Kaname’s Lies

Non sono che bugie, non è vero?

Altro che bugie. Livide menzogne dal sapore stranamente dolciastro, che scivolano dalle labbra e avvelenano l’aria, soffocandoti.

Ti circondano, ombre mormoranti e malvagie, acuiscono una sofferenza priva di senso.

Sputano addosso ai begli ideali nel nome dei quali le hai create, insultano l’innocenza che, invece, dovrebbero proteggere.

Proteggere l’innocenza.

Così inutile, la tua scusa: tentare di preservare ciò che è destinato a cadere, in una disperata quanto patetica corsa contro il tempo, contro la ragione, contro la logica.

Ostinarsi stupidamente nel rifuggire ad una verità che è impossibile evitare,  lottare fino a rovinarti per difendere ciò che non vuole essere difeso.

E mentire. Mentire, a te stesso e a lei, corrodendo l’anima e divorando il cuore di un amore che non è ancora nato.

Divorando l’amore.

Prima ancora che il seme germogliasse, ne hanno già sbranato il frutto. Lo hanno azzannato, dilaniato, loro che dovevano difenderlo, che dovevano custodirlo. Te lo hanno ucciso tra le braccia, e tu non hai potuto far altro che assistere alla sua agonia.

Di lui non è rimasta che un’ombra opaca, dalla polpa amara e sterile. Velenosa. E tu te ne ingozzi,

cercando di convincerti sulla sua bontà, illudendoti come un bambino.

Illudendoti.

 Dormi avvolto da una tela di menzogne, ossessionato dalla loro bellezza, dal loro fascino, dalla loro falsità. E c’è una parte di te, nascosta tra le pieghe del cuore, che ne è talmente innamorata da osar nutrire il timido desiderio, la speranza, ch’esse siano vere.

Vere!

E non l’ingegnosa creazione del tuo stesso cervello, l’abile architetto di palazzi di fango su cui fai tanto affidamento; vere, e non il frutto di una bugia ben più ampia sfuggita al tuo controllo.

Sfuggita al controllo.

La Nemesi delle verità nascoste arriverà, stanne certo. Ma per ora, puoi ancora sognare.