Daniele chiamò un taxi ed aspettammo sul marciapiede -come stai Chiara? I punti?- chiese stringendomi a se
-tutto bene, tu? Hai avuto danni dopo l'incidente?-
-solo un paio di lividi, sono più preoccupato per te in questo momento- disse accarezzandomi
-sto bene, solo che ho una pettinatura orribile…-
-quando torniamo te li aggiusto io se vuoi, diventerai una piccola one punch girl-
-no… a zero no…-
-sto scherzando, torniamo a casa, tu ti cambi, dopo ti dico cosa devi indossare, ed io torno da te tra un po’- disse mentre il taxi arrivò.
Salimmo e velocemente arrivammo a casa, lui mi accompagnò in camera e mi mise sul letto una gonna e una magliettina aderente, calzettoni lunghi e un collarino -visto che non hai scelto tu lo stile di stasera, lo scelgo io, quando torno voglio la mia micetta pronta che poi andiamo- disse Daniele uscendo. Io mi misi sotto la doccia, dopo qualche minuto uscì e mi asciugai. Avevo intuito il suo piano quindi non mi feci trovare impreparata, misi una cat lingerie e i vestiti scelti da Daniele, voleva tirarmi su di morale, ed io avrei fatto in modo di partecipare.
Appena pronta mi buttai sul letto felice e dopo poco sentì Daniele entrare -micetta…- iniziò a chiamare lui -miaooo- risposi io rotolando nel letto. Lui entrò e mi fissò -ti si sgualciscono i vestiti Chiara…- iniziò
-dovresti concentrarti di meno su queste sciocchezze Daniele, voglio solo divertirmi, tanto sono solo vestiti- risposi sedendomi
-okay, scusa e che sono abituato a tenere tutto sotto controllo, soprattutto i colleghi-
-a lavoro Daniele! Questa è la nostra vita privata, io non mi porto a letto il mio lavoro, ma te, io non vivo con il mio lavoro, ma con te, io non amo il mio lavoro, ma te- lo richiamai io
-non possiamo tenere separate le due cose, ci abbiamo provato, ma non ha funzionato- rispose sedendosi vicino a me.
Il nostro lavoro era un gran bel ostacolo a volte, non potevo dimostrargli affetto sul lavoro e spesso a casa entrambi eravamo impegnati con i vari documenti e incontri con i compratori, il tempo per noi c'era di rado e quando c'era uno dei due era stremato e ci bastava un abbraccio.
-io non voglio pensare al lavoro ora- dissi a testa bassa
-dovresti, visto che non hai ancora inviato il documento che hai in sospeso su quel dannato PC- disse indicandolo.
Cercai di trattenermi ma esplosi -non è nemmeno un documento lavorativo!- risposi presa dalla rabbia
-no? Che cos'è allora?- chiese sorpreso
-nulla Daniele, non è momento di dirti certe cose…- risposi sdraiandomi triste
-Chiara, siamo una coppia, puoi dirmi tutto, siamo migliori amici, no?- chiese
-si, migliori amici che si sono anche sposati- dissi mostrandogli la fede
-bhe, perché noi siamo anche amanti Chiara…-
rispose accarezzandomi una gamba
-dove vuoi andare a parare?- chiesi vedendolo sdraiarsi vicino a me
-prova ad indovinare piccola gattina- disse avvicinando il volto al mio seno. Lo vidi appoggiarci la testa e accoccolarsi tra le mie braccia -ed ora come glielo dico che io volevo altro? Sembra così dolce… non posso rovinare il momento- pensai stringendolo a me tremando un po’.
Lui alzò il volto con un sorrisetto -hey la micetta trema, vuole per caso più attenzioni?- chiese lui sbirciando nella camicia
-v… va bene così, se ho capito cos'hai in mente, voglio aspettare dopo cena per avere le tue attenzioni- risposi baciandolo.
Mi alzai e ci preparammo per uscire, lui mi fece due codini triangolari in testa per far sembrare i capelli orecchie di gatto e poi uscimmo.
Mi portò in una casa conosciuta come la Black House, un luogo in cui si può prendere in prestito una casa per i propri giochi di coppia, ovviamente Daniele prese solo la cucina e si portò dietro anche il necessario per cucinare.
-Che mi prepari?- chiesi sedendomi sulla sedia
-sarà una sorpresa- disse Dopo un po’ mi mise davanti gli occhi un piatto con uova alla stracciatella e wurstel -buono…- dissi mangiando, le posate erano vietate -se non mi ricompensi ti scippo il faccino- dissi.
-che brava gattina…- disse lui accarezzandomi. Testa, spalle, schiena e cintura. Finì in fretta il pasto e prima che lui potesse fare qualcosa gli saltai addosso.
Nessuna micia avrà mai miagolato quanto me in quella casa, soddisfatta e stremata mi accuccia in braccio a Daniele che mi accarezzava col fiatone -hai ancora intenzione di scipparmi?- chiese grattandomi dietro al collo -no… sei stato un bravo organizzatore- dissi girandomi a pancia in su
-a proposito di organizzare… il documento? Me ne parlerai mai?- chiese. Io mi alzai -vado un attimo in bagno, pensaci bene se davvero vuoi sapere di quel documento- risposi andandomene.
Tornai dopo 5 minuti a testa bassa -ci ho pensato, e qualunque sia la cosa che ti preoccupa, io ti starò vicino- disse
-bhe, se la fai così…- dissi dandogli un foglio preso dalla borsa. Lui lesse e rimase in silenzio, mi fissò con gli occhi pieni di lacrime
-è sicuro?- chiese
-si, ho fatto almeno 5 controlli… la tua micetta avrà un cucciolo da te- dissi sedendomi a testa bassa
-perché quella faccia Chiara? È una notizia straordinaria! Diventeremo genitori… ti amo micetta mia- disse baciandomi
-n… non vuoi scappare via? Non pensi di essere troppo giovane per buttare via la tua vita dietro un figlio? Non pensi che verrò licenziata?-
-no, io voglio un futuro con te Chiara e ciò comporta anche una famiglia, io ti rimarrò per sempre accanto…- disse abbracciandomi mentre delle lacrime gli caddero in testa.
Erano le 11 di sera e finalmente il mio capo ricevette la mia richiesta di un periodo di tregua dal lavoro per maternità, Daniele non mi avrebbe mai licenziata, sentivo che già amava il nostro cucciolo. |