Personaggi:
Hinata Shouyou, Kageyama Tobio
Coppie:
KageHina
Raiting:
verde
Avvertimenti:
AU
Note:
storia partecipante alla challenge 'Just stop for a minute and smile'
indetta da Soul_Shine sul forum di efp, con il prompt: 'Qual
è il tuo gusto preferito?'
Gommapane
«Rilassati,
Kageyama.»
«E
come diamine dovrei riuscirci, se continui a fissarmi
così?» borbottò l'altro in risposta,
con un tono che però risultò più
supplichevole che infastidito.
Hinata
lo ignorò e si leccò le labbra affamato,
stringendo il carboncino fra l'indice e il pollice. Sulla tela
immacolata, sorretta dal cavalletto poggiato sul terriccio,
tratteggiò leggero il contorno ovale del suo viso, l'ombra
sotto il mento, la curva acerba delle labbra.
Tentò
di imprimere nel ritratto il rossore e l'imbarazzo che
gli chiazzavano le guance, in netto contrasto con la nobiltà
dei lineamenti, come la mascella ben definita o il collo altero e
sottile. L'orecchio appariva così minuto da fargli
tenerezza, e lo disegnò con i denti scoperti in un sorriso.
«Che
hai da ridere?»
«Niente,
niente!»
Tentando
di sfuggire all'afa estiva, si erano rifugiati sotto l'ombra
di un tiglio, dal cui fogliame trapassavano caparbi i raggi del sole.
Le cicale frinivano nascoste tra i cespugli, mentre il profumo del
gelsomino aleggiava lungo tutto il giardino.
Kageyama
starnutì e si strofinò il naso sul dorso
della mano, lanciandogli un'occhiataccia rancorosa come se fosse tutta
colpa sua.
«Qual
è il tuo gusto di gelato
preferito?» domandò Hinata, genuinamente curioso,
abbozzando la clavicola e il pomo d'adamo.
«Boh,
ma che ne so. Perchè ti
interessa?»
«Perché
conoscerti meglio mi aiuterebbe a farti un
ritratto ancora più realistico!»
Kageyama
sbuffò, esasperato. «E parti proprio dal
mio gelato preferito, fra tutte le cose che ci sarebbero da
chiedere?»
«È
che il resto l'ho capito già, o
almeno credo» rispose Hinata alzando le spalle, soffermandosi
sulla piccola ruga corrucciata che gli era appena spuntata fra le
sopracciglia.
Si
mise poi la matita in bocca e la mordicchiò nervoso,
temporeggiando per qualche secondo. Kageyama era il soggetto
più complicato con cui avesse mai lavorato, ma
Hinata desiderava rappresentarne fedelmente tutti i contrasti che lo
caratterizzavano, e che lo rendevano tanto speciale e affascinante.
«...Pistacchio»
rispose infine l'altro, arricciando
il naso in modo buffo. «E nocciola.»
Hinata
soffiò via una risata, e tornò a
strofinare la mina sulla superficie ruvida del foglio, cominciando a disegnare gli occhi, la cosa più difficile in assoluto.
Inspirò
profondamente, per concentrarsi, poi ne ritrasse il
taglio elegante e la forma allungata, a mandorla. Le ciglia erano
piuttosto corte, ma folte e scure, e creavano una cornice perfetta per
il blu oceano che gli tingeva le iridi. L'anima di Tobio si
trovava
tutta lì, e Hinata si applicò al meglio delle
proprie capacità per riportarne ogni sfumatura, mettendone a
nudo la rabbia e l'insicurezza, la regalità e la paura.
Scavando fra grida e bisbigli, s'immerse in un abisso e
tentò di raggiungere il fondale sabbioso e pulsante,
nuotando nei suoi segreti più intimi, custoditi tanto
gelosamente. Era come se la parte più bella e più
luminosa di Kageyama fosse rimasta sepolta sotto strati e strati di
detriti, ma lui le avrebbe certamente permesso di
riaffiorare di nuovo in superficie, con un po' di tempo.
Dopo
circa mezz'ora, Hinata s'interruppe e lasciò scivolare
la matita sull'erba, avvicinandosi all'improvviso.
«E
adesso che diavolo ti prende?»
biascicò Kageyama, avvampando per la distanza
pressoché nulla che intercorreva fra di loro.
«Ho
solo voglia di baciarti» rispose Hinata con
schiettezza, inclinando la nuca. Gli afferrò il viso
accaldato fra le dita macchiate di carboncino e lo spinse contro di
sè, assaggiandogli le labbra tremolanti -e inaspettatamente
dolci- per la prima volta.
Con
il cuore in tumulto, se ne appropriò ancora e ancora,
sempre più vorace, sempre più assuefatto, mentre
la tela alle loro spalle immortalava tutto ciò che le parole
non sarebbero mai state in grado di esprimere ad alta voce.
Note d'autrice
Sei
one-shot in corso, una week in arrivo ancora tutta da preparare,
dieci esami che mi attendono al varco, una long e una mini long da
aggiornare.
Mastigrandissimicapperifritti,
il tempo per queste quasi-flash inutilissime lo si trova sempre.
Grazie
per la lettura, davvero. Siete preziosi hahaha. Un abbraccio
fortissimo. ♥ (Il titolo mi è venuto in mente
perchè quando disegno -cioè, quando ci provo- la
gommapane è tipo la salvezza, almeno utilizzando il
carboncino, e io non avevo idee manco a pagarle per questa ff quindi
niente scusatemi è orripilante lo so.)
P.S.:
questa storia forse
potrebbe diventare una raccolta. Non lo so. Mi lascio il beneficio del
dubbio.
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