Capitolo primo
MA
CIAO!!!!!!! Bhe, credo si capisca tutto dalla presentazione no? Ma se
non vi è ancora chiara la faccenda, cercherò di
essere maggiormente esplicita: NON CI PUO’ ESSERE UN FINALE
DEL GENERE!!!!! E CHE BUBBOLE! MA COME?! DOPO TUTTO QUEL FRASTUONO, E
LA STREGA, E MIRAZ, E LA MOGLIE FRUSTRATA DI MIRAZ, E TUTTO IL RESTO,
VOI MI LASCIATE CASPIAN COSI’?!?!?! Nu! Mi rifiuto! U_U
PROTESTO!
Insomma! Quel povero fio (Caspian) ne passa di tutti i colori e alla
fine me lo lascite così????? Con quell’aria da
cucciolo bastonato? CHE VITA DA CANI! (Ehy!!! NDCaspian) (Scusa! Volevo
solo far capire la gravità della situazione! E’ un
modo di dire! NDMe)
E quindi, la qui presente Fly girl, ha deciso di prendere in mano la
situazione! U_U
Riscriviamo il copione! Caspian! Seguimi! (Neanche morto! NDCaspian)
(Che vorresti dire? è_é NDMe) (Che non mi fido di
te! Hai terminato con i manga e ora vuoi esasperare me!? NDCaspian) (E
certo! Dovrò pur fare qualcosa nella vita! E poi, dovresti
ringraziarmi! U_U NDMe) (E per cosa di grazia? NDCaspian) (MA COME! Ti
do la possibilità di spupazzarti Susan! Ma se la metti
così, allora non se ne fa niente! U_U NDMe) (Wo wo wo!!!!
FRENA! STOP! VOGLIO LA SUSAN! NDCaspian) (E allora cuccia! PS: E non
dire “la Susan”! Pare un elettrodomestico! NDMe)
Cmq, come stavo dicendo (Prima che qualcuno mi interrompesse NDMe)
(Caspian si accuccia *_* ) (Bravo! Lo vedi che quando vuoi capire
capisci! NDMe) ( -_- NDCaspian), non mi è andato
giù il finale di questa meravigliosa opera, e quindi, ho
pensato di riscriverlo. Avverto che è la mia prima fan
fiction sulle Cronache di Narnia, precedentemente mi ero dedicata a fan
fiction su manga e anime (che vi consiglio caldamente di NON andare a
leggere! Sono orrende!), ma da quando ho visto quel gran bel pezzo di
figliuolo (Modestamente U_U NDCaspian) (Ah, è anche modesto
lui! NDMe) sul grande schermo, la mia testolina contorta ha elaborato
diverse ideuzze niente male. Vi confesso che questa è la
prima fan fiction che scrivo dopo tanto tempo, era da almeno due anni
che non battevo sulla tastiera, e spero vivamente di non essermi
arrugginita. Spero che la storia vi piaccia, e che sia di vostro
gradimento. Sarei molto felice di ricevere i vostri commenti, sia
negativi che positivi, in modo da poter migliorare sempre
più, e perfezionare ciò che può essere
perfezionato in questa storia.
Facendo un rapido riassunto, ci terrei ad evidenziare un paio di cose:
1) La fan fiction parte dal momento in
cui l’esercito di Miraz è stato sconfitto, prima
dell’incoronazione di Caspian.
2) I fratelli Pevensie non sono costretti
da Aslan a partire subito, sono liberi di decidere se restare o meno.
3) Non avendo dati sufficienti per
decifrare il carattere di Susan (sarete d’accordo con me,
spero, nel dire che durante il film, il suo temperamento non viene
descritto a sufficienza), ho tentato di dare una mia interpretazione,
cercando di essere più realistica possibile, quindi, il
personaggio potrebbe essere un tantino OOC, se dovessi fallire nella
mia interpretazione. Spero di no, e confido nei vostri suggerimenti.
4) Confesso di non aver ancora letto il
volume della saga sul principe Caspian, quindi mi baserò
principalmente sul film, visto anche che nel libro non
c’è alcun riferimento al coinvolgimento
sentimentale tra Susan e Caspian (In poche parole: NON SI GUARDANO
PROPRIO!).
Chiariti questi punti, non posso che augurarvi una buona lettura,
grazie dell’attenzione. ^_^
Come potrei dire di no al Re?
...L'alba di un nuovo giorno...
"Piantala! Di fronte a unostacolo non si piange! Si salta! Questo
è un ostacolo che la vita ti ha messo d'avanti!".
- L'uomo che cavalcava nel buio
"Però non dobbiamo mai compiangere noi stessi, non
dimenticarlo! Quando le cose vanno male, pensa che potrebbero andare
peggio!".
- La leggenda di un amore - Cinderella
"Perchè quando tu sei ferito, non sai mai, se conviene farsi
forza, o lasciarsi andare giù, nel mare."
- Cinque giorni - Laura Pausini
I raggi
del sole penetrarono dolcemente all'interno della stanza,
colpendo, titubanti,
gli oggetti al suo interno, enfatizzandone la bellezza.
La luce, misericordiosa, iniziò a libare timidamente le
pareti scure della
camera, per poi
passare ai mobili di pregiato mogano, all' enorme armadio in
legno di rosa, le cui ante erano del tutto spalancate, ai soprammobili
in finissima porcellana e al letto a baldacchino, in legno di
quercia, disfatto.
Chi mai avrebbe abbandonato l'insostituibile tepore del proprio letto
alla vigilia dell'alba?
Susan
Pevensie sellò il proprio cavallo in gran fretta, come ormai
era solita fare ogni mattina.
Gli salì in groppa senza troppe difficoltà, e,
uscendo dalla scuderia, si diresse al galoppo verso la spiaggia, meta
che ormai conseguiva sempre più spesso.
La fredda aria mattutina la fece raggelare, provocandole leggeri
brividi; infondo era coperta semplicemente dalla propria camicia da
notte, alla quale aveva abbinato un pesante mantello nero, per
prevenire ai taglienti tentativi del freddo di intorpidirla.
In prossimità della spiaggia, accorse la leggera
brezza marina ad accoglierla, accarezzandole il volto, dipingendo sul
quest'ultimo un debole sorriso.
Giunta li, arresto il cavallo, scese di sella, e lo lasciò
li, allontanandosi; sapeva
che non sarebbe scappato.
Si tolse le calzature, e cominciò ad avanzava lentamente,
ipnotizzata dallo spuntar del sole, che tingeva l'alba di rosa e d'oro,
in un spettacolare gioco di luci e ombre a contatto con il cielo e le
nubi.
Susan non poteva sperare in uno spettacolo più incantevole:
il cielo rasentava sempre di più una variopinta tela, nella
quale predominava il rosa, il dorato, e milioni di altre sfumature
colorate, dovute a un nobile e ingegnoso pittore qual' era il
sole.
Le toglieva il fiato, regalandole una sensazione di profonda
serenità.
Giunse alla riva, la oltrepassò, lasciando che le onde
accarezzassero dolcemente i suoi piedi minuti.
Chiuse gli occhi, persa nella degustazione di quel sublime momento.
Da quanto tempo andava avanti questa sorta di rito?
Ormai non ci faceva più caso.
Sta di fatto, che ogni mattina, dal suo rientro al castello, si alzava
all'alba, inquieta, e si dirigeva verso l'unico luogo che avrebbe
potuto lenire la sua inspiegabile agitazione: la costa.
La contemplazione di quello spettacolo mattutino le infondeva sicurezza.
Era l'unico momento della giornata in cui ogni dubbio, ogni timore,
ogni preoccupazione, sembravano abbandonarla, lasciandole tempo di
respirare a pieni polmoni.
"E' incantevole osservare il sorgere del sole, non è vero?"
intervenne qualcuno alle sue spalle. Sobbalzò. Sorpresa. Ma
non impaurita. Sapeva benissimo a chi apparteneva quella voce...
"Si...incantevole." rispose Susan, voltandosi verso
la fiera e imponente figura di Aslan.
Gli sorrise timidamente, accennando un lieve inchino con il capo.
Ma ella aveva gli occhi spenti, lo sguardo vacuo, di
chi non ha voglia di pensare a nulla e a tutto allo stesso tempo.
Il leone le si avvicinò lentamente, con passo gentile e delicato,
ma allo stesso tempo, deciso; sembrava che la sua andatura avesse
qualcosa di studiato, che fosse stato calcolato tutto in anticipo, nei
minimi particolari.
Le arrivò così vicino, che sarebbero bastati
pochi centimetri per sfiorarle il fianco;
Ma non volle avvicinarsi ulteriormente, così, si sedette
semplicemente accanto a lei.
E Susan fece altrettanto.
Il suo corpo, a contatto con la sabbia umida, fu percosso da un
brivido, mentre
Aslan, invece, rimase impassibile, continuando a contemplare
l'orizzonte.
Susan, invece, non riusciva a staccare gli occhi dalla figura del
nobile felino, ammirando
il suo portamento, la sua impassibilità, la sua
nobiltà d'animo;
La consapevolezza di ciò, la costrinse ad abbassare
violentemente lo sguardo.
Lei non sarebbe mai stata così.
Lei non sarebbe mai stata così fiera.
Lei non avrebbe mai avuto una simile sicurezza.
Lei non avrebbe mai posseduto una tale determinazione.
Ben presto, l'ammirazione lasciò il posto all'invidia, poi
allo sconforto. E infine, tutto ciò, lasciò il
posto alla vacuità.
"Susan, perchè ti crucci in questo modo?" disse Aslan, con
tono apprensivo, ma allo stesso tempo autoritario, voltandosi verso di
lei, cercando di intraprendere un contatto visivo con la graziosa dama
che aveva accanto.
La giovane regina si risvegliò, come da un incubo.
Guardò negli occhi il grande leone, e abbassò
nuovamente lo sguardo, incapace di sostenerlo.
"Di cosa parli? Non... capisco" disse in un sussurro le ultime due
sillabe. Il suo viso assunse un'espressione disperata.
"Susan, sai bene di cosa parlo. Non serve negare. Magari se tu me ne
parlassi, potremmo cercare di risolvere il tuo problema." rispose
Aslan, assumendo
un'espressione desolata.
Susan si tirò bruscamente in piedi.
"IO NON NEGO NULLA! NON HO ALCUN PROBLEMA!" gridò in preda
al nervosismo, sull'orlo delle lacrime.
Aslan la guardò preoccupato; si alzò,
accennandole un debole sorriso.
"Quando vorrai parlarne con qualcuno, io sarò qui ad
aspettarti." rispose, in tono comprensivo.
Si voltò, camminando lentamente, per poi cominciare a
correre verso il castello di Telmar.
Susan lo guardò allontanarsi, dopo di che si
voltò verso il mare, per scrutare l'orizzonte, in cerca di
chissà cosa.
Il sole era ormai sorto.
Non aveva più senso per lei restare li.
Si rimise le calzature, si diresse verso il cavallo, e montò
in sella.
Rivolse un ultima occhiata all'oceano, e si precipitò al
galoppo verso il castello.
Voleva tornare prima che Caspian e i suoi fratelli, specialmente Peter,
si svegliassero.
Non aveva voglia di dare altre spiegazioni.
Aveva già usato troppe scuse, del tipo: "Volevo prendere una
boccata d'aria", o, "Non riuscivo a dormire, e così sono
uscita", e ancora, "volevo vedere l'alba, è meravigliosa", e
altre stupidaggini di questo genere.
La verità è che voleva scappare, seppur per poco,
da ciò che la circondava.
Dal
castello.
Da ogni oggetto al suo interno che potesse rammentarglielo.
Dai suoi
fratelli.
E... da lui.
Voleva temporaneamente dimenticare tutto ciò che
l'attanagliava, e trovare la serenità.
Non chiedeva altro.
Anche se sapeva benissimo che fuggire non rende tutto più
facile.
Il modo migliore per risolvere i problemi non era certo quello di
aggirarli.
Nè andare avanti, pensando che si sarebbero risolti da soli.
E neanche compiangersi era la soluzione giusta.
Ma, sinceramente, quando sei infelice, triste, ferito,lasciarsi andare,
arrendersi, è così facile.
Lasciare che tutto ti scivoli addosso, senza opporre resistenza,
lasciare tutto al caso, nelle mani degli altri, senza frapporre la
propria volontà, era così comodo.
Dare la colpa ad un destino ingrato, era molto più agevole.
Mentre combattere, impegnarsi per farsi valere, per cambiare le cose,
era molto più difficile.
Richiedeva maggiore impegno.
Forza.
Volontà.
Spirito di sacrificio.
Sofferenza.
E di quella Susan ne aveva davvero abbastanza.
No.
Non riusciva ancora ad affrontare quell'insostenibile situazione.
Le occorreva tempo per realizzare.
E ancora di più per scegliere.
Si.
Perchè si trattava di una scelta: tornare a casa, o...
rimanere a Narnia.
Entrambe, comportavano perdite e vantaggi.
A cosa sarebbe stata disposta a rinunciare?
Se fosse rimasta a Narnia, avrebbe potuto conseguire la sua carica di
regina, magari accanto a lui.
Avrebbe potuto vivere nella terra che l'aveva vista sul trono per 1300
anni.
Terra che ormai le era così cara, così familiare.
Ma a quale prezzo?
Non avrebbe più potuto vedere i suoi cari, i suoi genitori,
i suoi fratelli, che probabilmente avrebbero voluto tornare a
casa, le
persone che amava di più.
Avrebbe dovuto
rinunciare ai suoi sogni, alle sue aspettative per il futuro.
Avrebbe dovuto
rinunciare alla possibilità di vivere un'esistenza normale.
Era un prezzo che
sarebbe stata disposta a pagare?
La vita in quel
mondo valeva davvero così tanto?
La vita...insieme
a Caspian valeva così
tanto?
D'un tratto
scuotè violentemente la testa.
Da quando la
certezza dei sentimenti del bel principe nei suoi confronti aveva
iniziato a balenarle in testa?
Riflettendoci
bene, cosa c'era stato tra di loro?
Qualche scambio
di battute?
Qualche lancio di
sguardi?
Qualche
atteggiamento amichevole nei confronti dell'altro?
No, c'è stato
molto di più...e tu lo sai!
In fondo, ciò che provava per lui, era semplice
affetto; simile a quello che provava per i suoi fretelli.
BUGIARDA!
Insomma...lui non le aveva dimostrato chissà
quale grande passione. Non le aveva
dimostrato...interesse...affetto...amore.
Magari non si accorgeva nemmeno della sua presenza.
Per quanto ancora
mentirai a te stessa? Lo sai benissimo che nutre dei sentimenti molto
forti per te! Te l'ha dimostrato con ogni gesto! Con ogni sguardo!
Perchè ti dimostri così ceca!?
Fantastico. Adesso ci si metteva anche la sua coscienza.
Non bastavano i sensi di colpa e la frustrazione.
Perfetto.
Io
non lo amo davvero...il mio non può essere
amore...è soltanto affetto...si, è
così!
Ancora? MA
LA PIANTI! Hai solo paura! Vigliacca!
Si, aveva paura. Paura per ciò che provava. Per
il legame che sentiva di avere con Caspian.
Per il legame che avrebbe potuto
solidificarsi con il tempo, se non avesse dato un taglio netto,
definitivo.
Anzichè continuare a esitare, tentennare, titubare.
Rallentò l'andatura del cavallo.
Ormai mancava meno di qualche metro al raggiungimento della fortezza.
Scese dal suo destriero, prese le redini in mano, e lo
accompagnò nella stalla, impartendogli una leggera carezza
sul dorso.
Entrò nel castello velocemente, salendo
le scale, percorrendo i vari corridoi, le varie sale, per giungere
nella sua stanza, imitando
la rapidità del lampo, ma con scarsi risultati, credendo di
non essere stata vista da nessuno.
Quanto si sbagliava.
Non si
accorse di una sagoma che la scrutava furtivamente.
Una volta
entrata nella proprio camera, chiuse la porta a chiave, e si
appoggiò di schiena ad essa.
Lentamente, scivolò in terra, cominciando a singhiozzare,
portandosi una mano al viso.
Infine, cadde seduta sul pavimento di marmo gelido, nascondendo il viso
fra le mani, abbandonandosi ad un inarrestabile pianto liberatorio,
mentre il sole era ormai alto nel cielo, e dalla finestra, spalancata,
filtrava la luce solare, intenta ad accarezzare dolcemente la
disperata figura di Susan, adibendosi a consolatrice e annunciatrice di
un nuovo giorno.
Dolce angolino dell'autrice
Allora? Vi piace?????? Si, lo so! E' un tantino depressivo
come capitolo, ma volevo palesare il conflitto che Susan ha al suo
interno. Spero di esserci riuscita. Cmq, se non vi piace il capitolo,
sappiate che l'ha scritto mia cugina di 3 anni!!! Linciate lei!!! XD
Cmq, non vi preoccupate, nei prossimi capitoli ci sarà
maggior azione e romanticismo (E spupazzamento con Susan! U_U
NDCaspian) (MA LA PIANTI!!!! MANCIAO! NDMe) (IO MANIACO??? Ma se
durante il film non facciamo un emerito paio di ciuffoli! Ho bisogno di
coccole io! Mi hanno anche ferito in guerra! NDCaspian) (E dove di
grazia? NON TI SEI FATTO UN CAVOLO! NDMe) (Eh, sai, il regista non l'ha
fatto vedere per motivi di marketing, lo sai come sono. U_U NDCaspian)
(-_- Cretino e anche millantatore! Vergogna! NDMe).
Diciamo che questo capitolo è una sorta di prologo per far
capire la situazione iniziale. Cmq, spero che vi sia piaciuto, e che
non sia così terribile, sapere, mi ci sono impegnata *_*.
Per il resto, ringrazio tutte le persone che commenteranno la storie, e
tutte quelle che riusciranno ad arrivare VIVI fino alla fine del
capitolo XD.
Grazie!
BYE BYE!!!!!!!! MORSETTI!!!!! (Morsetti??? O.O NDCaspian) (Eh si! Non
lo sai che sono un neo vampiro? U_U NDMe) (Veramente no O_O NDCaspian)
(Embè! Che è quella faccia??? Che avresti contro
i vampiri ne? Piuttosto, saluta! Fai l'educato! NDMe) (Caspian alza la
manina e saluta) (A presto giovani donzelle, spero di rincontrarvi in
situazioni più consone ai miei progetti...
°ç° NDCaspian) (Me prende una pentola e
gliela da in testa, con un sonoro BOING!) (Scusate, ormoni
adolescenziali, compatitelo. U_U NDMe)
PS: Vorrei inserire delle immagini nella mia ff, per caso qualcuno di
voi, potrebbe dirmi come fare??? ç_ç
GRASSIE!!!!! KISSES!!!!
|