Omnia Mutantur

di MissOphelia
(/viewuser.php?uid=1143589)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Regno Unito, Settembre 1994

 

Il ritorno a scuola, dopo l'accaduto, fu piuttosto turbolento. Al ministero stesso si era diffuso un gran panico, ed Helen non riusciva a lasciare che quelli fossero affari per adulti.

Non riusciva a pensare ad altro, se non al marchio nero. Fissava Adeline, con lo sguardo perso oltre il finestrino del treno, ed aveva l'impressione che la paura si fosse impossessata di lei da quella notte.

Helen era forte peró, e cercava di consolare i suoi amici, sebbene il ricordo di quella notte la tormentasse nei suoi sogni, anche durante il minimo stato di dormiveglia. 

Udiva il canto di sua madre, e poi quella voce gelida, la stessa che aveva evocato il marchio.

Sull'espresso non si parló d'altro se non di un qualcosa che sarebbe accaduto ad Hogwarts; tutti sembravano entusiasti. I maghi più giovani, tra i quali Draco Malfoy, si divertivano a mettere in giro voci, ma solo il preside Silente avrebbe potuto confermare tutte quelle dicerie.

I gemelli, di fronte a lei, tenevano il broncio, vittime della truffa di Bagman, che aveva ripagato la scommessa con l'oro dei lepricani, che era scomparso poco dopo. Erano giorni che stavano così.

Quando furono seduti tutti in sala grande, e gli studenti più grandi ebbero fatto il proprio ingresso per essere smistati, avvolti nei loro mantelli scuri, in contrasto con involti pallidi e ansiosi, Helen volse gli occhi al soffitto. Fuori il tempo era pessimo, una grande tempesta era in arrivo.

Il cappello parlante recitó la sua filastrocca, e la sala risuonó di applausi. Pareva che quel pezzo di stoffa riuscisse sempre a spronare tutti a resistere, ad amare. Ma resistere a cosa? Cosa si stava preparando là fuori?

Helen cacció via quei pensieri, e si godè lo smistamento, battendo le mani ai nuovi serpeverde, mentre al tavolo dei Grifondoro i gemelli fischiavano per il disappunto. Il fantasma del barone sanguinario scoccó un'occhiata di sfida a Nick-Quasi-Senza-Testa

«Di un po' Logan, sai qualcosa di questo grande evento?» gli chiese Ava, sussurrando, Logan sorrise arguto, facendole segno di fare silenzio.

Poi, Silente prese la parola, e tutti tacquero per ascoltare le tanto attese novità.

Cominció il discorso con le solite raccomandazioni sulla foresta e gli oggetti proibiti che Filch aveva aggiunto alla sua lista, per poi dare una notizi che sconvolse tutti gli accaniti: quell'anno il campionato di quidditch non si sarebbe svolto, ma prima che avesse potuto spiegare i motivi, un tuono assordante riecheggió nella sala e le porte si spalancarono, rivelando un inquietante uomo, che camminava appoggiato ad un bastone.

Un lampo lo illuminó: aveva lunghi capelli brizzolati, un mantello nero da viaggio e, cosa più inquietante, aveva viso pieno di cicatrici, un pezzo di naso mancante e un occhio finto, blu, che roteava freneticamente. Silente li illuminó sull'identità di quello straniero: il nuovo insegnante di difesa, Alastor Moody, detto Malocchio, un ex-auror.

Un vociare si diffuse lungo ogni tavolo, ma il preside riprese a parlare, annunciando che quell'anno, proprio lì, ad Hogwarts, si sarebbe tenuto il torneo Tremaghi. A quel punto, Fred fece, incredulo, a voce troppo alta: «Sta scherzando!». La tensione si ruppe, e tutti scoppiarono a ridere, persino i serpeverde, e anche Grace, la cotta di Fred, constató Helen.

Poi il suo discorso riprese, spiegando le origini del torneo, da chi fosse composta la giuria, quale fosse il regolamento, e ovviamente che ci fosse un limite di età (diciassette anni, e questo generó grande malcontento). Il volto dei gemelli tornó ad  imbronciarsi nuovamente, vedendosi svanire la gloria davanti agli occhi, ma Helen era sicura non avrebbero lasciato perdere la causa così facilmente.

Anche lei era molto emozionata all'idea di poter passare un anno intero con degli studenti stranieri: quelli di Beauxbatons, francesi per la maggior parte, e quelli di Durmstrang. Sarebbero arrivati lì in ottobre, con i loro presidi, e ad Halloween si sarebbero scoperti i nomi degli sfidanti.

 

Quel mese voló via in fretta: tra le lezioni alquanto particolari del professor Moody, che aveva qualche rotella fuori posto, l'eccitazione generale, mista al nervoso della vicepreside,  per l'arrivo degli ospiti e la solita quantità di compiti, senza tener conto della raccomandazioni per i M.A.G.O.

Tutti i professori erano divenuti asfissianti.

Con l'arrivo delle altre scuole, tutto parve scoppiare, per poi riprendere la calma.

Ci fu un grande banchetto, e tutti gli studenti ebbero modo di fare amicizia. Helen stessa conversó interessata con una certa Fleur Delacour, dell'accademia di Beauxbatons, mentre la maggior parte delle ragazze sbavava dietro al cercatore bulgaro Viktor Krum di Durmstrang.

Al termine del banchetto venne dichiarato ufficialmente aperto il Torneo Tremaghi, chiunque avesse voluto prendere parte, età permettendo, avrebbe dovuto inserire il proprio nome nel calice, un contratto magico vincolante a tutti gli effetti.

Seppe da alcune voci di corridoio che Cedric Diggory si era proposto come campione per Hogwarts: questo cosa la rese in parte contenta per lui, in parte preoccupata; non si trattava di una partitella di quidditch, la sfida era davvero pericolosa, persino per esserci in palio ben mille galeoni.

Seppure contrariate, lei e Adeline stavano aiutando i gemelli a fabbricare della pozione invecchiante, dal momento che i due si fossero messi in testa di oltrepassare la linea dell'età. Questo le costringeva, oltre a svolgere l'abituale carico di compiti, a recarsi nel bagno delle ragazze del secondo piano, dove Mortilla Malcontenta era solita stazionare, per preparare quella mistura. Avrebbero dovuto farcela per Halloween.

Helen aveva sottratto alcuni ingredienti dalla dispensa, e se Piton l'avesse scoperto, probabilmente sarebbe stato peggio affrontare lui che le prove del torneo.

Fu così, che durante uno dei pomeriggi trascorsi nel bagno, Adeline ebbe qualcosa da dirle; aveva un sorrisetto dipinto in volto.

«Come mai così allegra?» domandó Helen, battendole un pugno sulla spalla.

«Ho qualcosa da dirti, mi perdonerai per non aver parlato prima?», la bionda annuì e si predispose all'ascolto.

«Vedi, da quando sono arrivata a casa tua, io ho parlato molto con Jacob, é stato...beh...credo di aver sfiorato il cielo con un dito. Abbiamo passato notti intere a ridere, a scambiarci esperienze, sogni...» raccontó, con occhi acquosi e sognanti.

«Ma c'è dell'altro, immagino» ipotizzó Helen.

Adeline le diede ragione con lo sguardo, arrossendo lievemente, poi proseguì:

«La notte della partita, quando sono arrivati i mangiamorte - la sua voce sembró spezzarsi - lui mi ha salvato, e se non ci fosse stato non so come avrei fatto. 

«Helen lui mi ha baciata... cioè, insomma, anche io ho baciato lui. E io, io non so descrivere quello che ho provato. Mi ha dato la forza, mi ha infuso coraggio, più di quanto me ne serva per essere Grifondoro».

La tensione in quella stanza si allentó, Helen la strinse forte. Adeline e Jacob, insieme, questa prospettiva le piaceva molto. Non furono necessarie altre parole, perché lei capiva benissimo cosa fosse quel sentimento, così indefinito, eppure così deciso.

Ovviamente, come previsto, la pozione invecchiante si rivelo un fiasco, facendo crescere ai gemelli soltanto lunghe barbe bianche.

La notte di Halloween fu più movimentata di quello stesso anno. Furono nominati i campioni per il torneo: Fleur Delacour, con la quale Helen non mancó di complimentarsi, mentre passava del tempo con lei in cortile; Viktor Krum, per la gioia di molte; Cedric Diggory, con cui Helen aveva passato qualche ora in biblioteca di recente, e pertanto fu presa dalla preoccupazione. Ma al termine, il calice aveva dato un quarto nome, che nessuno si sarebbe aspettato: Harry Potter, troppo piccolo anche solo per pensare di prendere parte a quella gara.

La sala grande aveva taciuto, ma i giorni a seguire furono colmati da voci, insulti nei confronti del giovane Potter, sfavorito rispetto a Cedric, e invidie.

Persino Fleur, parlando con Helen, si disse alquanto amareggiata. Neanche i presidi delle scuole la presero bene: Karkaroff e Madame Maxime sembravano sprizzare dissenso da tutti i pori.

Per di più, a peggiorare le cose, ci furono gli articoli di una giornalista odiosa: Rita Skeeter, che il padre di Helen conosceva bene, e detestava. Era solita scrivere bugie. 

Ma furono solo questi fatti a turbarla: fuori dalle mura della scuola, in cui tutti si sentivano al sicuro, molti maghi cominciavano a sparire misteriosamente. Sembrava l'inizio di qualcosa di oscuro.

L'unica luce, che fu in grado di allietare le menti di tutti, fu l'invito della McGrannit a restare a scuola per Natale, in vista di un grande evento che avrebbe avuto luogo: il Ballo del Ceppo.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3914398