Abnormal

di Jeck86
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Capitolo primo:
Prologo

Dante aprì gli occhi e si raddrizzò sulla sedia.
Le casse stavano bippando e sullo schermo del PC lampeggiava una lucetta intermittente.
Si aprì una finestra con scritto: "Congratulazioni. Transazione avvenuta con successo." Qualcuno aveva comprato l'articolo, una specie di lampada/sedia/qualcos'altro.
Ne stava vendendo tanti in quel periodo.
Strano, perchè lui non aveva la più pallida idea di cosa fosse o a cosa servisse, ma questo era il lavoro di Dante: una specie di bagarino che comprava oggetti in stock on line e poi li rivendeva all'asta, sempre on line.
Ci voleva intuito, bisognava conoscere bene il mercato.
Aveva preso le sue fregature in passato, ma adesso aveva capito come giravano le cose.

L'orologio sul muro segnava le tre e un quarto di notte, era buio e l'unica luce nella stanza era quella azzurrina degli schermi dei computer.
Si stiracchiò i muscoli, si alzò dalla sedia e si diresse in bagno.
Aprì la manopola del lavandino, poi, tenendo le mani a coppetta raccolse l'acqua gelida e si sciacquò il viso.
La sensazione di frescura gli mozzò il fiato per un attimo. Di sicuro gli diede una bella sveglia. Dante si gurdò allo specchio per un lungo istante. Era un ragazzo alto, snello, con capelli né troppo lunghi né troppo corti e una barba di qualche giorno, indossava un paio di boxer.
All'improvviso sentì uno strano rumore gorgogliante. Un suono molto simile a "GRUUURUOOO".
Il cuore gli balzò in gola. Sentiva qualcosa alla bocca dello stomaco.
Non era ansia. Era più tipo...quando aveva mangiato l'ultima volta?
Forse in cucina era rimasta un po'di pizza avanzata del giorno prima.
"GRUUURUOOO" Assentì rumorosamente la sua pancia vuota.

Sul tavolo da pranzo c'era un cartone di pizza aperto con dentro solo dei cornicioni avanzati. Annusò e l'odore gli fece arricciare il naso.
Aprì il frigo, ma la lucetta gli mostrò la desolante visione del vuoto più totale ad eccezione di una bottiglia di martini ancora intatta ed un vasetto di capperi sottaceto.
Prese un cornicione di pizza, ci posò sopra qualche cappero e se lo mise in bocca.
Si appoggiò al tavolo di mogano, strofinò il polpastrello sul cellulare, e questo si riaccese.
Chissà come, si ritrovò sul profilo di Caterina.
L'ultimo messaggio che aveva inviato risaliva a qualche mese prima. Lei non lo aveva ancora letto.
Tornò al computer, smangiucchiando un'altra crosta di pizza, e si mise a guardare un porno.

Ben presto i suoi occhi si chiusero e sprofondò di nuovo nel sonno.
Sul muro alle sue spalle, la sua ombra proiettata dalla luce degli schermi.
Lentamente la sua ombra iniziò ad allungarsi.
Crebbe e crebbe, si allungò sul soffitto fino ad arrivare perpendicolarmente sopra Dante e fece segno di no con la testa.





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