POLPETTE DI GRANCHIO

di Caponenciu
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Nella sua mente deviata erano presenti solo momenti di condivisione di enormi vassoi di polpette ululanti.
L’antica ricetta risaliva ai tempi dell’antica Atlantide, quando i personaggi di ogni storia vivevano nelle ludoteche virtuali quantizzate. In quel periodo non c’era nulla di più succulento che perdersi nei virtual-mondi selezionando alimentazioni basate su granchi allevati nei produttori automatizzati presenti nella stratosfera, che sparavano miliardi di polpette liquide direttamente nei vari centri di residenza virtuale.
Ora che tutto questo era dimenticato tranne che nella sua memoria, Ezekiel imprigionava i personaggi in mondi virtuali cartonati grazie ai suoi poteri extrasensoriali connessi all’AI della navetta rinvenuta prima che tutto avesse inizio; li imprigionava e li usava come batteria per la macchina alleva-granchi-trasforma-polpette.
Gwen era l’unica che aveva resistito a qualsiasi tentativo di ipno-attacco e anzi, una volta penetrata nella realtà parallela da cui lui riemergeva ogni volta che gli serviva un nuovo corpo da sfruttare, non aveva avuto nessun problema a trovarlo e colpirlo. Come avesse fatto, non era ormai più importante: gli ultimi pensieri del deforme pezzente, in veloce via di smolecolarizzazione radioscopica erano rivolti alle sue amate polpette.     
    




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