Emozioni,
evroniani, e power metal
***
Paperinik entrò aprendo la porta
con un calcio, dato che le braccia erano impegnate da un pacco
voluminoso che gli nascondeva tutta la testa.
Lo lasciò cadere sul tavolo
davanti a lui, e sembrava contentissimo.
-Fatti bello, nemico! Stasera ti porto
a cena fuori!-
E scappò di nuovo via a fare
chissà cosa.
Gorthan rimase interdetto a fissare la
scatola.
Ci passò la mano sopra, poi la
sollevò per soppesarla.
Dalla scrittura sull'etichetta che
descriveva il contenuto non riuscì a ricavare alcuna
informazione utile, e questo allo stesso tempo lo indispettiva e lo
elettrizzava.
C'era una cosa nuova da imparare!
-Intelligenza!-
La sfera verde contenente il
riferimento visivo dell'Intelligenza artificiale si manifestò
sullo schermo accanto a lui.
-Collega, per quanto mi lusinga che tu
riconsca il mio status, ti ricordo che il mio nome è UNO. Di
cosa hai bisogno?-
-Questi oggetti. Cosa sono? E cosa ha
voluto dire il terrestre?-
-Fammi controllare-
Un lettore laser apparve da una delle
pareti e passò a scannerizzare le etichette.
-Ah, ma certo! Sì, Paperinik mi
ha chiesto di ordinare per te dei vestiti terrestri. Credo che voglia
farti uscire dalla Ducklair Tower-
-Dunque io dovrei indossare gli abiti
di questo popolo?-
-Se vuoi uscire dalla torre sì.
Già normalmente dai nell'occhio per la tua struttura fisica
diversa da quella dei terrestri, se andassi anche in giro con i tuoi
abiti evroniani saresti su tutti i giornali della città-
Gorthan rimase a riflettere.
Non gli piaceva particolarmente l'idea
degli abiti terrestri, ma il pensiero di poter uscire...
-Come fa a sapere che vorrei vedere di
persona cosa c'è fuori dalla torre?-
-Sa che stai leggendo Notre-Dame de
Paris-
Ah, certo. Il gobbo di Notre-Dame,
rinchiuso nella sua cattedrale.
-Capisco. È un piano azzardato
portarmi fuori-
-Lo so, ed io gliel'ho sconsigliato.
Senza offesa. Ma lo sai quanto è testardo! Pensa che non ha
voluto dirmi dove vuole portarti. Credo che voglia farti una
sorpresa-
-Una sorpresa- ripetè lentamente
Gorthan.
I terrestri consideravano le sorprese
come una cosa positiva, ed il terrestre ne stava preparando una per
lui.
Dunque una cosa positiva per lui?
Interessante. Anche se passava dall'indossare abiti terrestri.
-Non so niente dei vostri vestiti. Ho
bisogno del tuo aiuto per indossarli-
***
Paperino entrò in ascensore di
ottimo umore.
Nella sua tasca teneva al sicuro i due
biglietti che gli aveva procurato Lyla, ed ogni volta che ci pensava
non poteva fare a meno di sorridere.
Più ci pensava e più la
sua idea gli sembrava geniale.
Quando entrò nel piano segreto,
nella stanza che UNO aveva creato per il loro particolare ospite
alieno, rimase letteralmente a becco aperto.
Gorthan stava benissimo con gli abiti
che Paperino aveva scelto per lui!
Sarebbe stato adatto ad una rivista di
moda, con il giubbotto scuro che nascondeva il serbatoio di energia,
la maglia verde scuro che faceva contrasto con la sua carnagione
violacea e che metteva in risalto la sua corporatura imponente, ed i
jeans infilati dentro gli stivali neri.
Un paio di ampi occhiali da sole
coprivano i suoi occhi innaturali, e le treccine erano tenute
indietro da un elastico.
Paperino ringraziò mentalmente
UNO per averlo convinto a prendere qualcosa di adatto anche per sé,
altrimenti avrebbe sfigurato accanto a Gorthan.
-C'è qualcosa che non va? Ho
indossato un vestito in modo non corretto?-
Paperino si riscosse.
-No, no, va tutto benissimo! Sei
perfetto per dove dobbiamo andare!-
-Che tu non hai intenzione di dirmi
dove sia-
-Assolutamente no! Dovrai fidarti di
me-
-Non è quello che faccio già
da settimane?-
-Oh, quanto sei pignolo! Piuttosto, hai
settato le capacità di estrazione del serbatoio al minimo come
ti ho chiesto?-
-Certo-
-Perfetto! Allora possiamo andare! Sei
pronto per il tuo primo viaggio nel mondo esterno?-
Gorthan era confuso. Nella sua lunga
vita non aveva mai avuto un'esperienza del genere.
-Non comprendo il tuo entusiasmo.
Perché sei così felice di portare un predatore in giro
nel mondo che proteggi con tanta fatica?-
-Mi hai dato la tua parola. E non
credere che non saprei tenerti testa-
-Ti stai comunque prendendo un rischio-
-Forse, ma ti assicuro che mi
ringrazierai-
Gorthan lo valutò attentamente
per un po'.
-Tu sei illogico- disse alla fine.
-Lo prenderò come un
complimento. Adesso vieni, non vorrai fare tardi proprio stasera!-
***
Emozioni. L'arena ne era satura.
Gorthan le percepiva in ondate caotiche, quasi troppo intense da
sopportare: dalle centinaia di persone presenti nell'arena proveniva
una marea di emozioni dai toni bassi e profondi, potenti, che
risuonavano con qualcosa dentro di lui.
E poi c'era quel senso di attesa, come
prima di una battaglia.
-Adesso capisco perché mi hai
portato qui. Con tutte queste persone e tutte queste emozioni potrò
stare tranquillo per giorni-
-Esatto. Ammettilo che sono un genio-
-Sei abbastanza intelligente, te lo
concedo. Piuttosto, spiegami cosa succede cosa succede qui. C'è
un'esecuzione capitale?-
-Che cosa?! Ma come ti viene in mente!-
-Al centro di questa arena c'è
un palco. Quelli non sono strumenti di tortura?-
Il povero papero terrestre lo guardò
ad occhi sgranati, poi scoppiò a ridere.
Era piegato in due a starnazzare a più
non posso proprio accanto a lui, e la sua emozione era fresca,
leggera e frizzante, tanto da fargli girare la testa e rendergliela
leggera.
-Oh, non ci posso credere! Uno
strumento di tortura, ahahahah! Sei incredibile! No che non è
uno strumento di tortura, aspetta che ti spiego. Sai che cos'è
un concerto?-
-Nella vostra cultura ha a che fare con
la musica-
-Esatto-
-Spiegami di più-
-Ci sono le persone che cantano e che
suonano, la band, insomma, e saliranno su quel palco. Quelli sono
strumenti per produrre la musica. E da lì un sistema di
amplificazione diffonderà il suono in tutto lo stadio-
-Sembra una cosa primitiva e tribale,
ma è affascinante-
-Ti piace?-
-Mi interessa molto-
-Quale onore avere ottenuto tanta
attenzione da parte di uno scienziato! Ah, dimenticavo. Ti manca
questa per essere davvero al completo-
E gli porse una striscia di stoffa con
sopra un disegno.
Era uno scudo dorato con l'immagine di
un'aquila in picchiata. “Interessante” pensò
Gorthan.
-Che cos'è? A cosa serve?-
-Si chiama bandana. È il simbolo
del gruppo che suonerà stasera. Puoi metterla dove ti pare,
basta che sia visibile, anzi, mi aiuteresti?-
Paperinik fece passare la bandana
attorno al braccio e gli fece capire con un cenno che voleva che lui
la legasse.
“Ingenuo terrestre. Lo sai che
potrei strangolarti con questa?”.
Ma quello non sembrava essere un
problema per Paperinik. Quando il nodo fu fatto Gorthan decise di
legare la sua al polso, ma non chiese aiuto e strinse il suo nodo con
i denti.
Era interessante studiare le tradizioni
di quel popolo speriementandole in prima persona.
***
Le cose stavano andando piuttosto bene.
Lo scienziato evroniano non aveva
ancora dato segno di voler conquistare l'intero stadio, e sembrava
assorto in quella nuova situazione.
Era silenzioso, concentratissimo a
studiare ogni particolare, e siccome Paperinik sapeva bene quanto
Gorthan amasse apprendere nuove cose sulle usanze terrestri si
riteneva soddisfatto della riuscita della sua idea.
***
Gorthan lo sentì come emozione
ancora prima di sentirlo come suono.
Un'ondata dalle persone attorno a lui,
e poi un'accordo intero.
Si girò di scatto verso il
palco, dove un papero con uno degli strumenti a corde (Come la
chiamavano? Chitarra?) continuava a produrre accordi lenti, bassi e
cadenzati.
Indossava pantaloni simili a quelli dei
militari terrestri ed una maglietta nera.
I suoi capelli erano lunghi, e Gorthan
si chiese come facessero a non impigliarsi nello strumento man mano
che suonava.
Ogni suono era accompaganto da grida
delle persone presenti.
Gorthan aveva avuto ragione: era
primitivo, tribale e bellissimo!
Allargò le braccia. Voleva che
tutto di quell'esperienza entrasse dentro di lui per poterlo
conservare per sempre!
***
Paperino non ne sapeva molto
di evroniani, ma guardando Gorthan teso e concentrato verso il palco,
e che sembrava volersi aprire a ciò che accadeva attorno a
lui, poteva azzardarsi a credere che il suo nemico alieno fosse
addirittura felice.
***
Il ritmo della musica gli rimbombava
dentro, sferzava il suo cuore immobile e lo costringeva a vivere.
Aveva spento il serbatoio perchè
era già pieno di energia, e adesso voleva solo restare lì,
immerso nelle emozioni e nelle grida di guerra.
Nessuno su Evron aveva mai pensato di
fare della musica su una battaglia! Nessuno aveva mai pensato di fare
della musica e basta. Perché nessuno ci aveva mai pensato?!
Quel genere di musica, che l'eroe
terrestre aveva detto chiamarsi power metal, era una delle cose
migliori che Gorthan avesse mai provato.
I terrestri erano riusciti a rendere
epici i loro scontri, prima con i poemi e adesso con la musica.
Accanto a lui il papero era scatenato.
Probabilmente stava cantando a squarciagola ma Gorthan non riusciva a
distinguere la sua voce da quella del boato generale.
Quanto a lui era troppo frastornato per
definire esattamente come stava, ma era sicuro di stare bene.
***
-Allora? Te lo avevo detto che ne
sarebbe valsa la pena!-
Gli chiese più tardi Paperinik
mentre tornavano a casa di notte attraverso strade semideserte.
Gorthan guardò la bandana che
aveva ancora legata al polso, con il simbolo dello scudo e
dell'aquila ben visibile.
Era... bello.
-Ti sei assunto un rischio non solo per
nutrirmi, ma anche per farmi fare una bella esperienza-
Si fermò a guardare il papero.
Sembrava gracile, inetto, svampito,
eppure quanta forza insospettabile celava!
Gorthan posò un ginocchio a
terra per essere alla sua altezza e guardarlo negli occhi.
-Ehm... nemico? Tutto bene?-
Gorthan gli posò una mano sulla
spalla.
Non era massiccio, né imponente,
né avrebbe mai sopportato sforzi fisici intensi, eppure si era
preso addosso il peso di una scatola di vestiti per portare lui
fuori, nel mondo che desiderava disperatamente conoscere. E con
quello aveva smosso tutto il mondo.
-Prima di uscire dalla torre hai detto
che ti avrei ringraziato dopo. Avevi ragione. Grazie-
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Cantuccio
dell'Autore
Ciao! Se ti è
piaciuta questa storia fammi sapere perché.
Se non ti è
piaciuta fammelo sapere lo stesso.
E ricorda, coraggioso
pkapper: potere e potenza!
Non bazzico questa sezione da anni e
adesso sto rispolverando un sacco di progettini *si sfrega le mani
come una moschina *.
Io sono fissata con il tema dei nemici
che imparano a conoscersi e ad apprezzare le rispettive qualità,
e sono fissata con Gorthan, l'evroniano più complesso ed
affascinante ed anche il meno rappresentato negli albi.
Spedire Pk ed il suo miglior nemico ad
un concerto power metal mi piaceva molto come idea.
Se volete saperne di più vi
consiglio qualche canzone dei Sabaton:
“Bismarck”
“Seven pillars of wisdom”
“Lost battallion”
“Last stand”
“Light in the black”
Ce ne sarebbero molte altre, questo è
solo un assaggio.
Spero che la storia vi sia piaciuta.
Potere e Potenza!
Makoto
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