Night chatter

di Cossiopea
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Night chatter
 

Il cielo notturno di Coruscant è di un grigio spento. Privo di stelle ma al contempo di buio. Una landa vuota e immobile fatta di fumo che mi sovrasta, avvolgendomi in una cappa di gelida tensione. Si riflette nel mio sguardo chiaro, ottenebrandolo più di quanto sia necessario.

Riesco soltanto a pensare a quanto questo cielo cosparso di cenere sia diverso da quello di Tatooine.

Sospiro mentre un ricordo emerge dal mare tumultuoso che è la mia mente; un guizzo d'oro che viene poi ringhiottito dalle ombre.

Stai fermo, Ani. Ti pulisco questo taglio”.

La voce del Maestro Qui-Gon è più definita di quanto vorrei...

Stringo gli occhi e la visuale di Coruscant scompare sotto le palpebre. Una parte di me non vuole che quelle parole svaniscano, non vuole dimenticare.

Sento di lottare contro me stesso mentre trattengo quel ricordo, mentre trattengo la luce.

Quante stelle” avevo detto mentre il mio sguardo, ancora bambino – ancora innocente – balzava tra le scintille che cospargevano l'oscurità, lasciando che quei tenui bagliori mi irradiassero con la loro infinita bellezza.

Con ancora gli occhi sigillati, accenno un sorriso che trasuda amarezza, stringendo la ringhiera della balconata con dita fredde come il ghiaccio.

Tante davvero... penso alzando le palpebre e scostandomi dal passato, dall'infantile desiderio di visitarle tutte.

La notte livida davanti a me viene percorsa da migliaia di speeder ronzanti, illuminata a giorno dalla città che ricopre il pianeta, soffocando le stelle.

Mi concedo un altro sospiro e abbasso lo sguardo sulle mie mani, una di esse artificiale, nera, finta, falsa...

Le tenebre, d'un tratto, sembrano richiudersi sul mio cuore, e per un secondo mi sento soffocare.

Succede sempre più spesso, ma non riesco a impedirlo. Accade senza che possa anche solo tentare di ribellarmi, perché non fa parte di me.

Il sonno porta gli incubi, porta la morte... Assopirsi, chiudere gli occhi, ogni dannata volta, significa liberare il futuro; lasciarlo insinuarsi dentro di me, permettere che l'oscurità mi pervada, mi possieda.

E intorno le cose si muovono. Il mondo si plasma sotto i miei sogni irrequieti, conducendomi, ineluttabilmente, al pianto, alle urla, al dolore.

Il fato preme sulla mia mente, il buio spinge per farmi impazzire...

L'incubo ancora mi pulsa dentro: come ogni volta, al risveglio, si lascia alle spalle una scia di tenebre, che mi toglie il fiato, che non mi lascia scampo mentre brancolo, impotente, dentro me stesso.

Il fuoco... Le fiamme che divampano...

Ho caldo... Fa troppo caldo...

Un brivido mi attraversa. La Forza mi avvolge, ma il suo abbraccio non è di conforto; quell'energia che mi scorre nell'anima non fa altro che peggiorare le cose, mozzandomi il respiro già irregolare e sconnesso.

Io non voglio questo dolore. Non voglio la morte, non voglio il tormento che ogni notte minaccia di sopraffarmi. Non voglio niente.

Batto le palpebre, scacciando l'orrida sensazione che gli occhi abbiano, per un istante, cambiato colore...

Deglutisco a vuoto e volto le spalle alle luci guizzanti di Coruscant. Con passo affrettato torno nella camera e, senza neanche pensare, seguendo la necessità di fare qualcosa di diverso dal crogiolarmi nei miei incubi, allungo una mano verso il mantello poggiato sul letto. Un lieve fremito nella Forza e il drappo si leva nella penombra, posandomisi sulle spalle con un leggero fruscio.

Un mio gesto e la porta della stanza si apre su uno dei corridoi del Tempio, illuminato da un paio di opache luci bluastre.

Mi alzo il cappuccio sulla testa con un gesto istantaneo, senza neanche sapere perché senta il bisogno di nascondermi: non è raro che i Jedi non trovino il sonno... anche se per motivi diversi.

Mi mordo il labbro e, silenzioso, mi inoltro nelle corsie deserte, coperto dal buio.

 

Non incrocio nessuno mentre continuo a camminare, senza meta, con il solo scopo di quietare la mia mente tormentata.

Percepisco Jedi e Padawan addormentati dietro le porte chiuse; i loro tenui respiri regolari mentre si immergono in sogni senza oscurità.

Una punta d'invidia mi pizzica la coscienza, consapevole che, continuando a rinunciare al riposo in questo modo, neanche gli Jedi possono reggere a lungo.

Mi pare già di sentire la voce perentoria di Obi-Wan, nel momento in cui noterà la mia prolungata insonnia, spingermi a combattere quei demoni, quando io non ne ho la forza. Stringo i pugni a quel pensiero, ma poi li rilasso, intimandomi di svuotare la mente, di agire come farebbe un Jedi...

Le grandi finestre di vetro si spalancano sulla città pullulante di vita e la mia figura nera, davanti a quelle vetrate, stona come una macchia d'inchiostro su una pagina immacolata. Uno spettro di tenebre che scivola, cauto, davanti alla luce.

La spada laser, legata alla cintola, dondola leggermente al ritmo dei miei passi cadenzati, consentendomi una sicurezza che pochi altri oggetti riescono a darmi. Anche se nulla, qui nel Tempio, a parte io stesso, rappresenta un reale pericolo.

O così credevo...

È un sibilo. Lesto e terribilmente familiare mi giunge all'orecchio, mentre una lama d'energia emerge dall'elsa argentata.

I miei sensi sono più rapidi di me, mentre mi volto di scatto, la spada già sguainata e il volto corrucciato percorso da riflessi celesti.

Là, a pochi metri da me, sta una figura armata di un'arma simile alla mia, di un verde smeraldo che ne illumina i tratti poco gioviali.

Non faccio in tempo ad ammonirla che lei mi è già addosso, rapida e silenziosa come un'ombra, mentre la spada si abbassa sopra di me e riesco a parare quell'attacco fuori programma con uno sfrigolio raccapricciante, dovuto all'incontro tra le due lame di laser.

Incrocia i miei occhi sotto il cappuccio, ora visibili dall'intenso bagliore. Il contatto visivo tra noi si protrae per un lunghissimo secondo, il tempo necessario per cogliere nel suo sguardo un lampo di glaciale consapevolezza.

Si ritrae di colpo e spegne la spada con un movimento leggermente impacciato.

Io faccio lo stesso e abbasso il cappuccio, stranito.

-Sei impazzita?- sbotto, tentando di mantenere basso il tono, vista l'ora tarda. Incrocio le braccia e le riservo un'occhiata di profonda disapprovazione, che spero basti per rimetterla in riga.

Ahsoka tende un angolo della bocca, a disagio, per poi abbassare lo sguardo sui propri piedi.

-Io...- farfuglia -Mi dispiace...

Aggrotto ulteriormente la fronte, squadrandola dall'alto in basso.

-Che cosa credevi di fare?- domando, provando a non far trapelare troppa severità, ma senza risultati soddisfacenti.

La mia Padawan tentenna un istante, indugiando con lo sguardo da me al pavimento.

-Ho visto una figura incappucciata e sospetta e ho provato a intervenire...- tenta di giustificarsi, dopo un momento di esitazione.

Alzo gli occhi al cielo senza impedirmi di farlo.

-La tua impulsività un giorno finirà per ucciderti, Ahsoka- la redarguisco, serio.

-Lo so- risponde lei, accennando un sorriso sbilenco -Ma meglio morire così che sopravvivere per novecento anni senza fare niente.

Scuoto il capo, ma poi ricambio il sorriso.

-Dillo a Yoda- dico, divertito, lasciandomi sciogliere dai suoi ragionamenti senza fondamenta.

C'è un attimo di silenzio e io approfitto per lanciarmi un'occhiata alle spalle e accertare che nessuno sia stato svegliato dalle nostre chiacchiere.

-Comunque- fa infine Ahsoka, accigliandosi appena -cosa ci fai qui fuori, in piena notte, maestro?

La guardo e il mio sguardo si adombra.

-Potrei farti la stessa domanda.

C'è un secondo di immobilità

-Ho avuto un incubo- confessa poi la ragazza, mordendosi mestamente un labbro.

Sento una stretta al cuore. Mai avevo preso in considerazione l'idea che Ahsoka potesse ereditare gli stessi tormenti che mi scuotono nel buio; eppure è da tempo che Obi-Wan mi fa notare quanto lei stia iniziando ad imitare i miei comportamenti, ad assomigliare a ciò che sono io.

L'ardente preoccupazione di non essere all'altezza di un maestro Jedi mi azzanna le viscere: l'ultima cosa che voglio è che la mia Padawan diventi vittima dei miei stessi orribili sogni, del dolore che ogni volta provo quando...

-Invece tu?

La ragazza mi distoglie dai miei crucci, facendomi precipitare nel presente.

Batto le palpebre e mi stringo nelle spalle.

-Solo... pensieri, credo- borbotto, senza convinzione.

Ahsoka mi scruta con sospetto, poi scrolla le spalle.

-Okay- fa, ironica -Vogliamo rimanere qui a raccontarci bugie a vicenda o avevi altri piani?

La guardo per un secondo, risentito dal suo sarcasmo.

-Facciamo che tu te ne ritorni a letto, eh?- dico, posizionando le mani sui fianchi.

Sbuffa, levando gli occhi al cielo.

-Come vuoi- risponde, scocciata -Però ci vai anche tu.

Mi sfugge un sorriso.

-Affare fatto- le sfioro giocosamente il naso con l'indice -Tenta di non fare altri incubi, Furbetta.

Lei mette il broncio.

-Sai, non credo sia così semplice- dice, ruotando appena la testa.

A quelle parole mi lascio sfuggire una breve risata, leggermente isterica.

-Non me ne parlare...- mormoro poi, più a me stesso che a lei.

Batte le palpebre.

-Cioè?- domanda, incuriosita.

-Niente- mi affretto a rispondere, pentendomi subito di quel pensiero ad alta voce. Abbozzo un sorriso incoraggiante -Ma se non vuoi svegliare Obi-Wan e vedertela con lui è meglio che ti sbrighi a tornare nella tua stanza.

Le sue labbra si curvano all'ingiù.

-Certo- fa, delusa.

Non aggiunge altro e si volta, incamminandosi nella penombra del Tempio.

Io mi limito a guardarla allontanarsi, le braccia abbandonate lungo i fianchi e, nel cuore, l'amara consapevolezza che anche questa volta non riuscirò a chiudere occhio.

Ahsoka si gira verso di me un attimo prima di svoltare l'angolo e mi regala un sorriso sincero, una di quelle rare volte in cui non c'è malizia nella sua espressione, ma solo tenero affetto.

-Dormi bene, maestro- mi sussurra mentre anche io mi addolcisco. Poi si inoltra nel corridoio laterale e scompare.

Sospiro e abbasso le palpebre un secondo, assaporando il silenzio della struttura, interrotto solo dai passi ritmici della mia Padawan mentre si allontana, a malapena udibili.

La Forza si quieta, increspata solo dai sogni remoti degli Jedi che mi circondano.

Mi rendo conto solo adesso di avere davvero sonno...





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