Il primo pezzo ad andare fu la collana, quella medaglietta in metallo
che Gokudera indossava sempre.
Tsunayoshi gliela sfilò facendola passare sopra la testa
esattamente come aveva fatto poco prima con la maglietta.
Hayato osservò come il gioiello andò a fare
compagnia alla sveglia, al cellulare, alle chiavi, alla scatola di
preservativi, a tutte le cose appoggiate sul comodino.
Tsunayoshi accolse le sue dita in bocca iniziando a succhiare
languidamente su medio e indice.
Lentamente con la bocca sfilò uno alla volta gli
anelli che adornavano quelle dita eleganti e sottili, prima quello nero
semplice e poi il più importante, il Vongola ring della
Tempesta.
Uno alla volta li lasciò cadere sul comodino senza mai
sottrarsi al contatto visivo.
Udì il piacevole suono metallico dei gioielli contro il
legno e sorrise serafico tornando a dedicare tutta l'attenzione a
quelli occhi sgranati che lo interrogavano.
Hayato sentì la gola secca, il viso in fiamme, si
domandò se la persona che giaceva senza vestiti sotto il suo
corpo fosse la stessa che aveva portato a casa.
Lo fissò intensamente, incapace di distogliere lo sguardo,
mentre nella sua mente si configurava un solo concetto.
Il Decimo era un seduttore nato, non c'era altra opzione. Probabilmente
era il suo intuito a suggerire come giocare col fragile cuore di Hayato
e spingere all'estremo una situazione già al limite.
Le due dita del guardiano della tempesta erano più che
lubrificate erano zuppe, impregnate dalla saliva del boss, accolte in
una bocca troppo calda e desiderosa al punto da potersi scottare.
Tsunayoshi le lasciò andare, accogliendo lo sgomento di
Hayato con una risata cristallina.
"Ti prego, Hayato... ti voglio..." sussurrò facendosi
più vicino così da raggiungere il suo orecchio.
Quel suono gentile e angelico risuonò nella mente della
tempesta in tutto altro modo.
"Hai intenzione di farmi aspettare ancora molto?" lo sentì
dominante e autoritario nella sua mente.
Quando era successo? Quando il suo timido Decimo impacciato si era
trasformato in un concentrato di erotismo e tecniche di seduzione?
Gokudera scosse la testa e pregò l'unico neurone
sopravvissuto di inviare risposte al suo corpo.
Tsunayoshi sorrise, gli infilò le dita tra i capelli e lo
baciò a fior di labbra. Se Hayato avesse prestato davvero
attenzione al suo viso lo avrebbe visto leggermente arrossato, segno
che neanche lui era davvero così sicuro delle proprie azioni
come lo percepiva.
"C-Cosa volete che faccia, Decimo?" domandò Gokudera in
preda a letteralmente tutto, panico, eccitazione, confusione, ma
soprattutto amore.
Tsunayoshi gli scoccò un'occhiata glaciale.
Cosa poteva mai volere che facesse nudo e fremente sotto il suo corpo
mentre le lenzuola sottili e candide a stento li nascondevano all'aria
fredda nella stanza? Una grigliata? Una partita a carte?
Gokudera voleva seriamente che gli desse le istruzioni? Era forse un
modo per punirlo? O forse semplicemente lo eccitava sentirgli dire
quelle cose ad alta voce?
Tsuna scosse la testa, non era pronto a una cosa simile. A stento era
riuscito ad ammettere a se stesso di avere una vita sessuale. Come
poteva chiederlo ad alta voce?
E per quale ragione Gokudera si stava comportando in quel modo?
Dove era finito il ragazzo che lo aveva sbattuto sul letto senza
battere ciglio appena qualche giorno prima?
Gokudera abbassò lo sguardo, sentendosi rimproverato, in
effetti la sua domanda era stata davvero inappropriata.
Si fece perdonare subito dandogli dei teneri baci sul collo mentre
faceva buon uso delle dita bagnate per prepararlo.
In breve tempo la stanza e la sua mente si riempirono solo dei gemiti e
delle indicazioni, insistenti, più simili a degli ordini che
a delle suppliche di Tsunayoshi.
"Ah... sì! Più a destra... più
veloceme... più forte... così Hayato...
così..."
Ogni gemito era pura adrenalina per Gokudera che faceva davvero del suo
meglio per soddisfare ogni richiesta.
Le loro labbra si trovarono in un bacio davvero passionale mentre
Hayato decise che potevano andare avanti e diventare una cosa sola.
Recuperò il preservativo dal comodino e lo
indossò sentendo addosso gli occhi famelici di Tsunayoshi.
Fece del suo meglio per non mettere fine a tutto prima ancora che
iniziasse a causa di quel corpo incantevole che lo attendeva intrepido.
Lentamente si spinse tra le carni bollenti di Tsunayoshi appoggiando il
viso contro una sua spalla quando lo fu completamente.
"P-Posso muovermi?" chiese praticamente subito ansimando contro il suo
orecchio.
Tsunayoshi annuì, non aspettava altro, rese chiaro il
concetto con un colpo di bacino.
Quei lenti movimenti diventarono esponenzialmente più
intensi finché il letto non iniziò a cigolare e i
loro gemiti a confondersi e mescolarsi.
Era un idillio, la camera da letto dell'appartamento di Gokudera era
diventata un vero e proprio rifugio dove dimenticarsi dei problemi,
delle responsabilità e lasciarsi andare completamente a quei
sentimenti.
Hayato e Tsunayoshi erano felici, Uri ai piedi del letto non tanto.
Vedendosi disturbato nel suo sonno aveva escogitato una bella vendetta.
Da sopra al lenzuolo riuscì a individuare un piede del suo
umano e ficcarci un artiglio dentro fu semplicissimo.
Tsunayoshi sobbalzò sentendo quell'urlo che non si
aspettava, ma gli fu ben chiaro cosa fosse successo quando vide Hayato
prendere il cuscino che era finito a un lato del letto e lanciarlo di
prepotenza contro il suo gatto.
Uri soffiò prima di scappare, dall'espressione del suo umano
capì di averla combinata grossa, ma non si scompose comunque.
Dannato gatto, non mi rovinare i momenti che sono bravissimo a
rovinarmi da solo! pensò Hayato affranto e anche un po'
frustrato, era davvero orribile venire interrotti in questo modo.
Trovò conforto tra le mani di Tsunayoshi che accarezzavano
il suo viso e nei suoi occhi pieni d'amore.
"Ti metto un cerottino..." sussurrò il giovane boss prima di
dargli un bacio dolce sulle labbra.
Hayato dimenticò ogni dolore
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