I
Il mio cuore sta
battendo
Perché tu sei la
ragione
Per cui sto perdendo
il sonno
Ti prego, torna
adesso
L’urlo che uscì dalla bocca dell’amica gli fece venire i brividi,
cosa mai accaduta nel corso della sua longeva vita da elfo. Legolas fece per avvicinarsi
a lei e abbracciarla, ma la guerriera lo respinse ancora una volta, correndo
verso il nano che si stava lentamente accasciando sulla lastra ghiacciata sotto
di lui.
L’Elfa si inginocchiò al suo fianco e gli prese la testa
portandola al suo grembo. Gli tolse qualche ciocca di capelli dal volto sporco
di sangue e sudore, mentre Legolas guardava quella scena con una stretta
mortale nel petto. Lui l’aveva salvata, l’amava da secoli ormai, ma lei avrebbe
sempre scelto quel nano, nonostante l’avesse trattata male e quasi uccisa.
Sapeva che il sentimento che scorreva dentro Eruannie era il medesimo che
popolava il suo stesso cuore.
Quando la vita del nano lasciò il suo corpo, l’Elfa lanciò
un altro urlo di dolore e rabbia. Piangeva e gridava parole antiche, il cui
senso veniva ignorato da tutti i presenti. Il principe di Bosco Atro si
avvicinò alle due figure e cercò di sollevare la guerriera, nel tentativo
disperato di sottrarla a quel dolore. Era più forte di lui, pur sapendo che lei
non avrebbe mai ricambiato i suoi sentimenti, continuava ad amarla. Eruannie si
sottrasse alla sua presa dandogli uno strattone e ringhiandogli addosso di
lasciarli stare, di rimanere alla larga da loro. Un’altra stilettata nel petto
di Legolas, così pungente come un ferro arroventato dritto nel cuore.
Gli parvero millenni quelli che occorsero ai nani per
separare la guerriera dal corpo ormai privo di vita del loro Re. Eruannie si
sdraiò su un fianco, lasciando che il freddo della lastra ghiacciata si facesse
strada dentro di lei. Le lacrime scorrevano silenziose sul suo volto, mentre
una morsa impietosa la lacerava da dentro come nessuna lama avrebbe mai potuto
fare.
Legolas si avvicinò a lei, consapevole che se le avesse
permesso di rimanere lì si sarebbe lasciata morire lentamente. Si inginocchiò
dietro di lei e si affrettò a prenderla tra le braccia, alzandosi subito dopo
in modo da portarla in un luogo più riparato. Quando l’Elfa si accorse del
contatto caldo con il corpo del principe si voltò di scatto nella sua
direzione, rimanendo bloccata a fissare gli occhi glaciali dell’elfo, così
simili a quelli del suo Thorin, eppure così diversi.
Legolas si perse per un attimo ad ammirare quelli blu della
guerriera, due pozzi pieni di dolore che, nel momento in cui incontrarono i
suoi, si animarono per un attimo di speranza, prima di crollare ancora una
volta nella disperazione. Eruannie distolse lo sguardo e lasciò che l’andatura
del figlio di Thranduil la cullasse, finché non la depositò contro una parete
ghiacciata della montagna.
Si accovacciò davanti a lei e la guardò per qualche istante,
imprimendosi nella mente ogni particolare del suo viso, ogni cicatrice, ogni
graffio che si sarebbe portata dietro da quella guerra. Lo sguardo perso nel
vuoto della guerriera si rianimò nell’istante esatto in cui lui indugiò su una
sua guancia con la mano. Eruannie appoggiò le mani al petto dell’elfo e questo
perse un battito a quel contatto, come ogni volta che l’Elfa si permetteva di
toccarlo.
Lo fulminò con un’occhiata e si alzò di scatto, facendolo
barcollare e per poco questo non cadde.
<< È tutta colpa tua, principino dei miei
stivali!>> gli urlò contro, spuntando fuori tutta la rabbia e il
risentimento che provava nei suoi confronti. Il cuore di Legolas si incrinò,
mentre una sottile crepa si faceva strada in esso. Avvertiva una morsa dentro
di lui, un sentimento di tristezza per il dolore della guerriera misto alla
frustrazione della sua continua negazione per ciò che l’elfo provava.
<< Non dovevi impedirmi di salvarlo, ora pagherai
insieme a me il prezzo di questa tua azione per il resto delle nostre vite
dannate>> l’asprezza con cui pronunciò quelle ultime parole fu il
martello che spaccò in due il cuore di Legolas. La guerriera gli voltò le
spalle e si diresse verso i nani, intenzionata a piangere con loro il Re e i
nipoti morti.
L’elfo rimase a fissare la schiena di Eruannie per qualche
istante, mentre intorno a lui il freddo si faceva sempre più pungente. Un
movimento accanto a lui lo risvegliò da quell’incantesimo in cui la guerriera
lo trascinava ogni volta.
<< Non puoi capire quanto sia grande il dolore che si
prova a perdere l’amore di una vita>> si voltò a guardare il padre,
notando che il sovrano di Bosco Atro era intento a osservare anche lui la scena
che si svolgeva a pochi passi da loro. Si chiese da quanto tempo Thranduil li
stesse tenendo d’occhio, ma l’irritazione per le parole del padre prese il
sopravvento.
<< Posso capirlo molto bene, invece>> affermò
con decisione, fulminando il suo Re con lo sguardo. Le labbra del sovrano si
incurvarono in un sorriso triste che divenne man mano sempre più beffardo.
<< No, invece. Quello che pensi di provare per lei non
è amore, è una mera illusione>> Thranduil non sopportava vedere il figlio
struggersi per quella guerriera, non lo aveva mai tollerato prima e le cose non
sarebbero sicuramente cambiate ora. Inoltre sapeva bene che un amore come
quello di Eruannie per Thorin non sarebbe svanito da un giorno all’altro,
perché lui conosceva quel sentimento fin troppo bene.
Si voltò completamente verso il figlio e gli mise una mano
sulla spalla, puntando i suoi occhi in quelli di Legolas e costringendolo a
fare lo stesso.
<< Il tuo animo deve allontanarsi da lei il più
possibile, va’ ad Ovest e cerca il popolo di Menel. Nella guerra che incombe
avremo bisogno di quanto più aiuto possibile>> Legolas aggrottò la fronte
e suo padre gli rivolse per la prima volta dopo numerosi anni un sorriso caldo,
quasi paterno.
Lanciò un’ultima veloce occhiata ad Eruannie, in ginocchio
accanto allo hobbit. Bilbo, così si chiamava il mezz’uomo, la stringeva come
meglio poteva in un abbraccio consolatorio. L’elfo non poté fare a meno di
pensare che ci sarebbe dovuto essere lui al suo posto.
Si allontanò di qualche passo dal padre, prima che questo lo
bloccasse con le parole che attendeva di sentire da secoli.
<< Tua madre ti amava più di chiunque altro, più della
vita>> il principe si voltò verso suo padre e annuì leggermente, mentre
con un gesto del braccio si salutavano. Thranduil osservò il figlio sparire
nella nebbia di Colle Corvo, rimpiangendo di non avergli dimostrato in tutti
quegli anni l’affetto che provava per lui.
Angolo autrice:
Come promesso,
vorrei iniziare una nuova long sulla nostra cara Eruannie, ma vorrei
introdurla con questa piccola raccolta che si colloca cronologicamente
tra la morte di Thorin e il risveglio di Eruannie.
Questa scena era già stata descritta, ma mi ero soffermata sui
sentimenti di Ann, mentre questa volta ho voluto raccontarla secondo il
punto di vista di Legolas.
Il popolo di
Menel di cui parla Thranduil me lo sono inventato di sana pianta,
accennerò qualcosa riguardo a loro nei prossimi capitoli ma
inizio già ora a dirvi che avranno anche loro un ruolo
fondamentale nella Guerra dell'Anello!
Spero di ricevere qualche riscontro da parte vostra, fatemi sapere se
questa mia folle idea ci può stare o se sto facendo una
castronata a introdurre così la long!
Baci,
Giuls
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