Non
possiamo finire di ringraziare Alessandroago_94 per continuare
a seguire codesti deliri creativi e a coloro che hanno inserito questa
raccolta
tra le seguite e le preferite.
Buona
lettura,
Hoel e
Semperinfelix
***
Figure da
Normanno
Laddove si
vuol
dimostrare che, o per scioltezza di lingua o per timore di ritorsioni,
anche
una colossale figura di merda possa trasformarsi nel più
carismatico dei
discorsi.
Guglielmo Duca di Normandia
appartiene alla rara categoria
di uomini che sa cosa vuole e alle accuse d’eccessiva
crudeltà per raggiungere
i suoi scopi egli ha sempre risposto: “Hé, che ci
posso fare, appunto mi si
chiama Guglielmo il Bastardo!”, senza chiarire se alludesse
alla sua ferocia o
alla sua controversa nascita.
Ora a due cose in
quest’anno Domini 1066 anela Guglielmo:
l’Inghilterra e la testa di Aroldo suo rivale al trono
servita su di un piatto
d’argento.
In
piedi sulla prua
dell’agile nave, col vento autunnale che gli scompigliava i
cortissimi capelli
tagliati a scodella, il fiero normanno si trova a contemplare le coste
del
Sussex appropinquarsi all’orizzonte e già si sente
a casa sua.
Perché quel regno
è suo, alla faccia di quello sporcaccione
d’un sassone usurpatore. Guglielmo ama
l’Inghilterra. Tranne forse per il
clima. E il cibo. E gli inglesi. Però l’ama, dai,
ha perfino chiesto al Papa di
benedire la sua spedizione! Se non è dedizione questa!
Inoltre, che
figura
ci fa altrimenti con Roberto il Guiscardo e suo fratello minore
Ruggero? Loro a
conquistare regni e lui a casa a riscuotere le tasse ai plebei?
“Andiamo, miei Normanni!
Facciamo ingoiare le budella a
questi cappelloni barbuti di Sassoni!”, grida il feroce
Guglielmo ai suoi
mentre estrae la spada, pronto a scendere non appena la barca da
trasporto avesse
attraccato sulla spiaggia di Hastings. “Per San Micheeeeee
...” e più non dice
altro, ché avendo inciampato nel bordo della barca cade in
un gran tonfo a
faccia in giù in mezzo all'acqua.
Un silenzio di morte cala tosto tra i
Normanni, neppure i
molesti gabbiani osano garrire.
“Gu-Guglielmo?”,
mormora pallido in
volto il suo fratellastro, Oddone
di Bayeux. “Vi siete …?”
Prima però che il vescovo
avesse potuto porre la fatidica e spinosa
domanda, il prode normanno riemerge e s’alza in piedi e simil
rana sputa acqua,
sassolini, sabbia e pure qualche conchiglia.
O Nostra
Donna, adesso
che faccio?, cogita frenetico il cremisi Duca detto il
Bastardo, Questi qua sono più
superstiziosi di un
branco di lavandaie, rischio che mi disertino scappando a nuoto fino in
Normandia!
Nettatosi la lingua col dorso della
mano, l’uomo si mette a
fissare accigliato i suoi comandanti e soldati. Grazie a Dio possiede
un tal
vocione gutturale da nascondere l’imbarazzo atroce che sta
provando in quell’istante:
“Embé? Cosa sono quelle facce da giovenche? Temete
un qualche sinistro
presagio? Stolti!” li apostrofa aspramente e chinatosi, si
riempie le mani dei
sassolini sabbiosi. “Vedete invece come mi piglio facilmente
questa terra?”
Oddone di Bayeux si gira disorientato
verso Alano il Rosso
che cerca aiuto in Guglielmo FitzOsbern che a sua volta conclude la
catena con
Eustachio di Boulogne, il quale dall’alto del suo acume
strategico, altro non
può far se non spallucce.
Cosa rispondere ad un arrogante,
violento e permaloso energumeno
alto quasi sei piedi? Ad un figlio illegittimo che ha difeso i suoi
diritti al ducato
letteralmente con le unghie e con i denti? Che ha bullizzato la povera
Matilde
di Fiandra onde persuaderla a sposarlo? Che ha messo a ferro e a fuoco
una
città perché l’aveva sfottuto
d’esser nato da una figlia di un conciatore di
pelli?
“Sì, oh Duca
nostro! Anzi, nostro Re! Siamo tutti con voi!”
“Viva Guglielmo!”
“Viva il Duca di
Normandia!”
“Viva il Re
d’AEnglalond!”
“Angleterre, oh!
Ché mi metto ad imparare il sassone ora? Scherziamo?
Mica sono come quei cretini degli Altavilla che adesso sul serio
parlano arabo,
manco più li capisco!”
“Verissimo,
scusate!”
“Alla pugna, miei valenti
paladini! In groppa ai cavalli e
lancia ben dritta e salda in mano!”
“Oui! Vive le
Roi!”
“Bravi e non
scordatevelo!”
***
Curiosità:
Guglielmo il Conquistatore vinse 1 a 0 per Aroldo, centrato in pieno da
una
freccia nell’occhio.
Quest’aneddoto Hoel lo
apprese in visita ad Hastings tra una
scorpacciata e l’altra di granchi e ostriche.
Guglielmo il Conquistare in effetti
non imparò mai il
sassone né a leggere o a scrivere, si dice fosse analfabeta.
Aveva un vocione
da far spavento, era molto alto per l’epoca, veramente era un
figlio
illegittimo e trascorse un’infanzia in cui tutti volevano
farlo fuori e siccome
Matilde di Fiandra non voleva sposarlo, l’attese fuori dalla
chiesa, la tirò
per le trecce in piazza e la buttò nel fango, chiedendole
poi se ora lo voleva
sposarlo. Al che Matilde disse di sì. Va però
aggiunto, che Guglielmo non ebbe
mai figli bastardi e le fu sempre un marito devoto e fedele.
Gli Altavilla suoi
“cugini” ovviamente sono Roberto il
Guiscardo e Ruggero che conquistarono la Sicilia e il resto del Sud
Italia,
formando il Regno. Fu vero che assimilarono la cultura locale.
I Normanni in Inghilterra
introdussero il francese come
lingua ufficiale, sicché fin quasi ai Tudor
c’erano tre lingue ufficiali:
francese, inglese (ch’è un misto tra sassone e
francese) e latino. Adesso gli
inglesi manco morti imparano un’altra lingua.
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