Origami in volo

di Panterah
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Flora, 
Un nome che si imprime su questa carta con la stessa leggiadra grafia che ha già segnato i miei pensieri... inchiostro magico, credo, perché indelebile. O, forse, è qualcosa di tanto prezioso che temo di rovinare, se provo a cancellarlo.
Flora, non riceverai mai questa lettera, sbiadirò nei tuoi ricordi, e nei miei il tuo nome rimarrà custodito con cura.
Il nostro incontro è avvenuto perché mio nonno voleva io fossi presente all'inaugurazione della nuova Fonterossa. Sai, nel vecchio edificio la mia stanza non esisteva più, era già stata assegnata ad altri; ora, invece, Saladin ne ha ricreata una, e nel mio stile. Vuole che resti, visto che all'orizzonte si profilano oscure minacce per la scuola... ma già sa che non accetterò.
I tuoi amici ti avranno detto che sono un pacifista... altri preferiscono codardo...
Non combatto, è vero. Quando sono intervenuto, nell'arena, ti ho aiutata a difenderti, e spero mi perdonerai se non sono rimasto. Anche tu, poi, hai saputo fermare quella creatura da sola.
Mi hai sorpreso... Forse, i tuoi poteri e la mia unica arma sono più simili di quanto pensassi... bloccano ed imprigionano il nemico, più che attaccarlo e ferirlo direttamente. 
Flora, sei la prima persona che conosco che sembra apprezzare quanto me l'arte e la poesia delle piccole cose intorno a noi, invece di rinchiudersi in una bolla di magia e poteri fine a se stessa.
Ho la sensazione che tu potresti capire, in fondo, tutta la verità sulla mia scelta. Vorrei davvero spiegarti, prima di ripartire...
Quando sarò lontano, spero di sentire la tua voce nel vento... non potrò dipingerti, ma spero mi sussurri qualche poesia.
Poi, forse, un giorno...




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