Capitolo primo: La
Creazione
Nel principio Dio creò i cieli e la
terra.
La terra era informe e vuota, le tenebre
coprivano la faccia dell'abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie
delle acque.
I Cieli erano il luogo più alto del creato
ed erano ricoperti dalla grazia di Dio e dalla luce degli angeli che il Signore
vi aveva posto.
<< Gabriel >>
<< Dimmi Samael >>
<< Perché il Signore ha creato questa...
questa terra se ci sono già i Cieli per noi? >>
L'arcangelo sorrise rivolgendosi verso il giovane
angelo che gli stava di fronte.
<< Dio ha dei piani meravigliosi: ha
intenzione di creare una creatura a sua immagine per potergli donare la sua
grazia >>
Samael storse il naso.
<< Il Padre non ha bisogno di questa
creatura, ci siamo già noi! >>
Gabriel gli pose amorevolmente una mano sulla
testa.
<< Il Signore nostro Dio non vuole
sostituirci, non temere, il suo amore per te non cambierà, Samael
>>
L'angelo sorrise di rimando notando che le altre
creature celesti iniziavano ad avvicinarsi per vedere Dio che creava la terra
sotto di loro.
Poi Dio disse: “ Sia luce!
”.
E luce fu.
Dio vide che la luce era buona; e Dio separò
la luce dalle tenebre.
Dio chiamò la luce “ giorno ” e le tenebre “
notte ”.
Samael non poteva credere ai suoi occhi: era
bellissimo.
Era la cosa più bella che avesse mai
visto.
La creazione, quella luce nascere da quell'abisso
di tenebre. Per un secondo invidiò quella creatura che avrebbe dovuto abitare su
quella terra. Poi alzando il capo incontrò il volto raggiante di Gabriel e gli
sorrise. Una mano forte e lucente gli si posò sulla testa.
<< Ti piace la terra Samael? >>
domandò una voce risonante.
<< Si, è bellissima >> rispose
l'angelo senza spostare lo sguardo. Improvvisamente però sentì Gabriel
irrigidirsi guardando l'angelo alle sue spalle.
<< Non trovi che sia davvero splendida...
Gabriel? >> chiese quello con tono lascivo.
<< Ti riferisci alla creazione della terra,
non è vero Lucifero? >> mormorò l'arcangelo.
Lucifero sorrise compiaciuto avvicinando il volto
lucente verso Samael, sfiorandone una guancia.
<< E a cosa sennò?
>>
Dio creò le acque, il cielo e la terra
ferma; creò la vegetazione; creò le stagioni; creò le bestie delle acque e delle
terre: tutto in soli sei giorni.
Dio vide tutto quello che era fatto, ed
ecco, era molto buono.
I serafini cantavano e suonavano celestiali
melodie per Dio e per la sua opera di creazione.
<< Mahasiah! >> lo chiamò una voce
squillante.
<< Samael? Cosa ci fai tu qui, non dovresti
essere con Gabriel? >> domandò il serafino.
Il giovane angelo scosse la testa
sorridendo.
<< Dio mi ha chiamato a se, mi ha detto che
aveva in mente un grande progetto per me!! >>
Il serafino non riuscì a trattenere un grido di
gioia.
<< Lo sai che tu sei uno dei suoi preferiti,
no? >> lo canzonò sorridendo.
Samael non riusciva a trattenere la gioia che
aveva dentro e Mahasiah non era da meno.
<< Ma che dici... >> mormorò
sentendosi d'un tratto importante.
<< E dimmi, Samael, cosa ti ha detto il
Padre? >>
<< Ha detto che il mio compitò d'ora in poi
sarà quello di osservare le opere umane: sarò per loro la giustizia divina
>>
<< Ma è meraviglioso! Dio ti ha benedetto
grandemente questo giorno Samael, vieni con me, andiamo a lodare l'Altissimo Re
dei Cieli >>
Tutte le creature celesti si riunirono al cospetto
di Dio e lo adorarono impazienti di incontrare per la prima volta la creatura
che avrebbe dovuto abitare sulla terra.
Poi Dio disse: “ Facciamo l'uomo a nostra
immagine, conforme alla nostra somiglianza, e abbia dominio sui pesci del mare,
sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutta la terra e su tutti i rettili
che strisciano sulla terra ”
Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò a
immagine di Dio, li creò maschio e femmina
Samael dispiegò le sue bianche ali e scese sulla
terra accompagnata dai suoi fratelli arcangeli.
Entrambe le creature ebbero timore di loro, ma la
voce di Dio li confortò.
<< Uomini >> parlò l'arcangelo
Raphael. << Voi che avete il dominio della terra, ecco, Dio l'eccelso re
del creato vi ha donato la vita e questo meraviglioso giardino chiamato Eden
>>
<< Vi ha dato la supremazia sulle bestie e
su ogni cosa del giardino >> affermò Michael estraendo la sua spada
lucente dal fodero. << Poiché
possiate vivere sereni e senza timore di
nient'altro all'infuori del Signore, vostro Dio >>
Le creature annuirono e si avvicinarono agli
angeli.
<< Chi sei tu? >> chiese la femmina
rivolgendo lo sguardo verso Samael, vedendola più simile a
lei.
<< Il mio nome è Samael, sono l'angelo della
vita >> disse quello rivolgendo un sorriso luminoso verso di lei. <<
e dimmi, qual'è il tuo nome uomo? >>
<< Lilith >> disse la femmina <<
Questo è il nome che Dio mi ha posto; lui invece è stato chiamato Adamo ed è mio
>>
Uriel non riuscì a trattenere una
risata.
<< Contegno Uriel, un arcangelo come te non
dovrebbe ridere per certe frivolezze! >> lo rimproverò
Cassiel.
L'arcangelo, imbarazzato, si tappò la bocca
cercando di riacquistare la serietà.
<< Ha davvero un bel caratterino per essere
una femmina, non trovi Samael? >> domandò Lucifero rivolgendosi verso il
giovane angelo.
<< Lucifero >> lo richiamò Gabriel
mettendosi fra di lui e Samael.
<< Non mi è più permesso di esprimermi
fratello? >> chiese lui lanciando all'arcangelo un'occhiata
furente.
<< Non in questi termini Lucifero, lo sai
quale è il volere di Dio a proposito... >> l'ammonì Michael difendendo
Gabriel.
<< Dimenticate che io sono l'angelo di luce,
il più splendente fra di voi io sono Lucifero colui che è primo fra le grazie di
Dio >> esclamò lui fiero.
<< Ma tu non sei Dio, Lucifero >>
mormorò Cassiel lanciandogli un'occhiata punitiva che lo fece zittire. Gli
uomini guardarono la scena con timore, anche Lilith, come Adamo, si nascose
dietro Samael, eppure non riusciva a non guardare Lucifero con
ammirazione.
<< Torniamo nei cieli fratelli >>
disse Gabriel spiegando le sue sei ali di luce.
Samael annuì e cercò la mano del fratello, però
qualcosa la trattenne a terra. Qualcosa le si era impigliata per la veste: quel
qualcosa era la mano di Lilith.
<< Resta con me ancora un po' angelo
>> disse la femmina guardandola con adorazione << Raccontami di ogni
cosa che il Signore ha creato, raccontami di Lui e dei suoi angeli, tuoi
fratelli >>
Samael sorrise amorevolmente e con un semplice
sguardo supplichevole chiese al fratello il permesso di
restare.
<< Resta pure Samael, che Dio ti benedica
grandemente per tutto ciò che fai nel suo nome >>
Mentre
Samael, angelo del Signore, trascorreva con Lilith il suo tempo parlandole e
diventando con lei intima come non lo era mai stata con nessuno dei suoi
fratelli; Lucifero nei cieli dichiarò che lui, l'angelo della luce era al pari
di Dio e che gli altri angeli dovevano adorarlo perché lui solo poteva renderli
liberi da quella schiavitù e prigionia chiamata Cieli. Lucifero disse che
avrebbe donato loro la terra e il dominio sugli uomini e su ogni cosa loro
volessero se solo lo avessero seguito e adorato come sovrano, sopra ogni cosa,
al di sopra di Dio. Il Signore vide il male in Lucifero e se ne dispiacque
molto, così per proteggere gli altri angeli lo cacciò dai Cieli costringendolo
ad abbandonare le sue ali ed a vivere come una creatura fatta di materia
corporea sulla terra. Era ancora giorno quando Samael tornò nei Cieli e seppe
dell'accaduto. L'angelo pianse per la perdita del fratello ma si consolò sapendo
che avrebbe sempre potuto incontrarlo nel giardino dell'Eden per
l'eternità.
Lilith tornò da Adamo con un'espressione
indecifrabile sul volto.
<< Samael mi ha detto che Dio ti ha parlato
Adamo >>
<< Si Lilith >>
La donna era agitata e si liberò
dall'abbraccio.
<< Perché non ha parlato con me? Chi sei tu
sopra di me, non sei forse un uomo come me? >>
<< Sono uomo, ma tu sei femmina e Dio ha
detto che parlerà con me perché sono maschio >>
<< Poteva creare maschio anche me allora,
così che non fossi al di sotto di nessun altro se non lui >> sbottò
Lilith.
<< Tu sei stata creata per essere la mia
compagna, per darmi una progenie Lilith >> le spiegò
Adamo.
La femmina sembrò rimanere di stucco. Poi
un'ondata di collera la pervase facendola scontrare con
l'uomo.
<< Io non sarò di nessuno se non di me
stessa, se vuoi una compagna chiedi a Dio per un essere inferiore: e non
per un uomo come me, superiore a te! >>
Lucifero vide che Lilith serbava rancore per
Adamo ma soprattutto per Dio, pensando che l'aveva creata inferiore rispetto ad
Adamo mentre lei pretendeva di esserne superiore, proprietaria. L'angelo caduto
la corruppe promettendogli il potere che lei desiderava, in cambio lei avrebbe
dovuto solo portare agli altri angeli il suo messaggio.
<< Adamo... >>
<<... >>
<< Adamo mi ami? >>
<< Si >>
<< Adamo... dimmi, mi proveresti il tuo
amore se te lo chiedessi? >>
<< … >>
<< Mi ami vero? >>
<< Si, lo farei >>
<< Qualsiasi cosa Adamo?
>>
<<... qualsiasi... Lilith
>>
<< Portami all'albero della vita
>>
Adamo la guardò titubante ma lei gli si
strinse al petto come in cerca di calore e protezione e lui non riuscì a
respingerla vedendola per la prima volta una fragile creatura. Lilith mangiò del
frutto e quando un angelo discese sulla terra riferì a lui il messaggio di
Lucifero così che potesse darlo agli altri suoi fratelli.
Quando Dio sentì quali erano le intenzioni
di Lucifero: ossia regnare sul creato al suo posto, non solo lo cacciò dal
giardino ma lo scaraventò nelle profondità della terra insieme a quegli angeli
che volevano seguirlo. Il Signore seppe che Lilith aveva collaborato ai piani
maligni di Lucifero e per questo decise di procurarle la morte per il suo
tradimento. Ma la femmina non poteva morire perché aveva mangiato dall'albero
della vita, come Lucifero le aveva detto di fare, così Dio la cacciò dall'Eden e
la scaraventò insieme agli altri angeli caduti nelle profondità della terra che
chiamò “ inferno ”.