Perché
lui?”
Le
labbra
di Naruto tremano in una piccola risata imbarazzata. Si gratta la testa
e nel
movimento entrambi scivolano ancor di più contro di lui.
“È
così
strano?”
Gli
occhi
verdi incontrano esitanti quelli neri prima di mormorare:
“Un
po’”.
Naruto
sorride a labbra chiuse, dolce, negli occhi quell’espressione
emozionata che
Sasuke ha cercato da giorni. Fa male che sia per una tomba.
“Sono
entrato nella sua testa” mormora. “Ho visto, sentito… tutto di lui. Era
ovvio succedesse” ride, ma si afferra i
capelli quasi con disperazione. “Come poteva non succedere
dopo che sono
entrato così a fondo nel suo cuore? Tutto… i suoi
sogni da bambino, i suoi
desideri, l’affetto, la disperazione e la
rassegnazione… il suo amore”. Non sta
più ridendo. “Ha amato così
tanto. E
anche se quell’amore non era per me, ho desiderato lo
fosse”.
Sasuke
abbassa lo sguardo e ricorda quel momento, il tiro alla fune dove i
chakra sono
entrati in contatto. Ricorda la forza che lo trascinava nella coscienza
del
Jinchūriki del Jūbi, come non abbia voluto farsi risucchiare da essa
mentre
Naruto si gettava a capofitto, impulsivo come suo solito, lasciandosi
travolgere dai ricordi estranei. Ma d’altronde se non
l’avesse fatto non
sarebbe mai arrivato così in profondità nel cuore
di Obito per prenderlo per
mano e dare quell’ultimo strattone definitivo al chakra dei
cercoteri. Probabilmente
se non si fossero incontrati in quel modo non avrebbero mai vinto.
“Naruto,
ha
ucciso i tuoi genitori”.
Sasuke
non
si sente crudele a ricordarglielo. Qualsiasi cosa purché non
ci sia più quell’emozione
nei suoi occhi, qualsiasi cosa
purché smetta di uccidersi con questi sentimenti.
“Lo
so”.
“Voleva
ucciderti”.
“Mi
ha
anche salvato la vita, due volte, e ha salvato Kakashi-sensei e ti ha
riportato
da me e Sakura quando Kaguya ti ha diviso da noi” ricorda.
“Avrebbe riportato
in vita tutte le vittime della guerra1”.
Sasuke
rimane in silenzio, poi:
“È
morto”.
Il
sorriso
di Naruto è triste.
“Per
me”.
*
Sakura
riesce a convincerlo a fare un’ecografia, anche se costringe
se stessa e Sasuke
a giurare di non dirlo a nessuno. Naruto non vuole far allarmare
Konoha, non
vuole mettere in agitazione il Rokudaime quando
c’è ancora molto da fare per la
pace. Ci sono priorità e ha intenzione di non distogliere la
sua attenzione da
esse.
La
stanza
d’ospedale è vuota, Sakura ha fatto in modo che ci
fossero solo loro tre e
nessuno venisse a disturbarli. Ha iniziato una nuova cartella medica
dove
appuntare tutte le condizioni di salute di Naruto.
Non
c’è cura continua a fare
capolino nella sua
mente, ma lei è una medi-nin, la migliore di Konoha, e la
troverà a costo di
notti insonni e troppe lacrime.
“Ti
terrò
sotto osservazione” mormora. “Appunteremo la
frequenza della tua tosse, quando
si presenta e quanto dura. A quali fiori appartengono i petali che
vomiti e
quanti sono. Cercheremo di prevedere il suo peggioramento e troveremo
un modo
per bloccare la crescita delle radici nei tuoi polmoni”.
Naruto
si
spoglia ed entra nella macchina per i raggi. Quello che si presenta
sullo
schermo lascia Sakura senza fiato.
“È
come se
tra le tue costole ci fosse un giardino” mormora.
Attorno
ai
bronchi e bronchioli sono avvolte radici e viticci, che si arrampicano
fino al
cuore, dove le radici sono più robustamente ancorate. Lo
avvolgono e stringono
a ogni battito. E i fiori… o meglio: i teneri boccioli
arrotolati in se stessi
come nell’inizio della primavera sono uno spettacolo
commovente. Riesce a
riconoscere alcuni tipi, soprattutto i gigli ragno rosso,
così bizzarri…
“Non
si
possono estrarre con un’operazione?” chiede Sasuke.
Sakura
scuote la testa sconsolata. “Non saprei… non ho
mai sentito nulla di simile”.
“Ma
è
fattibile?” insiste.
“Non
lo so”
ripete più incisiva, picchietta sullo schermo.
“Guarda queste radici, sono così
avviluppate… i polmoni sono delicati, non sono un organo su
cui si può
intervenire senza sapere cosa si sta facendo… Dio, sono
anche nei ventricoli,
guarda. Mi chiedo come sia possibile, è assurdo!”
Sasuke
osserva e tutto quello che sa è che vorrebbe strappare con
forza quei fiori
maledetti e dar loro fuoco.
“Dovremo…
indagare ” mormora Sakura, mordicchiandosi la pellicina del
pollice. “Non puoi
essere l’unico, Naruto, qualcun altro deve… Devono
aver tentato qualcosa”.
Non
c’è
cura. Non c’è cura. Non c’è
cura.
Stampano
l’immagine e Naruto può uscire dalla macchina.
Prima ancora di rivestirsi
l’afferra e osserva curioso quello che l’amore per
un morto sta causando nel
suo corpo.
“È
bello
però” mormora Naruto con un tono remissivo.
“È
spaventoso” ringhia Sasuke.
Come amare, pensa Sakura.
*
Naruto
non
lo nasconde più a Sakura e Sasuke. Quando la tosse lo coglie
ed è solo con loro
non cerca scuse, non fugge. Si piega su se stesso e tossisce, vomita i
fiori
sul pavimento, sulla propria mano mentre il suo corpo si sforza e
soffre per
poter respirare. Sakura raccoglie sempre i petali e li conta,
angosciata nel
vederli ogni giorno aumentare.
Le sue
ricerche in biblioteca non portano a nulla. Sembra che Naruto sia
l’unico a
essere stato colpito da quella maledizione e quando chiede a Tsunade se
sa
qualcosa sull’hanahaki la maestra la sminuisce come una
romantica leggenda.
Ma non
c’è
niente di romantico nel vedere Naruto soffocare, diventare giorno dopo
giorno
sempre più debole e pallido per i fiori che succhiano le sue
energie.
Soprattutto è così reale.
Naruto
continua a tornare a quella tomba, quel monumento – sotto non
c’è neanche sepolto
un corpo, è solo un nome – assiduamente, come se
non si rendesse conto della
pericolosità della sua azione. Continua a nutrire il suo
amore ogni giorno,
incauto e ingenuo.
“Basta
che
la persona che ami ricambi per guarire, non è
vero?” mormora una volta.
Naruto
ha
dichiarato il suo amore mille volte. Ma i morti non rispondono.
*
Guarda
il
giallo morbido e burroso galleggiare nell’acqua con
malinconia.
Camelia
gialla, nostalgia.
Sorride
fra
sé e sente un sapore ferroso mentre passa la lingua sui
denti. Nostalgia di
cosa? Di qualcosa che ha potuto avere che per pochi preziosi attimi?
Non
dovrebbe mancargli così tanto, lo sa, ma ricorda
quell’ultimo sorriso e si
sente soffocare dal bisogno di rivederlo ancora una volta.
Qualcuno
bussa alla porta del bagno e gli chiede di sbrigarsi. Naruto ingoia gli
ultimi
rimasugli di tosse, la gola che brucia e gratta per lo sforzo di tirare
fuori
dalla trachea quei
petali.
La
camelia
è un fiore bellissimo e per un momento folle pensa di
conservare quei petali,
come faceva con i primi che sputava. Li conservava e li portava al
monumento
commemorativo come un’offerta. Poi ha smesso: sono diventati
troppi e la sua
preoccupazione è stata nasconderli. Comunque continua a vomitarli davanti alla sua tomba.
Con
rammarico preme lo sciacquone e osserva i petali girare nel vortice
d’acqua,
risucchiati nello scarico.
Quando
esce
fa un cenno di scuse all’uomo che attende il suo turno fuori,
torna veloce allo
studio dell’Hokage dove Kakashi è pronto a
sfruttarlo con la scusa del suo
tirocinio – come se uno degli
Hokage
precedenti abbia mai fatto tirocino, dattebayo.
“Che
ti ha
trattenuto così a lungo?” chiede al suo ritorno il
Rokudaime.
Naruto
geme
a vedere la quantità di scartoffie aumentate in quei pochi
minuti.
“Niente”
scrolla
le spalle.
“Naruto?”
Alza lo
sguardo e sorprende l’ex-sensei fissare le sue labbra con
cipiglio confuso,
dentro di sé raggela ancor prima che chieda:
“Cos’hai
sul mento?”
Si passa
il
palmo sulle labbra e sente qualcosa di morbido sfregare sulla pelle,
guarda i
petali gialli ipnotizzato e mentalmente si maledice per non aver
controllato
prima di uscire dal bagno di averli sputati tutti.
“Sembrano…
petali?”
Ride
genuinamente della confusione di Kakashi.
“Devo
essersi appiccicati mentre camminavo”.
Il
Rokudaime
non chiede come sia possibile, è Naruto e ormai si aspettata
tutto da lui. Osserva
semplicemente il palmo e una piccola espressione malinconica si disegna
sulla
parte visibile del suo viso.
“Ah,
camelia gialla…” riconosce. “Era uno dei
fiori preferiti di Obito”.
Naruto
sente che non può combattere il sorriso e il calore che gli
inonda dolce lo
stomaco, come quando beve il tè zuccherato con il miele. Si
lamenta sempre che
Kakashi lo trattiene nel suo ufficio per sfruttarlo, ma la
verità è che lui
adora restare con lui per cogliere i mozziconi di racconti che lascia
su
Obito.
“Una
volta,” continua rapito dal ricordo, “ne ha
comprato un mazzo intero per Rin,
ma non riuscì mai a darglielo…”
Lo so, vorrebbe
rispondere, perché ha
visto quei ricordi e li ha sentiti come se fossero suoi. Ma un colpo di
tosse
ostruisce la sua gola e si trova il petto soffocato da una pressione
insostenibile. Chiude le spalle e porta le mani alla bocca, la
fastidiosa
sensazione che striscia nella sua trachea con violenza che lo fa
rabbrividire
in convulsi.
“Naruto?”
chiede Kakashi preoccupato.
“Scusa,
io…” La tosse lo interrompe brevemente.
“Esco, un secondo…”
Non gli
dà
tempo di replicare, lacrimando si trascina in corridoio, in uno
sgabuzzino
vuoto, ovunque dove possa vomitare ciò che gli striscia in
gola.
Entra
dentro la prima porta disponibile e si accascia a terra in ginocchio,
la tosse
che non mostra un solo cenno di cedimento, nemmeno quando raddoppia
ansimando.
Non riesce a riprendere fiato.
Sente le
lacrime di fatica e dolore bagnargli il volto, scivolare sul mento
insieme alla
saliva. Finché, finalmente, dalle labbra non si liberano i
petali che
svolazzano troppo colorati per il dolore che gli sta sconquassando il
corpo.
Sono
così
tanti. Le sue mani
sembrano contenerli
appena mentre continuano a cadere dalla sua bocca come una cascata di
giallo.
Sembra non finire più e alla fine, quando guarda tra i
propri palmi, non si
sorprende di trovare un bocciolo di camelia.
Oh.
Quanto
più si avvicina a vomitare un fiore completo, tanto
più le sue
condizioni peggiorano, ma Naruto non riesce a trovare nulla di cui
preoccuparsi. C’è Kurama che si muove inquieto nel
suo stomaco, che rilascia
chakra per guarirlo da queste ennesima ferita, per curare i suoi
tessuti
interni lacerati dal passaggio di quel piccolo bocciolo. Come
può qualcosa di
così bello e delicato essere altrettanto letale? Naruto non
riesce davvero a
pensarlo.
Raccoglie
i petali, li conta uno a uno canticchiando. Sono così
carini,
così brillanti e profumati. Rosa d’inverno, canticchia
nella sua
mente, è un altro modo in cui viene chiamato quel fiore. il
bocciolo è così
morbido fra le sue dita…
Immagina
che le labbra di Obito fossero altrettanto morbide. Si preme i
petali e il bocciolo sulla bocca, finge che siano le sue labbra ad
accarezzarlo, che il bordo dei petali sia quella cicatrice che
frastagliava il
labbro inferiore; spera che il desiderio obnubili la sua mente al punto
di
credere di star davvero ricevendo un bacio. Ma non funziona e geme
contro di
loro, assapora il ferro del suo stesso sangue sui petali e si sforza di
immaginarlo.
Ha
così tanto amore da dare e non c’è
nessuno a riceverlo, ha preferito
morire.
Si preme
i petali gialli contro la bocca, immagina labbra morbide e occhi
rossi di sharingan e quei corti capelli bianchi e braccia che lo
stringono e
Naruto non prova altro che un assoluto rimpianto.
1. Nel caso
qualcuno non si ricordi: Obito riporta il chakra di Kurama + quello del
Gyuki e
dell’Ichibi a Naruto quando Madara glielo strappa riducendolo
in fin di vita;
lo salva poi quando Kaguya prova a colpirli mortalmente nella
dimensione con la
gravità aumentata (dove muore) e sempre lì salva
Kakashi annullando con il
kamui il colpo che Kakashi si stava prendendo al posto di Sasuke;
quando Kaguya
capisce che servono sia Sasuke che Naruto per sigillarla li divide
spedendo
Sasuke in un’altra dimensione (in quel momento Sasuke non
sapeva ancora che il
rinnegan può teletrasportarlo tra le dimensioni) e Obito si
offre di ritrovarlo
usando il kamui, dice espressamente a Naruto che avrebbe riportato
Sasuke da
lui; infine, subito dopo la chiacchierata con Naruto e la perdita del
chakra
dei Bijū, Obito vuole sfruttare il rinnegan per riportare tutti in vita
con il
rinne tensei (come aveva fatto Nagato), ma Black Zetsu lo ferma prima
che possa
farlo e lo costringe a riportare in vita solo Madara.
Il significato più
importante attribuito alla Camelia
è il sacrificio.
È un pegno e allo stesso tempo un impegno ad affrontare
ogni sacrificio in nome dell’amore. Il significato che gli
viene attribuito nel linguaggio
dei fiori è
il senso di stima e di ammirazione verso qualcuno.
Il suo significato varia anche in base al colore dei petali, nella sua
colorazione gialla è appunto quello della nostalgia.
Oddio
;__;
Non
mi aspettavo che
il primo capitolo incuriosisse così tante persone, ne sono
davvero felice!
Immagino sia anche il richiamo dell’angst >.<
Vi ringrazio davvero tanto
per aver letto il capitolo, soprattutto le personcine bellissime che
hanno
recensito *^* Spero che anche questo vi sia piaciuto!!
Forse
può sembrare un
po’ OOC questo comportamento di Naruto, ma sappiamo tutti che
quando si mette
in testa una cosa non c’è buon senso che lo faccia
fermare dai suoi propositi,
un po’ come è successo con Sasuke. Naruto mi
dà sempre quella sensazione di una
persona che si butta nelle cose senza cinture di sicurezza e senza
preoccuparsi
che possa essere pericoloso per se stesso. Anche qui si è
lasciato andare alle
emozioni senza troppe domande, seguendo il proprio cuore e istinto, e
continua
ad affogarci perché sente che amare è giusto.
Eee
anche per la
faccenda dell’ObiNaru, che magari per chi non mi segue
può sembrare molto wtf?
Okay, tralasciando che io li shippo follemente quanto e più
(ecco, l’ho detto
lol) del sasunaru, spero che non vi sembri così assurdo. Del
resto ho inserito
un po’ nel testo la motivazione: quello che è
successo nella mente di Obito,
mentre lottavano per il chakra dei Bijū, ha cambiato radicalmente il
modo di
percepirlo di Naruto. Prima Naruto odiava ferocemente Obito per quello
che
stava facendo, con lo stesso impeto di come ha odiato Pain; poi entra
in
contatto con i ricordi e le emozioni di Obito e i suoi propositi di
sconfiggerlo cambiano. C’è proprio la parte dove i
loro chakra si stanno
scontrando e Naruto vede la morte di Rin e si mette a piangere per lui,
al
punto che perfino Kurama deve dirgli di non lasciarsi influenzare da
quello che
vede/sente. Ovviamente figuriamoci se quello l’ascolta e
invece va proprio a
fondo in Obito nella loro lunga chiacchierata, dove improvvisamente si
vede che
da “ti sconfiggerò e te la farò pagare
per tutto” Naruto passa a “Tu devi stare
dalla nostra parte, ritrova te stesso e combatti con me”. Al
punto che continua
a insistere anche quando Obito gli mette una mano alla gola e quando,
alla fine
dello scontro, Sasuke schizza per ucciderlo Naruto tenta di fermarlo ed
è
sollevato dall’intervento di Minato che ferma sia Sasuke che
Kakashi dall’ucciderlo.
Che sì, effettivamente è una cosa che
è successa anche con Nagato, ma con
Nagato Naruto non ha avuto la stessa reazione – quando si
è sacrificato per
Konoha era meno coinvolto e distaccato di quanto successo con Obito.
Per non
parlare di tutto il resto, quando lo rianima e lo scontro con Kaguya,
quando si
sacrifica per lui Naruto è davvero distrutto. Perfino Sasuke
lo capisce e gli
lascia del tempo per un ultimo saluto mentre si occupa lui di tenere
impegnata
Kaguya, c’è proprio uno scambio di sguardi tra
loro dove Sasuke lo sprona a
lasciar perdere ma poi vede che per Naruto è importante. E
quando se ne va
Naruto proprio esplode di frustrazione per non poter salvare Obito e
c’è quella
magnifica reazione di stupore al “grazie” che
riceve da parte di Obito. Più
aggiungiamo lo scatto di rabbia contro lo Zetsu nero che sta deridendo
Obito e lui
lo trancia a metà gridando che trova Obito “un
figo da paura”. Sì, esatto.
Quindi,
sì, ecco, non
è poi così assurdo che sia innamorato di Obito,
anche se lui è morto ;__;
...Okay,
scusate per
questo flusso di coscienza non richiesto. Ma ho bisogno di spargere
motivazioni
per cui gli ObiNaru sono bellissimi e si meritano
un’opportunità T_T Che in
questa storia non
hanno…………………
ribadisco: dolore.
Ci
vediamo il
prossimo lunedì ^^
Hatta
<3
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