A Letter

di nes95
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Ciao Nick,

non preoccuparti, non sono una fan disperata in cerca di conoscere il suo idolo, anche perchè a malapena conosco A Little Bit A Longer, la canzone che mi ha spinta a scriverti queste imbarazzanti righe.

Non so cosa mi abbia spinto a farlo, forse la voglia di sfogarmi con qualcuno, forse perchè so che altri non potrebbero capire come sto, non lo so, davvero.

Tutto è cominciato qualche mese fa, do per scontato che conosci i sintomi, stanchezza, sete… decisi di tenermi tutto dentro, di mascherare il sonno come troppe ore di giochi, di mascherare la sete.

Cominciai a saltare scuola, aspettavo dietro ad una siepe che mamma fosse andata al lavoro, poi tornavo dentro a dormire, sono stati tempi duri, mia madre non si fidava di me, credeva che facessi a posta a sentirmi male per saltare le lezioni, le diedi ragione, il giorno dopo tornai a scuola.

In mattinata entrai in coma diabetico.

Da allora la mia vita è scandita da tempi. L’ora per le analisi, l’ora per i controlli dei medicci, e l’ora dell’insulina.

La parte più difficile, alla fine non mi importa molto delle limitazione nell’alimentazione, è solo… è come un peso nel cuore, daltronde ho solo dieci anni, capiscimi!

Molte volte la notte mi sveglio e sento mia madre piangere nel suo letto, è stato uno schock per lei, lo capisco bene, allora mi siedo dietro la porta della sua camera e rimango lì per ore, combattuta tra la voglia di entrare e consolarla e quella di andare via.

E’ stupido, lo so.

Tutto è stupido, questa malattia, il dolore che arreca alle persone che ti sono care e sapere che non potrai mai dire “poi starò meglio”,

Una volta la mestra ci fece parlare del nostro idolo in un tema, ho scritto di te, non come fan scatenata, ma come modello da seguire. Non conosco altri bambini come me, anche se so di certo che ce ne sono anche di più piccoli, ma sapere di non essere da sola ad affrontare tutto questo, la malattia, il dolore di mia madre… mi fa stare meglio.

Sapere che tu, oltre al famosissimo cantante che fa battere il cuore a milioni di ragazzine, sei anche un ragazzo che tre volte al giorno si chiude in bagno per prendere l’insulina, mi fa capire che anche io posso andare avanti, diventare qualcuno crearmi un mio posto nel mondo.

Grazie, per darmi la forza per andare avanti.

 

Il ragazzo chiuse la lettera e si asciugò una lascrima dalla guancia. Si alzò e tornò sul palco.





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