Nove cose che Fred Weasley sa su Hermione Granger – e una che ha scoperto sapendole

di La Koaletta
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X.
Si era innamorato di lei
 
Erano una coppia atipica, loro due, che sfidava le leggi dell’equilibrio – ma si sa, Fred adorava le sfide.
Hermione gli aveva insegnato che serietà e noia non erano necessariamente sinonimi, e così, proprio lui che viveva la vita all’insegna del divertimento, s’era ritrovato a intraprendere qualcosa di serio – una relazione.
Fred aveva imparato che gli andava bene anche qualcosa di serissimo, se comprendeva la possibilità di zittire a piacimento la bocca di Hermione con la sua. Incredibilmente, relazione seria non significava per forza soffocamento, tedio, costrizioni – anzi, la loro era una montagna russa d’adrenalina, scherzi reciproci, risate impossibili.
Le labbra di Hermione sapevano di sole estivo e Fred concentrava la propria esistenza a farle increspare in un riso genuino che le colorava gli occhi di libertà. Quando non era occupato a farla ridere, la faceva arrabbiare, ma in quel suo modo leggero e sciocco – non l’aveva confessato a nessuno, che lo faceva solo perché diventava così bella vestita di furia.
Le labbra di Hermione sapevano di sole estivo ma l’estate era finita, e quel primo settembre l’accompagnò alla Stazione, lasciandola sorpresa e felice – non devi lavorare? Non sono un peso?
Hermione strinse le dita del mago, le gote arrossate di chi doveva ancora abituarsi agli sguardi curiosi della gente e all’idea che l’incorreggibile Fred Weasley fosse il suo ragazzo – aveva scoperto che si celava altro, oltre quegli scherzi spiritosi, una mente brillante e coraggiosa che l’aveva catturata.
Fred la guardava intensamente per conservare quell’immagine: la divisa impeccabile e la spilla da Prefetto lo riportavano indietro nel tempo, a ricordi lontani ma familiari.
“Fai il bravo. E non dare il tormento a tua madre.”
“Solo se tu non darai il tormento ai miei discepoli.”
 Hermione sorrise – Fred era impossibile: aveva soprannominato tutti gli studenti incorreggibili suoi discepoli.
“Non ti ho più dato il famoso gioco gratis.”
Fred conservava il regalo in tasca: era un esperimento a cui lavorava da mesi, a dire la verità un po’ illegale, e sarebbe sembrato sicuramente imbarazzato se non fosse che lui, l’imbarazzo, neanche sapeva cosa fosse.
“Ma questo non è un Tiro Vispo!”
La voce stridula di Hermione tradiva l’eccitazione, lo sguardo catturato dai bagliori iridescenti riflessi dal braccialetto argenteo che Fred le stava mettendo al polso.
“No, hai ragione, è un inedito. Picchietta sulla pietra.”
Obbedì alle istruzioni del mago, che le suggerì di accostarselo all’orecchio; le mostrò che lui indossava un braccialetto in pelle con la medesima pietra.
“Se mai avrai voglia di essere infastidita…”
Il sorriso di Fred era gigantesco, e più Hermione sembrava intuire lo scopo del regalo più s’allargava. Così, mentre lei aveva il polso vicino all’orecchio, lui soffiò sulla pietra delle parole che la strega colse, nonostante fossero un po’ confuse – l’incantesimo non era ancora perfetto.
“Sei un genio!”
Gli saltò in braccio e Fred realizzò che era bello non essere insultato, qualche volta, così come era bello sapere che non avrebbe dovuto scrivere delle noiose lettere per poterle ripetere che si era innamorato dell’acidella più saccente di tutte.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

Innanzitutto, volevo puntualizzare che i braccialetti (spero si sia capito, funzionano un po’ come gli specchi gemelli o come un walkie-talkie, a grande distanza però, babbano: uno dei due parla sulla pietra e l’altro, anche se distante, può ascoltare e rispondere) sono una mia licenza, ovviamente. Non esistono nel Mondo Magico e forse non potrebbero neanche esistere! Mi sono immaginata che Fred li avesse acquistati illegalmente nel mercato nero, sempre se c’è, e li avesse poi migliorati. Insomma, esistono cose come mantelli dell’invisibilità ma non dei “telefoni magici”? Comunque, non dovete pensare a un loro funzionamento perfetto (mi sa che Fred dovrà sforzarsi di scriverle qualche lettera!).
Ecco, precisata la parte più noiosa, posso condire queste note di miele e lacrime salate.
Per me questa raccolta significa davvero molto. È stata iniziata nel 2016, quattro anni fa, poi mollata, ripresa nel 2018, di nuovo abbandonata e ripresa, davvero molto casualmente e in maniera piuttosto sorprendente, dopo due anni. Vi aspettavate quasi tutte un finale triste, e ho anche pensato di cambiarlo, ma non me la sono sentita: è nato in questo modo, e credo che un finale simile mantenga l’essenza leggera e fluff con cui è nata questa raccolta.
Quasi non ci credo di essere arrivata alla fine. Devo un grazie a voi tutti. A chi recensisce, a chi segue, anche a chi ha solamente letto. Spero che questa raccolta vi abbia lasciato qualcosina, e che vi sia piaciuta tanto quanto è piaciuto a me scriverla.
Senza le vostre parole, senza il vostro entusiasmo, probabilmente, questo progetto non avrebbe mai conosciuto una fine.
Per chiunque voglia, ho iniziato una nuova raccolta su questi due amori: Dieci cose che odio di te.

Ora potrò dedicarmi anche a quella, l’ho già scritta tutta e chiedo perdono in anticipo se gli aggiornamenti non saranno costanti, ma sono letteralmente consumata da uno studio matto e disperatissimo.
 
Vi abbraccio forte, uno ad uno. Grazie.
Giulia 




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