Il trionfo Wembley 86

di Dark Night
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La tensione mi sta massacrando non riesco a star fermo e neanche i ragazzi sono messi meglio, Brian sistema la sua bambina ogni due secondi, Roger non fa altro che muovere le bacchette, John sembra tranquillo ma non lo è per niente, vedo quel piede che non sta fermo ed io sembro una trottola, ho paura di scordare la scaletta.

Jim ci guarda come se fossimo degli alieni, non credo che si abituerà mai a questo mondo troppo incasinato ma a me basta che sia al mio fianco, ha un potere calmante su tutta la band e a volte mi chiedo come faccia. Vabbè non importa, non posso riempire la mia testa di domande rischio veramente di fare una figura del cavolo.

Guardo l’orologio dentro al camper, solo dieci minuti ci separano da quella folla urlante che chiama continuamente il nostro nome, fa ancora strano pensare alla fama che abbiamo raggiunto, nonostante i nostri alti e bassi, nonostante abbiamo discusso tante volte siamo ancora qua tutti insieme ad affrontare questa nuova prova.

Cinque minuti all'ingresso, la tensione adesso è il triplo, ci avviciniamo al palco, per fortuna ho Jim accanto che mi tiene stretta la mano, sente che sono agitato, tutti lo siamo nessuno di noi fiata.

Dopo aver baciato Jim ci mettiamo in formazione di entrata, so già dove si metterà per guardare tutto il concerto e per essere pronto per correre da me quando tutto sarà finito, ormai questa è la nostra routine.

Prendo una bella boccata d’aria, faccio qualche saltello per far scemare la tensione e poi via di corsa fuori sul palco.

Mentre entriamo mi sento avvolto dalle le mille voci che chiamano il nostro nome e gli applausi che partono mi avvolgono, questo è il mio mondo e ne farò sempre parte.

Un ultima occhiata ai ragazzi e via.

Si parte verso la fama eterna.





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