Ice Cream Box

di Zomi
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Storia partecipante al 3Days of Pride (giorno 1: orientamenti sessuali e/o romantici) del FairyPieceForum e al Pride ♥ June di Piume d'Ottone

 

    
 

 

Ice Cream Box



#Gelato Bigusto:



-Dobbiamo parlare-
I sensi di ragno di Ace schizzarono oltre la soglia di allarme massimo, facendolo sussultare da capo a piedi.
Ecco, lo sapeva.
Ogni azione buona non restava impunita, e quella era l’ora dei conti.
Con poca convinzione e meno coraggio, stoppò il videogioco sparatutto che martellava sulla play da un paio d’ore, alzandosi dal divano dell’appartamento ed emigrando nella cucina dove si sedette davanti alla coinquilina più pericolosa con cui l’intera terra avesse mai avuto la disgrazia di convivere: Jewerly SeMangiQualcosaDiMioTiAmmazzo Bonney.
La peggior cameriera di pizzeria che la città avesse mai visto, che ti obbligava a finire anche la crosta della tua ordinazione se non volevi guai.
Dal carattere impossibile, lingua tagliente e lessico colorito più di un arcobaleno, la salvava solamente la bella presenza, la bontà che dimostrava con chi le stava a cuore e la quiete che regnava nel mondo quando dormiva.
Almeno così pensava Ace all'inizio della loro convivenza, necessaria per sbarcare il lunario di ventenni.
Dividere l’appartamento con qualcuno che numera le scatole dei biscotti ed elenca il contenuto del frigo, non era una novità per Ace: avere Luffy per fratello forse era stato un training del destino per la sua vita fuori dalla casa parentale.
Ma vivere con Bonney andava ben oltre le sue precedenti esperienze con Luffy e Sabo.
E non parlava del disordine caotico con cui la rosa conquistava stanza dopo stanza il locale al quarto piano del condominio, né della fame chimica che l’assaliva prima, durante e post il ciclo mestruale o quando tornava da lavoro, né tantomeno della sua tendenza viscerale all’essere manesca e prevaricatrice con tutti, con una nota accentuata di maschiaccio livello ottantasette e la dannata mania di girare senza jeans per casa.
No, Ace a tutto questo era pronto.
Era pronto ad ogni lotta per il cibo e parolaccia nuova inventata quotidianamente, ma non era davvero pronto ad averla come rivale in amore nel conquistare la delicata, dolce, tenace e deliziosa Isuka, loro vicina di casa.
Il moro aveva impiegato un paio di giorni per capire, e informarsi, che Bonney fosse bisessuale: provava attrazione per ambo i generi, e aveva avuto relazioni sia con ragazzi che con ragazze nella sua vita.
E sapeva bene come flirtare, conquistare e vezzeggiare chiunque attirasse la sua attenzione, Isuka compresa.
Ma Ace non era da meno.
Le sue lentiggini spruzzate come raggi di sole in una mattina d’estate, le ciocche ondulate e nere, il sorriso dirompente e una buona dose di sfacciataggine che aveva elargito con sufficiente savoir-faire e avance spregiudicate alla composta e bella vicina.
A lui Isuka piaceva davvero, e anche a Bonney.
La battaglia per conquistare la ragazza era stata infernale.
Lotte di richieste di appuntamenti su appuntamenti alla bella rossa che imbarazzata non sapeva declinare, mazzi di fiori bruciati, cioccolatini mezzi mangiati,  inviti ai cinema a cui puntualmente il terzo incomodo si presentava, cene casalinghe al lume di candela sabotate con maestria, bagni occupati con resistenza dall’avversario in tempi tattici, zuffe sanguinolenti per ogni sano e non motivo e altri mille, mille e ancora mille dispetti con cui entrambi avevano provato a sabotare la corte spregiudicata del coinquilino verso la dirimpettaia.
Era stata una guerra.
Guerra in cui Ace aveva scoperto non solo quanto stronza fosse la sua coinquilina, ma quanto anche fosse astuta, furba, bastarda e dolce, gentile, materna e amica.
Bonney era bisessuale, era la sua rivale in amore, ma soprattutto era una bellissima persona, che Ace si era appena scoperto di apprezzare se non di più.
Ma non per questo, la temeva meno.
Si sedette con cautela al tavolo della cucina che troppo spesso era stata luogo di litigate e scontri quasi assassini tra loro, omicidi evitati semplicemente perchè l’affitto da solo Ace non sarebbe stato in grado di pagare.
Al centro del sacro tavolo da pasti -pranzo era troppo riduttivo per i gusti di Bonney- faceva capolino una vaschetta di gelato bigusto fragola e limone.
A lato un solo, ed unico cucchiaino.
Brutto, bruttissimo segno: se Bonney non condivideva il cibo, dopo il cameratismo d’amore e odio che li aveva uniti e divisi per conquistare Isuka, la faccenda era seria.
L’aveva scoperto, ne era certo.
-Bonney- deglutì agitato ma la rosa si sedette a peso morto sulla sedia opposta a quella che il moro si prestava ad occupare, mugugnando un scarso invito gentile.
-Dobbiamo… parlare- si ripeté, mentre Ace si sedeva e la fissava atono.
Con un sospiro, Bonney aprì la confezione del gelato, afferrando la posata abbandonata sulla tavola, e dopo essersela rigirata tra le dita un paio di volte, la offrì al moro.
-Devo dirti una cosa- ondeggiò il cucchiaio verso Ace, che lo studiava ad occhi spalancati incapace di afferrarlo.
Fu costretta a metterglielo in mano con un grugnito, prima di continuare.
-E non è una cosa bella-
-Mi stai offrendo del gelato- parlò confuso Ace -E tu non hai un cucchiaino per te: credimi Bon, se queste sono le premesse, non è una brutta cosa: è orribile!-
Le labbra della ragazza emisero un sbuffo infastidito, prima di mordere un velato invito a farsi fottere e ritrovare la calma per parlare.
-Riguarda- prese un respiro profondo -Isuka-
Ace sgranò gli occhi e tentennò dall’affondare il cucchiaino nella fragola gelata della vaschetta.
-Isuka?- chiese conferma alla coinquilina che annuì energicamente, mordendosi un labbro e unendo le mani tra le cosce.
Ahia, pessimo segnale: la posa del “mi dispiace, mi dispiace, mi dispiace”.
Deglutì e si imboccò rapido.
-Isuka-mugunò a bocca piena, degustando la cucchiaiata di fragola che si scioglieva nel palato -Vi siete messe assieme?- tentò.
In fin dei conti era quello che sperava, quando aveva deciso di rinunciare di conquistare la vicina: Bonney meritava di essere felice.
Aveva rinunciato, senza dispiacere si era accorto, ad Isuka, felice di sapere Bonney con lei.
Certo, il tutto era un segreto inconfessabile e che mai la rosa avrebbe dovuto scoprire: vincere per ritiro spontaneo dell'avversario non era nemmeno pensabile per Bonney.
Preferiva uccidere il rivale a morsi, che vincere così facilmente.
Ma Ace era stato ben felice di fare un passo indietro per la sua felicità, e per vederle arricciare il nasino quando sorrideva con serenità.
Non infossato e corrugato come in quel momento, mentre grugniva infastidita.
-Insieme?! Ma no quando mai!- sbottò acida picchiandogli la mano disarmata di posata, prima di pentirsene e afferrarla con le sue.
Non era il momento di litigare!
-Ecco, no, lei non sta con me ma- deglutì, ancora e ancora, costringendo Ace a fermarsi nel mangiare il gelato.
-Bonney, inizio a preoccuparmi- le strinse la mano posando il cucchiaino.
La rosa si morse il labbro, sollevando gli occhi e prendendo un profondo respiro.
Ecco, era il momento di svuotare il sacco e le faceva un gran male al petto.
Perchè cavolo si era proposta per quell'ingrato compito? Perchè?!?
Ah si, Ace era diventato un amico, un caro amico, anche qualcosa di più, e non voleva che ci stesse male, che soffrisse, che scoprisse per caso che, che…
-Isuka esce con Deuce- vomitò tutto d’un fiato, stringendo le mano di Ace ad occhi chiusi.
Li riaprì con lentezza, non allentando la presa, fissando il volto misto efelidi rossicce tutte da numerare di baci del suo coinquilino.
-Mi… dispiace- sussurrò -So che ti piace molto, e so che Deuce è tuo amico, ma non volevo che lo scoprissi da lui: sarebbe stato strano no?-
Si mosse a disagio sulla sedia, sporgendosi verso di lui.
Era stato orribile scoprire che la cotta di Ace usciva con qualcuno che non fosse appunto il suo Ace.
Dannazione, ma cosa vedeva in Deuce Isuka?!
Non vedeva quanto Ace fosse tenero, gentile, altruista e incredibilmente speciale?!
Perché non aveva scelto lui?! Perché?!?!
Lei lo avrebbe fatto: Bonney avrebbe sempre scelto Ace.
Anche nelle brutte occasioni come rivelargli che un suo amico uscita con la sua cotta.
-Isuka l’ha incrociato spesso quando veniva qui a trovarti. Una cosa tira l’altra e… mi spiace davvero Ace, so quanto lei ti piaccia! Non volevo che la mia corte impedisse la tua, io non-
-Veramente non mi piace più- bloccò il suo fiume in piena di parole, imboccandosi di limone -Da un pò anche- aggiunse affondando il cucchiaino nel limone, ma venendo scippato dalle dita leste di Bonney.
-E me lo dici così?!?- sibilò picchiandolo sulle nocche con la posata unta.
-Ahi! E come avrei dovuto dirtelo?!- protestò gonfiando le guance.
-A colazione, a pranzo, a cena… in qualsiasi ora del giorno!- strinse con violenza la mano del moro -E poi che vuol dire che non ti piace più?!?-
-Vuol dire che ora mi piace un’altra- rise dell’indignazione della rosa, accarezzandole il dorso della mano che stringeva -Isuka è bella si, ma questa ragazza ha… ha un sorriso-
-Tsk- ruotò gli occhi al cielo -Il sorriso certo: dimmi piuttosto che ha un bel davanzale!-
La rosa era certa che chiunque essa fosse, non avrebbe avuto vita facile contor di lei: voleva essere l'unica ad avere il privilegio di poter abbandonare le dita tra le ciocche di ossidiana di Ace.
-Si ha anche quello- abbassò gli occhi il moro alla canotta scollata di Bonney, riportando veloce gli occhi ai suoi violacei.
Per quello ci sarebbe stato tempo.
-E tu?- le sorrise, vedendola sbuffare e spostare la confezione di gelato verso di sé -Tu come stai? Isuka piaceva anche a te-
Bonney scrollò le spalle e, arcuato un dito, lo affondò nel gelato, portandoselo poi alle labbra.
-Cotta passata- decretò lapidaria -Ora… ora mi piace un altro-
-A si?- corrugò la fronte Ace, non smettendo di accarezzarle la mano e riappropriandosi del cucchiaino.
Non temeva alcun rivale: il più tosto di tutti era ora il suo obiettivo da conquistare.
Lei e il suo splendido sorriso.
Sembrava che l'allarme fosse svanito, venendo rapidamente sostituito da una strana calma intima che li abbracciava.
-Si sai, lo conosco da… da un pò- sorrise felina, accavallando le gambe, nude come di consueto notò Ace.
-Me lo presenterai?- schioccò la lingua contro il palato il moro, la mente già arroventata di mille modi in cui già liberarsene.
-Forse, un giorno- prese un’altra ditata di gelato, assaporandola prima di posare il polpastrello umidiccio contro una lentiggine scura sulla guancia di Ace, avvicinandosi pericolosamente.
-Sono certa che ti piaceranno le sue efelidi-
-Le sue cosa?-
Bonney rise in una scala dolce di cristalli.
E continuò a ridere e mangiare il gelato, condividendolo con il suo coinquilino, che mai aveva assaggiato bigusto più buono, con una mai così dolce compagnia.



 




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