Tepore

di InsaneMonkey
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"Angol Mois, a te non è ancora venuta qualche bella idea?" chiede ad un tratto Keroro, con un tono di voce energico, vispo, irrorato da una leggera sfumatura inquisitoria - una sequenza di note acute e trillanti.
Destatasi, la ragazza dai limpidi occhi di fata stira la bocca in un sorriso placido, nell'istante in cui avverte quel tenue fluire di suoni e lemmi, pronunciato con la semplicità più innocente del mondo.
Destatasi, la ragazza dai limpidi occhi di fata curva le labbra delicate in una docile mezzaluna, nel momento in cui capta quelle parole gentili, incastonate cordialmente una dopo l'altra.

Indugia appena quando ai suoi timpani arriva, furtiva e inattesa, la domanda che ha formulato il ranocchio color speranza - lo sfuggente intarsio di consonanti e vocali che si è premurato di infarcire di un accento interrogativo, di un mite sprazzo di curiosità, mentre in lei si insinua un vivido solletico interiore.

Sebbene sappia perfettamente cosa dire, quali affermazioni di buon auspicio proferire, quali conferme rassicuranti intessere, per un breve frangente di tempo, evanescente come la fiamma di una candela, trattiene il fiato a ridosso della gola, prima di snocciolare una risposta effettiva.
Prima di esaudire il suo proposito - di suggerirgli una strategia efficace con cui invadere il pianeta, di abbozzare una tattica mediante la quale procedere alla conquista del globo.
È incredibile il modo in cui ora dipenda anche da lei: in quel vibrante frammento di fato, conteso tra battito e respiro, si rende conto che l'amicizia che la connette all'alieno verde fin dall'infanzia non affondi le radici in una mera condivisione di svaghi, ma in qualcosa di più profondo, nella stabilità di un sentimento che alcune volte assume persino i contorni dell'amore.

In quel tiepido stato di apnea, riempito di aspettative, si accorge che la complicità che si è impigliata tra i loro animi bramosi di vivere non si snodi nel solo piacere di assemblare giocattoli, ma che si basi su una concreta reciprocità.

Sul suo volto di velluto si dipinge un'espressione dolcemente lieta, segno inequivocabile che un certo calore si sia intrufolato nel suo cuore di polvere di stelle, carezzandolo con un affetto quasi materno.

Un insolito imbarazzo lo tinge di una debole gradazione di porpora: le infonde un connubio di gioia e serenità, difficile da definire con esattezza, il pensiero che colui che adora sopra ogni altra cosa non abbia mai smesso di guardarla sotto una luce favorevole, confortante, in un'ottica ottimista, nonostante il passar delle stagioni, di considerarla alla stregua di un valido membro del plotone, a dispetto delle occhiate torve di Tamama, dell'insofferenza aspra di Kururu.

La rende particolarmente felice la certezza che pur essendosi addensati anni e affanni non si sia minimamente sfaldato il legame che intercorre tra di loro - che lui continui a cercare il suo sguardo, nei minuti dedicati alla riflessione, nelle situazioni di confusione e smarrimento, quell'inesauribile fonte di sicurezza e approvazione che l'ha visto crescere e maturare.
La rende particolarmente felice la certezza che non esiti ad aggrapparsi e ad affidarsi a lei in qualità di brillante e puntuale consigliera, oltre che nelle vesti di compagna di mille avventure, nelle crisi o negli attimi in cui lo svolgersi del destino svia irrimediabilmente ogni termine.
E la rende particolarmente felice anche la certezza che un giorno, se ostenterà lo stesso ardore che esibisce quando lo incita a credere in se stesso, potrà confessargli quel che per ora riesce ad esprimere soltanto in piccoli gesti e premure.






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