Manifesto Disfattista

di ImperioMagicum
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Manifesto Disfattista

 

Questo è il manifesto di chi i figli li cresce con il giusto metodo. Di chi ha il coraggio di tirar loro uno schiaffo, di alzar la voce, di metterli in castigo. Di chi li manda a letto alle nove, di chi manda il maschio a calcio e la femmina a danza. Di chi fa rientrare lei alle dieci e lui alle undici.

Di chi, ogni anno, li porta al mare due settimane ed una settimana in montagna. Di chi non paga l'università al figlio, ci penserà lui se vorrà, ma anche di chi paga il preside e fa alzare i voti.

Questo è il manifesto di chi non lecca il culo ai laureati, di chi non ha studiato ma ha fatto esperienza. Di chi non si fa fregare dai titoli, di chi si fida dei veri esperti. Di chi non fa caso alla forma sofistica ma si concentra sul contenuto desiderato. Di chi perdona la propria ignoranza e condanna gli sbagli altrui.

Questo è il manifesto di chi ama la realtà del buon senso comune e deride numerini e studi filosofici. Il manifesto di chi ama il concreto, gli zeri in banca e non le fantasie giudiziarie. Di chi condanna i moralisti del pensiero unico perché sbagliano pensiero.

Il manifesto del disfattista è per la democrazia, pura, senza limiti: Barabba presidente.

Il manifesto è per le persone forti al comando perché è firmato da uomini deboli, uomini che non hanno paura di invocare dittature ed accusare di dittatura contemporaneamente.

Il manifesto è per la famiglia: Uomo, donna, figli e lupara

il manifesto crede nel lavoro tradizionale, nei contadini altamente qualificati, con almeno due lauree. Crede nell'epiteto “padrone”, nella buona volontà gratuita.

Il manifesto è meritocratico. Un uomo in galera deve essere trattato severamente, deve imparare a non farsi beccare.

Il manifesto condanna i buoni sentimenti, il buonismo, i sognatori,

gli idealisti, il pacifismo e l'empatia.

 

Il manifesto è firmato da uomini, donne, giovani, adulti ancora vivi ma morti dentro. Non abbiamo mai tentato di fermare o mitigare il male che ci circonda. Lasciate che ci entri dentro e ci permetta di confonderci con l'ambiente.

Rivolgete altrove la speranza.





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