Albträume in einer stürmischen Nacht
P.P. {parte prima per gli amici ù_ù}
Era una notte buia e tempestosa, e un urletto squarciò le
tenebre come un lampo a ciel sereno. «Mamminamamminaaaaaahhhh!».
*coffcofffff nd: Ecccarolina* *niente interruzioni per il momento ù_ù nd:
Madrinaaah* *occhei mi appunto quello che devo dirti ù_ù nd: Ecccarolina* La
bimba urlava, ma, non ricevendo risposta, decise con fare intraprendente di
andare a cercare la suddetta mammina per la grande casa blu. *blu? nd:
Madrinaaah* *certo ù_ù Bearelagrandecasablù ù_ù nd: Ecccarolina* *O___________O
va beh. nd: Madrinaaah* Tutta presa dalla sua ricerca, dimenticò di prendere
le scarpine, e trotterellò a piedi nudi sul pavimento. *disseminato di cocci *O*
muhahahahahaaah ù_ù nd: Ecccarolina* *o di coltellacci ù_ù come ci insegna
Chef Tony ù_ù nd: Madrinaaah* *mapperché dovrebbero esserci queste cose
ç_ç?! nd: Psyduck* *°O° è tornato °O° nd: tutteddue* *ehbbé è una casa di
vampiri ù_ù a loro che gliene frega di lasciare in giro i miracle blade
arrugginiti, magari ù_ù nd: Ecccarolina* *giusto ù_ù, povero idiota ù_ù nd:
Madrinaaah* *ç_ç cattiveee ç_ç nd: Psyduck* Il fatto che urlasse con la
vocina a siringa che si ritrovano i bambini, molto amichevole, peraltro, non
attirò poi tutta quell’attenzione da parte della suddetta madre, ma scocciò
alquanto, lo zio Emmett, che uscì dalla sua stanza ingrugnito. «Maccavolo è
notte!» brontolò l’energumeno, facendo tremare le pareti e cadere intonaco giù
dal soffitto. La bimba, premendosi le manine paffute sulle orecchie, lo
folgorò con lo sguardo made by Rosalie Hale. «VOGLIOLAMIAMAMMA!» era un se l’hai
mangiata, vedi di risputarla, ovvero non era una richiesta molto amichevole.
Emmett, solo dopo aver sollevato un sopracciglio, annuì con fare poco
convinto. «Roosaliiieeee!». La bella
vampira, appena incerata *perché incerata?! nd: Ecccarolina* *perché i vampiri c’hanno
il cerone! nd: Madrinaaah* *ma non è vero, sonopallidind:Ecccarolina**=_=‘’ ma non l’hai vista nel
film? nd: Madrinaaah* *owh hai ragione :sìsì: nd: Ecccarolina* uscì fuori dalla
sua eenooorme toilette, e, dopo aver scansato con forza il marito, e andò ad
occuparsi della sua adorata nipotina. La prese tra le braccia, dopo averle fatto
fare una piroetta e averla guardata con gli occhi a cuoricino e lo sguardo
adorante, disse «Eccosac‘è, amore della zia?» fece col tono più dolce e
stucchevole del mondo. La bimba con gli occhi da cerbiattino, effetto
Bambi-che-ha-appena-perso-la-mamma-vedendola-bruciare-viva-insieme-alla-sua-casa,
e col labbruccio tremulo, si buttò al collo della zia chiedendo: «Dov‘è il mio
papaaaà?». Rosalie, comprendendo l’antifona, rollò gli occhi al cielo, e
sospirò profondamente, pur non avendone minimamente bisogno. «Va bene, cerchiamo
la tua mamma». Emmett, seguì sua moglie che, tenendo in braccio la bambina,
seguiva la puzza di schifo, fino a raggiungere il bagno grande. I due vampiri
avrebbero preferito non vedere quello che stava succedendo lì dentro. Infatti...
*taratataaaaahhh nd: Ecccarolina* *e non interrompere proprio sul più bello! nd:
Madrinaaah* *però ci stava bene! nd: Ecccarolina* *basta cazzate! nd:
Madrinaaah*. Dicevamo, Infatti... Esme e Bella erano tutte prese dalla tosatura,
sì, avete capito bene, tosatura di un grosso ammasso di laniccio rossiccio,
aggrovigliato nella jacuzzi. Esme, stava poggiando un grosso paio di cesoie per
prendere, al loro posto, un secchio di cera bollente, mentre sua nuora
continuava a ripetergli. «Io te l‘avevo detto, Jake! Sotto la pioggia, i cani
puzzano, sei un testone, e non dovevi entrare in casa! È la giusta punizione per
aver fatto di testa tua!». Esme, intanto, sorrideva tutta presa
dall’immergere una spatola da muratore nel secchio di cera color caramello. «E
poi,» esordì tutta giuliva. «Con l‘arrivo dell‘estate, tutto quel pelo ti
avrebbe fatto caldo, e poi... Pulci, zecche, leishmaniosi... Devo elencare
oltre?». Emmett e Rosalie, sulle prime, restarono sbigottiti, ma poi, presi
da una strana frenesia, cominciarono a ridere in modo malsano, anzi, diciamo
pure sadico. Ma quell’idilliaca situazione, fu interrotta dalla vocina
stridula della bimba. «Mamminaaaaaahhh». *pssst adesso posso farti quella
domanda? nd: Ecccarolina* *no. nd: Madrinaaah* *allora la mia ira ricadrà su di
te ù_ù nd: Ecccarolina* *d’accordo, spara nd: Madrinaaah* *perché le acca? nd:
Ecccarolina* *perché fa fesssion ù_ù nd: Madrinaaah* *O___O Oh, contenta tu...
nd: Ecccarolina* Bella in quel momento si voltò verso la sua piccina. «Sììì
ammmòrrreee, dillo alla mamma!» fece lasciando brillare gli occhi sbrilluccicosi
su di lei, sbattendo le ciglia in modo ossessivo-compulsivo. Ma la bambina,
ora, era tutta presa da Jacob ormai sommerso da un mare di cera. Però, poi,
trasalì, e le venne in mente, la fatidica domanda. «Dov‘è il mio
papà?!». «Eh, tesoro, papà è a caccia.» rispose Bella, tornando a dividere le
strisce depilatorie ricavate da quindici metri di garza. La bimba, chinò la
testa di lato. «Tutto solo soletto?!» bofonchiò con tono dolce e
smielato. «Noooh! C‘è anche nonnino Carlisle, con lui!» replicò Esme mentre
avvolgeva le garze attorno al licantropo, passandoci sopra, un mattarello, per
far aderire bene il tessuto. Lei, la piccola, sollevò un sopracciglio, guardò
il suo abnorme zio, e poi chiese ancora. «E perché lui è qui?» fece additandolo
con la solita manina paffuta. Emmett alzò gli occhi al cielo, ma non
rispose, mentre Bella stava per aprire la bocca. «Esme, dove hai messo il mio
Moment?! Con la tua mania di mettere sempre apposto tutto, non trovo mai le mie
cose!» borbottò come una pentola di fagioli, Alice, entrando a grandi ed
eleganti falcate, sempre nei limiti del possibile. «Eh, perché il tuo papà,
ha un... Come definirlo? Un legame speciale con il nonno... Perché si conoscono
da tanto tempo...» rispose Bella, senza dar troppo peso alle sue
parole. Sentito questo, mentre rovistava in uno dei tanti armadietti del
bagno, la vampira dalle fattezze da fata, si irrigidì di botto. «Ma chi?»
biascicò con gli occhi sbarrati. In quel mentre, in tutta fretta, entrò
Jasper e si appollaiò sul lavandino di fronte sua moglie e la scosse
delicatamente. «Alice, visione?» sillabò. La moretta, scosse il capo
attonita. «Peggio, ricordo di visione». Jasper annuì comprensivo, mentre gli
altri la guardavano interdetti. La bambina, in preda ad un raro, nonché
inaspettato, lampo di genio, sfavillò i suoi occhi su sua zia, che sembrava
alquanto ferrata sull’argomento. «Papà vuole più bene al nonno che agli altri
zii?» fece con la vocina innocente. Si potrebbe dire che Alice, se il suo
cuore avesse pompato ancora sangue, sarebbe stramazzata a terra, in preda a
convulsioni o ad infarto. «Eh-ah-mh-ngh...». Jasper, riconoscendo i sintomi,
la prese di peso, la caricò in spalla e corse verso una meta non ben definita,
chiamiamolo pure salotto. Renesmee *perchééééé l’hai scritto ç_ç vivevo così
bene nel mio mondo di marshmallow e zucchero filato! nd: Ecccarolina* *su (fa
patpat alla collega) sopravvivrai al colpo ù_ù al massimo scriviamo una storia
in cui la torturiamo, così sei felice ù_ù nd: Madrinaaah* *ma se le cambiassimo
nome? Ù_ù nd: Ecccarolina* *va beh, non possiamo, dovremmo pagare dei diritti
d’autore, tanto vale sopportare ù_ù nd: Madrinaaah* *taccagna =_=‘’ nd:
Ecccarolina* comunque, dicevamo, la ragazzina, di cui non faremo il nome per
evitare ulteriori ingerenze da una certa… eh cioè per evitare di perdere tempo,
cominciò a scalpitare e ordinò a sua zia di farla scendere. Una volta a
terra, cominciò a correre dietro agli zii seguita a ruota dalla madre, dalla
zia, dal marito della zia e dalla nonna, Jacob, invece, mummificato nella cera e
nelle garze, tipo statua di Art Attack, non osò muoversi.
«Ziazioziazioziazioziazioziazio!» ripeteva la bambina con la solita vocina
pungente. Rosalie, vista l’insistenza della creaturina, ordinò al suo
beneamato marito di placcare il cognato/fratello, per accontentare quella santa
marmocchia. Emmett, con un balzo ferino, si buttò a volo d’angelo sopra il
cognato, che, però, prontamente, lanciò in aria la sua adorata mogliettina,
prima di schiantarsi al suolo, schiacciato dal mastodontico fratello, effetto
pelle di leopardo. Alice invece finì comodamente seduta, con la gamba
accavallata, sul fianco di Emmett. La bimba, trotterellando, raggiunse la
minuta zia sedendosi vicino, sul suo non-troppo-comodo divano vampiresco. «Zia,
non mi hai risposto! Il mio papà vuole più bene a nonnino che agli
zietti?». Alice, si tirò su, permettendo a suo marito di scrollarsi di dosso
il fratellastro, Renesmee zompò giù dallo zio e si andò ad accomodare, in
braccio alla mamma, che intanto s’era seduta accanto alla suocera, su un vero
divano, questa volta comodo. Quando tutti presero posto, la moretta, sospirò
profondamente e fissò a lungo la neo-cognata. «Vuoi davvero conoscere questa
storia?». Ci fu un momento di silenzio e
Bella annuì un po’ dubbiosa.
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