Quattro gemme per Parvati

di LilyLunaMandrake
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1.

 

“Mi chiamo Parvati Patil, e sono una combattente.”

“Ripetilo con più convinzione.”

“Mi chiamo Parvati Patil! E sono una combattente!”

“Puoi fare di meglio...”

“MI CHIAMO PARVATI PATIL, E SONO UNA COMBATTENTE!”

“Ecco la mia leonessa preferita!”

“Scusami Padma, sono un po' in ansia...”

“Lo so... Per questo ti ho chiesto di tirare fuori tutto il tuo coraggio.”

“Mi sento così sciocca... Ho combattuto una guerra, ho passato i MAGO con voti molto soddisfacenti, nonostante la situazione che vivevamo a scuola l'ultimo anno, e non riesco a decidermi a chiedere a Dean di uscire con me...”

[...Nooo! Nooo! Fermo!]

“Parvati? Mi stai ascoltando?”

“Eh? Sì, sì...”

“Dicevo...”

[“Nooo! Ti prego! Lascia stare mio figlio!”]

“Parvati?”

“Credo di aver avuto una sorta di visione, sentivo una voce...”

“Un'allucinazione, vorrai dire...”

“Non dire così! È stato angosciante! Quella voce era disperata!”

“Non dirmi che vuoi darmi ancora a bere quella storia dell'occhio interiore!”

“Sei solo invidiosa! La professoressa Trelawney ha sempre sostenuto che ho una grande predisposizione per l'arte della divinazione, mentre il tuo intuito mistico non è che una briciola del mio!”

“Non sono affatto invidiosa, credimi... Comunque, cos'è che ha distolto la tua attenzione?”

“C'era una donna che urlava e piangeva. Sentivo disagio, sofferenza, dolore. È stato orribile.”

“E tu lo chiami un grande dono, questo?”

“Intanto questo grande dono ha permesso a Harry Potter di capire molti fatti importanti, per far finire la guerra!”

“Certo, ma vorrei ricordarti che non era l'occhio interiore quello, ma il collegamento mentale con Voldemort...”

“Come ti pare... Io comunque ho sentito chiaramente il disagio di questa donna.”

“Calmati, dai. Andiamo a fare una passeggiata. Magari starai meglio, sei tutta rossa in viso.”

 

..

 

[“La pietra, devi cercare la pietra!”

“Padre, di che pietra parlate?”

“La Sacra Pietra, figlio mio, la Sacra Pietra porrà fine alle sofferenze del nostro popolo!”

“Ma non era una leggenda?”

“Le leggende hanno un fondo di verità...”

“Com'è fatta? Come funziona? Dove la trovo?”

“Io... Aaargh... mi fa male...”

“Non muovetevi, padre, vi cospargo subito altro dittamo sulla ferita!”]

Mi sveglio di soprassalto. La passeggiata serale con mia sorella mi aveva calmata. Ma questo... Cos'era, un incubo? Padma dorme beata nel letto di fianco al mio. Mi sento tutta scombussolata. Mi alzo, mi infilo le pantofole e la vestaglietta leggera che mi ha regalato la mamma l'anno scorso e decido di scendere in cucina, cercando di accostare pian piano la porta della nostra camera da letto allo stipite, per non svegliare Padma. Lei non ha l'occhio interiore, non ci crede a queste “favole”, non capirebbe.

Bevo un po' d'acqua fresca, e decido di uscire in giardino a guardare le stelle, coccolata dalla notte estiva. Le fisso, non sapendo bene cosa chiedere a quelle splendide perle luccicanti, incastonate preziosamente nella volta celeste.

Sento il cuore pulsare all'impazzata.

[“Solo un cuore estremamente percettivo potrà aiutarti. Solo una creatura simile potrà raccogliere la tua richiesta di aiuto. Ti dò la mia benedizione, mio caro Barastain, trova la pietra e aiuta Skyfolks, il nostro povero mondo!”]

Che mal di testa. Mi seggo sulla panca di legno, in giardino. Riguardo il cielo, i miei cari astri mi sorridono, non capendo la mia perplessità. Che cosa mi succede? Chi è che soffre così tanto? Tutto ciò è orribile!

“Uhm... Eccoti. Mi stavo preoccupando.”

“Padma... Dormivi e non volevo disturbarti.”

“Che cosa succede, Parvati? Hai la faccia che sembri una pazza.”

“Ho sentito altre voci, in sogno e anche ora. Credimi, non sono allucinazioni! C'è gente in difficoltà, là fuori chissà dove! Stanno male!”

“Posso fare uno sforzo, e cercare di crederti. Ammesso che tutto questo sia vero, sai quanta gente sta male? Nostra madre lavora al San Mungo, sai quanti pazienti vede ogni giorno?”

“Non è la stessa cosa. Sembra più un problema collettivo, parlavano di popolo in pericolo...”

“Ah, bene... Un popolo addirittura...”

“Smettila di essere così scettica!”

“Scusa. Non volevo ferirti. Si vede che la cosa ti turba, sei inquieta, e non voglio sottovalutare la situazione. Scusami.”

“Ti ringrazio.”

Mi abbraccia forte e io mi sento meglio, col suo calore di sorella gemella. Anche l'odore del suo balsamo all'olio di semi di lino mi calma, ma con la coda dell'occhio, oltre la sua testa, noto una cometa nel cielo. Lascia una scia violetta, sottile e quasi impercettibile, mi sembra di sognare, non mi par vero. Non avevo mai visto nulla del genere.

E poi accade.

CRACK!

Nel nostro tranquillo giardino, baciato dalla luce della luna, si materializza una figura. Mia sorella si volta velocemente sgranando gli occhi, incredula per la visione notturna assolutamente inaspettata.





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