Flu season

di metformin_86
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"Hai la febbre"
"Non ho la febbre"
"Come provi a mettere un centimetro quadrato di pelle fuori dal piumone tremi. Hai la febbre"
"Non ho la febbre ti dico"
Mitsui sbuffò. Quando Kogure ci si metteva sapeva essere esasperante. Andò in bagno e dall'armadietto sopra il lavandino prese un termometro di plastica. Tornò in camera e lo porse al compagno.
"Adesso te la misuri. Cosí vediamo chi ha ragione."
"E se vinco io cosa facciamo?" scherzò Kogure.
Mitsui ci pensò su. "Decidi tu" capitolò alla fine.
"Adottiamo un gatto"
"Un...un gatto?" chiese leggermente allarmato Mitsui.
Kogure annuí felice. "La gatta di Rukawa ha appena fatto una covata. Ce n'è uno rosso che mi piace un sacco"
"Sentiamo... e poi cosa ne facciamo del gatto?" lo prese in giro Mitsui.
"Lo chiamiamo Matisse"
Mitsui ridacchiò. Non aveva corso nemmeno per un istante il rischio di scambiare l'idea di Kogure per una dichiarazione di interessi artistici. Solo a lui, infatti, poteva capitare un ragazzo che alle soglie dei 30 anni conosceva ancora a memoria tutti i cartoni animati della Disney.
"Affare fatto" acconsentí alla fine. "5 minuti sotto la lingua e scopriremo se Matisse entrerà a far parte di questa famiglia".

*****
"Ho la febbre"
"Sei solo una volpe pigra"
"Do'hao, ho la febbre ti dico. Ho un freddo cane e la testa mi scoppia". Rukawa si rigirò sotto le coperte e premette la fronte contro il futon.
"Ci credo! Dormi con solo i boxer in pieno inverno e quanto alla testa...ieri sera potevi evitare di fermarti a bere quella birra con Sendoh dopo l'allenamento"
Rukawa sbuffò "Non mi sembra questo il momento di mettersi a fare il geloso. Stiamo assieme da una vita e mezza, viviamo assieme, cos'altro ci vuole per convincerti?" disse mettendosi seduto.
"Voglio che la smetti di vedere quel porcospino!" fece il broncio Sakuragi.
"Ma lavoriamo assieme!" protestò Rukawa.
"Potresti lavorare con me" insistette Hanamichi.
Rukawa alzò gli occhi al cielo "E infatti lavoriamo assieme pure io e te, cretino! "
"Bello schifo: ti faccio i massaggi e le spugnature"
"Ma se sei il fisioterapista della palestra! Chi altro dovrebbe farli i massaggi? E poi ti ho proposto mille volte di entrare come socio. Sei tu che non vuoi rubare nemmeno un minuto al tuo tavolo delle torture. Yokohama mi ha detto che l'altro giorno gli hai fatto un male cane"
"Kitsune, si chiama scollamento della scapola! E l'ho fatto perché quel ragazzo aveva le spalle inchiodate! Non fa abbastanza stretching. Dovreste cazziarlo di più."
Rukawa sorrise. Nonostante lo facesse impazzire con questa storia della gelosia per Sendoh, Hanamichi, da che era andato in fissa con la storia della fisioterapia, era diventato uno dei migliori nel suo campo. Era una benedizione averlo a gestire gli atleti della società.
All'improvviso suonò il campanello.
"Vado io - si affrettò Rukawa, tirandosi su barcollante - Oggi sei di malumore e tratti tutti male"
Aprí la porta.
"Mitsui, ma che diavolo ci fai qui?" Si era aspettato il corriere.
"Dovresti trattarlo un po' meno bene. - Disse sarcastico Sakuragi alle sue spalle - cosí é troppo affettuoso; lo metti in imbarazzo!"
"Io...ehm...sono capitato in un brutto momento?" chiese a disagio l'ex compagno di squadra.
Rukawa scosse la testa "Nh. Entra - disse facendogli segno di venire avanti - Che...come...come mai da queste parti?"
Le guance di Mitsui si tinsero lievemente di rosso "Io...ehm...ho sentito che dai via dei gattini in adozione"
Gli occhi di Rukawa si illuminarono "Oh sí - disse - sí, sí... Hibiko mi ha fatto cinque cuccioli. Vieni che te li faccio vedere"
"Non serve - si affrettò a dire Mitsui - So già quale voglio...quello rosso"
Alle sue spalle Sakuragi ridacchiò "Il senpai Kogure ti ha incastrato, eh?"
"Io ho...ho perso una sorta di scommessa"
"Eccolo qua" annunciò Rukawa ricomparendo con in mano una palla di pelo rosso.
"Ca..carino" azzardò Mitsui. Per tutta risposta la palla rossa soffiò e miagolò.
"Kogure ti ha incastrato" confermò Sakuragi.
"Te lo...ti...ti presto un trasportino" cercò di incoraggiarlo Rukawa.
La belva rossa soffiò e protestò a lungo ma alla fine venne chiusa  al sicuro in una specie di scatola di plastica bianca e azzurra con una grata a chiudere le estremità.
"Tutto tuo - esclamò soddisfatto Rukawa, allungando il trasportino a Mitsui- Fatemi sapere come lo chiamate"
"Come lo chiama Kogure" puntualizzò Sakuragi.
Mitsui gli lanciò un'occhiata di avvertimento.
"Grazie" disse prendendo a sua volta il trasportino ; quasi all'istante una zampetta rossa schizzò fuori dalla grata e si mise a cercare di unghiarlo
"Merda! - esclamò un secondo dopo Mitsui - Rukawa le tue mani...tu...tu scotti di brutto - e rivolgendosi a Sakuragi - Dagli un'aspirina, per amor del cielo"
Uscí. Sakuragi rimase come per un secondo imbambolato. Poi si girò verso Rukawa "Dannata volpe ottusa - protestò - dovevi dirmelo che stavi poco bene".
Per tutta risposta Rukawa gli mollò un pugno "Torno a letto, do'hao!"
*****
Kogure si rigirò nel sonno. Qualcosa gli stava dando fastidio ad una spalla. Cambiò posizione. Il fastidio riprese. Sbuffò e aprí gli occhi.
Un po' sfocati, i lineamenti di Mitsui gli sorrisero.
Gli stava porgendo un bicchiere di acqua leggermente torbida.
Kogure lo afferrò con mani un po' incerte e bevve mentre Mitsui gli sosteneva la schiena.
Il sapore del l'aspirina gli impastò la bocca.
"Grazie" disse, lasciandosi andare sul futon. Si bloccò un attimo.
"Che c'è?" chiese gentilmente Mitsui.
Kogure arrossí "Ah no nulla...mi era sembrato di sentire un...miagolio"
Mitsui scoppiò a ridere "Ora hai anche le allucinazioni? - scherzò - Guarda che cosí mi fai preoccupare"
Kogure annuì. Aveva la faccia leggermente crucciata. Sospirò "Avrei dovuto essere più cauto con quella scommessa"
Mitsui gli si sedette accanto "Facciamo cosí - contattò, sentendogli la fronte con la mano - tu ora riposi un altro po' ed in cambio noi stasera guardiamo gli Aristogatti"
Kogure sorrise "Sei un bravo marito" mormorò, chiudendo gli occhi.
Mitsui pensò alla palla di pelo rinchiusa nel trasportino 'Anche troppo' si disse l.
****
"La cena è servita volpe sfruttatrice" gridò Sakuragi, rientrando in casa.
Era stato al lavoro tutto il pomeriggio, Yokohama aveva di nuovo le spalle inchiodate e al ritorno l'infido volpino lo aveva pure costretto ad andare a prendere la cena al takeaway. Poco male, pensò, almeno si era preso una piccola vendetta.
"E quello che cos'è?" chiese Rukawa comparendo in ingresso. 
Indicò il sacchetto di carta che Sakuragi teneva in mano.
"McDonald's? - continuò - Ma io...io ti avevo chiesto di passare al nostro solito posto."
"Sai pensavo preferissi - rispose Sakuragi - Visto che sei in fissa con l'america"
Ma la battuta non gli era uscita convinta. Forse perché Rukawa aveva assunto un'espressione strana, quasi sconsolata,che per un secondo lo aveva fatto sentire in colpa. Poi si riscosse: maledetta Kitsune che gli rovinava tutto il divertimento.
Si tolse il cappotto e si diresse verso la sala da pranzo. Al diavolo! Il volpacchiotto febbricitante si sarebbe fatto andare bene quello che c'era.
Strabuzzò gli occhi "Vol...volpino ma questo che é?"
Si avvicinò al cestello del ghiaccio e ne estrasse la bottiglia. "Chardonnay? Perché?"
Rukawa sbuffò "Perché voleva essere una cena romantica. Se tu non avessi ovviamente deciso di cambiare il menú di testa tua"
Il senso di colpa tornò a tormentare Sakuragi "Eddai - insistette mostrando a Rukawa la bottiglia - vino e hamburger é romantico."
"Do'hao" ringhiò tra l'esasperato ed il divertito l'ex numero 11.
"Guarda - lo supplicò Sakuragi - lo rendo ancora più romantico"
In velocità tirò fuori gli hamburger dai contenitori di carta e li mise sul piatto, fece lo stesso con le patatine e poi, sparendo per qualche secondo in cucina, tornò con una bottiglia di ketchup. Con un'espressione concentrata disegnò un cuore di ketchup sul piatto di Rukawa. Poi con la stessa bottiglia scribacchiò sul proprio una scritta che voleva essere un 'do'hao'.
Rukawa cedette e si lasciò andare ad una risata. Si sedettero a tavola. Mentre mangiavano in silenzio, Sakuragi osservò il compagno: "Allora - chiese con tono indagatore - come mai volevi fare una cena romantica?"
"Ah già - disse Rukawa, tirando fuori dalla tasca una scatolina nera e allungandola a Sakuragi - ti ho preso questo"
Con sguardo perplesso Sakuragi la aprí. Le mani gli tremarono "Volpacchiotto ma questo è..."
"Guarda che non mi metto in ginocchio" chiarí subito Rukawa.
"Ki...kitsune" balbettò Hanamichi. Sembrava improvvisamente diventato incapace di parlare.
Rukawa sbuffò. Mai che con quel do'hao si potessero fare le cose semplici!
Con fatica si alzò da tavola e, con passo strascicato, si avvicinò alla sedia del compagno. Gli prese la scatola con l'anello e si inginocchiò.
"Idiota della mia vita - disse in tono fintamente seccato - vuoi sposarmi?"
****
Mitsui sorrise. Kogure stava seduto accanto a lui sul divano, avvolto nel piumone. Era praticamente un bozzolo di piumone, eccezion fatta per un piede, che spuntava fuori da quell'ammasso di stoffa e che in quel preciso istante stava battendo a ritmo "Tutti quanti vogliono fare il jazz". Mitsui allungò una mano e gli fece il solletico alla pianta del piede.
Kogure si retrasse divertito. All'improvviso si bloccò. Il viso improvvisamente pallidissimo
"C...Che c'è? - chiese Mitsui preoccupato - Stai, stai male?"
Kogure annuí "Io...io credo di sí. Mi é sembrato di sentire di nuovo quel miagolio. F...forse ho la febbre troppo alta."
Mitsui sorrise di nuovo. "Vediamo. Vado a prenderti il termometro".
Scomparve per qualche minuto, giusto il tempo per Kogure di scordarsi delle supposte allucinazioni e di tornare a concentrarsi sulla televisione. Adorava i cartoni della disney.
"Prova a vedere se questo ti va bene per provati la febbre". disse Mitsui, allungando gli il trasportino. La belva rossa miagolò.
"Hi...Hisashi ma questo è..." Balbettò Kogure sgranando gli occhi.
Mitsui annuí.
"P...perché? - continuò il ragazzo confuso - i...io ho perso la scommessa"
'Perché mi piace renderti felice' avrebbe voluto rispondere Mitsui. Ma se lo tenne per sé.
Per tutta risposta baciò semplicemente Kogure sulla fronte.
"Però quel coso dorme fuori dalla nostra stanza" precisò.
"Matisse" lo corresse Kogure, aprendo la porta del trasportino e tirando fuori la palla di pelo rossa.
"Cosa?" chiese Mitsui.
"Si chiama Matisse" gli ricordò Kogure.
Come a voler confermare le parole del ragazzo la bestiola iniziò ad arrampicarsi felice sul suo petto, facendo le fusa.
Mitsui sorrise.
"Anche se si chiama Matisse, dorme fuori dalla stanza"
***
"Sei il marito migliore del mondo" ripeté Kogure, sdraiato nell'oscurità della stanza.
"Ruffiano" su scherní Mitsui.
"Può...può darsi - sorrise Kogure - Ma tu sei davvero il marito migliore del mondo"
Mitsui lo strinse a sé. Come faceva spesso lo cinse con le braccia e lo cullò leggermente, fino a che non lo sentí scivolare nel sonno.
Sentí un miagolio. Da uno spiraglio rimasto della porta che Kogure doveva "accidentalmente" aver lasciato aperto, vide una minuscola coda scivolare dentro la stanza.
"Sciò" mormorò.
Ma il gatto lo ignorò.
Con fare deciso puntò verso il futon. Si arrampicò con le unghiette sulla trapunta e si accovacciò tra loro due.
Un po' titubante Mitsui allungò la mano e iniziò ad accarezzarlo.
Per tutta risposta Matisse affondò i suoi dentini affiliati nel polpastrello di Mitsui. Fece le fusa felice poi, annoiatosi, si mosse.
Zompettò sopra a Kogure addormentato e scavalcatolo si mise ad esplorare i bordi del letto.
Ad un tratto si fermò. Kogure aveva dimenticato gli occhiali a terra. Con un miagolio soddisfatto li raggiunse di corsa e, riprendendo a fare le fusa, si accoccolò sul pavimento. Prese in bocca una delle asticelle e iniziò a mordicchiarla con immensa soddisfazione.
Mitsui ridacchiò.
"Già mi piaci, bestiaccia" mormorò nell'oscurità.
Per tutta risposta Matisse soffiò. 




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