Are you gonna be my girl?
< Sei veramente sicura?
> domandò Robert mentre si accendeva una sigaretta.
< Per l'ennesima volta Robert: sì > risposi
ridacchiando.
< Potresti pentirtene >
< Non credo proprio > ribattei coprendomi col lenzuolo.
La mia relazione con Robert, se così la si può
chiamare, durava da quasi un anno. La prima volta che c'incontrammo
eravamo entrambi usciti da poco da una relazione importante, e dopo
esser diventati amici avevamo stabilito di frequentarci giusto per
divertirci un po', senza impegno. Per lui la cosa sembrò
funzionare perfettamente, ma io avevo sempre pensato che tra di noi non
ci fosse solo sesso.
< Ti farò cambiare idea… >
sussurrò spegnendo la sigaretta e avvicinandosi a me, poi mi
fece stendere sotto di lui e mi bloccò entrambi i polsi.
< Che cosa vuoi fare? > domandai maliziosamente.
< Farti cambiare idea > rispose sorridendomi trionfante e
quando capii le sue intenzioni tentai di liberarmi, ma fu troppo tardi:
si lanciò sopra di me e iniziò a farmi il
solletico.
< No, ti prego, smettila! > esclamai ridendo come una
matta.
< Stai cambiando idea? > domandò Robert
sorridendo.
< Mai! > risposi facendogli la linguaccia, ma lui
ricominciò a farmi il solletico e mi dimenai ancora di
più < no, ti prego smettila! > esclamai
continuando a ridere convulsamente quando arrivò a farmi il
solletico nei piedi < Caleb, piantala! >
Non appena pronunciai quel nome lui si bloccò di colpo e mi
guardò furibondo.
domandò
premendo sui polsi.
< Robert, io… >
< Ti ho fatto una domanda! > urlò aumentando
la presa.
< Mi fai male! > esclamai terrorizzata.
< Eh certo, tu mi chiami con il nome del tuo ex ragazzo e io non
devo dire niente? Cosa fai, vieni a letto con me e pensi a lui? >
< Rob, non è come credi… > tentai
di dire.
< Ah no? > domandò sarcastico mentre si
allontanava dal letto < ma per favore…vai al diavolo
> aggiunse rivestendosi frettolosamente e poi uscì
dal mio appartamento.
Presi il lenzuolo, lo avvolsi intorno al mio corpo e poi lo inseguii.
< Robert! > urlai aprendo la porta di casa per arrivare
sul corridoio, ma lui era già sparito.
< Ciao Annie > disse il mio vicino di casa guardandomi
maliziosamente, ma non lo degnai di uno sguardo e rientrai nel mio
appartamento.
Mi sedetti su una poltrona e guardai il pavimento senza distogliere lo
sguardo, rimanendo immobile per non so quanto tempo. Ad un certo punto
mi alzai, andai in bagno per fare una doccia, mi vestii e preparai la
valigia, infilando alla rinfusa qualche abito.
Tornai in sala dove presi un blocchetto per gli appunti e una penna,
decisa a lasciare un messaggio alla mia coinquilina e migliore amica
Stephanie.
“Vado
a stare a Santa Monica dai miei genitori per un po'. Ti chiamo appena
arrivo. Ti voglio bene,
Ann”
Mi chiusi la porta alle spalle e salii
in macchina, arrivando nel giro di qualche ora nella villa dove avevo
vissuto per quasi diciannove anni, prima di trasferirmi a Los Angeles
per seguire un corso di giornalismo, la mia più grande
passione.
< ¡Hola
cariño!
> esclamò Dorina,
la governante che lavorava per i miei genitori da quando ero nata.
(ciao tesoro!)
< Hola Dorina > risposi
abbracciandola calorosamente.
< Cosa ci fai qui? > chiese prendendomi il volto tra le
mani e sorridendomi con fare materno: Dorina si era sempre presa cura
di me, sin da quando avevo pochi mesi e lei per me era una seconda
madre.
< Avevo bisogno di staccare la spina da Los Angeles.
Starò qui per un paio di giorni, è un problema?
>
< Certo che no, la tua camera è sempre pronta e
pulita per te > rispose sorridendo < è
successo qualcosa con quel chico, Robert…¿verdad?
>
< C'è stata solo una incomprensione >
puntualizzai fingendomi allegra < mamma e papà sono
in casa? >
< Tuo padre è in Cina per affari e torna domani, tua
mamma è andata a farsi le unghie >
< Ok, allora la vedrò più tardi >
< Niña mia, ti va di raccontarmi di aquél
chico? >
< Veramente non molto, scusa > risposi prendendo la
valigia e entrando in casa < ma raccontami delle tue bambine.
Come stanno? >
< Muy bien Annita, muy bien > rispose sorridendo <
verranno la prossima settimana a trovarmi, e non appena compieranno
diciotto anni hanno detto che lasceranno la Spagna e verranno a vivere
qui > aggiunse orgogliosa. (molto bene Annita, molto bene)
< Non vedo
l'ora di vederle, mi mancano molto > dissi sorridendo.
< A mí también, mi amor > rispose
con gli occhi lucidi < sigame Annita, me voy a
prepararte la comida > (anche a me, amore
mio....seguimi Annita, vado a prepararti il pranzo)
< No me llamo Annita > risposi ridendo. (non mi chiamo
Annita)
< Para mí, tu serás siempre la mi Annita
> obiettò trascinandomi in cucina e preparandomi un
piatto di pasta. (per me tu sarai sempre la mia Annita)
Decisi di prolungare la mia
vacanza di altri due giorni. Per tutto quel tempo Robert non si era
fatto sentire, e io nemmeno. L'ultimo giorno a Santa Monica mi svegliai
presto alla mattina, e dopo essermi preparata la colazione presi la
macchina, mi fermai dalla fiorista e mi diressi verso il cimitero. Una
volta entratavi camminai verso l'angolo più a est e quando
raggiunsi il punto che stavo cercando, mi fermai senza dire una parola.
Restai lì, ferma a guardare quella lapide per non so quanto
tempo, finché non sentii dei passi avvicinarsi ai miei.
< Ti cercavo > sussurrò una voce che avrei
riconosciuto tra mille, e quando mi voltai mi trovai Robert davanti
agli occhi.
< Cosa ci fai qui? > domandai, sconvolta di trovarlo in
quel luogo.
< Quando ho provato a telefonarti a casa, Stephanie mi ha detto
che eri andata a Santa Monica dai tuoi genitori >
< E qui al cimitero? >
< Ho visto la tua macchina parcheggiata > rispose alzando
le spalle < mi dispiace per come mi sono comportato >
< Non devi scusarti >
< Sì, devo > rispose avvicinandosi a me
< il nostro patto era quello di non impegnarci, e invece io ti
ho fatto una scenata pazzesca. La tua ultima relazione è
stata importante per te, è ovvio che tu sia ancora
innamorata di Caleb > aggiunse sorridendomi dolcemente.
< Io…posso presentarti una persona? > domandai
con occhi lucidi.
< Certo >
< Vieni > sussurrai allungando la mano, e quando lui
rispose al mio gesto intrecciammo le nostre dita e lo invitai ad
avvicinarsi ancora di più a me < Robert, lui
è Caleb > dissi mentre gli indicavo la tomba sulla
quale avevo appoggiato i fiori.
Senza dire una parola Robert si abbassò per leggere cosa ci
fosse scritto sulla lapide, e sentii che ad un certo punto trattenne il
fiato.
“Caleb Anderson
1988-2004
*Segui sempre i tuoi sogni,
e se davvero lo vuoi,
si avvereranno*”
Era tutta la mattina che
fissavo quella scritta, ma improvvisamente rileggerla mi fece stare
male, e quando Robert prese tra le mani un portafoto con dentro la foto
mia e di Caleb che nostra madre ci aveva scattato il giorno del nostro
diploma iniziai a piangere.
< Era tuo fratello? > chiese senza guardarmi.
< Sì, mio fratello gemello > risposi con voce
tremante e in quel momento Robert appoggiò per terra la foto
e si avvicinò a me, abbracciandomi e cullandomi, mentre io
mi sfogavo.
< Come è morto? > domandò quando mi
calmai.
< Una sera eravamo usciti a mangiare una pizza con i nostri
genitori. Era molto tardi e stavamo camminando in una strada con
un'illuminazione scarsa. Quando attraversammo la strada per raggiungere
il parcheggio dove avevamo parcheggiato la macchina, una Ferrari
sfrecciò all'improvviso a tutta velocità e stava
per investirmi. Così Caleb senza pensarci su due volte corse
verso di me e mi spinse via, finendo sotto la macchina al mio
posto… > risposi mentre chiudevo gli occhi e
ripensavo a quella terribile scena < …e
morì sul colpo > aggiunsi dopo un minuto di pausa
< l'automobilista era ubriaco e i poliziotti lo arrestarono
immediatamente, ma quando si venne a sapere che era il figlio di un
importante uomo d'affari, lo rilasciarono senza troppe storie >
terminai con le lacrime agli occhi.
< Mi dispiace tantissimo > sussurrò
abbracciandomi da dietro e mi appoggiai a lui, posando una mano sulla
sua guancia < eravate molto legati, vero? >
< Puoi giurarci > risposi abbozzando un sorriso.
< Perché non me l'hai mai detto? > chiese
dandomi un dolce bacio sul collo.
< Non mi piace parlare di questa storia > ammisi senza
vergogna < ormai sono passati cinque anni, ma mi fa ancora male
pensare che lui non c'è più. Non hai idea di
quanto mi manchi > sussurrai col magone e mi strinse
maggiormente a sé.
< Vi somigliavate molto? Caratterialmente intendo >
< Abbastanza > risposi ridacchiando < io ero
più testarda di lui >
< Mi sarebbe piaciuto conoscerlo >
< Gli saresti piaciuto > dissi premendo il palmo sulla
sua guancia quando Robert me lo baciò < l'altro
giorno ti ho chiamato col suo nome, perché lui era l'unico a
farmi il solletico sotto i piedi >
< Non mi devi spiegazioni, sono io che sono un cretino. Sono
stato male in questi giorni, mi sei mancata tantissimo >
< Anche tu >
< Solo che non avevo il coraggio di chiamarti…
>
< Siamo entrambi troppo orgogliosi > obiettai voltando la
testa di lato e sorridendogli.
Pochi secondi dopo Robert si allontanò da me e si
riavvicinò alla lapide di mio fratello.
< Caleb, vorrei avere il tuo permesso per frequentare tua
sorella > disse appoggiando una mano sulla lapide, per poi
voltandosi verso di me e sorridendomi.
< Credevo che ci frequentassimo già > risposi
inarcando un sopracciglio.
< Non credo che i nostri incontri notturni possano essere intesi
come frequentarsi > obiettò
tornando in piedi e avvicinandosi a me < voglio passeggiare con
te mano nella mano, uscire a mangiare insieme, voglio portarti alle
varie premier e presentarti come la mia ragazza. Voglio che tutto il
mondo sappia che io sto con te e che ti amo >
< Lo vuoi davvero? > domandai sorridendo.
< Assolutamente > rispose prendendo il volto tra le mani
e baciandomi dolcemente.
< Tu per me non sei mai stato da una scopata e via >
puntualizzai appoggiando le mani sul suo petto.
< L'avevo sempre sospettato > sussurrò
baciandomi la punta del naso < tu all'inizio sì. Poi
però ho capito che eri qualcosa di più,
finché l'altro giorno, quando mi sono ingelosito
perché mi avevi chiamato Caleb, ho realizzato che ti amavo
> aggiunse accarezzandomi una guancia.
< Lo stesso vale per me > risposi sorridendogli.
< Tornerai a Los Angeles? > chiese prendendomi la mano.
< Sì > risposi allontanandomi da lui <
prima però voglio salutare i miei genitori, il che implica
che dovrai conoscerli > aggiunsi sghignazzando.
< Mmm…va bene, lo farò > disse
sorridendo < ciao Caleb > sussurrò guardando
la lapide di mio fratello < ti aspetto fuori > aggiunse
voltandosi nella mia direzione.
< Grazie > risposi guardandolo andarsene e poi mi
rivoltai verso la lapide di Caleb < Cal, mi manchi da matti.
Però sei sempre nei miei pensieri e so che da
lassù mi stai guardando. Ti voglio un mondo di bene, sappilo
> sussurrai chinandomi verso la lapide e dopo aver preso in mano
la nostra foto la baciai.
Dopo trenta secondi mi rialzai in piedi e raggiunsi frettolosamente
Robert, che se ne stava appoggiato alla mia macchina e mi sorrideva
divertito.
< Stavo pensando a quando ti porterò a Londra a
conoscere i miei genitori > disse precedendo la domanda che
stavo per fargli.
< Sono così tremendi? > chiesi divertita.
< Più che altro sono…come
dire…un po' invadenti… >
< Devo aspettarmi domande della serie: “quante volte fai sesso con
mio figlio?” ? >
< Precisamente >
< Bene > risposi sorridendo mentre entravo in macchina e
Robert mi chiudeva lo sportello, per poi raggiungere la sua e metterla
in moto < l'importate è che non ti scandalizzi quando
mio padre ti chiederà con quante persone hai fatto sesso
prima di me, se hai mai riscontrato qualche malattia e se hai
intenzione di portarmi all'altare o meno > aggiunsi
affiancandomi a lui con la macchina e poi sfrecciai sulla strada,
ridendo come una matta al pensiero della faccia terrorizzata di Robert.
Buonasera a tutti! Vi eravate
già stancati di me? No, vero?
La vacanza in Sicilia mi ha fatto bene, mi sono messa d'impegno e ho
scritto un sacco di storie xD piano piano le posterò
tutte...ma la precedenza voglio darla a questa. Non
so perché, ma non appena l'ho scritta,
mi ci sono affezionata.
A me piace tantissimo e per la prima volta sono orgogliosa di dire che
ne sono entusiasta, e spero che possa piacere anche a voi.
A presto con le prossime
one-shot!
Un bacio enorme, Giulls
P.S. Alcuni dialoghi in
spagnolo li ho tradotti lì accanto :)
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