Ackerman
Anno
851.
Nove
mesi. Avevano avuto nove mesi di tregua dall'ultimo attacco dei
giganti. Dopo l'incoronazione di Historia come regina delle Mura,
stava andando tutto bene; lentamente avevano riconquistato Wall
Maria, ripulendo la zona dai giganti.
Ma
poi alla prima spedizione con il corpo di ricerca al di fuori delle
mura, erano nuovamente stati attaccati da Reiner, Zeke e il gigante
trasportatore, ma stavolta non avevano solo dei semplici giganti
dalla loro parte, erano comparsi davanti ai loro occhi con altri due
giganti con indubbia particolarità; il gigante martello e il gigante
mandibola.
Gli
avevano tenuto un'imboscata nei pressi di una foresta, mettendo
subito fuori gioco Armin prima che potesse trasformarsi. Non ci volle
molto nel capire che Floch fosse una spia, dato che si era subito
riparato sopra il gigante trasportatore.
In
pochi minuti l'intero corpo di ricerca venne spazzato via, Eren nella
sua forma da gigante d'attacco era allo stremo, e il capitano Levi
aveva dato l'ordine di ritirarsi all'interno della foresta.
Levi
atterrò il gigante corazzato, senza riuscire ad ucciderlo, e nel
contempo puntò lo sguardo su Eren. Sgranò gli occhi << EREN!
>> urlò con terrore e furia nel vederlo prendere un altro
colpo.
Lo
schianto a terra fu devastante, tanto che Eren perse conoscenza.
Mikasa
dopo aver sferrato un colpo mortale ad un gigante di 12 metri, si
fiondò infuriata contro il gigante martello in difesa di Eren. Si
scatenò indemoniata contro di lui, lanciandogli addosso le ultime
lance esplosive. Inutile fu il tentativo.
Levi
si allarmò vedendo la situazione << NO MIKASA! >> la
chiamò gridando, scattando verso di lei e Eren.
Il
gigante martello la colpì con il palmo della mano, scaraventandola
con forza verso dei grossi tronchi. Levi arrivò giusto in tempo,
afferrandola al volo con una velocissima manovra tridimensionale.
Nel
mentre il gigante mandibola azzannò il retro del collo del gigante
d'attacco, estraendo Eren incosciente.
Levi
studiò la situazione: dall'espressione dolorante di Mikasa, intuì
che avesse la gamba rotta, in più erano senza lance esplosive, con
le ultime lame a disposizione, e in gas sempre più scarso. In ogni
caso un tentativo si poteva fare per salvare Eren << Mikasa!
>>
la chiamò cercando di farsi ascoltare, tenendola ben salda per la
vita con il braccio << Proverò a tagliare la bocca del
gigante, tu afferra Eren >>
Mikasa
annuì con determinazione, stringendo l'impugnatura delle spade nelle
mani.
Ma
nel momento che si spinse in avanti, videro il gigante corazzato
rialzarsi, il gigante bestia darsi slancio con un grosso masso
roccioso in mano e il gigante martello puntarli, mentre il gigante
mandibola faceva retro front per allontanarsi con l'obiettivo nella
bocca.
Il
piano andò in fumo subito non appena il gigante bestia lanciò
velocemente il suo attacco puntando direttamente a loro. Levi
sveltamente si mosse per evitarlo, perdendo terreno su Eren.
Un
boato e un'esplosione polverosa si alzò in un secondo.
Un
momento dopo che la visibilità fu di nuovo limpida, videro tutti i
giganti allontanarsi da loro.
Levi
sapeva che non avevano nessuna speranza di raggiungerlo, e si sentì
frustrato nel capire che non potevano più fare nulla. Erano rimasti
solo lui e Mikasa, la quale era compromessa, i pochi rimasti si erano
già addentrati nella foresta, e anche volendo non avrebbero potuto
fare nulla lo stesso.
Mikasa
fissava il gigante mandibola allontanarsi sempre di più, venendole
da piangere, sapendo che stavolta aveva perso per sempre Eren.
Levi
digrignò i denti sconfitto e ormai impotente di fare qualunque cosa.
Ovviamente
non avevano perso tempo ritirandosi, Eren era sempre stato il loro
obiettivo, e con lui si erano portati via anche Armin, riprendendosi
così anche il gigante colossale.
Avevano
perso.
Levi
atterrò su un grosso ramo di un albero, lasciando la presa su
Mikasa, la quale si accasciò sulle ginocchia con sofferenza.
<<
Eren... >> e anche Armin... Li aveva persi entrambi. Le lacrime
le rigavano il viso, shoccata dalla consapevolezza che non li avrebbe
più rivisti. I giganti erano troppi tutti insieme da affrontare, e
anche volendo avevano perso tutti i cavalli e il gas scarseggiava.
Non potevano fare nulla.
<<
Dannazione >> Levi dette un pugno al tronco dell'albero,
imprecando con frustrazione e rabbia.
~☀~☾~☀~
Il
giorno dopo, dopo aver discusso ed elaborando ad un possibile
contrattacco per il recupero di Eren e Armin, non dando per scontato
che fossero morti, stavano organizzando i preparativi per la
partenza.
Il
corpo di ricerca era diminuito in modo significativo, ma quelli
rimasti erano pronti a tutto, soprattutto la comandante Hanji, il
capitano Levi, Jean, Sasha e Connie, ma soprattutto Mikasa.
Fortunatamente quest'ultima non aveva niente di rotto, la sua gamba
era solo livida dalla botta presa nell'ultimo scontro.
<<
Mikasa, ce li riprenderemo >> provò a rassicurarla Jean.
Lei
non rispose, bastava il suo sguardo determinato per far capire le sue
intenzioni.
Erano
sulle mura di Wall Maria, ed erano pronti e armati, mentre
aspettavano che i cavalli venissero portati sulle carrucole.
Levi
osservava la sua squadra, e si ritrovò a soffermarsi su Mikasa.
Teneva a tutti loro, ma in qualche modo sentiva di avere un certo
affiatamento con lei; in battaglia era diventata la sua spalla
destra, seguendo i suoi ordini, a parte quando si trattava di Eren,
ma era straordinariamente forte e valorosa. Era senza dubbio anche il
suo essere una Ackerman, come lo era anche lui, che riuscivano a
coordinarsi e ad avere intesa.
Da
quando aveva capito di essere un Ackerman come lei, gli era stato
tutto un po' più chiaro, e si era ritrovato più volte ad
osservarla. Kenny a parte, dato che era deceduto, Mikasa era l'unica
del loro Clan, oltre a lui stesso, di cui sapeva fosse in vita.
Probabilmente erano rimasti solo loro due, dato lo sterminio degli
anni passati.
<<
Sta arrivando qualcosa >>
La
voce di Sasha fece voltare tutti sull'attenti, spostando lo sguardo
sull'orizzonte oltre le mura.
Un
folata di vento proveniente da davanti li investì, e successivamente
un rumore ovattato nell'aria invase le orecchie, per poi essere
investiti da un'onda d'urto immensa e morbida.
<<
Che cosa- >> provò a dire Hanji.
Levi
si accorse come tutti si paralizzarono con occhi aperti <<
Hanji, che cosa succede? >>
Mikasa
si guardò attorno confusa, osservando i compagni di squadra.
<<
Comandante Hanji >> la richiamò ancora Levi.
<<
Sasha? >> Mikasa provò a mettersi davanti a lei. Una brutta
sensazione la avvolse, cercando lo sguardo del capitano Levi, l'unico
che oltre a lei stessa sembrava non essersi immobilizzato.
Levi
ricambiò lo sguardo. Non voleva dire nulla, anche se gli ronzava un
pensiero che lentamente prendeva sempre più forma, facendolo
preoccupare.
<<
Hei Mikasa, cos'è quella faccia? >>
Mikasa
riprese a guardare Sasha, la quale era tornata a muoversi.
<<
Che cosa state facendo qui sopra al muro? Dovreste essere agli
allenamenti >> parlò Hanji sistemandosi gli occhiali sul naso.
Mikasa
sgranò gli occhi << Allenamenti? >>
Levi
si limitò ad osservare.
<<
Che cosa sta dicendo comandante Hanji? >> le chiese Mikasa
iniziando ad innervosirsi.
<<
Abbiamo liberato il Wall Maria. I giganti rimasti sono al di fuori,
ed essendo pochi non abbiamo tutta questa fretta >> le rispose
tranquillamente.
Mikasa
strinse i pugni ai fianchi << E Eren e Armin?! >> le
gridò contro.
<<
Chi sono? >>
Confusa,
Mikasa sgranò gli occhi.
<<
Mikasa, sicura di stare bene? >> le chiese Sasha preoccupata.
<<
Eren... Armin... >> li nominò con un filo di voce.
<<
Si può sapere di chi stai parlando? >> domandò Connie.
Lo
sguardo di Mikasa si alzò con rabbia, mostrando i suoi occhi lucidi
<< Sono i nostri amici. Li avete dimenticati?! >> alzò
la voce.
<<
Non so di chi stai parlando, Mikasa >> le disse Sasha.
Mikasa
vedendo gli sguardi e le espressioni confuse dei compagni, si shoccò.
<<
Mikasa, lo scontro di ieri deve averti stancata. Dovesti riposare
>>
le disse la comandante Hanji.
E
lì Mikasa scoppiò << È stato proprio ieri che hanno rapito
Eren e Armin. Dobbiamo riprenderceli! >>
<<
Mikasa >> Levi la chiamò in modo calmo.
Lo
guardò cercando supporto, notando il suo sguardo oscurato.
<<
Noi siamo Ackerman >>
Al
solo pronunciare quella frase, la verità di quello che non voleva
ammettere prese consapevolezza. Con occhi lucidi e spalancati, capì
che era successo quello che avevano temuto. Dalle informazioni
acquisite e apprese durante gli ultimi tempi, avevano scoperto che
Eren era il detentore della Coordinata, e in qualche modo aveva la
possibilità di modificare o cancellare i ricordi dell'umanità.
E
sempre dalle ultime informazioni trovate lasciate da Kenny Ackerman
nell'ultimo luogo in cui aveva abitato, avevano scoperto che la
stirpe degli Ackerman era immune al potere del gigante progenitore.
Non
sapeva cosa fosse successo a Eren, se fosse ancora vivo o fosse stato
divorato da qualcun altro, quali potevano essere le conseguenze, come
e quanto fossero stati modificati i ricordi, ma capì che non poteva
fare nulla.
<<
Mikasa, ti vedo provata. Per oggi sei esonerata dagli allenamenti
>>
le disse la comandante.
Levi
capì che nemmeno l'aveva ascoltata, ma poi cosa importava degli
allenamenti, dopo aver compreso cosa fosse successo.
<<
Squadra, andiamo >> Hanji fece segno di farsi seguire.
Levi
rimase lì, mentre gli altri saltavano giù per il muro, verso la
città.
In
qualche modo la Coordinata, che fosse Eren o qualcun altro, aveva
modificato i ricordi dell'umanità... tranne a lui e a Mikasa. In
quel momento detestava essere un Ackerman.
Mikasa
si accasciò sulle ginocchia, piangente e shoccata.
Levi
si avvicinò a lei, restando in piedi, appoggiandole una mano sulla
nuca, dandole conforto.
E
Mikasa a quel tocco, si sfogò in un pianto liberatorio. Si portò in
avanti, appoggiando la fronte poco sopra al ginocchio del capitano,
stringendo con le mani la stoffa dei suoi pantaloni << E-ren...
>>
La
voce rotta e tremante di Mikasa, lo fece sentire più dispiaciuto nel
vederla in quelle condizioni. Voleva fare qualcosa, ma non sapeva
cosa. Indubbiamente avrebbe usato il suo grado di capitano per
approfondire quanto e come fossero stati modificati i ricordi, ma
nulla più.
Loro
due erano gli unici che si ricordavano.
~☀~☾~☀~
Anno
852.
Da
quel giorno della perdita dei ricordi, erano passati cinque mesi. Il
capitano Levi aveva scoperto che per gli abitanti delle mura, Eren e
Armin, i giganti come il corazzato, il colossale, quello bestia e
tutti gli altri non erano mai esistiti, e che i giganti sparsi oltre
le mura erano solo dei nemici in via di estinzione. Sembrava che
stesse regnando la pace e la prosperità.
Levi
era convinto che Eren avesse patteggiato con chiunque fosse a capo di
quei giganti, per fare regnare la pace e modificare i ricordi in modo
equo e paritario. Non potevano nemmeno attraversare il mare, che una
volta scoperto, lui e Mikasa avevano tentato di raggiungere qualsiasi
luogo ci fosse al di là di esso, Historia l'aveva proibito,
emettendo una vera e propria legge su questo. Doveva essere stato
modificato in qualche modo anche qualche linea di pensiero degli
abitanti, ma non ne era sicuro.
Forse
Eren era vivo e preferiva che non lo raggiungessero, o forse era
morto sacrificandosi e facendo in modo che Mikasa sopravvivesse. La
verità non la sapevano, e probabilmente sarebbe stata sempre un
mistero.
In
ogni caso Eren ci aveva messo del suo, perchè sapeva che lei essendo
Ackerman non l'avrebbe dimenticato, e sapeva che non sarebbe stata
l'unica, infatti c'era anche lui. Eren sapeva che Mikasa non sarebbe
stata sola.
Se
avesse potuto lo avrebbe volentieri preso a calci, di nuovo <<
Quel moccioso... >>
Era
seduto sul bordo delle mura di Wall Maria, mentre osservava il cielo
stellato, ritrovandosi a pensare al futuro. I giganti erano ormai
tutti sterminati, e lui, come Mikasa e il resto della squadra erano
diventati semplici perlustratori e soldati da scorta per i nuovi
villaggi in via di espansione al di fuori.
Doveva
essere sincero, nonostante fosse bello tutta questa pace, un po' gli
mancavano le battaglie contro i giganti. L'ultimo l'aveva abbattuto
un mese addietro, in modo anche fin troppo facile.
Stava
iniziando a pensare cosa ne avrebbe fatto della sua vita, ma non ne
era ancora certo. Forse aprire un negozio di Tè, infondo gli era
sempre piaciuta l'idea.
E
poi la sentì. Mikasa. Aveva sentito la sua presenza ancora prima che
lei gli si avvicinasse.
Mikasa
aveva esitato un momento prima di fare il passo decisivo,
avvicinandosi davvero << Che cosa ci fai qui? >>
<<
Potrei farti la stessa domanda >>
A
quel punto si sedette accanto a lui, alzando lo sguardo in alto,
osservando la luna splendente.
Rimasero
in silenzio per un lungo momento. Entrambi erano di poche parole, e
in quei mesi avevano imparato a capirsi anche senza guardarsi
realmente in faccia. Inevitabilmente si erano ritrovati spesso a
stare insieme, sia nelle spedizioni che nei momenti liberi. Era come
se in qualche modo entrambi si cercassero, ma nessuno dei due lo
ammetteva a se stesso. Per loro era diventato naturale e confortante
esserci l'una per l'altro, anche senza parlare più tanto.
Mikasa
aveva lentamente accettato il destino di Eren, qualunque esso fosse,
anche se nel profondo sperava che stesse bene, come anche Armin. Le
ci era voluto un po', ma alla fine con l'aiuto della semplice
presenza di Levi era riuscita a stare meglio. Con lui non si sentiva
sola in quel mondo distorto.
Non
l'avrebbe mai detto, ma quel nanetto le piaceva. Infondo aveva
scoperto che era una persona sensibile, e quando voleva anche
gentile.
Spostò
lo sguardo sul suo profilo, ritrovandosi un po' ammaliata da lui.
Dopotutto era visivamente un bel uomo, e nonostante quella sua aria
da duro, e quell'espressione imbronciata, era sempre stato
affascinante. E poi c'erano i suoi occhi, poteva vedere la sofferenza
che rispecchiava al loro interno ogni volta che uscivano dalle Mura,
d'altronde aveva perso numerosi compagni negli anni, divorati e fatti
a pezzi, anche davanti a lui.
E
poi c'era sempre la questione che solo loro due sapevano le vere
vicende del mondo in cui vivevano, e che erano a conoscenza che oltre
il mare c'era qualcos'altro. E questo la faceva sentire sempre più
vicina a lui. Ma ora erano bloccati lì, ed era bella la pace, e
questo la fece ragionare e pensare che dovevano andare avanti, e
vivere le vite che molti dei loro compagni non erano riusciti a fare.
<<
Prima avevamo uno scopo >> iniziò a parlare ritornando a
guardare il cielo << Ora invece? >>
Levi
si voltò a guardarla, sorpreso nel sentirla fare quella domanda. Nel
metabolizzare una risposta, si ritrovò ad osservare il suo viso
pallido, soffermandosi sulle sue labbra. Da quando trovava
interessanti le sue labbra? L'aveva osservata molte volte, trovandola
indubbiamente molto bella, era alta, e le piaceva come stava
crescendo, formandosi e facendosi sempre più donna. Era una
sedicenne, forse già diciassettenne, era giovane e aveva una lunga
vita davanti, non che non l'avesse anche lui, infondo aveva poco più
di trent'anni.
<<
Voglio dire... >> Mikasa si fece scivolare più vicina a lui,
tanto da sfiorargli il braccio con il suo << Lei non ha
qualcosa per cui continuare a vivere in questo mondo ignorante? >>
Nemmeno
il tempo di capire cosa risponderle, che la vide appoggiare la testa
alla sua spalla in un modo così naturale e spontaneo, da lasciarlo
sorpreso. Vederla così, con quell'espressione seria, ma anche
malinconica in volto, gli fece realizzare che si sentiva allo stesso
modo. Infondo in quei mesi si erano dati man forte a vicenda,
sentendosi gli unici veri in quelle mura. Loro si comprendevano.
C'era sempre stato un non detto tra loro, e in quel momento, averla
così vicina capì di aver appena attraversato il confine trasparente
che li aveva sempre divisi.
Per
la prima volta sentì un calore in corpo che non aveva mai provato in
vita sua, una sensazione piacevole. Era sempre stato in mezzo a
drammi, massacri e tragedie fin da bambino, ma ora invece c'era la
pace e la serenità e gli piaceva. Se prima lo scopo della sua vita
era difendere le persone dentro le mura dai giganti, ora era-
Mikasa
si mosse, spostando la testa, per poterlo guardare, ritrovandoselo ad
un soffio dal suo viso. Lo guardava dritto negli occhi, non
trovandoci più solo sofferenza, ma anche una nuova luce.
<<
Mikasa... >> mormorò piano, appoggiandole una mano sulla
guancia, accarezzandola con il pollice.
Mikasa
emise un sospiro tremante, e si avvicinò a lui, notandolo fare lo
stesso, incontrandosi a metà strada in un bacio delicato.
Le
loro labbra danzavano insieme morbidamente, lasciandosi trasportare
dai loro nuovi sentimenti, ammessi finalmente a loro stessi.
Il
cuore selvaggio di Levi batteva di una nuova forza, assieme a quello
di Mikasa, capendo il loro nuovo scopo.
Stavolta
era qualcosa di diverso, qualcosa che li avrebbero uniti ancora di
più. Gli ultimi Ackerman avrebbero vissuto come Eren avrebbe sempre
voluto che l'umanità vivesse, in armonia e amore.
~♥~♥~♥~
Questa
è la mia prima Fanfiction su questo fandom, e devo ammettere che mi
è piaciuto tantissimo scriverci qualcosa. Essendoci entrata da poco
tempo, e reduce da una maratona dell'anime e divorato il manga, ho
ancora l'adrenalina nel sangue.
Devo
ammettere che dopo aver finito di recuperare il manga, non avevo una
vera e propria ship, anche se Levi e Mikasa mi stra piacevano quando
collaboravano insieme. E niente, mi sono bastate due fanart per
perdere la testa per la RivaMika. E così eccomi qua a scrivere su di
loro.
Spero
che vi sia piaciuta questa piccola OS, e perdonatemi se ci sono
errori di scrittura, a volte mi sfuggono anche rileggendo più volte.
Magari
fatemi sapere se avete idee o avete voglia di leggere altre storie su
questa ship, magari mi viene voglia di scrivere altre fanfiction. ♥
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