Capitolo 7
Capitolo 7
Inverno
– Ritornello
«Principessa
Anna, Kristoff che cosa ci fate qui?» chiese
Granpapà ai loro amici appena
venuti, tutti i troll a raccolta «E cosa è
successo alla regina?» continuò,
vedendo la sovrana distesa priva di sensi sul carro trainato dal fido
Sven.
«Sono stata io…» confessò la
più giovane «Beh, sì,
insomma… diciamo che ho
preso un vaso e, come dire, l’ho tirato sulla sua
testa»
«E perché mai l’avresti
fatto?» volle sapere Granmamma incredula.
«Elsa era completamente fuori controllo» intervenne
il tagliatore di ghiaccio «Avrebbe
seriamente rischiato di far del male a qualcuno, con noi due
c’è andata molto
vicina»
«Spiegatevi meglio» li invitò il saggio
troll.
«Questa mattina era davvero felice»
cercò di fare chiarezza la rossa «Poi Freja
ha combinato uno dei suoi guai, rompendo uno specchio che mia sorella
aveva
ricevuto in dono dal re delle Isole del Sud: ha urlato come se qualcosa
le
fosse entrato nell’occhio e, in effetti, ha questo lampo
dorato che…»
«Un lampo dorato, hai detto?» ripeté lui
allarmato, trovando conferma in un
cenno dei suoi amici «Com’era questo specchio
esattamente?»
«Uno specchio a mano in argento, come possono essere tanti
altri anche se molto
bello» spiegò Anna in un’alzata di
spalle «Che c’entra adesso?»
«Se Elsa ha cominciato ad essere aggressiva dopo che lo
specchio si è rotto…»
sussurrò Granmamma preoccupata.
«Doveva essere lo specchio della Regina delle Nevi»
confermò il suo consorte
con lo stesso timore.
Questa volta fu il turno dei reali di essere confusi «Regina
delle Nevi?»
«Si tratta di una leggenda…»
cominciò a raccontare lui, con la sua calda voce
«Una
donna, tradita dal suo amore, per il troppo dolore diventò
una regina di
ghiaccio. Ella possedeva uno specchio: rompendosi, le sue schegge
entravano
negli occhi di coloro che erano dotati della sua stessa magia,
corrompendone
gli animi e i cuori»
«Ma è terribile» esalò Anna,
portandosi una mano al petto «Come possiamo
salvarla?»
«Dobbiamo toglierle la scheggia» spiegò
risoluto l’anziano «C’è solo
un piccolo
problema, deve essere sveglia»
Kristoff, quindi, si diresse verso il carro, prese delicatamente fra le
braccia
la cognata e la adagiò piano a terra, semiseduta, appoggiata
ad una delle grosse
rocce di cui la radura era piena.
«Elsa…» la chiamò dolcemente
Anna, passandole alcune carezze sul viso «Adesso
sistemeremo tutto…» le palpebre della bionda si
mossero, i sensi che
ritornavano man a mano «Come facciamo a toglierle la
scheggia?» s’informò,
allora, la principessa.
«Ah…» esordì
Granpapà imbarazzato «Questo non lo so»
«Non lo sai?» quasì urlò
quella di rimando «E non era il caso di dirlo prima di
farla svegliare?»
La regina aprì entrambi gli occhi, il sinistro era ormai un
pozzo d’oro fuso «Dove
sono?» chiese irritata, si alzò e un leggero
capogiro la costrinse a portare
una mano alla testa «Tu!» esordì contro
la sorella «Tu mi hai colpito!» e,
senza aspettare oltre, l’attaccò.
Scoppiò il caos generale, Elsa forte della sua magia
alimentata dalla sua furia
era pressoché innavicinabile: più di un troll era
caduto vittima del suo
ghiaccio, trasformato in una statua destinata ad avere per sempre una
maschera
di dolore e paura sul viso.
Persino il fidato Sven, accorso in aiuto del suo padrone ed amico, non
era
riuscito a scamparsela. Il tempo di preoccuparsi per i caduti,
però, non c’era…
lo scorrere dei minuti era inesorabile, solo far rinsavire Elsa avrebbe
potuto
sciogliere i suoi incantesimi, altrimenti, per loro non ci sarebbe
stata più
possibilità di ritorno.
«Ah!» l’urlo di Anna ebbe il potere di
gelare il sangue nelle vene di Kristoff,
si girò allarmato: la moglie era a terra, la caviglia
bloccata in una morsa
ghiacciata, mentre la sorella incombeva minacciosa su di lei.
Senza
pensarci due volte si lanciò contro la cognata, ma
bastò un suo semplice gesto
per scaraventarlo con facilità contro ad un albero
lì di fianco, imprigionato
al suo tronco da una lastra di ghiaccio. Con terrore la vide abbassarsi
sulla
minore, una mano sul petto che cominciava a spandere il suo potere
«Elsa, ti
prego!» urlò, sull’orlo delle lacrime
«Così la uccidi!»
La principessa, incapace di rassegnarsi al suo destino,
riuscì
appena in tempo ad
alzare un braccio, andando a sfiorare con le dita una guancia
dell’altra «Tu non
mi farai del male, lo so. Ci siamo già passate,
no?» cercò di sorridere,
nonostante il freddo cominciasse ad annebbiarle la mente
«Abbiamo questa
fantastica vita da vivere: tu, io, Freja, Kristoff, Olaf e
Sven…»
Incredibilmente
quella, rallentò la pressione su di lei: le sue parole erano
riuscite a fare
breccia nel suo cuore, doveva continuare «Ora che hai trovato
anche l’amore,
non sarà di certo uno stupido specchio a mandare tutto
all’aria. Svegliati
Elsa, ti prego»
Il braccio cadde e gli occhi della regina si spalancarono spaventati
«Anna!»
quasi urlò il suo nome, la magia che si ritraeva liberando
tutti quelli che
aveva colpito fino a quel momento «Rispondimi, non
lasciarmi» così, come tanti
anni prima, si aggrappò a lei con tutte le sue forze e
pianse, pianse ancora.
*Tling*
Il frammento di specchio rimbalzò sul terreno lì
accanto a loro, liberando finalmente la
donna dal suo giogo.
La rossa, completamente ripresa, stava per lanciarsi ad abbracciarla
quando
venne letteralmente travolta dal marito, ritrovandosi cullata dalle sue
forti
braccia e il viso riempito di baci «Oh amore mio, sei
salva»
«Sto bene…» disse, avvampando per quello
slancio di affetto sotto agli occhi di
tutti «Anche se devo assolutamente capire cos’ho in
sospeso con mia sorella,
visto come cerchi di uccidermi ogni volta che c’è
qualcosa che non va» fece
presente, ironica.
«Mi spiace» disse Elsa contrita «Io non
riesco a capire cosa mi avesse preso»
«Eravate sotto il controllo di questo, vostra
Maestà» gli spiegò Granpapà,
mostrandole il piccolo pezzo di vetro.
«Lo sapevo che era un farabutto come suo figlio»
ringhiò Kristoff a denti
stretti «Dai pini non nascono i castagni: voleva renderti
malvagia, farti
odiare da tutti»
Anna si sorprese «Pensi che lui sapesse che si trattasse
dello Specchio della
Regina delle Nevi? Ma non è stato lui a romperlo,
è stata nostra figlia»
«Mi ci gioco quello che vuoi…»
confermò il marito «Lui sapeva tutto»
La regina inclinò la testa di lato, confusa «Di
cosa state parlando?»
Ancora una volta Granpapà spiegò nuovamente la
storia e, infine, aggiunse «E’
stato un bene che lo specchio si sia rotto in Estate, se lo Spirito
dell’Inverno fosse stato qui sarebbe stata una tragedia
terribile per tutti»
Le sorelle tremarono.
«Ehm…» si schiarì la voce la
minore «Cosa succederebbe se per puro caso, eh,
fosse stato da queste parti?»
«Perché me lo chiedi?» chiese il troll
non capendo.
Proprio in quel momento, però, il cielo si oscurò
di colpo, le temperature
crollarono vertiginosamente ed un vento gelido cominciò a
soffiare, mentre
fiocchi di neve pesanti scendevano minacciosi sulle loro teste.
«Per questo…» confessò la
principessa.
Elsa riuscì appena a sussurrare
«Jack…»
Arendelle
era piombata nel caos, costretta a rivivere inesorabilmente quello che
già avevano
affrontato in passato, anzi, se possibile ancora peggio di quella
volta: il
tempo era impazzito, il vento sferzava glaciale, grandine e neve si
alternavano
senza sosta dalle cupe nubi nere che sembravano aver riempito tutto il
cielo.
Come se tutto ciò non fosse bastato, da palazzo era
trapelata la notizia che la
regina era nuovamente sparita dopo aver dato in escandescenze per tutta
la
mattina.
Possibile che fosse nuovamente colpa sua? Eppure sembrava aver preso
piena
coscienza dei suoi poteri ed era sempre buona e gentile con il suo
popolo, la
sua famiglia, i suoi servitori… insomma, con tutti. Senza
contare che tutto il villaggio era solito beneficiare di quella stessa
magia, in quelle che erano le loro feste o nella semplice vita di tutti
i giorni.
Fortunatamente, ogni tipo di aiuto era cominciato ad arrivare da
palazzo ma
nemmeno della principessa e del principe si aveva traccia, ancora una
volta un
regnante delle Isole del Sud cercava di coordinare ogni azione da
intraprendere. Un bel deja-vù, non c’era altro da
dire.
«Uh-uh, principessina, cosa
fate qui fuori?»
esordì Oaken, vedendo la piccola
di corte che girava coperta di pellicce per la piazza cittadina,
assieme
all’immancabile pupazzo di neve.
«Vi aiutiamo, non è vero Olaf?» rispose
lei con un sorriso, incitando l’amico a
consegnargli una coperta «Così la gente
capirà che non è colpa di zia Elsa»
«Sarà il caso di mettersi tutti al
riparo» suggerì l’omone bonario
«Dov’è la
regina, Olaf?»
«Stava male» spiegò quello
«Anna e Kristoff l’hanno portata da
Granpapà per
guarirla, sono certo che non sia colpa sua tutto questo. Non capisco
chi abbia
potuto anche solo pensarlo»
«Le voci arrivano da palazzo» li
informò, prendendo in braccio la bimba e
avviandosi verso la propria famiglia, doveva avere di sicuro della
legna da
parte per le sue saune finlandesi.
Proprio in quel momento si alzò nuovamente un terribile
vento tagliente che minacciò
di travolgere tutta la piazza ma un’improvvisa barriera di
ghiaccio riuscì a
deviarne il tragitto, rispedendolo verso l’alto.
«Vostra maestà!» esultò la
folla incredula «Siete tornata»
«Certo» replicò quella risoluta
«Guardie! Raccogliete coperte, vestiti, legna e
portate tutto al castello. Anna, Kristoff, Sven: radunate le persone e
portatele al riparo dietro ai nostri cancelli»
«E tu che farai?» volle sapere la principessa, la
voce portata via dal vento.
«Io cercherò di farvi guadagnare tempo»
detto questo, alzò le braccia e
un’enorme cupola riuscì a dare un attimo di tregua
al
villaggio dalle interperie «Al castello presto, non credo
resisterò
a lungo»
Difatti, il peso della sua difesa divenne presto insostenibile,
cominciò a scivolare e
finì in ginocchio, le braccia stavano per cederle quando
degli arbusti d’edera
crebbero dal terreno e la sostennero, donandole nuova energia. Aiutata
da quel
prodigio respinse ancora una volta verso l’alto la sua
barriera ma
quella, purtroppo,
cedette ed inesorabilmente si spezzò
«No!» gridò, vedendo la gente
che ancora non era riuscita a ripararsi
al castello.
Tuttavia, prima che ne venisse travolta, un mare di foglie rosse e
gialle
riuscì a sostenere la valanga un altro po’ e
un’improvvisa ondata di calore la
sciolse. Le temperature, però, tornarono immediatamente a
livello glaciale.
«Voi siete…» iniziò a dire la
regina, notando le tre figure appena apparse
davanti a lei.
«Allora è vero che ci può
vedere» non la fece finire la più giovane dei tre,
sprizzando gioia da tutti i pori.
«Questo non è il momento di rallegrarsi»
come al solito, la rossa smorzò il suo
entusiasmo «Sì, siamo gli Spiriti delle altre
Stagioni, l’Inverno immagino voi
lo conosciate già bene» le puntò contro
il
suo bastone di cedro rosso «Se il fatto
che quell’idiota abbia voluto conoscervi a tutti i costi ha
portato a questo,
spero per lui ne sia davvero valsa la pena»
l’accusò.
«Oh, smettila Tara!» la riprese Sue, gonfiando le
guance «Non è colpa sua se
Jack è così, non è vero
Barry?»
Il buon’uomo annuì «Noi pensiamo possa
essere caduto vittima dello Specchio
della Regina delle Nevi»
«E’ proprio così»
confermò Elsa: osservando meglio i soccorsi
decretò che la
ragazzina dagli occhi di foglia doveva essere Primavera, il signore dai
curiosi
baffi Autunno e la giovane sprizzante astio e calore era, di sicuro,
Estate «Anche
io ne sono stata colpita, ma grazie alla mia famiglia sono riuscita a
liberarmene»
«Questa è un’ottima cosa» si
rincuorò il più anziano dei tre
«Avremo bisogno
di tutto l’aiuto possibile. Avete radunato tutte le persone
in un solito posto,
giusto?» vedendola annuire continuò
«Saggia decisione, sarà molto più
facile
proteggere
un unico luogo»
«Pensate al vostro il popolo» le
suggerì la padrona di quella che, in
teoria, doveva essere la stagione in corso «A quello scemo ci
pensiamo noi»
detto questo volò via, alla sua ricerca, subito seguita da
Barry.
«Non badate a lei, è solo preoccupata per
Jack» cercò di tranquillizzarla Sue,
prendendole le mani «Oh… posso
toccarvi!» s’illuminò strappandole un
sorriso,
nonostante la tensione, per poi librarsi nell’aria e
scomparire come i suoi
compagni.
Il
sovrano delle Isole del Sud fu non poco sorpreso di vedere entrare
dalle porte
del castello la regina di Arendelle, non aveva nulla di diverso dal
solito,
eppure aveva sentito con le sue stesse orecchie le persone lamentarsi
del suo
comportamento quel giorno, della sua aggressività ma,
soprattutto, se il piano
di quel suo sciocco figlio era di nuovo miseramente fallito, chi era
che aveva
trasformato l’Estate in quell’incubo di ghiaccio?
«Vostra maestà, cosa ci fate qui?» non
riuscì a trattenersi dal chiederle
quando gli passò vicino.
Lei lo trapassò con un’occhiata sprezzante
«Sono qui a sincerarmi che il mio
popolo stia bene» assottigliò ulteriormente lo
sguardo «Dove altro dovrei
essere in un momento come questo?»
«Non fraintendetemi…» cercò di
rimediare lui «Mi era stato detto che eravate
scomparsa»
«Vi vedo agitato Re Friederik…» lo
punzecchiò Kristoff, appena arrivato a
sostegno della cognata, assieme alla propria moglie.
«Oh, sì…» gli diede man forte
quest’ultima «Dovreste proprio guardarvi allo specchio,
decisamente non avete una buona cera»
«Io non capisco» si ritrasse quello «Di
cosa mi state accusando?»
«E’ curioso che lo chiediate…»
riprese parola la sovrana «…visto che qui
nessuno vi sta accusando di nulla»
E lo lasciarono lì, imbambolato su due piedi, ignorato con
la consapevolezza
che, sebbene non avessero mai potuto provare che lui realmente sapesse
che
quello fosse lo specchio della Regina delle Nevi, era stato
miserabilmente
scoperto.
I regnanti facevano davvero del loro
meglio per dare supporto alla
popolazione:
Anna e Kristoff distribuivano bevande calde e aiutavano a mantere i
fuochi
accesi, Elsa era un continuo movimento per le stanze del castello,
cercando di intervenire, coi suoi poteri, ogni qual volta una porta o
una finestra
rischiava di
spezzarsi sotto alla tenaglia delle interperie che imperversavano fuori.
Quando la situazione sembrava precipitare, fortunatamente,
l’intervento delle
stagioni riusciva a risollevare il morale: Estate mandava ondate di
calore a
rinfrancare i corpi e gli spiriti mentre Primavera e Autunno fornivano
foglie,
rami e piante per costruire ripari e alimentare i fuochi.
La battaglia esterna, tuttavia, sembrava destinata a non trovare una
fine:
Elsa, riusciva appena a scorgere qualche lampo dalle finestre, brevi
esplosioni
di potere ma le figure erano fugaci, s’intravedevano per un
attimo e poi
sparivano…
Così come poteva vederli lei, si accorse che anche molti
bambini, capitanati
dalla scapestrata nipote che si era autoeletta loro leader, avevano
cominciato
a notarli. Li sentiva dire:
«Ho visto una ragazza di fuoco»
«Io un signore coi baffi»
«Forza, sconfiggete l’Inverno!»
Già, l’Inverno… in tutto quel disastro
non era riuscita a scorgere Jack nemmeno
una volta. La battaglia era tre contro uno, perché non
riuscivano a porvi
rimedio? Sconfiggete l’Inverno…
e se non avessero voluto? Erano amici dopo
tutto, se sconfiggerlo avesse significato farlo sparire? Quel pensiero
l’allarmò, doveva assolutamente aiutarli a farlo
rinsavire.
Decisa, corse verso la propria
stanza e spalancò le porte che davano sul terrazzo, un vento
gelido la investì
costringendola a chiudere gli occhi.
«Dove stai andando?» la bloccò la
principessa alle sue spalle.
«Devo andare con loro, devo far tornare Jack in sé
come tu hai fatto con me»
cercò di spiegarle.
«Sei matta?» la riprese «Non credi che
questa cosa sia un po’ troppo grossa
anche per te? Ci sono quattro stagioni che si stanno battagliando
là fuori, non
è la gara di paese fra scapoli e ammogliati. Ti
impedirò di andare» le intimò,
prendendole un braccio.
Elsa la guardò tenera, richiamò il braccio verso
di sé trascinandosi dietro la
sorella. Le posò un bacio su una guancia «Tu non
mi impedirai proprio niente»
e, prima che l’altra potesse anche solo muovere un muscolo,
la allontanò con
una folata di vento, uscì sulla terrazza e letteramente
murò la finestra con
una valanga di neve.
Esclusa, Anna ringhiò di rabbia e frustrazione «Fa
che non muoia…» ululò al
cielo «Perché se muore, quanto è vero
Iddio, io la uccido»
La
situazione che Elsa trovò all’esterno fu molto
peggio di quello che
si era immaginata, dovette portarsi un braccio davanti alla faccia per
riuscire
anche solo a vedere dove stesse andando. La bufera era immensa ed era
mostruosa.
«Vostra maestà, perché siete uscita?
E’ pericoloso» la avvicinò Barry
preoccupato.
«Sono venuta a darvi una mano, forse tutti insieme riusciremo
a farlo rinsavire»
«Buona fortuna» le augurò Tara
sprezzante ma, nonostante le sue parole, si mise
a protezione dell’altro suo fianco.
«Non riusciamo a farlo a ragionare» si aggiunse
Sue, completando il cerchio «E’
furioso, forte, veloce…»
«Dobbiamo togliergli la scheggia
dall’occhio» suggerì lei, mentre tutti
insieme
rispedivano l’ennesimo attacco al mittente.
«Se non l’aveste capito, non si può,
biondina» la riprese Estate «Noi siamo
Spiriti, non abbiamo un cuore»
«Non è vero, fatemi provare vi
prego…» li implorò, per sussurrare
subito dopo «Lui…»
tuttavia, non trovò il coraggio di finire la frase.
L’espressione della rossa incredibilmente si distese ma non
riuscì a risponderle
perché il loro momentaneo nemico si palesò di
fronte a loro, stranamente calmo,
silenzioso, letale.
La regina, incurante del pericolo, uscì dai ranghi
«Jack, ti prego, torna in te…»
esordì avvicinandosi, lui cercò di allontanarla
con una scarica di ghiaccio che
lei riuscì a deviare senza problemi, risoluta
continuò «Supereremo questa cosa
insieme, tutto sarà a posto» lottò
contro il vento che cercava in tutti i modi
di spingerla indietro «Per favore Jack, lascia che ti
aiuti»
Lo Spirito dell’Inverno si bloccò ma solo per un
attimo, cieco e sordo nella
sua prigione dorata, abbassò il bastone e la
colpì, inesorabilmente, con tutta
la forza di cui era capace.
«Vostra maestà!» fu subito su di lei lo
Spirito della Primavera, preoccupato «Come
state?»
Lei era senza fiato, il sangue le colava da una tempia e aveva il
labbro
spaccato, si rese improvvisamente conto che loro due non erano mai
stati
simili, lui era sempre stato molto più potente di lei
«Bene» mentì, cercando di
rialzarsi ma il dolore la costrinse a rimanere seduta.
Un nuovo colpo partì nella loro direzione, chiuse gli occhi
protetta dalle
braccia gentili della ragazzina al suo fianco, tuttavia
l’attacco non arrivò a
destinazione: trovando il coraggio di guardare, scoprì lo
Spirito dell’Estate
intento a proteggerle con una potente ondata di calore, era fuoco
contro
ghiaccio.
«Lo sappiamo bene che quello zuccone si è
innamorato di voi» le confesso, più
dolce «E non siamo ciechi, vediamo chiaramente che anche voi
amate lui ma noi
siamo Spiriti, siamo fatti di emozioni e di magia, i nostri corpi non
sono più
umani, senza un cuore che ci comanda le nostre anime sono allo sbando e
l’unica
cosa che prova Jack in questo momento è rabbia, per via
dello specchio non può
concentrasi su nient’altro» strinse i denti, sia
per lo sforzo di respingere
l’attacco sia per quello che stava per dire «Penso
che ormai sappiamo tutti
quello che dobbiamo fare»
Barry annuì e fu subito al suo fianco, il bastone proteso
come quello di Tara,
liberò il potere a sua volta, guadagnando un po’
di terreno sul loro avversario
«Abbiamo bisogno di te, Sue» incitò la
più giovane, un nodo alla gola.
«Ma io…» cercò, invano, di
protestare lei ma era chiaro che la sua amica avesse
ragione. Perciò si asciugò le lacrime e si
unì agli altri due: ancora una
volta, l’Inverno perse terreno ma, di nuovo, il loro sforzo
risultò insufficiente.
Frost dall’altro lato ghignò, concentrando ancora
più potere, riuscì nuovamente
a guadagnare ciò che aveva perso.
«Cielo…» si trovò a dire
l’Autunno in difficoltà «Come
può essere così forte?»
«Vi prego» in lacrime, Tara si rivolse alla sovrana
di Arendelle.
Elsa chiuse gli occhi, trapassata dal dolore che niente aveva a che
fare con
quello delle sue ferite, si alzò mentre le sue lacrime
andavano ad unirsi a
quelle degli Spiriti lì davanti a lei, tese una mano e
liberò il suo potere.
Ci fu una fragorosa e potente esplosione, l’Inverno
cessò.
...
Ebbene
sì, quel maledetto regalo altro non era che il terribile
Specchio della Regina delle Nevi, dritto dritto dalla fiaba di Andersen
- da cui Frozen è vagamente tratto (?) - e utilizzato anche
nella serie TV Once Upon a Time da Ingrid, zia di Anna ed Elsa. Per
necessità di trama qui non colpisce tutti ma solo
coloro che hanno i poteri del gelo, ossia Elsa e Jack. Quello di Freja,
invece, era solo una copia atta a fomentare la curiosità
della
piccola verso quello della zia: Elsa avrebbe potuto impiegare anni
prima di romperlo, o non farlo mai, così Friederik - che non
poteva di certo farlo di persona - ha usato un fattore accelerante che
ha avuto il successo sperato.
Anche questa volta il piano delle Isole del Sud è andato ben
oltre le
reali aspettative ma, ahiloro e ahinoi ç_ç,
è di
nuovo miseramente fallito.
Granpapà mi sembrava adatto a rivelare solo la storia ma non
il
come risolverla al 100%, considerando come spesso dica cose che portano
le persone a prendere scelte discutibili, quali traumatizzare una
bambina facendole venire mille complessi per la sua
diversità, con
buon sostegno di quei decerebrati di Agnarr e Iduna. Conceal, don't feel
una fava.
Esattamente come nella fiaba, Elsa se ne libera piangendo non appena si
rende conto di quello che stava facendo alla sorella che, ancora una
volta, risolve la situazione.
In
realtà non credo proprio che la nostra regina sia meno
potente di Jack, anzi - in
quanto sa fare cose che persino lui si sogna (come costruire castelli e
il gira la moda) - semplicemente, in quel momento, lei non sa ancora
quanto è potente... poiché Show
Yourself
non c'è stato... per adesso.
Sbarro il passaggio precedente perché evil65 mi ha detto
che Jack, nei libri, è in realtà decisamente
molto più potente di Elsa - nonostante il power up del
secondo film - e questa cosa non può che farmi piacere in
quanto va ulteriormente a rinsaldare la mia convizione sul fatto che
non siano uguali - uno dei principali motivi per cui questa ship non
piace - ma solo simili. Comunque sia mantengo valido il concetto che
Elsa, al momento, ancora non sa quanto sia potente in
realtà.
Ultima cosa, ho preferito utilizzare il nome originale di Oaken
perché Querciola non mi piace proprio >.<
Bene, ora devo andare a nascondermi prima che veniate a
cercarmi a
casa... ma non disperate, non è ancora finita qui ;)
Come sempre grazie per seguire questa storia, per le impressioni che mi
lasciate e quelle che avrete il piacere di lasciarmi (non insultatemi
troppo questa volta, per favore XD)
A presto
Cida
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