L'aria
era pregna di umidità dove fredde mura di pietra erano
segnate dalla
presenza di muffa, indicando di come la sotto l'ambiente fosse poco
curato e dismesso da tempo.
Nel
mentre, una figura magra sedeva su di un vecchio scranno di legno,che
posava vicino ad una grande tavola ricoperta interamente di pergamene
e papiri, i cui testi lasciavano traccia di chissà quali
misteri,
ormai perduti da tempo.
Geroglifico,runico,cuneiforme,latino,più
e più lingue testimoniavano la presenza degli scritti di
più
culture all'interno di quella camera sotterranea,eppure lui non
riusciva a trovare quello che più gli interessava.
L'uomo
era vestito di un lungo abito blu,vecchio,logoro e segnato dalle
intemperie,con un cappuccio tenuto sopra la testa e che l'unica cosa
che faceva vedere del volto era la lunga barba che arrivava allo
sterno.
Leggeva
avidamente il contenuto dell'ennesimo scritto in latino,un altro
foglio originario dell'impero,faceva fatica a scrutare quelle
informazioni,non che la lucerna ad olio posta sul tavolo non
aiutasse, ma la vista non era più quella di una volta.
"La
vecchiaia è una brutta bestia".
Disse
l'uomo con voce stanca e provata,erano ore che si era introdotto la
sotto,in quella rovina ormai dimenticata da tempo,la cui unica
testimonianza della sua esistenza era un antro artificiale,con due
colonne doriche scolpite nella roccia.
Una
volta passato l'ingresso l'uomo aveva attraversato camere sotterrane,
una grande sala disabitata ed infine la trovò.
La
biblioteca.
Una
camera molto grande, abbastanza da poterci tenere un intero
reggimento, interi scaffali ,ormai marci e corrosi dal tempo,facevano
da testimoni silenziosi,di un epoca ormai lontana.
Tutto
si stava svolgendo con una lunga e monotona calma,quando
all'improvviso,notò un punto in particolare,dopo tanto
passato su
quei fogli era giunto ad un punto interessante.
Per
sicurezza passò col dito sotto la parte interessata,come a
sottolineare quello specifico paragrafo,poi girò la
pergamena,costatando quello che cercava tanto ardentemente.
La
figura di uomo nudo,glabro,con la testa di un leone e con un serpente
ad avvolgerne il corpo.
"Eccoti,sapevo
che ti avrei trovato qui".
E
con queste ultime parole si alzò dallo
scranno,arrotolò la
pergamena e se la mise all'interno delle sue vesti.
Poi
spostò lo sguardo verso un bastone,era appoggiato al
tavolo,aveva un
lungo corpo di legno con una delle estremità appuntita,per
molto
tempo gli era stato utile come appoggio per i lunghi viaggi e
occasionalmente come arma improvvisata.
Lo
recuperò,prese anche la lucerna e se n'è
andò ripercorrendo la
strada per l'ingresso della rovina.
Ormai,l'utilità
di quel posto era passata in secondo piano.
"Mi
chiedo,se i tempi non siano maturi."
E
se ne andò,lasciando che l'oscurità e il silenzio
tornassero a
dimorare in quel luogo.
Il
sole splendeva come non mai e nel cielo dominava un azzurro limpido e
senza nuvole.
L'estate
portava con se un aria calda e piena di vita,ma quella mattina
soffiava un vento leggero e piacevolmente giocoso,quella doveva
essere una bella giornata.
Era
quello che pensava un uomo,a cavallo di una stupenda giumenta
pezzata,magra e dalla corporatura leggera,con addosso una semplice
sella di cuoio.
Il
suo cavaliere era un uomo alto,dai lunghi capelli neri,occhi marroni
dallo sguardo vivace e una barba rada e incolta gli copriva volto.
Indossava
una corazza di bronzo e le braccia erano scoperte,sotto indossava un
gonnellino in stoffa bianca e ai piedi portava dei calzari di cuoio e
poco sopra di essi due gambali di bronzo coprivano gli stinchi e le
ginocchia.
Per
la sua difesa personale era solito portare una corta spada
monofilare,leggermente ricurva verso l'interno e con una punta
particolarmente acuminata,mentre su un fianco del cavallo,avvolta da
un lungo panno di lana e legata con delle strisce di cuoio,vi era
custodita una lancia.
Guardava
l'ambiente intorno a lui,una vasta distesa di erba verde chiaro
é di
tanto un cipresso compariva alla sua vista.
In
quel momento stava percorrendo una strada sterrata è
più là lo
vide.
Il
villaggio di Lenistos.
"Già
sento l'odore della ricompensa."
E
con l'idea di una cospicua somma di denaro sbatté le briglie
e con i
talloni picchiettò leggermente i fianchi del
cavallo,spingendo la
cavalcatura ad una leggera corsa verso il piccolo centro abitato.
Ci
mise poco a raggiungere il villaggio,quel piccolo insieme di case
mescolate tra di loro,alcune di esse dotato di un piccolo recinto per
i maiali o le oche,era presenti anche le botteghe di un fabbro e di
un calzolaio e un piccolo tempio dedicato a Cerere,divinità
il cui
culto era comune tra gli agricoltori,gli allevatori e tutto
ciò che
aveva a che fare con la campagna.
Ma
non erano quelli gli edifici che attiravano la sua attenzione,no,lui
era tornato li per giungere al posto più chiassoso dei
dintorni,la
taverna.
Era
una semplice costruzione di legno a due piani,dotata di qualche
finestra e un tetto di paglia e una vecchia stalla sul retro per
poter far riposare i cavalli.
L'uomo
si avvicinò all'edificio,scese dal cavallo e
portò l'animale in una
delle celle della stalla,dove la sua cavalcatura si sarebbe potuta
rifocillare di foraggio e riposare le membra.
Spogliò
l'animale della sella,delle briglie,delle sue armi e di un grosso
sacco imbrattato di sangue che l'animale trasportava sopra il
posteriore,legò la spada al fianco e la lancia dietro la
schiena e
infine prese il sacco,per poi dirigersi verso l'entrata.
Una
volta entrato riconobbe un ambiente rumoroso e pieno di
vita,urla,schiamazzi e grida erano sempre presenti in questo genere
di ambienti,i contadini che si fanno due chiacchiere parlando del
più
e del meno,giovani avventurieri che freschi di carriera si riempivano
lo stomaco e discutevano di quale richiesta,dietro lauto compenso o
una coraggiosa impresa da intramprendere in nome della gloria ,chi
poteva dire se quello non fosse il loro ultimo pasto?
Tra
le tante persone che c'erano la dentro però n'è
cercava solo una in
particolare è anche molto appariscente,che vide molto
facilmente.
Era
seduto ad un tavolo,vicino ad un angolo della taverna,era vestito di
un lungo abito rosso,con il simbolo di un aquila dorata cucita nella
parte sinistra del petto,dal viso sembrava un ragazzo,forse aveva
quindici o sedici anni,ma poco gli importava,tanto,mica doveva farci
conoscenza.
Si
avvicinò al giovane,con aria strafottente e arrogante,cosa
che
faceva molto spesso e con molte persone.
"Sono
qui per quella richiesta riguardo l'uccisione di quel grosso lupo che
ha fatto la tana vicino alla strada maestra,ho ucciso la bestia
insieme al suo branco,ora sono qui per la ricompensa".
Il
ragazzo quasi intimorito si rivolse all'uomo con una certa timidezza.
"M-ma
certo,ha qualcosa che dimostra ciò che afferma?"
"Giudica
tu."
E
in un istante l'uomo svuotò il contenuto del sacco sul
tavolo è
senza troppe finezze,sul tavolo ricadde la testa mozzata di una
grossa bestia,sembrava la testa di un lupo,ma era innaturalmente
grande,tanto che in dimensioni eguagliava quella di un cavallo,grosse
zanne lunghe,bianche,spesse come un pollice,ricoprivano la grande
bocca,che con la lingua sul tavolo emanava un incredibile puzzo di
morte,mentre gli occhi,una volta vispi e feroci in quel momento
parvero spenti e privi di qualsivoglia traccia di vita, ormai passata
violentemente.
Il
ragazzo saltò sulla sedia, non aspettandosi di certo una
cosa
simile, sarebbero bastati anche una zanna, oppure un occhio per
confermare la sua morte, i mezzi per accertarsi della
veridicità dei
fatti certo non mancavano.
"Non
hai idea di quanto sia stato difficile tranciare le ossa del collo,
il bastardo ha voluto farmi sudare anche da morto".
"Capisco..."
Disse
il ragazzo fortemente impressionato dalla cosa.
"Allora,
questi soldi?"
Disse
l'uomo un po' impaziente.
Il
ragazzo si riprese dal macabro spettacolo che aveva di fronte e si
rivolse di nuovo al suo interlocutore.
"Si
si, subito.
Il
ragazzo si affrettò a infilare una mano dentro la veste e
n'è
estrasse un piccolo sacchetto di cuoio,lo mise davanti agli occhi e
poi pronunciò qualcosa che l'uomo non capì bene.
"Ecco
la sua paga, duemila cesari d'argento."
Disse
il ragazzo consegnando il compenso al proprietario della somma, che
appena ricevuto in mano fece saltellare il sacchetto, compiacendosi
della ricompensa tanto agognata.
"E
stato un vero piacere"
E
così dicendo, l'uomo si allontanò verso uno dei
tavoli vuoti della
locanda, pregustando l'idea del lauto pasto, che tra poco avrebbe
mangiato in tutta tranquillità.
L’uomo
passò una giornata piuttosto tranquilla, dopo aver ricevuto
la sua
paga per il lavoro svolto, ordinò una zuppa di lattuga,
carote e
lenticchie accompagnata con pane sfornato nella mattinata, seguita da
quaglia, aromatizzata con rosmarino e salvia e da bere un anfora di
vino rosso, dal sapore corposo e deciso.
Un
pranzo da re, infondo se lo era meritato, dopo tutta la fatica che
aveva fatto per stanare la bestia. Si era svegliato poco prima
dell’alba, con l’aria fresca del mattino ad
accoglierlo al suo
risveglio, dormendo all’addiaccio, con un paio di pelli di
pecora a
tenerlo caldo vicino al fuoco e come colazione solo pane raffermo e
carne di coniglio sotto sale, spense il fuoco e poi andò a
caccia.
Il
grosso lupo aveva fatto la tana in un boschetto vicino alla strada
principale, da qualche tempo, mercanti, messaggeri, pellegrini e una
truppa a cavallo dell’esercito imperiale, si erano imbattuti
nel
famelico predatore, fortuna che qualcuno stanco della situazione
aveva fatto richiesta alla prefettura locale di lasciare volantini su
di una cospicua somma di denaro a chi avesse ucciso la bestia.
Fortuna
per lui che di avventurieri c’è n’erano
pochi, avere a che fare
con mostri e individui di ogni sorta non era una vita facile. Orchi,
goblin, non morti, maghi folli, briganti, cultisti invasati,
licantropi, grifoni, draghi e la lista andava ancora avanti.
Fortuna
che a lui era toccato solo un lupo più grosso del normale.
Seguì
le tracce con minuziosa precisione, piano piano, lentamente, il
più
silenzioso possibile, fino a che non la vide.
La
tana della bestia.
Un
buco scavato a lato di un grosso rialzamento di terra,
all’apparenza
sembrava un luogo tranquillo, ma il buon senso gli diceva che era
meglio non fidarsi troppo delle apparenze, per questo aveva
già
estratto la lancia dalla sua custodia e la impugnò, con
presa salda
e sicura.
Si
avvicinò, quatto quatto, restando il più
possibile sottovento, per
non far sentire alla creatura il suo odore, cosa che lo avrebbe messo
in serio svantaggio, dato che combattere un lupo in una foresta era
già di per se un azzardo, specie se le voci dicevano fosse
grande
quanto un bue e che aveva una certa passione per la carne umana.
Si
avvicinò alla grotta, mentre puntava l’arma verso
l’antro della
tana, in attesa che la creatura attaccasse, ma non succedeva nulla,
non un ringhio, un guaito o qualsiasi altro verso giungeva
dall’entrata, era strano, troppo strano, c’era
qualcosa che non
quadrava.
Poi,
fu assalito da un dubbio, forse non era lui che si stava avvicinando
alla bestia, forse, era tutto l’opposto.
Ruotò
gli occhi, da un lato all’altro del suo campo visivo, ma non
scorgeva nulla, per istinto cominciò a indietreggiare
lentamente,
mantenendo la stessa identica posizione, non voleva dare alla bestia
l’idea di essersi accorto della situazione a suo svantaggio,
no,
era meglio restare calmi, non avrebbe permesso a quel lupo troppo
cresciuto di mangiare la foglia.
I
suoi muscoli erano tesi, la sua attenzione verso l’ambiente
circostante era al massimo, doveva solo attendere, essere paziente,
poi l’occasione si sarebbe presentata da se.
Infatti,
era proprio quello che accadde.
Un
leggero rumore di passi simile al galoppo di un cavallo si fece
sentire nell’aria, poi, ebbe la conferma subito dopo, quando
il
suono di un ramo spezzato lo fece girare verso di lui.
Ed
infine, lo vide, un grosso lupo, dal pelo grigio, molto più
grande
dei suoi simili, con occhi grandi quanto il pugno di un uomo e una
bocca così larga da inghiottire un bambino, se lo ritrovo
davanti
intento a balzargli addosso con tutto il suo peso.
Prontamente
l’uomo schivò l’assalitore con
prontezza, schivando all’ultimo
le zanne e con la stessa velocità contrattaccò,
menando un fendente
di taglio al costato dello sproporzionato molosso.
Subito
si girò puntando la lancia verso la fronte del lupo, in modo
dargli
fastidio, ma anche per ostacolarne la visuale.
“Certo
che sei bello grosso,spero che tu valga tanto oro quanto
pesi”.
Disse
l’uomo parlando tra se e se.
La
creatura cercò divincolarsi dalla punta dell’arma,
ma il suo
avversario continuava a tenerlo a distanza, sfruttando la gittata
della lancia per creare una sua zona sicura, abbastanza lontana dai
letali morsi della creatura.
Il
lupo tentava di avvicinarsi,continuando a mordere la parte lignea
dell'arma,nel tentativo di strappare via la lancia dalle mani
dell'uomo,ma senza ottenere alcun vantaggio,d'altro canto
però il
suo avversario umano tentava di colpire la grande bestia,ma
nonostante la sua stazza il lupo sembrava possedere riflessi molto
più svelti di quelli che dava a vedere.
All'improvviso
però la situazione cambiò totalmente,con un balzo
improvviso,il
grosso l'enorme bestia approfittò di colpo di lancia andato
a vuoto
per compiere un balzo,superare l'arma e affondare i denti nella testa
dell'umano,prontamente però l'uomo rotolò in
avanti evitando dal
basso l'ennesimo morso che avrebbe potuto staccargli la testa e la
bestia oltrepassò la sua preda.
Era
giunto il tempo di porre fine alla partita, sia l'uomo che il lupo
sapevano che quello era il momento adatto per portare il colpo
decisivo.
Entrambi
cercarono di riprendere posizione il più velocemente
possibile,ma
per quanto l'uomo potesse essere veloce il lupo lo fu di
più,che si
era subito girato e che aveva deciso di dare l'ultima carica contro
il suo inseguitore,tuttavia l'uomo non ebbe altra scelta se non
tentare il tutto per tutto,era ancora posato su di un ginocchio
quando decise di tenere la lancia con una mano sola,portare il
braccio fin dietro la testa,tendere il forte bicipite e fletterlo al
massimo della tensione,prendere bene la mira e poi,scagliò
la
lancia.
Il
volo dell'arma durò poco,poiché centrò
la creatura,penetrando la
gola e giungendo fino al cuore,che adesso era ridotto ad un
colabrodo,facendo così precipitare la bestia al suolo,senza
grazia,senza posa,solo il nudo terreno ad attutire il suo corpo ormai
prossimo alla morte.
L'uomo
si rialzò,si avvicinò all'animale e poi lo
guardò dritto negli
occhi,non più lo sguardo del predatore,feroce e indomito,ma
la
bestia sofferente che con occhi lucidi e carichi di sofferenza
trasmettevano il dolore che stava provando in quel momento.
L'umano
di fronte a lui sembrò indifferente alla cosa,il suo viso
non
trasmetteva gioia,n'è rimorso,n'è rabbia,era
li,mentre lo fissava
estrasse la spada,con una mano strinse sul manico e con l'altra sul
pomolo,poco alla volta mise la punta della spada alla base del collo
e lo fissò dritto negli occhi,per l'ultima volta.
“Nulla
di personale”
Disse
l'uomo con assoluta tranquillità,per poi affondare il colpo
con
entrambe le mani,tranciando l'ultimo fiato di vita del grande lupo,il
divoratore di passanti era morto,ma lui da tutto questo non aveva
tratto nessuna gioia,in compenso avrebbe tratto una somma generosa.
Ed
ora era li,in taverna a riempirsi lo stomaco con quel denaro
faticosamente sudato,un lavoro come un altro,tanto peggio,tanto
meglio.
Tra
non molto il ragazzo,quello dalla quale aveva ricevuto il
denaro,avrebbe informato i suoi superiori presso la prefettura che
poi avrebbe dato l'ordine di togliere la richiesta del mercante,dato
che ormai il compito era stato portato a termine,ma infondo a lui
cosa importava della burocrazia? Lui aveva fatto la sua parte,del
resto non gli importava più nulla.
Nel
pomeriggio passò da un fabbro presente nel villaggio,una
piccola
fucina,nulla di straordinario,ci andò per far rifare il filo
alle
armi,dato che si era rovinate contro il lupo,sopratutto la spada,che
non era adatta per essere utilizzata come coltello da macellaio e a
lavoro completato pagò e se ne andò.
Passò
il resto della serata senza fare nulla di
particolare,affittò una
stanza,nella quale si fece portare la cena,questa volta
mangiò solo
qualche tozzo di pane accompagnato con un po' di garum,una salsa
ottenuta con le interiora di pesce lasciate fermentare sotto
sale,mangiava seduto ad un piccolo tavolino di legno mentre
consultava una mappa della regione,se avesse continuato nel suo
percorso presto si sarebbe avvicinato ad Aegis,la città
stato che
non si era piegata di fronte alle legioni dell'impero di Nova,la
potenza incontrastata che da più di sette secoli dominava
svettando
le sue bandiere rosso sangue e le sue aquile dorate in giro per il
mondo conosciuto,dalle montagne di ferro dominate dai nani del picco
del drago,al reame di Marathel,dimora degli elfi silenti,fino a
giungere ai confini con il sabbioso regno di Amenosi,dove pochi
avevano visto di persona le grandi piramidi di pietra,rivestite di
stucco bianco e dalla punta d'oro,fino al mare di ghiaccio,oltre la
quale si dicesse che popoli primitivi e selvaggi vivessero a contatto
con divinità sanguinare e che praticassero culti altrettanto
brutali.
Insieme
al suo destriero,si era avventurato per una buona parte
dell'impero,viveva alla giornata,senza preoccuparsi troppo del
futuro,buona parte del denaro che spendeva veniva da quelle
commissioni che solitamente pochi osavano
accettare,avventuriero,cacciatore di taglie,guardia del
corpo,insomma,tutti lavori che una lama vagabonda come lui potesse
accettare,non ricordava nemmeno da quanto tempo ormai era in viaggio,
ma che importanza aveva pensarci adesso? Nessuna,caricarsi di
pensieri inutili non serviva a niente.
Passò
un ora ed infine chiuse la mappa e decise di andare a dormire,si
tolse l'armatura,poi le vesti,restando solo con un perizoma di
cotone addosso e si coricò a letto,in attesa che il sonno
prendesse
il sopravvento. Passarono poco più di due ore,a stento era
riuscito
a riposarsi quando sentì un rumore di passi,che pian piano
si
avvicinavano verso di lui,restò calmo,con gli occhi ancora
chiusi,non voleva dare l'impressione all'intruso di essere
sveglio,poi appena fu sicuro della sua mossa agì.
Aprì gli
occhi,notando nella penombra della stanza la lama di un pugnale
puntata sopra di lui,le sue mani si mossero più velocemente
della
sua mente,afferrando il polso del suo aggressore e con l'altra mano
andò a prendere il pollice della mano
estranea,l'afferrò saldamente
e glielo torse a tal punto da rischiare di spezzarglielo.
La
mano si aprì lasciando che la lama cadesse innocua sul
pavimento e
nel mentre,il guerriero avanzò il suo
contrattacco,liberandosi con
un veloce movimento di gambe e con una di esse tirò un
calcio con la
pianta del piede verso l'addome del suo avversario,che per reazione
al colpo fu spinto a terra,non ebbe nemmeno il tempo di agire che
subito si ritrovò la sua mancata vittima sopra di lui,con un
ginocchio appoggiato sullo sterno,impedendogli sia di muoversi che di
respirare normalmente e con l'altra gamba appoggiata a terra.
Il
guerriero sferrò un diretto dritto al setto nasale del suo
aggressore,con tale forza che gli fece sbattere la testa contro il
pavimento.
“Perché
hai cercato di uccidermi?”
Disse
lui freddo e tagliente.
Si
accorse che l'intruso era vestito con una semplice veste di cotone
grezzo nera e sulla schiena portava un mantello del medesimo colore
dotato di un cappuccio.
“Il
guerriero proveniente da una terra senza più nome
giungerà a
cavallo,per incontrare colei che lo spingerà verso il suo
destino,la
profezia diceva il vero”.
L'uomo
ebbe l'impressione di parlare con un folle,di cosa stava parlando?E
perché mai,qualcuno,in questo caso una donna,avrebbe dovuto
condurlo
verso cosa?Il destino?Lui?Era un guerriero che viveva la vita di
tutti i giorni solo allo scopo di restare in vita,non aveva
obbiettivi,non aveva grandi ideali per la quale combattere,lui
uccideva per mangiare,bere,dormire,mostro o persona che fosse,quel
genere di scemenze non gli interessavano.
“Tu
stai male,sicuro di non aver assunto troppa Belladonna?”
“Ridi
pure,ma il fato e già scritto,presto o tardi te ne renderai
conto
anche tu.
“Se
lo dici tu...”
E
detto questo l'uomo sferrò un poderoso gancio verso la
mascella del
suo aggressore che svenne al momento dell'impatto,il guerriero si
alzò e decise di vestirsi di fretta è
furia,infilò le vesti,mise
la corazza è una volta riarmato uscì dalla
stanza,diretto verso le
stalle,non sarebbe rimasto un attimo di più in quel
posto,dato che a
quanto pare,qualcuno voleva fargli al pelle. Non sapeva
perché,non
gli interessava e sopratutto non voleva restare per scoprirlo.
Uscì
dalla porta e subito scese al piano inferiore,dove ad attenderlo
c'erano due altri loschi individui,vestiti ed armati allo stesso modo
dell'aggressore precedente.
“L'oblio
ti attende,guerriero”
“Ma
che problemi avete nella testa?”
A
quel punto estrasse la spada e avanzò verso i due
sconosciuti,era
calmo e sicuro delle sue capacità,teneva la spada vicino
alla
coscia,senza nemmeno mettersi in posizione di guardia,tanto aveva
fiducia nelle sue capacità. I due assalitori si lanciarono
addosso
al loro bersaglio con i pugnali stretti nel pugno,contavano nel fatto
di essere in due per poterlo sopprimere con facilità.
Colpì il
primo con un rude affondo che all'uomo bastò scartare di
lato col
busto per farlo avanzare oltre la sua posizione e fargli mancare il
bersaglio,mentre il secondo attaccò di lato con un colpo
orizzontale
che venne subito parato,quello fu il momento di rispondere
all'aggressione. Per prima cosa colpì il secondo
incappucciato con
un affondo laterale verso il collo,che penetrò facilmente
nella
carne e passò le ossa del collo da parte a parte,uccidendolo
all'istante,il guerriero estrasse la lama facendo cadere il corpo a
terra,per poi rivolgersi verso il primo uomo.
“Riprovaci,magari
sarai più fortunato”.
Disse
l'uomo con fare arrogante,appena vide il suo avversario riprendersi
gli corse in contro e con un breve scatto gli si avvicinò e
con un
fendente verticale,dall'alto verso il basso fece uno squarcio che
andava dalla spalla fino al basso ventre e senza dargli il tempo di
reagire,sarebbe morto nel giro di poco.
“
E
invece no”
Era
meglio andarsene finché poteva,le persone alloggiate nelle
stanze si
sarebbero svegliate a breve e non sarebbe voluto restare li a farsi
farsi fare domande sull'accaduto,meglio andarsene il più
presto
possibile.
Uscì
dalla porta e si diresse immediatamente verso le stalle,una volta
giunto si avvicinò nel punto in cui aveva lasciato la sua
cavalcatura e quando arrivò notò che la sua
cavalla stava bene,la
cosa lo confortava molto,anche se nella fretta non lo diede a
vedere,di fretta e furia riuscì a legare la sella
all'animale per
poi salirvici in groppa.
“Più
veloce del vento Briseide”
La
giumenta si lanciò fuori dal suo recinto ma la sua corsa non
ebbe
nemmeno il tempo di cominciare che subito altri loschi individui
erano giunti alle stalle,questa volta erano almeno una ventina,in
gran numero potevano sembrare pericolosi,ma se presi singolarmente
erano piuttosto scarsi nel combattimento ravvicinato,senza contare
che loro erano a piedi e lui invece aveva un cavallo,per tanto
combatteva da una posizione privilegiata,si,avrebbe potuto farcela
anche in questa occasione,estrasse la lancia tenendola con una sola
mano,mentre con l'altra teneva le briglie.
“Sotto
a chi tocca”.
Disse
lui con fare di sfida,mentre con la lancia puntava nel mucchio di
fronte a lui. A quella risposta tutti gli incappucciati si lanciarono
verso l'uomo con foga omicida e i pugnali alla mano,in risposta il
cavaliere si lanciò con il suo cavallo in carica
improvvisa,mentre
con la lancia puntava a quello più vicino alla punta della
sua
arma. Tutto sembrava andare come da programma per l'uomo,quando
all'improvviso due sibili perforarono l'aria. Due degli aggressori si
trovarono a terra,con due frecce conficcate nel torace,che causarono
una grave emorragia facendo finire grandi quantità di sangue
sul
terreno che subito si coprì di rosso. Nello stesso dal fondo
del
gruppo si fece sentire un altro suono,questa volta più sordo
e
grossolano,poi lo videro tutti,un piccolo essere dalla vaga forma
umanoide,sembrava una sorta di omino alto all'incirca un metro e
mezzo e con gli arti corti e tozzi,ma compensava la bassa statura con
muscoli gonfi,una folta barba nera e cattive intenzioni,il suo corpo
era rivestito da protezioni in acciaio e tra le mani reggeva un
maglio,un grosso martello da lungo manico e la testa pesante almeno
una ventina di chili ed era sporca di sangue,infatti,uno degli
incappucciati giaceva a terra,con la testa fracassata e frammenti di
ossa e cervello erano sparsi tutt'attorno,il suo corpo si muoveva
ancora per via degli spasmi dovuti al letale trauma cranico.
“CHI
DI VOI BASTARDI VUOLE UN MAL DI TESTA?”
Disse
lo strano essere con una nota di tronfio orgoglio,mentre tra le mani
faceva ruotare la pesante arma,in segno di quanto fosse abile con
quello strumento di morte. A quel punto confusi,gli assalitori non
seppero più chi aggredire e presi da chissà cosa
cominciarono a
dividersi in due gruppi più piccoli,diviso tra chi voleva
fronteggiare il cavaliere e chi il nuovo arrivato.
“PER
IL DEMIURGO”
Gridarono
gli incappucciati all'unisono in preda ad un euforia omicida,l'uomo
non restò a guardare impassibile,con un veloce colpo di
entrambi i
talloni alle costole della cavalcatura istigò l'animale a
caricare,mentre con la lancia,dritta davanti a lui puntò a
due degli
aggressori,li colpì entrambi,prima uno al petto e poi
l'altro alla
gola e nel frattempo altre due frecce giunsero in suo soccorso mentre
altri due incappucciati volevano prendere l'animale di spalle.
Dall'altra parte invece il piccolo uomo stava mulinando il grosso
martello,fracassando teste,gabbie toraciche,uno era stato persino
preso ad una gamba così violentemente che la rotula si
spezzò
uscendo dal ginocchio e spezzandosi come se fosse un bastoncino.
Presto il tutto si ridusse ad un vero e proprio bagno di sangue,ossa
spezzate,organi bucati e ci fu anche un calpestamento da parte della
giumenta,che presa dallo scontro non si accorse di aver investito uno
degli aggressori che era ancora vivo e che la forza dell'urto,unito
al peso dell'animale lo uccise senza troppe cerimonie.
L'ultimo
fu preso da un colpo di lancia che gli trapasso lo sterno da parte a
parte,riducendo ad un colabrodo ,infine si rivolse all'unico
salvatore che riusciva a vedere in quel momento.
“Grazie
per l'intervento nano,ma c'è l'avrei fatta anche da
solo”
Sentendo
quelle parole lo straniero gli puntò contro la testa del
martello,reggendo quella pesante arma con un braccio solo.
“Non
n'è dubito ragazzo,ma hai troppa fiducia nelle tue
capacità,metti
caso che avessero colpito il cavallo con un colpo ben assestato,tu
saresti finito a terra e forse non avresti avuto il tempo di
rialzarti che subito ti sarebbe saltati addosso e po ti avrebbero
tagliato la gola,non ci avevi pensato vero?”
“Perché
avrei dovuto? Avevano delle capacità combattive decisamente
scarse,per non parlare che erano stupidi quanto un troll,ma
comunque,grazie per l'aiuto ed ora,sei mi vuoi scusare,preferisco
andarmene finché posso,ci si vede in giro.
Girò
il cavallo in direzione dell'uscita del villaggio,stava per spronare
il cavallo a correre,via da li,lontano da quel delirio,da quelle
specie di folle assalto alla sua vita,per chissà quale
motivo vi era
rimasto invischiato,forse erano seguaci di chissà quale
culto
esoterico privo di ogni logica accettabile,né giravano molti
in giro
e ogni tanto aveva accettato di sbarazzarsi di qualche setta minore
in cambio di una lauta ricompensa,comunque,non era affatto un suo
problema,quindi,se né sarebbe andato.
O
forse no.
Prima
ancora che l'animale potesse scattare un altra freccia giunse vicino
a lui,questa volta finì di fronte al cavallo,poco distante
dal
muso,che tuttavia non intaccò in alcun modo la pelle
dell'animale,che però si spaventò e si
tirò sulle zampe
inferiori,impennandosi per lo spavento.
“
Temo
che tu non te ne possa andare straniero,i problemi che hai affrontato
stasera riguardano ben più di un semplice attacco da parte
di
semplici invasati”
La
voce che sentì proveniva da un ombra e possedeva un timbro
maschile,proiettata tra due case accostate tra di loro,dalla quale
uscì una figura alta e longilinea,indossava protezioni di
cuoi che
gli coprivano il torace e le braccia,mentre alle mani portava dei
sottili guanti pelle,sopra le protezioni portava un cappuccio verde
scuro che gli copriva il volto e sotto di esso un lungo mantello del
medesimo coloro con sopra il ricamo della testa di un
barbagianni,mentre dalla vita in giù portava un lungo
pantalone
bianco e un paio di stivali.
Tra
le mani teneva un lungo arco,dal legno liscio e ben lavorato,sulla
quale intagli simili a rami e incisioni di temi floreali percorrevano
tutta la superficie dell'arma,da sotto il mantello spuntava una
faretra ricolma di frecce. Aveva intuito qualcosa su chi potesse
già
durante il combattimento,quel tipo di precisione,quell'assoluta
padronanza del tiro,della traiettoria,anche durante una mischia
così
improvvisata,ma poi quando lo vide non ebbe più alcun
dubbio,non per
i vestiti che portava,ma per il modo di muoversi e la calma nel
parlare,non aveva bisogno di guardarlo in faccia per capire con cosa
avesse a che fare.
“Un
elfo,devo ammettere che questa serata si sta facendo sempre
più
strana,un branco di pazzi,un nano,un elfo e poi cosa?L'idra la tirate
fuori all'ultimo?
L'elfo
e il nano videro l'umano farsi beffe della situazione,come se la cosa
fosse uno scherzo per lui e nel mentre un sorriso sornione e ironico
si allargava sul suo viso leggermente barbuto,gli altri due restarono
immobili,si scambiarono un occhiata di incredulità,davvero
erano
giunti in soccorso di uomo simile?Un completo menefreghista che
sembrava prendere la cosa come se fosse uno scherzo?A quel punto
avrebbero voluto andarsene,ma avevano un compito da portare a
termine,costi quel che costi.
“Siamo
venuti a prenderti,Milziade”.
A
sentire quel nome l'uomo cambiò totalmente espressione,se
prima
sembrava burlarsi dei suoi salvatori ora invece sembrava più
serio
che mai,il suo sguardo si fece tagliente,un accenno di rabbia gli si
poteva leggere negli occhi,quegli occhi tanto rancorosi da poter
infilzare un uomo solo guardandolo.
“
Chi
ti ha dato questo nome?”
“Colei
che devi incontrare,era da tempo che ti stava aspettando”.
Salve a tutti,questa è la prima volta che pubblico una storia originale e vi ringrazio per aver letto il primo capitolo sperando che sia stato di vostro gradimento,fatemi sapere cosa ne pensate,ciao =).
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