Capitolo secondo: L'incendio
L'auto della pattuglia percorse la strada per
tutta la sua lunghezza a tutta velocità e sirene spiegate. Girò all'improvviso,
rischiando quasi di ribaltarsi ma colpì un secchio dell'immondizia che
fortunatamente la rimise in carreggiata.
Le luci dei lampioni facevano da unica luce in
quella notte senza stelle.
<< Ci mancava solo la pioggia >>
esclamò il poliziotto seduto di fianco al conducente. L'uomo afferrò con la
mancina il radio-comunicatore e si sintonizzò sul canale della centrale di
polizia.
<< Siamo sulla settantanovesima allo
svincolo tra St. Road ed il Silver Palace >> disse premendo la levetta sul
margine dell'apparecchio.
Appoggiò accuratamente l'orecchio
sull'altoparlante e solo dopo qualche secondo chiuse la comunicazione
riagganciando la radio al suo posto.
Un'ambulanza li sorpassò in quel medesimo istante
fermandosi poi di colpo ad una decina di metri da loro.
<< Merda >> abbaiò il poliziotto
estraendo l'arma d'ordinanza dalla guaina in pelle.
<< Tu resta qui ragazzo, non vorrei che ti
cacciassi nei guai >> ordinò rivolgendo uno sguardo severo verso il
giovane agente che si trovava alla guida.
<< Ma io posso aiutarla!! >> ribatté
lui aprendo la portiera della macchina e uscendo dal veicolo.
<< Tom, per una volta, ascolta tuo padre
>> lo supplicò l'uomo.
<< Papà, non sono più un bambino >>
urlò lui sprezzante del pericolo.
<< Lo so, ma rimani pur sempre mio figlio
>> mormorò afferrando la pistola del ragazzo e mettendosela nel proprio
fodero.
<< resta qui, e non farmi pentire di averti
portato con me oggi >>
Il poliziotto si allontano in direzione del
palazzo dove si era propagato l'incendio.
Una pompa di benzina aveva preso fuoco, ed ormai
due dei palazzi vicini erano devastati dalle fiamme. L'aria era irrespirabile e
la coltre di fumo era ormai ad altezza d'uomo. Una ventina di ambulanze si erano
fermate poco distanti dagli edifici, ma erano state costrette ad allontanarsi:
un paio di volte erano persino state colpite da vampate di fuoco
improvvise.
Tom batté entrambe le mani sul cofano dell'auto
prima di estrarre una pistola nascosta sotto il pantalone, all'altezza del
polpaccio sinistro.
Si precipitò davanti all'edificio con la sua
calibro 22 stretta salda fra le mani ma un'altra vampata di fuoco uscì dal
palazzo costringendolo ad abbassarsi.
<< Via da qui!! >> urlò un'agente
svuotando il suo caricatore sulla portone dell'edificio in fiamme. L'uomo in
preda al panico lanciò l'arma contro la porta e si mise a correre nella sua
direzione.
Altri agenti,pompieri e civili uscirono gridano
dall'edificio, come se qualcuno stesse correndo verso di loro.
Tom non riuscì a credere ai suoi occhi quando
un'enorme lingua di fuoco munita di artigli incandescente si fece spazio fra gli
stipiti del portone del palazzo in fiamme. Un enorme creatura fiammeggiante
ghermì ululando quante più persone poté e se le cacciò fra le fauci infuocare,
macchiando di sangue e carne l'asfalto sotto di se.
Il ragazzo rimase pietrificato, persino la pistola
iniziò quasi a scivolargli dalle mani quanto erano sudate.
L'autopompa dei vigili del fuoco lanciò un getto
d'acqua contro il mostro ma quello invece di scappare, si fece bagnare per
benino rivelando la sua vera forma.
Una creatura imponete, ricoperta di un materiale
nero melmoso, simile al petrolio con un paio di occhi rossi come tizzoni
ardenti.
<< Tom!! >> urlò suo padre correndogli
in contro.
Il giovane poliziotto ritornò alla realtà e prese
la mira per colpire il mostro.
<< Fermati Tom, non farlo, rischierai solo
di farti ammazzare >> tuonò il padre afferrandolo per un braccio ed
impedendogli di sparare.
<< Ci sono dei civili laggiù!! >>
gridò il ragazzo fulminando l'uomo con la sguardo.
<< Non possiamo fare nulla, non lo capisci??
>>
<< Ti sbagli, qualcosa possiamo fare
>> disse lanciandosi contro la creatura sparando.
La belva lasciò cadere i resti dell'uomo che
teneva fra gli artigli e si rivolse nella direzione degli spari. I suoi occhi
infuocati gli oltrepassarono la carne e le ossa lanciandogli una terribile fitta
al cervello.
Tom si portò una mano alla testa e chiuse gli
occhi per l'improvviso dolore.
Il mostro si lanciò verso di lui atterrandogli
proprio sopra. Il ragazzo sparò a casaccio contro la massa informe della
creatura senza alcun risultato. Cercò di strisciare lontano un artiglio
acuminato lo agguantò per un braccio trascinandolo indietro.
Tom gridò di dolore quando la melma nera
incandescente gli colò sul braccio ferito.
<< lascialo stare!!! >> urlò il padre
sparando contro la bestia. Ma quella gli sputò addosso una lingua di fuoco che
per poco non lo colpì in pieno.
Una pallottola argentata perforò la spalla del
mostro proprio quando quello stava per infierire nuovamente sul ragazzo. Due
uomini con degli abiti cremisi, iniziarono a sparare contro la creatura mentre
un terzo lo afferrò per la maglia tirandolo via da li.
<< Stattene buono qui ok? >> ordinò
rivolgendogli un mezzo sorriso.
L'uomo afferrò con entrambe le mani l'enorme croce
bianca che teneva legata alla schiena e pronunciando una serie di parole a lui
incomprensibili si lanciò contro la belva. La croce si illuminò poco prima
dell'impatto con la pelle melmosa dell'avversario mutando in una specie di lama
la parte più lunga dell'oggetto: come fosse una spada.
La lama luminosa si scontrò con il liquame nero
che prese fuoco; ma recise comunque l'arto al mostro. Quello ululò di dolore e
cercò di colpire l'uomo ma quello con un balzo si portò indietro. Uno degli
altri due uomini vestiti di cremisi rimasti in disparte aveva estratto una nuova
pistola argentata; mentre l'altro era entrato nell'edificio in fiamme con un
libro fra le mani.
La croce si abbatté nuovamente sulla bestia
colpendola al petto e costringendola a voltarsi per battere in ritirata; ma
quando si voltò si trovò di fronte l'uomo con la pistola.
Il tizio gli sparò un'altra pallottola argentata
nella fronte, proprio in mezzo agli occhi infuocati spappolandogli la testa
melmosa. Lo spadaccino con aria annoiata gli piantò la croce nel petto mentre il
terzo uomo uscì dall'edificio che come per magia non era più in
fiamme.
<< Amen >> esclamò recuperando l'arma
e facendo evaporare la
bestia.